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  • Che ne è stato dei valori morali?

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  • Che ne è stato dei valori morali?
  • Svegliatevi! 1989
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  • Il fallimento della famiglia, della scuola, della religione
  • 7. Valori
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  • 6. L’utilità dei valori morali
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  • Valori morali che arricchiscono davvero la vita
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Svegliatevi! 1989
g89 22/3 pp. 3-5

Che ne è stato dei valori morali?

In un discorso pronunciato il Giorno dell’Armistizio del 1948, il generale Omar N. Bradley disse: “Abbiamo troppi uomini di scienza, troppo pochi uomini di Dio. Abbiamo compreso il mistero dell’atomo e respinto il Sermone del Monte. . . . Il nostro è un mondo di giganti in campo nucleare e di bambini in campo morale. Sappiamo di più riguardo alla guerra che riguardo alla pace, di più su come uccidere che su come vivere”. “L’umanità”, disse, “rischia d’essere fatta prigioniera in questo mondo dall’immaturità morale”.

UN TEMPO c’erano dei valori tradizionali basati su fonti bibliche. Ora non più. Essi vengono accantonati perché ritenuti superati. Sono in voga nuovi stili di vita. La “verità” è relativa. Il bene e il male non esistono più. Non c’è bisogno di giudicare. Ognuno ha la propria scala di valori, ognuno decide ciò che è bene per se stesso, ognuno fa come vuole. Fornicazione senza colpa. Adulterio senza colpa. Divorzio senza colpa. Negligenza nei confronti dei figli senza colpa. E nessun biasimo per quali che siano le conseguenze: il vertiginoso aumento delle gravidanze tra giovanissime, i milioni di aborti, la vita dei figli rovinata. E visto che non c’è né colpa né biasimo non c’è colpevolezza. Così il mondo getta i veri valori nel bidone della spazzatura.

La prima coppia umana decise di stabilire da sé cos’era giusto e cos’era sbagliato. (Genesi 2:17; 3:5) Oggi milioni di uomini hanno deciso che non c’è né bene né male. Spinti dal desiderio di fare come vogliono, accantonano i valori tradizionali e gridano: “Finalmente liberi!” “Tutto è lecito!” I freni spariscono e i guai si moltiplicano!

Un’importante rivista formula in un titolo questa domanda: “Una nazione di bugiardi?”, dopo di che afferma: “I funzionari governativi dissimulano. Gli scienziati falsificano le ricerche. I lavoratori alterano le referenze per trovare un posto. Cosa sta succedendo? Un crescente numero di esperti teme che la risposta sia da ricercarsi nell’inquietante declino dell’onestà di fondo”.

Un’altra autorevole rivista ha pubblicato una serie di articoli sulla questione morale, disseminati di notizie ghiotte come: Operazioni commerciali macchiate da scandali, tradita la fiducia del pubblico, trasgressioni che abbracciano l’intera gamma delle mancanze umane. Gli sbagli sono ammessi, ma non sbagli grossi, e nulla di così biasimevole che si possa chiamare peccato.

Questa serie di articoli termina dicendo: “Se gli americani desiderano avere criteri morali più autentici, forse dovrebbero rivedere i valori che la società presenta loro in modo così seducente: un lavoro di prim’ordine, il potere politico, il sex appeal, un attico o la villa, il far quattrini molto in fretta. La vera sfida starebbe quindi nello stabilire ex novo quali sono i bisogni, a vantaggio sia della società che dell’individuo, tracciando un unico principio morale che si proponga fini legittimi mentre esercita anche un controllo sui mezzi”.

Nel New York Times è apparso il seguente titolo: “Pubblici funzionari dello Stato hanno accettato 105 delle 106 bustarelle offerte, dice l’FBI”. La 106ª bustarella era stata offerta a un uomo onesto? No, “egli pensava che la somma non fosse sufficiente”.

Matthew Troy, ex membro del consiglio municipale ed esponente democratico di Queens, un quartiere di New York, parlando sul soggetto “Corruzione e integrità nel governo” ha detto a un gruppo di universitari che le bustarelle sono all’ordine del giorno. I voti politici sono barattati con cariche nella magistratura. “Il prezzo normale per la carica di giudice nella Corte Suprema dello Stato era di 75.000 dollari, mentre cariche in corti inferiori costavano 35.000 dollari”.

Il romanziere James A. Michener mette in evidenza cose come: esaltazione di avventurieri della finanza che accumulano una fortuna a spese d’altri, scandali di insider trading [operazioni di borsa svolte da ‘addetti ai lavori’ in possesso di informazioni riservate], maestri nell’assorbimento delle imprese che coordinano colpi da miliardi, elementi religiosi impegnati in una scandalosa e frenetica ricerca di denaro, la spaventosa minaccia dell’AIDS, terroristi che mettono sottosopra la società, politici che devastano i parchi nazionali e permettono disastri ecologici, un’amministrazione che vende armi a un nemico dichiarato e poi impiega illegalmente gli utili per una rivoluzione nell’America Centrale.

La conclusione di Michener: “Gli anni ’80 dovranno essere ricordati come Il Brutto Decennio, perché sono venute a galla tante cose sgradevoli”. E tutto questo per un’unica semplice ragione: I veri valori sono stati gettati nel bidone della spazzatura.

William J. Bennett, al tempo in cui era ministro dell’Istruzione negli Stati Uniti, criticò le scuole perché non insegnavano i valori morali ed elencò i problemi degli adolescenti derivanti da questa mancanza:

“Problema: Circa il 40 per cento delle quattordicenni d’oggi rimarranno incinte almeno una volta prima dei vent’anni, e oltre metà di quelle nascite saranno illegittime.

“Problema: I suicidi di adolescenti hanno raggiunto un livello senza precedenti, e sono al secondo posto tra le principali cause di decessi fra adolescenti.

“Problema: Gli Stati Uniti sono il paese con la più alta percentuale di tossicodipendenti nel mondo industrializzato.

“Le nostre scuole possono ‘risolvere’ questi problemi? No. Possono dare una mano? Sì. Stanno facendo tutto quello che possono per dare una mano? No.

“Perché no? In parte, perché sono restie ad affrontare uno dei principali obiettivi dell’istruzione: l’istruzione morale. Si prenda ad esempio un recente articolo che cita vari educatori della zona di New York i quali affermano di ‘evitare deliberatamente di dire agli studenti ciò che è moralmente giusto o sbagliato’.

“L’articolo parla di un caso di consulenza riguardante quindici studenti del penultimo e dell’ultimo anno delle superiori. Durante il colloquio gli studenti avevano concluso che una loro compagna era stata stupida a restituire i 1.000 dollari trovati a scuola in una borsetta”. Il consigliere non aveva emesso nessun giudizio sulla loro conclusione, spiegando: “Se parto dal presupposto di ciò che è giusto o sbagliato, non sono più il loro consigliere”.

Il commento di Bennett: “C’era una volta un consigliere che dava consigli. Consigliava gli studenti su molte cose, fra l’altro su ciò che è bene e ciò che è male”.

Il fallimento della famiglia, della scuola, della religione

Per quel che riguarda l’insegnamento dei veri valori, la casa sta rapidamente diventando una sorgente inaridita. La disgregazione delle famiglie fa della casa un luogo poco adatto per l’insegnamento: genitori che lavorano entrambi, divorzi, famiglie con un solo genitore che per di più è costretto a lavorare, figli lasciati alle baby sitter o all’asilo o soli in case vuote in compagnia della TV che propina il sesso come divertimento e insegna la violenza come soluzione dei problemi. Il giornalista Norman Podhoretz ne commenta i risultati: “Tra gli effetti sono da includere un aumento del comportamento criminale; un aumento dell’uso di droga e alcool; un aumento delle gravidanze, degli aborti e delle malattie veneree tra giovanissime e un aumento della mortalità degli adolescenti per cause violente (omicidio, incidenti automobilistici, suicidio). L’unica cosa che pare essere diminuita è il rendimento scolastico”.

Podhoretz continua: “Due sociologi trovano concrete prove statistiche di ciò che tutti sappiamo solo guardandoci attorno. Trovano sempre più persone per le quali la ‘gratificazione’ viene prima di tutti gli altri valori. Trovano sempre meno persone che credono che si debba sacrificare se stessi, o sia pure le proprie comodità, in nome dei bisogni e delle esigenze dei figli. Niente meno che i due terzi dei genitori americani ritengono che ‘i genitori dovrebbero essere liberi di vivere la propria vita anche se questo significa trascorrere meno tempo coi figli’”.

John D. Garwood, quando era preside di una facoltà alla Fort Hays State University (Kansas, USA), fece questo commento sulla scomparsa dei veri valori: “All’origine di molti nostri problemi odierni c’è il fallimento della famiglia, della scuola e della religione che non hanno trasmesso a quelli che sono nella loro sfera di influenza una solida e durevole scala dei valori. Il grande storico inglese Arnold Toynbee vede nel Mondo Occidentale d’oggi un declino dell’onestà, mancanza di uno scopo nazionale e una disastrosa enfasi al materialismo, un diminuito orgoglio per l’opera delle proprie mani, la dedizione a uno sfrenato consumismo con particolare rilievo alla gratificazione personale. Vede negli stili di vita della nostra nazione molti degli elementi che portarono alla caduta dell’impero romano”.

Avendo ripudiato i veri valori, questo mondo si ritrova a cercare futilmente di più in ogni cosa. Materialmente ricco ma spiritualmente povero, l’uomo è confuso e non sa da che parte andare. La sua salvezza sta nel ritorno alla fonte dei veri valori.

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