L’Olocausto: Perché dovrebbe interessarvi?
‘C’È STATO davvero l’Olocausto? Ha qualche importanza? Perché mai dovrebbe interessarmi?’ chiederà qualcuno.
Una ragione per cui l’umanità dovrebbe interessarsene è quella di evitare che la storia si ripeta. Primo Levi, sopravvissuto ai campi di concentramento, espresse dei dubbi circa il fatto che la mentalità concentrazionaria fosse veramente morta. In un suo libro egli chiedeva: “Quanto è tornato o sta tornando? che cosa può fare ognuno di noi, perché in questo mondo gravido di minacce, almeno questa minaccia venga vanificata?” — I sommersi e i salvati, Einaudi, 1986, p. 11.
Pertanto il Levi esprimeva la preoccupazione di molti che si chiedono se orrori di questo genere potrebbero verificarsi di nuovo. Cosa risponde la storia recente? La storia delle atrocità, dei genocidi, delle torture, degli squadroni della morte e delle persone “scomparse” e “liquidate” in vari paesi dal 1945 è la prova che la mentalità che giustificò i campi di concentramento è ancora ben viva.
E per coloro che sono sopravvissuti — i figli, i parenti e gli amici dei morti — la realtà storica è molto importante. La storia si basa su avvenimenti realmente accaduti e su persone realmente esistite. Ha qualche importanza che Gesù fosse o no un mito? O che Napoleone o Maometto, il profeta dell’islam, fossero personaggi reali o immaginari? Certo che è importante. Questi uomini hanno cambiato il corso della storia.
Analogamente, l’Olocausto è stato forse il più sconvolgente colpo mai inflitto in tutta la storia all’amor proprio dell’uomo civile. Primo Levi disse: “Mai tante vite umane sono state spente in così breve tempo, e con una così lucida combinazione di ingegno tecnologico, di fanatismo e di crudeltà”. — Op. cit., p. 12.
Alcuni però dubitano che questo sia accaduto. Dubitano che l’Olocausto sia un fatto storico.