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  • L’Olocausto: Le vittime dimenticate

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  • L’Olocausto: Le vittime dimenticate
  • Svegliatevi! 1989
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Svegliatevi! 1989
g89 8/4 pp. 9-11

L’Olocausto: Le vittime dimenticate

“La politica di genocidio attuata dai nazisti provocò la morte di un numero pressoché uguale di non ebrei polacchi e di ebrei polacchi, rendendo sia gli uni che gli altri vittime di un ‘Olocausto dimenticato’”. — “The Forgotten Holocaust”, di Richard C. Lukas

OLOCAUSTO: cosa si intende con questa parola? Secondo alcuni dizionari, fu il genocidio degli ebrei europei perpetrato dai nazisti durante la seconda guerra mondiale. Ciò potrebbe facilmente dare l’impressione che gli ebrei siano stati gli unici a soffrire e morire per mano dei nazisti. Tuttavia, è giusto e vero dire che il termine “Olocausto” si applica solo alle vittime ebree dell’era nazista?

Lo scrittore Richard Lukas afferma: “Udendo la parola Olocausto la maggioranza pensa alla tragedia di cui furono vittime gli ebrei sotto i tedeschi durante la seconda guerra mondiale. Da un punto di vista psicologico, è facile capire perché oggi gli ebrei preferiscono che il termine sia usato unicamente in riferimento all’esperienza degli ebrei . . . Tuttavia, escludendo altri dall’Olocausto, gli orrori di cui furono vittime polacchi, altri slavi e zingari per mano dei nazisti sono spesso ignorati, se non dimenticati”.

Lukas dichiara inoltre: “Per loro [gli storici], l’Olocausto riguardò unicamente gli ebrei, per cui hanno poco se non nulla da dire dei nove milioni di non ebrei, inclusi tre milioni di polacchi [non ebrei], che pure perirono nella più grande tragedia che il mondo abbia mai conosciuto”.

La sete di spazio vitale di Hitler

Quando gli eserciti di Hitler invasero la Polonia nel settembre del 1939, avevano ordine di attuare la politica di Hitler per procurare il Lebensraum, lo spazio vitale, per il popolo tedesco. Richard Lukas infatti dichiara: “Per i nazisti, i polacchi erano Untermenschen (subumani) che occupavano un suolo facente parte del Lebensraum (spazio vitale) desiderato ardentemente dalla razza tedesca superiore”. Hitler, pertanto, autorizzò le sue truppe a uccidere “senza pietà o compassione ogni uomo, donna e bambino di discendenza o lingua polacca. Solo in questo modo possiamo ottenere lo spazio vitale di cui abbiamo bisogno”.

Il settembre del 1939 vide l’inizio di una inesorabile campagna di orrori per il popolo polacco. Hitler aveva detto: “La guerra sarà una guerra di annientamento”. Heinrich Himmler, uno degli scagnozzi di Hitler, aveva dichiarato: “I polacchi spariranno completamente dalla faccia della terra. . . . È essenziale che il grande popolo tedesco consideri la distruzione di tutti i polacchi come uno dei compiti più importanti”. Pertanto l’Olocausto non aveva per obiettivo solo gli ebrei polacchi; aveva per obiettivo “tutti i polacchi”.

“La politica del terrore fu attuata in tutti i paesi occupati. . . . Ma in Polonia tutti furono assoggettati a tale brutalità, e le esecuzioni in massa basate sul principio della colpa collettiva furono assai più frequenti perché ogni polacco, indipendentemente da età, sesso o salute, faceva parte di una nazione condannata, condannata da quei membri del partito e del governo nazista che decidevano la politica”, dichiara Catherine Leach, traduttrice del libro polacco Values and Violence in Auschwitz. Essa dice che Himmler considerava i polacchi una razza inferiore da tenere in schiavitù.

“Anche dopo la resa della Polonia [28 settembre 1939], la Wehrmacht [l’esercito tedesco] continuò a prendere seriamente l’esortazione rivolta da Hitler il 22 agosto 1939, quando aveva autorizzato a uccidere ‘senza pietà o compassione ogni uomo, donna e bambino di discendenza o lingua polacca’”. Come si potevano indurre l’esercito tedesco e le SS a uccidere così senza pietà? Imbevendoli della dottrina della supremazia della razza ariana e dell’inferiorità di tutte le altre razze. Infatti Lukas dichiara in The Forgotten Holocaust (L’Olocausto dimenticato): “La teoria nazista dell’impero coloniale in Polonia si basava sul negare la dignità umana ai polacchi che, dopo gli ebrei, erano quelli che Hitler odiava di più”.

“Politica demografica negativa”

Nella prefazione alla versione inglese del libro Comandante ad Auschwitz, lord Russell di Liverpool dice: “Durante la guerra probabilmente non meno di dodici milioni di uomini, donne e bambini nei territori invasi e occupati furono messi a morte dai tedeschi. Secondo una stima moderata, otto milioni di essi perirono nei campi di concentramento. Di questi, non meno di cinque milioni erano ebrei. . . . Il numero reale, però, non si saprà mai”. Solo in base a queste cifre, almeno sette milioni di vittime non erano ebree.

Un’altra testimonianza è quella di Catherine Leach, che scrive: “La Polonia fu il primo paese in cui venne attuata la ‘politica demografica negativa’ di Hitler, il cui scopo era quello di preparare i vasti territori dell’‘Est’ per la nuova colonizzazione da parte dei tedeschi, e di tutti i paesi occupati la Polonia fu quello che subì la più alta perdita di vite: 220 ogni 1000 abitanti. Fonti polacche affermano che non meno di 6.028.000 cittadini polacchi . . . persero la vita”. Di questi, 3.200.000 erano ebrei. Ciò vuol dire che quasi il 50 per cento dei morti polacchi non erano ebrei.

È innegabile che c’è stato un “Olocausto dimenticato” di milioni di vittime non ebree, soprattutto di origine slava. Tra queste vanno inclusi i milioni di russi trucidati dai nazisti. Quei russi non avevano scelta. A motivo della dottrina razziale nazista, furono inesorabilmente condannati a morte.

Queste statistiche, però, non tengono conto delle migliaia di tedeschi non ebrei che pure soffrirono come vittime dell’Olocausto perché osarono opporsi a Hitler e alla sua filosofia della supremazia della razza. Tra questi ci furono migliaia di testimoni di Geova che rifiutarono di collaborare per la realizzazione delle pretese militaristiche di Hitler. Sì, sparse qua e là in tutta la Germania e nei paesi occupati dai nazisti c’erano migliaia di persone che fecero una scelta volontaria che le portò nei campi di concentramento oppure, nel caso di molte, al martirio.

Pertanto una domanda pertinente è questa: Che differenza c’è tra coloro che furono vittime dell’Olocausto e coloro che furono martiri?

[Cartina/Immagini a pagina 10]

(Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)

Alcuni campi di concentramento e di sterminio nazisti d’Europa. C’erano inoltre 165 campi di lavori forzati

OCEANO ATLANTICO

LETTONIA

Riga

LITUANIA

Kaunas

PRUSSIA OR.

POLONIA

Stutthof

Treblinka

Chelmno

Sobibor

Lublin

Skarżysko-Kamienna

Majdanek

Plaszow

Belzec

Auschwitz

GERMANIA

Papenburg

Neuengamme

Belsen

Ravensbrück

Sachsenhausen

Oranienburg

Lichtenberg

Dora-Nordhausen

Torgau

Buchenwald

Gross-Rosen

Ohrdruf

Flossenbürg

Dachau

Landsberg

OLANDA

Westerbork

Vught

BELGIO

LUSS.

FRANCIA

Natzweiler-Struthof

SVIZZERA

ITALIA

AUSTRIA

Mauthausen

Sachsenburg

CECOSLOVACCHIA

Theresienstadt

[Immagine]

Hitler disse: “La guerra sarà una guerra di annientamento” e autorizzò a uccidere “senza pietà o compassione ogni uomo, donna e bambino di discendenza o lingua polacca”

[Fonte]

Biblioteca del Congresso

[Immagine]

Himmler dichiarò: “I polacchi spariranno completamente dalla faccia della terra”

[Fonte]

UPI/Bettmann Newsphotos

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