In Giappone l’hanno detto coi fiori
Dal corrispondente di Svegliatevi! in Giappone
DAL tempo dell’Esposizione internazionale di Londra del 1851, le esposizioni universali hanno sempre dato risalto al progresso industriale e tecnologico. Tuttavia, all’expo tenuta la scorsa estate a Osaka, in Giappone, è stata la natura ad essere al centro dell’attenzione. Si è invertita la tendenza e si è dato risalto ai fiori e al verde.
Illustrando il tema “Coesistenza fra natura e umanità”, i bei giardini dell’Expo dei fiori — così è stata chiamata — hanno dimostrato che l’umanità ha la possibilità di vivere in armonia con la natura. Nello stesso tempo sono stati anche lanciati avvertimenti circa le crisi ambientali che investono il pianeta.
L’esposizione si estendeva su 140 ettari ed era divisa in quattro settori disposti attorno a uno specchio d’acqua centrale chiamato Mare della Vita. A destra dell’ingresso principale c’era il Settore della Montagna con le sue colline ondulate. A sinistra si apriva il Settore dei Campi. Al di là di esso si diramavano delle strade che conducevano al Settore della Città, dov’erano situati diversi padiglioni. All’estremità più lontana dell’esposizione c’era l’Incrocio Magico, un luna park.
Attraversando senza fretta il Settore dei Campi, il Settore della Montagna e i giardini internazionali potemmo apprezzare appieno l’aspetto floreale dell’Expo. Campi di fiori gialli, viola, lilla e di molti altri colori offrivano ristoro sia agli occhi che allo spirito. Un lieve venticello, profumato da rose rosse, bianche e gialle in fiore, rendeva l’atmosfera ancor più rilassante. La pittoresca Valle dei Fiori aggiungeva un tocco giapponese. Tutto questo indica che gli uomini sono stati fatti per vivere in un ambiente simile a un giardino.
Gironzolando fra i giardini internazionali notammo il Giardino biblico di Israele, con i tipici vecchi olivi e i muri di pietra. Erano esposte citazioni del Cantico dei Cantici e di altri libri della Bibbia che aiutavano a ricreare l’atmosfera di un giardino dei tempi biblici.
Un’altra cosa che faceva venire in mente un racconto biblico era l’originale dimostrazione della separazione delle acque del Mare della Vita. “È possibile pompando 600 tonnellate d’acqua in quattro minuti”, ci spiegò uno degli addetti. Mentre il mare si apriva gradualmente, sei fontane di forma diversa danzavano a suon di musica, accompagnando lo spettacolo. Se l’uomo con le sue tecnologie riesce a fare questo, tanto più il Creatore onnipotente poté dividere il Mar Rosso. — Esodo 14:21-28.
Tecnologie avanzate
Nonostante i visitatori dovessero fare lunghe file per entrare, i numerosi padiglioni erano affollati. In uno di essi c’era un “tappeto volante” da cui si poteva vedere con gli occhi di una farfalla il percorso seguito dalla monarca nella sua migrazione. Seduti sul “tappeto volante”, una lastra trasparente di vetro temprato, vedemmo belle scene passare sotto di noi. Ci pareva di essere in volo insieme alla monarca. Quando un alligatore tentò di afferrare la farfalla, anche noi provammo il terrore che si prova quando si scampa per un pelo a un pericolo.
In un altro padiglione ci fu dato uno speciale paio di occhiali per vedere un film a tre dimensioni intitolato The Last Buffalo. Ci venne quasi voglia di stendere una mano e toccare un grizzly che acchiappava un salmone, un puma che saltava in direzione di una roccia e un paio di bisonti americani che cercavano di proteggere il loro piccolo dai nemici!
Fiori rari
Anche i padiglioni sistemati a giardino con vegetazione di ogni genere attiravano molti visitatori. Fra le attrazioni c’era la Rafflesia, il fiore più grande del mondo, che vive in Indonesia. Con un diametro di 1 metro e un peso di circa 7 chili, questa pianta parassita fiorisce senza radici o foglie. Dopo essere vissuta sulla pianta ospite per circa due anni e mezzo, produce uno strano fiore che dura solo quattro giorni.
Nella Grande Serra, una serra veramente enorme, erano esposte 15.000 piante di 2.600 specie originarie di paesi che andavano dai tropici alle regioni polari. Grazie a una rete di condutture, per riscaldare o raffreddare il suolo, e a uno speciale sistema di ventilazione, si potevano mantenere all’interno della serra otto diverse zone climatiche. Con questa tecnologia si possono far fiorire sia piante tropicali e cactus del deserto che piante alpine come i rari e delicati papaveri azzurri dell’Himalaya.
Avvertimenti circa le crisi ecologiche
Da un’estremità all’altra dell’esposizione, come a rovinare deliberatamente l’atmosfera di pace e di bellezza, c’erano avvertimenti circa le crisi ecologiche che oggi si presentano all’umanità. Per esempio, messaggi e figure con titoli come “Distruzione dello strato di ozono”, “Riscaldamento del pianeta”, “Pioggia acida/Nebbia acida”, “Scomparsa delle foreste tropicali” e “La terra somiglia sempre più a un deserto” erano ben in vista nei padiglioni e nei giardini del Giardino governativo giapponese.
Ma qual è la causa di questo disastro? “Gli esseri umani si distruggono con le proprie mani”: così diceva una scritta all’uscita della Grande Serra, indicando i colpevoli. “Gli uomini hanno sacrificato molte delle risorse naturali della terra per il loro profitto. . . . Per cui ora dobbiamo affrontare le conseguenze delle nostre azioni”.
Anche nelle crisi ecologiche che vengono attribuite alla natura c’è lo zampino dell’uomo. Nel Giardino della Pace dell’ONU c’era una targa da cui risultava che la desertificazione minaccia un terzo del suolo del pianeta e interessa quasi cento paesi. “La desertificazione può essere accelerata dalla siccità, ma di rado questa ne è la causa”, spiegava. “Le cause principali possono farsi risalire all’uomo e possono essere controllate e superate con l’intervento dell’uomo”.
Un giardino esteso a tutta la terra: Come sarà possibile?
Il luogo su cui sono sorti i giardini e le aiuole dell’Expo dei fiori era un tempo una discarica di Osaka. Questo comprova che l’uomo ha la capacità di trasformare una distesa desolata in un paradiso. Tuttavia molte grandi società, anche se hanno allestito queste belle mostre, sono “criticate per i danni che provocano all’ambiente in altre parti del Giappone e nel resto del mondo”, diceva Japan Quarterly. L’uomo, infatti, anziché usare le sue doti e le sue capacità per trasformare la terra in un paradiso, con la sua avidità e il suo egoismo sta distruggendo l’equilibrio ecologico della terra.
C’è qualche speranza che la terra rovinata venga trasformata in un paradiso? La Bibbia dà una speranza con queste parole: “Il deserto e la regione arida esulteranno, e la pianura desertica gioirà e fiorirà come lo zafferano”. Ma come avverrà questo? Isaia risponde: “Là saranno quelli che vedranno la gloria di Geova, lo splendore del nostro Dio”. (Isaia 35:1, 2) Sì, sotto il dominio del Regno di Dio retto da Cristo, gli sforzi umani per conciliare il progresso dell’uomo con la natura saranno coronati dal successo. L’intera terra sarà trasformata in un paradiso, per l’eterna benedizione dell’uomo e alla gloria e alla lode di Dio.