Tornano a scuola: Perché?
ROBERT ha dovuto penare per tre lunghi anni prima di trovare lavoro. Alla fine, a 21 anni, è stato assunto come consulente in una colonia estiva. Adesso è un po’ più tranquillo, ma la snervante ricerca di un lavoro l’aveva sfibrato. “I genitori non se ne rendono conto”, dice. “Oggi come oggi [trovare lavoro] è molto più difficile”.
Come Robert, ogni anno moltissimi giovani si affacciano al mondo del lavoro non appena terminati gli studi. Hanno speranze. Hanno progetti. Ma un numero sempre maggiore di loro scopre di non riuscire a trovare il tipo di lavoro che si aspettava.
Molti, pertanto, proseguono gli studi.a “Se gli anni ’70 hanno dato un segnale negativo per quanto riguarda i vantaggi dell’istruzione”, dice la rivista Fortune, “negli anni ’80 la musica è stata ben diversa: consegui una laurea o te ne pentirai”.
Da cosa nasce il problema?
Perché spesso è necessaria un’istruzione supplementare? Prima di tutto, oggi molti lavori richiedono maggiori capacità. “Il cassiere della banca che si limitava ad incassare i depositi oggi è stato rimpiazzato da una macchina automatica”, dice un portavoce del Dipartimento americano del Lavoro. “Oggi [il cassiere] mi deve consigliare su tre tipi di deposito sul mercato monetario e deve spiegarmi perché mi conviene sceglierne uno anziché un altro”. William D. Ford, presidente della Commissione Istruzione e Lavoro della Camera dei Rappresentanti, afferma: “I lavori semplici non esistono più”.
Secondariamente, alcuni ritengono che le scuole non provvedano agli studenti un’istruzione adeguata. Dicono che si dà così tanta importanza a problemi come droga, AIDS e controllo delle nascite che non si insegna più a leggere, scrivere e fare di conto. Robert Appleton, che insegna da 27 anni, si lamenta che il sistema scolastico sembra essere diventato un “servizio di assistenza sociale” a cui è chiesto di “affrontare problemi che un tempo non erano considerati parte della scuola”.
Visto che alcune scuole non insegnano le cose che servono nel mondo del lavoro, molti che escono dalla scuola dell’obbligo non sono poi in grado di guadagnarsi da vivere. “Non è stato insegnato loro a lavorare”, dice Joseph W. Schroeder, che dirige un ufficio di collocamento in Florida. “Quando hanno a che fare con i giovani, i datori di lavoro si lamentano sempre che questi non sanno leggere e scrivere molto bene. Non sono capaci di compilare una domanda di assunzione”.
Un terzo motivo per cui può essere necessaria un’istruzione supplementare è che in molti paesi il mercato del lavoro è inondato da un surplus di laureati. “Ci sono più laureati che posti di lavoro in cui sono richieste le loro qualifiche”, dice il New York Times. “Data questa sovrabbondanza [di laureati]”, aggiunge l’articolo, “i datori di lavoro ci pensano due volte prima di rischiare assumendo chi ha fatto solo le scuole dell’obbligo”.
Per poter avere un tipo di lavoro che permetta loro di mantenersi in maniera adeguata, molti tornano a scuola. Negli Stati Uniti il 59 per cento degli studenti continua a studiare dopo la scuola dell’obbligo. Questo rappresenta un significativo aumento rispetto alla cifra del 50 per cento che era rimasta invariata per decenni.
Anche in altri paesi si notano tendenze analoghe. In Gran Bretagna, ad esempio, dagli anni ’60 in poi la percentuale degli studenti che proseguono gli studi dopo la scuola dell’obbligo è aumentata in maniera significativa. In un anno recente l’Australia ha visto l’85 per cento dei diplomati iscriversi a qualche università o college. Circa il 95 per cento degli studenti giapponesi sostiene degli esami per ricevere altri tre anni di istruzione che li preparano per un lavoro o per l’università.
Ma non sempre con un’istruzione supplementare si ottengono i benefìci desiderati. Quali sono i pro e i contro?
[Nota in calce]
a I nomi dei vari istituti scolastici cambiano da paese a paese. In questi articoli indicheremo semplicemente con “scuola dell’obbligo” tutta la serie di studi richiesti dalla legge (12 anni, negli Stati Uniti), e con istruzione supplementare quella non richiesta dalla legge ma perseguita volontariamente.