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  • L’inchiesta sul “sangue contaminato” in Canada

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  • L’inchiesta sul “sangue contaminato” in Canada
  • Svegliatevi! 1995
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  • Un piacevole contrasto
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Altro
Svegliatevi! 1995
g95 8/6 pp. 20-22

L’inchiesta sul “sangue contaminato” in Canada

Dal corrispondente di Svegliatevi! in Canada

IN CANADA sempre più persone trasfuse con sangue infetto stanno morendo di AIDS. A cosa è dovuto questo aumento? Più di mille canadesi hanno contratto il virus dell’AIDS negli anni ’80 a causa di sangue e prodotti ematici contaminati. Questi gravi fatti hanno indotto il governo federale a istituire una commissione d’inchiesta per far luce sul modo in cui viene gestito il sangue in Canada. Un’inchiesta pubblica avrebbe appurato fino a che punto è sicura la gestione del sangue in Canada.

Un alto magistrato tra i più rispettati del paese è stato nominato commissario d’inchiesta. La commissione sta tenendo udienze in tutto il Canada. Queste sono iniziate il 14 febbraio 1994 a Toronto e il giudice Horace Krever, della Corte d’Appello dell’Ontario, è stato incaricato di riferire a tempo debito i risultati raggiunti e di raccomandare miglioramenti.

Una donna il cui figlio è morto di AIDS a causa del sangue contaminato si è appellata al giudice dicendo: “Hanno ucciso mio figlio e tutto quello che ho ricevuto è stata questa inchiesta. La prego di farla valere”. Desiderava ardentemente che si andasse a fondo nelle investigazioni così da fare i passi necessari per eliminare i pericoli connessi con le emotrasfusioni. Non era l’unica ad aver perso un figlio a causa del sangue contaminato. La commissione ha udito testimonianze strazianti su questa tragedia che ha sconvolto la vita di molti canadesi.

Sul Globe and Mail di Toronto sono comparsi articoli intitolati: “Rabbia e lacrime mentre le vittime narrano l’orrore del sangue”, “L’inchiesta sul sangue ascolta una testimonianza agghiacciante”, “Documentata l’ignoranza dei medici” e “L’inchiesta sul sangue rivela che i funzionari consideravano minimo il rischio di AIDS”.

Le vittime che hanno contratto l’HIV dal sangue hanno detto di non essere state avvertite dei rischi. Diverse di loro non sapevano di essere state trasfuse fino a quando non scoprirono di essere contagiate dal virus dell’AIDS.

Un adolescente malato di AIDS contrasse il virus attraverso una trasfusione di sangue ricevuta all’età di tre anni durante un intervento a cuore aperto. Un sieropositivo con una lieve emofilia usò emoderivati prima del 1984 in un periodo in cui giocava a hockey. Se avesse conosciuto i rischi si sarebbe comportato diversamente. Una madre fu trasfusa con sangue contaminato dall’HIV nel 1985 e ora lei, il marito e la loro bambina di quattro anni sono tutti contagiati.

Ci sono stati racconti strazianti di persone contagiate dalla trasfusione di solo una o due unità di sangue. “Solo per dargli un po’ di colorito alle guance”, ha detto con amarezza una donna a proposito della trasfusione che ha trasmesso a suo marito il virus dell’AIDS. Ora anche lei è contagiata.

Con l’aumentare del numero delle testimonianze, si è rivolta l’attenzione a un’altra tragedia di enormi proporzioni: l’epatite da trasfusione. Secondo il Globe and Mail, si calcola che “ben 1.000 canadesi muoiono ogni anno di epatite C”. Il quotidiano aggiunge che “fino alla metà di loro potrebbe aver contratto la malattia dalle trasfusioni di sangue”.

Un uomo ha narrato di aver contratto l’epatite C da una trasfusione ricevuta durante un intervento alla schiena nel 1961. Dopo l’intervento divenne un regolare donatore di sangue. Nel 1993 scoprì di avere la cirrosi epatica. “Che dire della gente che ha ricevuto il sangue che ho donato per tutti questi anni in cui non sapevo di avere questa malattia?”, ha chiesto alla commissione d’inchiesta.

Il giudice Krever ha ascoltato attentamente più di cento canadesi la cui vita è stata distrutta dall’HIV e ha sentito altre tragedie provocate dal sangue contaminato. Specialisti in campo medico hanno testimoniato che è impossibile rendere le scorte di sangue completamente sicure per quanto riguarda la trasmissione di malattie e altri pericoli. Hanno ammesso che il sangue comporta gravi rischi e che se ne fa abuso. Il dott. J. Brian McSheffrey, direttore medico di un centro trasfusionale regionale, ha dichiarato di portare all’attenzione il problema nelle sue conferenze dicendo: “Se dovete somministrare una trasfusione, o avete sbagliato diagnosi o avete sbagliato terapia”.

Quegli enti che la commissione governativa ha definito “i principali azionisti” del sistema di raccolta e distribuzione del sangue in Canada, che rappresenta un giro di 250 milioni di dollari canadesi l’anno, sono stati accusati di fare politica e di rivalità. La Croce Rossa e enti governativi sono stati oggetto di aspre critiche. Sembra che nessuno sia responsabile del complesso sistema di gestione del sangue.

Un piacevole contrasto

In contrasto con le testimonianze scoraggianti, il 25 maggio 1994 a Regina, nel Saskatchewan, fu presentata al giudice Krever una deposizione più felice. William J. Hall, un uomo di 75 anni gravemente emofilico, ha raccontato come affronta la sua malattia usando alternative ai prodotti ematici. E non ha l’AIDS. Essendo testimone di Geova, il signor Hall ha evitato il sangue e i fattori della coagulazione a motivo della sua coscienza religiosa. — Vedi il riquadro a pagina 22.

Ma non è finita. Il governo ha prorogato l’inchiesta sino alla fine del 1995. La commissione potrebbe avere il tempo di esaminare metodiche efficaci, che non prevedono l’uso del sangue, usate in migliaia di casi su adulti e minori testimoni di Geova. Queste metodiche si possono usare anche su altri pazienti.

I medici che usano queste alternative potrebbero testimoniare davanti alla commissione in qualità di esperti. Il dott. Mark Boyd, della McGill University, ha detto al Medical Post nel 1993: “In effetti in un certo senso dovremmo essere grati ai testimoni di Geova perché ci hanno mostrato fin dove possiamo arrivare senza trasfondere sangue”. Una commissione presidenziale statunitense ha osservato nel 1988: “La misura preventiva più sicura per quanto riguarda le scorte di sangue è non far venire il paziente in contatto con sangue altrui, ogni qualvolta è possibile”. Ubbidendo alla legge di Dio di “astenersi . . . dal sangue”, i testimoni di Geova sono stati benedetti in quanto hanno adottato “la misura preventiva più sicura” per proteggersi dal sangue contaminato e dagli altri pericoli delle emotrasfusioni. — Atti 15:20, 29.

C’è bisogno di informazione

Purtroppo, la maggior parte delle vittime delle trasfusioni di sangue contaminato non furono informate delle alternative che avrebbero potuto adottare per evitare la loro tragedia. Ai pazienti non fu data la possibilità di dare il loro consenso informato, scegliendo se accettare i rischi del sangue o usare alternative più sicure.

Le prove presentate alla commissione rivelano la necessità di informare i medici e il pubblico sulle alternative alle trasfusioni di sangue. Questa inchiesta governativa così ad alto livello potrebbe avere vasta eco in Canada. Le raccomandazioni del giudice Krever potrebbero preparare il terreno perché si verifichino cambiamenti necessari nella medicina canadese per quanto riguarda le pratiche trasfusionali. Le conclusioni della commissione d’inchiesta interesseranno tutti coloro che desiderano evitare i pericoli che accompagnano le trasfusioni di sangue.

[Riquadro a pagina 22]

CONVIVERE CON L’EMOFILIA SENZA SANGUE

William J. Hall di Nipawin, nel Saskatchewan, ha spiegato alla commissione come e perché affronta la sua grave emofilia senza emoderivati. Ecco alcuni brani del verbale della sua deposizione:

◻ “I miei genitori si accorsero che ero emofilico una volta che mi gonfiai dalle dita del piede fino all’anca, e i medici dissero che si trattava di emofilia. . . . Avrò avuto un anno”.

◻ “Non ho mai preso sangue né emoderivati di nessun genere. . . . Prendere sangue va contro le mie convinzioni religiose in quanto considero il sangue sacro”.

◻ A proposito del fratello, anch’egli emofilico: “Non aveva la mia stessa fede [religione], così ha ricevuto una trasfusione ed è morto di epatite”.

◻ A proposito di un’ulcera duodenale nel 1962: “Il medico disse che se non accettavo il sangue sarei morto. . . . Fui curato bene [senza sangue] nell’ospedale”. L’emorragia fu fermata.

◻ A proposito di un intervento chirurgico subìto nel 1971 per fissare con un chiodo un’anca fratturata: “Fu solo un intervento fatto con attenzione senza sangue. . . . L’intervento andò bene”. Ripetuti esami effettuati a quell’epoca non riscontrarono nessuna traccia del fattore VIII (della coagulazione del sangue) nel suo sangue.

◻ Cosa lo aiuta: “Lo stile di vita, . . . certe precauzioni”. Egli menziona alimentazione, riposo, esercizio fisico e l’attenta cura di gonfiori, ferite e sanguinamenti.

◻ “Credo che sia importante rilassarsi e meditare sulle cose buone che il nostro Dio ci ha provveduto e dimenticare le nostre preoccupazioni. Sembra che questo aiuti molto”.

William Hall ha 76 anni ed è testimone di Geova.

[Immagine a pagina 20]

Il giudice Horace Krever, capo della commissione

[Fonte]

CANPRESS PHOTO SERVICE (RYAN REMIROZ)

[Immagine a pagina 21]

William e Margaret Hall hanno percorso in macchina 370 chilometri per comparire davanti alla commissione d’inchiesta

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