AIDS in Africa: Fino a che punto ne è responsabile la cristianità?
Dal corrispondente di Svegliatevi! in Africa
In questo articolo il termine “cristianità” si riferisce al sedicente cristianesimo, in contrasto con il cristianesimo della Bibbia.
Cristianità
“Le parti del mondo dove la maggioranza degli abitanti professano la fede cristiana”. — Webster’s New World Dictionary.
AIDS
“‘Sindrome da immunodeficienza acquisita’ . . . Malattia infettiva virale altamente letale che colpisce il sistema immunitario, determinando immunodepressione ed esponendo a gravi infezioni”. — Vocabolario della lingua italiana di Nicola Zingarelli, 12ª ed., 1996.
L’AIDS è un’epidemia di portata mondiale. Si calcola che 17 milioni di persone siano già state contagiate dall’HIV, il virus che causa l’AIDS. E il contagio si sta diffondendo rapidamente.
Mentre si è prestata molta attenzione ai risvolti medici, politici e psicologici di questa epidemia, si è detto poco di quelli religiosi. Ad alcuni lettori il pensiero che la religione abbia contribuito alla diffusione dell’AIDS può sembrare assurdo. Ma non lo è se si considera la situazione che si è creata nel continente africano.
L’AIDS ha colpito in modo particolarmente duro l’Africa.a Alcuni dicono che il 67 per cento dei casi di AIDS del mondo è in Africa. Nel Ciad il numero dei casi denunciati negli scorsi cinque anni si è centuplicato. Tuttavia si pensa che sia stato denunciato solo un terzo di tutti i casi. Secondo un rapporto della Banca Mondiale, in molti centri urbani dell’Africa l’AIDS è ora la più comune causa di morte tra gli adulti.
La religione ha una parte di responsabilità?
Certo il cristianesimo — la religione insegnata da Gesù Cristo — non può essere ritenuto responsabile di questa catastrofe. Tuttavia, come è indicato sotto, con la parola “cristianità” si intendono quei paesi i cui abitanti asseriscono di essere cristiani. Ed è chiaro che la cristianità è implicata. Non che le chiese abbiano creato o diffuso direttamente il virus dell’AIDS. Ma l’AIDS si è diffusa in Africa primariamente a causa dell’attività eterosessuale promiscua.b Si può dire pertanto che quello dell’AIDS è un problema morale e, come tale, fa sorgere alcuni inquietanti interrogativi di carattere religioso. Dopo tutto il “cristianesimo” africano proviene direttamente dai paesi occidentali. I capi religiosi si impegnarono a convertire gli africani alla loro particolare religione, asserendo che offriva un modo di vivere superiore ai tradizionali costumi degli africani. L’influenza della cristianità ha veramente migliorato la moralità dei suoi nuovi aderenti? Il problema dell’AIDS illustra chiaramente che è avvenuto esattamente l’opposto.
Prendete, ad esempio, il Ciad. Delle quattro città principali di questo paese, tre hanno una numerosa popolazione “cristiana”. L’altra è prevalentemente musulmana. Tuttavia è nelle tre città “cristiane” che ora imperversa il virus! La stessa situazione si ripete in tutto il continente. Nell’Africa centrale e meridionale, che si definiscono cristiane, la percentuale di persone infette è molto più elevata che nel Nordafrica, dove la maggioranza degli abitanti sono musulmani.
In che modo l’Africa divenne “cristiana”
Perché questo virus si è diffuso così rapidamente fra persone che asseriscono di essere seguaci di Cristo? In realtà, anche se molti africani si dicono cristiani, sono relativamente pochi quelli che si attengono veramente alle norme morali del cristianesimo esposte nella Bibbia. Pare che questa sia una diretta conseguenza del modo in cui i missionari della cristianità hanno compiuto la “conversione” degli africani.
Nel XVIII e nel XIX secolo le dottrine tradizionali della cristianità furono prese di mira. Venne di moda la critica letteraria, e agli occhi di molti la Bibbia fu ridotta a una semplice opera della letteratura antica. Anche la teoria dell’evoluzione cominciò a raccogliere consensi, perfino tra il clero. Furono piantati i semi del dubbio. La fede nelle Sacre Scritture venne contestata. Non c’è da sorprendersi se in questa atmosfera gli sforzi della cristianità di “convertire” gli africani assunsero un tono decisamente secolare. I missionari delle chiese predicarono il vangelo sociale, dando molta più enfasi alle opere umanitarie che all’aiutare i convertiti a conformarsi alle norme morali della Bibbia. I missionari, forse senza rendersene conto, in effetti contribuirono a minare l’assetto morale esistente.
Per esempio in molte civiltà africane l’usanza della poligamia era seguita da molto tempo. Ma la promiscuità sessuale era rara, dato che la maggioranza delle tribù aveva leggi severe riguardo all’adulterio. Joseph Darnas, un insegnante in pensione molto conosciuto nel Ciad, ha detto a Svegliatevi! che prima che arrivassero i missionari delle chiese “si pensava che l’adulterio portasse sfortuna”. Come risultato, “i colpevoli erano puniti severamente — spesso con la morte — per avere messo in pericolo la comunità”. Superstizione? Sì, ma queste credenze riducevano la promiscuità sessuale.
Poi arrivarono i missionari della cristianità. Nelle loro prediche si scagliarono contro la poligamia ma fecero ben poco perché le norme morali della Bibbia venissero rispettate. Benché la Bibbia dica che i fornicatori e gli adulteri impenitenti devono essere espulsi dalla congregazione cristiana, le chiese della cristianità di rado prendono misure disciplinari contro i trasgressori. (1 Corinti 5:11-13) Ancor oggi molti importanti uomini politici africani sono tristemente famosi per le loro relazioni immorali, eppure continuano ad essere membri rispettati della chiesa. La fedeltà coniugale è rara in Africa fra coloro che sono cristiani solo di nome.
C’è poi da considerare il cattivo esempio dato dagli ecclesiastici stessi. In questa cultura in cui la famiglia ha un posto centrale è normale sposarsi e avere diversi figli. Forse è per questo che un numero sorprendente di sacerdoti cattolici si sentono giustificati a ignorare il voto di castità e quello del celibato. Il New York Times del 3 maggio 1980 riferiva: “In molte parti della boscaglia, . . . sacerdoti e vescovi sono poligami”.
Naturalmente questi matrimoni non vengono ufficializzati e le “mogli”, in realtà, sono semplici concubine. Non si può passar sopra a un simile comportamento errato considerandolo privo di importanza. Secondo il Times, “un eminente ecclesiastico cattolico” ammette che “il sacerdote africano è il simbolo dell’autorità, una figura di potere piuttosto che il servitore di Gesù Cristo”. Il messaggio di questi “simboli dell’autorità” sembra essere: “Fa quello che dico ma non quello che faccio”.
L’invasione di spettacoli di tipo occidentale
Non è da trascurare nemmeno l’enorme quantità di spettacoli erotici che hanno invaso l’Africa negli ultimi anni. Nel Ciad, senza nessun controllo, si organizzano ovunque proiezioni in pubblico di videocassette di questo tipo: nelle case private, nei garage e, il più delle volte, dietro casa quando è buio. Queste proiezioni costano poco, a volte appena 25 franchi (circa 80 lire). Vi assistono bambini piccoli. Da dove proviene questo materiale? In buona parte dagli Stati Uniti, un paese che si dichiara prevalentemente cristiano!
Ma questa invasione di cultura occidentale ha avuto qualche ripercussione sugli spettatori? Un missionario dei testimoni di Geova con 14 anni di esperienza nell’Africa centrale dice: “La gente del posto spesso ha pochissimi contatti con il mondo occidentale salvo ciò che vede nelle videocassette. Vuole essere come gli occidentali che vede in questi film. Non ho scoperto nessuno studio documentato che lo comprovasse, ma alla maggioranza delle persone di qui sembra ovvio che tali divertimenti incoraggino l’immoralità sessuale”.
È il colmo dell’ironia che, mentre gli addetti alla sanità cercano disperatamente di arginare una malattia letale trasmessa per via sessuale, le nazioni cosiddette cristiane diano il via a una propaganda che incoraggia comportamenti immorali e ad alto rischio! Mentre le chiese hanno fatto poco per arginare questa ondata di propaganda sia all’interno che all’estero, alcuni governi africani, come quello del Ciad e quello del Camerun, hanno cercato di vietare o almeno limitare l’ingresso di materiale pornografico nei loro paesi. Ma spesso i loro sforzi sono risultati infruttuosi.
Il risultato finale di tutto questo è stato un declino morale di grandi proporzioni fra i “cristiani” africani. Anche le condizioni economiche sfavorevoli hanno avuto conseguenze insidiose. Dato che i posti di lavoro scarseggiano, spesso gli uomini sono costretti a lasciare la famiglia per diversi mesi per trovare un’occupazione. Questi uomini sono ovvi bersagli delle prostitute locali. Le prostitute, però, in genere sono esse stesse vittime della povertà. Un altro fattore è che i genitori chiedono un prezzo della sposa esorbitante. Molti uomini non si sposano perché non riescono a raccogliere il denaro necessario per pagare il prezzo della sposa. Perciò alcuni finiscono per avere una vita fatta di relazioni casuali. In un clima morale ed economico come questo l’AIDS si è diffusa con rapidità.
La soluzione del problema
Ovviamente la colpa del problema dell’AIDS in Africa non è tutta della cristianità. Ma è penosamente chiaro che essa ha una buona parte di responsabilità. Questo fatto ha serie implicazioni per coloro che vogliono essere tra quelli che Gesù definì “veri adoratori”. — Giovanni 4:23.
A prescindere dallo stabilire di chi è la colpa, cosa si può fare per fermare l’epidemia di AIDS? I governi africani hanno promosso campagne per la prevenzione dell’AIDS, incoraggiando l’uso dei profilattici. Ma il dott. Samuel Brew-Graves, rappresentante dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per la Nigeria, ha fatto questa schietta ammissione: “L’individuo deve adottare uno stile di vita sano . . . mentre la famiglia deve . . . evitare la promiscuità sessuale”.
Molto tempo prima che l’AIDS divenisse una parola d’uso quotidiano la Bibbia condannava la promiscuità sessuale e incoraggiava la castità, la padronanza di sé e la fedeltà coniugale. (Proverbi 5:18-20; 1 Corinti 6:18) Centinaia di migliaia di testimoni di Geova in Africa possono dimostrare di persona che seguendo questi princìpi si è protetti in misura notevole dall’AIDS e da altre malattie trasmesse per via sessuale. Il fatto che essi si attengono alle norme bibliche costituisce un vero atto d’accusa contro la cristianità. Questi veri cristiani hanno anche riposto la loro speranza in un futuro nuovo mondo in cui “dimorerà la giustizia”. (2 Pietro 3:13) Per gli uomini di fede questa è la soluzione definitiva del problema dell’AIDS.
[Note in calce]
a Per ulteriori informazioni vedi la serie di articoli sul tema “AIDS in Africa: Come andrà a finire?” nel nostro numero dell’8 agosto 1992.
b La malattia si può diffondere anche attraverso le trasfusioni di sangue e lo scambio delle siringhe fra tossicodipendenti. Alcuni cristiani innocenti hanno contratto la malattia dal coniuge che aveva commesso immoralità sessuale o che si drogava.
[Testo in evidenza a pagina 20]
“In molte parti della boscaglia, . . . sacerdoti e vescovi sono poligami”. — The New York Times
[Immagine a pagina 20]
Il cattivo esempio del clero della cristianità ha favorito l’estesa promiscuità sessuale in Africa
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I giovani sono esposti a spettacoli immorali esportati da nazioni “cristiane”