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Svegliatevi! 1996
g96 22/8 pp. 15-17

Acqua per Londra: una nuova dimensione

Dal corrispondente di Svegliatevi! in Gran Bretagna

LONDRA, la capitale dell’Inghilterra, attualmente ha uno dei sistemi di approvvigionamento idrico più avanzati del mondo. È stato completato due anni prima del previsto con una spesa pari a quasi 600 miliardi di lire. L’esperienza acquisita nella sua costruzione viene già esportata in altri paesi.

Perché era necessaria un’opera così costosa, e quale è stato il risultato?

Il nuovo per il vecchio

Il tratto più vecchio della conduttura principale di Londra fu costruito nel 1838. Quarant’anni dopo nelle zone più povere della città l’acqua veniva ancora presa con i secchi alle fontanelle pubbliche lungo le strade. “L’apertura del rubinetto, la mattina presto, effettuata da un uomo che aveva la chiave, era un avvenimento importante, . . . perché una volta che l’uomo con la chiave se n’era andato non si poteva attingere una goccia d’acqua fino alla mattina dopo”, riferisce una scrittrice.

Gli ingegneri vittoriani fecero un ottimo lavoro quando estesero il rifornimento idrico alle singole abitazioni, mettendo in opera tubazioni di ferro e costruendo condutture a diverse profondità sotto il piano stradale. Da allora, però, il volume, il peso e le vibrazioni crescenti del traffico automobilistico, insieme alla maggiore pressione di pompaggio necessaria per assicurare un adeguato flusso di acqua su lunghe distanze — fino a 30 chilometri in alcuni casi — hanno causato danni alle condutture. È ovvio che, quando vengono chiuse strade per riparare le condutture, il traffico impazzisce. Si calcola che in Inghilterra il 25 per cento di tutta l’acqua attinta dai bacini idrici vada perso per guasti alla rete di distribuzione.

Inoltre il fabbisogno di acqua a Londra è aumentato negli ultimi 150 anni da 330 milioni di litri a oltre 2 miliardi di litri al giorno. Lavatrici, lavastoviglie, autolavaggi e annaffiatura di giardini durante le estati asciutte hanno tutti contribuito a far aumentare la richiesta. Era urgente migliorare il rifornimento idrico della metropoli. Ma cosa si poteva fare?

Un progetto grandioso

Era impossibile sostituire le vecchie tubazioni con tubazioni più forti sotto lo stesso sistema viario. I costi erano proibitivi e il disagio per i londinesi inaccettabile. Perciò dieci anni fa fu concepito il progetto del Thames Water Ring Main (Acquedotto anulare del Tamigi), che avrebbe aumentato enormemente l’approvvigionamento idrico di Londra. L’opera consiste di un condotto (tunnel) lungo 80 chilometri, del diametro di due metri e mezzo, posto a una profondità media di 40 metri sotto la città e in grado di trasportare più di un miliardo di litri d’acqua al giorno. Una simile conduttura anulare avrebbe consentito di controllare il flusso in entrambe le direzioni, permettendo di isolare in qualunque momento qualsiasi sezione per provvedere alla manutenzione. Per forza di gravità l’acqua sarebbe scesa nel tunnel dagli impianti di depurazione per poi essere pompata direttamente nelle condutture locali o nei serbatoi già esistenti.

Perché il tunnel, il più lungo della Gran Bretagna, doveva essere così profondo? Perché il sottosuolo di Londra è pieno di gallerie che ospitano 12 reti ferroviarie nonché la solita quantità di impianti di servizio pubblico, e ovviamente il tunnel doveva evitarle tutte. Quando gli ingegneri inaspettatamente si imbatterono nei plinti di un edificio, di cui non si erano accorti nel rilevamento iniziale, i lavori dovettero essere sospesi per dieci mesi.

La costruzione era stata programmata per stadi. Non si prevedevano grossi problemi in quanto a scavare nell’argilla londinese, ma il traforo dovette essere sospeso per oltre un anno nello stadio iniziale, a sud del Tamigi a Tooting Bec. Là le “talpe” (o tunneler) trovarono uno strato di sabbia contenente acqua ad alta pressione, che finì per sommergere l’apparecchiatura di scavo. Per ovviare a questo problema, gli imprenditori decisero di congelare il terreno immettendo nei fori di trivellazione una soluzione salina a 28°C sotto zero. Scavando un altro pozzo lì vicino, riuscirono a penetrare attraverso il blocco di ghiaccio per ricuperare la macchina sepolta e continuare la trivellazione.

In seguito a questa esperienza gli ingegneri videro la necessità di escogitare un nuovo sistema per rivestire il tunnel di cemento. Divenne pure evidente che per affrontare un terreno così instabile ci voleva un tipo diverso di macchina per lo scavo. Il problema fu risolto con una “talpa” speciale fabbricata in Canada capace di “inghiottire” la terra. Ne furono acquistate tre e in tal modo la velocità dello scavo raddoppiò, raggiungendo un chilometro e mezzo al mese.

Costruzione assistita dal computer

Per stabilire dove scavare i pozzi venivano fatti rilevamenti tradizionali dai tetti con il teodolite, e i risultati venivano poi verificati elettronicamente. Questo metodo era adeguato all’inizio, ma una volta cominciato lo scavo della galleria, come si poteva assicurare l’allineamento esatto sottoterra?

A questo punto subentrò la tecnologia moderna mediante il GPS (Sistema di Posizionamento Globale). Questo sistema di rilevamento consiste di un ricevitore sintonizzato con i satelliti del GPS in orbita intorno alla terra. L’apparecchio poteva confrontare segnali provenienti da diversi satelliti in orbita. Una volta che queste misurazioni erano state elaborate da un computer, la posizione di tutti i 21 pozzi e i 580 fori di trivellazione veniva individuata con esattezza sulle mappe catastali. Grazie a questi dati le “talpe” venivano guidate con precisione.

Controllo computerizzato

Non è compito facile soddisfare le necessità di sei milioni di utenti. La richiesta può fluttuare non solo secondo le stagioni, ma giorno per giorno. Questo richiede un monitoraggio continuo per assicurare che la corretta pressione e qualità dell’acqua siano mantenute in ogni momento. Come è possibile questo coordinamento essenziale? Mediante un sistema di controllo computerizzato costato circa otto miliardi di lire.

La pompa di ogni pozzo è controllata dal proprio computer, e i costi vengono mantenuti al minimo usando la corrente elettrica negli orari di basso consumo, in cui costa meno. I computer del centro di controllo di Hampton, nella zona occidentale di Londra, regolano l’intera rete. I computer ottengono i dati da cavi a fibra ottica fissati a condotti nelle pareti del tunnel e li ritrasmettono mediante un sistema televisivo a circuito chiuso.

La qualità dell’acqua viene controllata giornalmente, settimanalmente e mensilmente. “Per verificare la qualità dell’acqua sono obbligatori 60 test riguardanti 120 sostanze. Si controlla la presenza di sostanze come nitrati, oligoelementi, pesticidi e altri solventi chimici”, spiega il Times. Queste misurazioni ora vengono fatte automaticamente e trasmesse al centro di controllo per essere interpretate e perché si possa intervenire in caso di necessità. Oltre a ciò, la qualità dell’acqua viene controllata periodicamente da assaggiatori ufficiali.

Pensando al futuro

Questa meraviglia dell’ingegneria moderna provvede già 583 milioni di litri di acqua potabile al giorno a una popolazione sparsa su 1.500 chilometri quadrati della Grande Londra. Quando funzionerà in pieno, soddisferà circa il 50 per cento della richiesta attuale, riducendo la pressione cui sono sottoposte altre fonti di approvvigionamento.

Neanche questo sarà sufficiente. Pertanto, si stanno facendo i piani per estendere l’acquedotto anulare di altri 60 chilometri all’inizio del prossimo secolo. Davvero, una soluzione ingegnosa per un problema difficile!

[Diagramma a pagina 15]

Sezione trasversale del sottosuolo di Londra, che mostra l’acquedotto sotto altri servizi in galleria

S

Nuovo acquedotto e pozzi

Tamigi

Gallerie della metropolitana

N

[Fonte]

Da una fotografia: Thames Water

[Immagine a pagina 16]

Una “talpa” impiegata per il traforo dell’acquedotto

[Fonte]

Fotografia: Thames Water

[Immagine a pagina 17]

I lavori di scavo dell’acquedotto

[Fonte]

Fotografia: Thames Water

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