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  • Male
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  • IN CHE SENSO DIO PROVOCA IL MALE
  • EVITARE IL MALE
  • IL CRISTIANO SOPPORTA IL MALE
  • Male
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Ausiliario per capire la Bibbia
ad pp. 776-777

Male

[ebr. ra‘; gr. kakòs, poneròs].

Tutto ciò che provoca sofferenza, dolore o afflizione. Per rendere in italiano l’idea esatta, il termine ebraico ra‘, che ha significato molto ampio, viene tradotto secondo il contesto coi termini male, scuro, brutto, animosità, maligno, calamità, ingeneroso, invidioso, ecc. (Gen. 2:9; 40:7; 41:3; 50:15, 17; Deut. 28:35; II Sam. 24:16; Prov. 23:6; 28:22) Il termine greco kakòs può essere definito ciò che è (1) male in senso morale e (2) deleterio, ed è stato tradotto, fra l’altro, male, dannoso. (Rom. 7:19; 12:17; Col. 3:5; Tito 1:12; Ebr. 5:14) Poneròs significa (1) cattivo, spregevole (in senso fisico) e male, malvagio (in senso morale) e (2) maligno. — Matt. 7:17; Luca 6:45; Riv. 16:2.

La prima volta che ricorre nelle Scritture il termine ra‘ è usato come l’antitesi del bene. Adamo ebbe l’ordine di non mangiare dell’albero della conoscenza del bene e del male, e fu anche avvertito delle conseguenze che avrebbe avuto la disubbidienza. È dunque chiaro che Dio stabilisce la norma di ciò che è bene e di ciò che è male; non spetta all’uomo stabilirlo indipendentemente da Dio. Adamo trasgredì l’espressa legge di Dio, tuttavia non si può darne la colpa a Geova, “poiché coi mali Dio non può esser provato né egli stesso prova alcuno. Ma ciascuno è provato essendo attirato e adescato dal proprio desiderio”. — Giac. 1:13, 14; Gen. 2:16, 17; 3:17-19.

IN CHE SENSO DIO PROVOCA IL MALE

Giustamente Geova provocò il male o la calamità che si abbatté su Adamo per la sua disubbidienza. Perciò nelle Scritture si parla di Geova come del Creatore del male o della calamità. (Isa. 45:7) Il fatto che Dio ha stabilito la pena per il peccato, cioè la morte, si è dimostrato un male o una calamità per il genere umano. Il male non è dunque sempre sinonimo di trasgressione. Esempi di mali o calamità creati da Geova sono il diluvio dei giorni di Noè e le dieci piaghe abbattutesi sull’Egitto. Non erano però dei soprusi. Anzi in entrambi i casi si trattava di legittimo esercizio della giustizia contro i malfattori. Tuttavia a volte, nella sua misericordia, Geova si è trattenuto dal provocare come intendeva una calamità o un male nell’esecuzione del suo giusto giudizio, tenendo conto del pentimento della parte in causa. (Giona 3:10) Inoltre, avvertendoli in anticipo, Geova ha immeritatamente dato ai malfattori l’opportunità di cambiare condotta e così continuare a vivere. — Ezec. 33:11.

EVITARE IL MALE

Poiché è Geova che stabilisce la norma del bene e del male, ciascuno dev’essere pienamente a conoscenza di tale norma per poter discernere quale condotta seguire. (Ebr. 5:14) L’amore del denaro è uno dei mali o cose dannose da evitare. (I Tim. 6:10) È poco saggio essere ansiosi per le cose materiali, infatti, come disse Gesù, “basta a ciascun giorno il proprio male [kakìa]”, male in quanto difficoltà o afflizione. (Matt. 6:34) I “desideri dannosi” sono fra le cose da eliminare per rivestire la nuova personalità. (Col. 3:5) Come il Diavolo tentò Gesù col male, così i cristiani riscontrano che vengono o si presentano loro pensieri cattivi. Ma per evitare di cadere nel peccato quando ciò avviene, il cristiano deve seguire l’esempio di Gesù e scacciare immediatamente tale male. (Giac. 1:13-15; Matt. 4:1-11; Filip. 4:8) Anche se, come avvenne a Paolo, a motivo dell’imperfezione umana il cristiano si trova in costante conflitto con la carne decaduta, e può fare il male che non vuole fare, non deve cedere alla carne, ma deve continuare a combattere contro di essa. (Rom. 7:21; 8:8) Il pericolo di non riuscire a soddisfare le giuste esigenze di Dio è evidente da ciò che Gesù predisse circa lo schiavo malvagio. La punizione più severa gli viene impartita per non aver assolto l’incarico affidatogli ed essere arrivato al punto di percuotere i suoi compagni. — Matt. 24:48-51.

IL CRISTIANO SOPPORTA IL MALE

Le Scritture non autorizzano il cristiano a ricambiare o provocare il male altrui. Il consiglio della Bibbia è: “Non rendete a nessuno male per male”. “Non vi vendicate... ‘La vendetta è mia; io ricompenserò, dice Geova’”. “Non vi fate vincere dal male, ma vincete il male col bene”. (Rom. 12:17, 19, 21) Inoltre, nel rendere sottomissione relativa alle autorità che governano su di loro, i servitori di Dio non dovrebbero mai trovarsi a praticare il male, poiché tali autorità, per mezzo di governanti che in misura più o meno grande hanno una coscienza data da Dio, agiscono per reprimere il male secondo la legge del paese e nel legittimo esercizio dell’autorità di punire i trasgressori. (Rom. 13:3, 4) Per qualunque abuso della loro autorità dovranno rendere conto al supremo Giudice. Sopportando il male per amore della giustizia il cristiano ha il privilegio di avere una parte nel glorificare il santo nome di Dio. — I Piet. 4:16.

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