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Ausiliario per capire la Bibbia
ad pp. 491-492

Gaza

Antica città inclusa nella prima descrizione dei confini di Canaan. (Gen. 10:19) Oltre a una ventina di riferimenti nelle Scritture, Gaza è menzionata anche in antichi documenti egiziani e in iscrizioni di Ramsete II, Tutmosi III e Seti I. Gaza era la più sudoccidentale delle città assegnate alla tribù di Giuda. (Gios. 15:20, 47; Giud. 6:3, 4) I suoi abitanti si chiamavano gaziti. — Gios. 13:3; Giud. 16:2.

In genere l’antica città viene identificata con la moderna Gaza, circa 80 km a SO di Gerusalemme. Anche se quasi 5 km di ondulate dune sabbiose la separano dal Mediterraneo, Gaza si trova in una regione ben irrigata nota per i suoi oliveti, frutteti e sicomori, viti e grano. L’agricoltura probabilmente contribuiva alla prosperità dell’antica Gaza. Ma la sua importanza derivava più che altro dalla sua posizione sulla strada principale che collegava l’Egitto con la Palestina. Gaza era perciò un passaggio obbligato sia per le carovane che per i convogli militari.

OCCUPATA DAI FILISTEI

Qualche tempo prima dell’esodo di Israele dall’Egitto nel 1513 a.E.V., i caftorim camiti (Gen. 10:6, 14) spodestarono gli avvim “che dimoravano in colonie fino a Gaza”. (Deut. 2:23) Quando gli israeliti giunsero nella Terra Promessa, Gaza era una città filistea, e fra i suoi abitanti c’erano degli anachim. Le operazioni militari di Israele al comando di Giosuè si estesero fino a Gaza, ma la città non venne conquistata; rimase una città filistea e continuarono a risiedervi degli anachim. (Gios. 10:41; 11:22; 13:2, 3) Gaza fu poi conquistata dalla tribù di Giuda a cui era stata attribuita, ma non rimase sotto la dominazione giudea. (Gios. 15:20, 47; Giud. 1:18) All’epoca di Sansone Gaza era di nuovo una città fortificata dei filistei, e c’era una “casa” per l’adorazione di Dagon, sulla cui terrazza potevano trovar posto 3.000 persone, se non di più. Una volta, mentre si trovava a Gaza, Sansone “a mezzanotte si levò e afferrò i battenti della porta della città e i due stipiti laterali e li divelse con la sbarra e se li mise sulle spalle e li portò in cima al monte che è di fronte a Ebron”. In seguito fece crollare la casa summenzionata, morendo insieme ai filistei che vi erano radunati. — Giud. 16:1-3, 21-30.

Gaza rimase una città filistea per tutto il periodo dei giudici (I Sam. 6:17) e durante la dominazione dei re d’Israele. Il re Salomone estese i suoi domini a SO fino a Gaza, ma evidentemente i filistei vi rimasero, anche se sottomessi a lui. — I Re 4:21, 24.

SOTTO LA DOMINAZIONE ASSIRA

Verso la fine del IX secolo a.E.V., per mezzo del profeta Amos, Geova dichiarò che avrebbe mandato un “fuoco” sulle mura di Gaza, come retribuzione per aver consegnato degli esiliati agli edomiti. (Amos 1:6, 7) Anche se non è precisato che gli “esiliati” fossero ebrei, probabilmente si trattava di prigionieri catturati durante le incursioni filistee in Giuda. — Confronta II Cronache 21:16, 17; Gioele 3:4-6.

Non molto tempo dopo, verso la metà dell’VIII secolo a.E.V., Gaza cominciò a provare il “fuoco” della guerra. Secondo annali assiri, Tiglat-Pileser III conquistò Gaza, ma il suo re, Hanno, fuggì in Egitto. Evidentemente Hanno riuscì a far ritorno a Gaza, infatti Sargon II afferma di aver sconfitto sia lui che l’esercito egiziano al comando di Sib’e suo alleato. Sargon II catturò personalmente Hanno e lo deportò.

Da allora in poi sembra che Gaza sia rimasta fedele all’Assiria. Quindi può darsi che Ezechia abbia abbattuto i filistei fino a Gaza in una fase della sua rivolta contro l’Assiria. (II Re 18:1, 7, 8) Dopo quella rivolta, il re Sennacherib sferrò un attacco contro Giuda e, secondo i suoi annali, diede le città giudee conquistate a Mitinti re di Asdod, a Padi re di Ecron (che era stato prigioniero a Gerusalemme) e a Sillibel re di Gaza.

All’epoca di Geremia, l’esercito egiziano distrusse Gaza. (Ger. 47:1) Prima di quell’avvenimento la parola di Geova contro i filistei aveva indicato che da N li attendeva la calamità; “calvizie deve venire a Gaza”. (Ger. 47:2-5; vedi anche Geremia 25:17, 20). Com’è suggerito da altri brani di Geremia (1:14; 46:20), le “acque” provenienti dal “nord” menzionate in Geremia 47:2 rappresentavano gli eserciti babilonesi. Nabucodonosor re di Babilonia si impadronì infatti della zona (II Re 24:1, 7), e il re di Gaza è menzionato in alcune iscrizioni babilonesi. Perciò le parole “prima che Faraone abbattesse Gaza” (Ger. 47:1) sembrano identificare semplicemente il tempo in cui la parola di Geova riguardante i filistei fu rivolta a Geremia. Non si riferiscono necessariamente al giudizio che doveva venire “dal nord” di cui si parla in seguito.

DISTRUTTA

Il profeta Sofonia, contemporaneo di Geremia, annunciò un simile giudizio di Geova per Gaza: “Diverrà una città abbandonata”. (Sof. 2:4) E la profezia di Zaccaria, messa per iscritto dopo la caduta di Babilonia, additava future calamità: “[Gaza] sentirà dolori molto penosi”. (Zacc. 9:5) La storia conferma l’adempimento delle predette calamità. Nella seconda metà del IV secolo a.E.V., Alessandro Magno, dopo cinque mesi di assedio (due mesi, secondo Antichità giudaiche, Libro XI, cap. VIII, 4), prese Gaza. Molti degli abitanti furono uccisi e i superstiti furono venduti schiavi. Più di due secoli dopo, il re della Giudea Alessandro Ianneo, dopo un anno di assedio, rase al suolo la città. — Antichità giudaiche, Libro XIII, cap. XIII, 3. Gabinio, governatore romano della Siria, ordinò la ricostruzione di Gaza, ma probabilmente in una zona diversa. (Antichità giudaiche, Libro XIV, cap. V, 3) Alcuni studiosi ritengono che il vocabolo greco èremos (“deserto, desolato”) in Atti 8:26 si riferisca alla vecchia Gaza abbandonata (AT, per esempio, dice “la città è ora desolata”). Secondo altri èremos si riferisce alla strada che portava in città, quindi traducono: “Questa è una strada nel deserto”. — .VM; confronta PIB; PS; VR.

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