BIBLIOTECA ONLINE Watchtower
BIBLIOTECA ONLINE
Watchtower
Italiano
  • BIBBIA
  • PUBBLICAZIONI
  • ADUNANZE
  • ad pp. 597-599
  • Giovanni, lettere di

Nessun video disponibile.

Siamo spiacenti, c’è stato un errore nel caricamento del video.

  • Giovanni, lettere di
  • Ausiliario per capire la Bibbia
  • Sottotitoli
  • Vedi anche
  • PRIMA LETTERA
  • SCOPO
  • Tre temi principali
  • SCHEMA DEL CONTENUTO
  • SECONDA LETTERA
  • SCHEMA DEL CONTENUTO
  • TERZA LETTERA
  • SCHEMA DEL CONTENUTO
  • Giovanni, Lettere di
    Perspicacia nello studio delle Scritture, volume 1
  • Il diletto Giovanni scrive sull’amore
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1977
  • Libro biblico numero 62: 1 Giovanni
    “Tutta la Scrittura è ispirata da Dio e utile”
  • Libro biblico numero 64: 3 Giovanni
    “Tutta la Scrittura è ispirata da Dio e utile”
Altro
Ausiliario per capire la Bibbia
ad pp. 597-599

Giovanni, lettere di

Anche se in queste lettere non compare mai il nome dell’apostolo Giovanni, gli studiosi accettano in genere l’idea tradizionale che La buona notizia secondo Giovanni e le tre lettere intitolate Prima, Seconda e Terza di Giovanni siano opera dello stesso scrittore. Fra queste e il quarto Vangelo ci sono molte analogie.

L’autenticità di queste lettere è riconosciuta. Il loro contenuto stesso conferma che sono in armonia col resto delle Scritture. Anche molti scrittori primitivi ne attestano la veracità. Policarpo sembra citare I Giovanni 4:3; Eusebio dice che Papia di Gerapoli ha reso testimonianza alla prima lettera; lo stesso hanno fatto Tertulliano e Cipriano, ed è stata inclusa nella versione siriaca Pescitta. Pare che Clemente di Alessandria fosse a conoscenza delle altre due lettere; Ireneo evidentemente cita II Giovanni 10, 11; a detta di Eusebio, anche Dionisio di Alessandria accenna a tali lettere. Questi ultimi scrittori attestano inoltre l’autenticità della prima lettera di Giovanni.

Molto probabilmente Giovanni scrisse le lettere da Efeso verso il 98 E.V., più o meno quando scrisse il suo Vangelo. Il ripetersi delle espressioni “figliuoletti” o “fanciullini” sembra indicare che le scrisse in tarda età.

PRIMA LETTERA

Questa “lettera” è più che altro una dissertazione, infatti non ha un destinatario né saluti conclusivi. Nel secondo capitolo Giovanni si rivolge a padri, fanciulli e giovani, indicando che non si trattava di una lettera personale scritta a un singolo. Molto probabilmente era diretta a una o più congregazioni e infatti era rivolta all’intera associazione di coloro che erano in unione con Cristo. — I Giov. 2:13, 14.

Giovanni era l’ultimo apostolo ancora in vita. Erano trascorsi più di trent’anni da quando era stata scritta l’ultima delle altre lettere delle Scritture Greche Cristiane. Presto sarebbe scomparso anche l’ultimo apostolo. Anni prima Paolo aveva scritto a Timoteo che non sarebbe stato ancora a lungo con lui. (II Tim. 4:6) Aveva esortato Timoteo a seguire il modello delle sane parole e ad affidare a uomini fedeli le cose udite da Paolo, affinché potessero a loro volta insegnare ad altri. — II Tim. 1:13; 2:2.

L’apostolo Pietro aveva avvertito che falsi insegnanti sarebbero sorti nella congregazione, introducendo distruttive sette. (II Piet. 2:1-3) E Paolo aveva detto ai sorveglianti della congregazione di Efeso (dove in seguito furono scritte le lettere di Giovanni) che “oppressivi lupi” si sarebbero insinuati fra loro e non avrebbero trattato il gregge con tenerezza. (Atti 20:29, 30) Aveva predetto la grande apostasia col suo ‘uomo d’illegalità’. (II Tess. 2:3-12) Nel 98 E.V. era proprio come disse Giovanni: “Fanciullini, è l’ultima ora, e, come avete udito che viene l’anticristo, così ora vi sono molti anticristi; da cui acquistiamo la conoscenza che è l’ultima ora”. (I Giov. 2:18) Quindi la lettera era davvero tempestiva e d’importanza vitale per rafforzare i cristiani fedeli, come un baluardo contro l’apostasia.

SCOPO

Tuttavia Giovanni non scrisse solo per confutare falsi insegnamenti. Il suo scopo principale era piuttosto quello di rafforzare la fede dei primi cristiani nelle verità che avevano ricevuto; spesso egli metteva a confronto queste verità con i falsi insegnamenti. Può darsi che la prima lettera di Giovanni fosse una lettera circolare inviata a tutte le congregazioni della zona. Quest’opinione è avvalorata dal fatto che lo scrittore usa di frequente la forma plurale greca corrispondente a “voi”.

Il suo argomentare è ordinato e vigoroso, come dimostrerà un esame della lettera stessa. La lettera fa appello ai sentimenti, ed è chiaro che Giovanni scriveva spinto dal grande amore per la verità e dall’avversione per l’errore, dal suo amore per la luce e odio per le tenebre.

Tre temi principali

Nella prima lettera Giovanni tratta estesamente tre temi in particolare: l’anticristo, peccato e amore.

A proposito dell’anticristo, Giovanni è molto chiaro: “Vi scrivo queste cose riguardo a quelli che cercano di sviarvi”. (I Giov. 2:26) Costoro negavano che Gesù fosse il Figlio di Dio venuto nella carne. Spiega che un tempo facevano parte della congregazione, ma ne erano usciti affinché fosse evidente che non erano “della nostra sorta”. (I Giov. 2:19) Non erano cristiani leali, amorevoli, di quelli che “hanno fede per conservare in vita l’anima”, ma piuttosto di quelli “che tornano indietro alla distruzione”. — Ebr. 10:39.

In quanto al peccato, vengono trattati i seguenti punti: (1) tutti pecchiamo, e quelli che dicono di non peccare non hanno la verità in loro e fanno passare Dio per bugiardo (I Giov. 1:8-10); (2) tutti dobbiamo sforzarci di non peccare (I Giov. 2:1); (3) Dio ha provveduto un sacrificio propiziatorio per i peccati mediante Gesù Cristo, che abbiamo come soccorritore presso il Padre (I Giov. 2:1; 4:10); (4) i veri cristiani non fanno una pratica del peccato; non persistono nel peccato, anche se a volte possono commettere un’azione peccaminosa (I Giov. 2:1; 3:4-10; 5:18); (5) ci sono due tipi di peccato, quello che può essere perdonato, e quello volontario, premeditato, che non è perdonabile. — I Giov. 5:16, 17.

Sull’argomento dell’amore, Giovanni scrive più liberamente. Egli dichiara: (1) Dio è amore (I Giov. 4:8, 16); (2) Dio ha manifestato il suo amore facendo morire suo Figlio come sacrificio propiziatorio per i nostri peccati; e anche provvedendo mediante Cristo che gli unti diventassero figli di Dio (I Giov. 3:1; 4:10); (3) l’amore di Dio e di Cristo ci obbliga a mostrare amore ai nostri fratelli (I Giov. 3:16; 4:11); (4) l’amore di Dio significa osservare i suoi comandamenti (I Giov. 5:2, 3); (5) l’amore perfetto scaccia il timore, elimina ciò che impedisce di parlare liberamente a Dio (I Giov. 4:17, 18); (6) l’amore per i fratelli non si dimostra a parole ma coi fatti, dando loro quello che abbiamo se sono nel bisogno (I Giov. 3:17, 18); (7) chiunque odia suo fratello è omicida (I Giov. 3:15); e (8) i cristiani non devono amare il mondo né le cose del mondo. — I Giov. 2:15.

SCHEMA DEL CONTENUTO

I Introduzione: realtà fisica della manifestazione di Cristo nella carne quale “parola della vita” (I Giov. 1:1, 2)

II Scopo della lettera: che i lettori abbiano “parte con noi” e col Padre e il Figlio, “affinché la nostra gioia sia in piena misura” (I Giov. 1:3, 4)

III Camminare nella luce, non nelle tenebre (I Giov. 1:5–2:29)

A. Dio è luce e in unione con lui non vi sono tenebre (I Giov. 1:5, 6)

B. Se camminiamo nella luce, il sangue di Gesù ci purifica da ogni peccato (I Giov. 1:7)

C. Bisogna riconoscere e confessare i peccati (I Giov. 1:8–2:2)

1. Chi non riconosce i suoi peccati è bugiardo (I Giov. 1:8-10)

2. Gesù Cristo è il soccorritore e il sacrificio propiziatorio per i peccati “nostri” e anche del mondo intero (I Giov. 2:1, 2)

D. Chi conosce Cristo osserva i suoi comandamenti; in lui l’amore di Dio è stato reso perfetto (I Giov. 2:3-6)

E. Chi odia il proprio fratello non è nella luce (I Giov. 2:7-11)

F. Lodati vari componenti della congregazione cristiana: figli, giovani e padri (I Giov. 2:12-14)

G. L’amore del mondo non è amore del Padre; il mondo passa (I Giov. 2:15-17)

H. Presenza di anticristi dimostra che è l’ultima ora (confronta II Tessalonicesi 2:6-10); questi sono usciti, dimostrando che “non tutti sono della nostra sorta” (I Giov. 2:18-29)

IV Figli di Dio non praticano peccato (I Giov. 3:1-24)

A. Unti sono ora figli di Dio; a suo tempo vedranno Dio e saranno simili a lui (I Giov. 3:1-3)

B. Identificati figli di Dio e figli del Diavolo (I Giov. 3:4-18)

1. Figlio del Diavolo persiste nel peccato; peccatori hanno origine dal Diavolo; Figlio di Dio manifestato per distruggere opere del Diavolo (I Giov. 3:4-8)

2. Ogni figlio di Dio persiste nella giustizia, e ama il prossimo, non come Caino che uccise suo fratello; “il Suo seme riproduttivo” gli impedisce di praticare il peccato (I Giov. 3:9-12)

3. Conflitto col mondo, che odia i cristiani (I Giov. 3:13, 14)

4. Cristiani devono amare propri fratelli; odiarli è omicidio (I Giov. 3:15-18)

C. Dobbiamo avere fede nel nome di Gesù Cristo e libertà di parola di fronte a Dio, che conosce nostro cuore (I Giov. 3:19-24)

V Amore reciproco in unione con Dio (I Giov. 4:1-21)

A. Provare le espressioni ispirate (I Giov. 4:1-3)

1. Chi confessa che Gesù Cristo è venuto nella carne ha origine da Dio (I Giov. 4:2)

2. Chi non lo confessa è anticristo (I Giov. 4:3)

B. Chi è da Dio ascolta i suoi servitori; quelli del mondo, la mondana espressione ispirata dell’errore (I Giov. 4:4-6)

C. Dio è amore; chi conosce Dio ama Lui e propri fratelli (I Giov. 4:7-21)

VI Amore di Dio significa osservare comandamenti (I Giov. 5:1-21)

A. Comandamenti di Dio non sono gravosi; seguendoli si vince il mondo (I Giov. 5:1-4)

B. Fede in Gesù Cristo rende vincitori (I Giov. 5:5-13)

1. Tre cose, spirito, acqua e sangue, attestano che Gesù Cristo è il Figlio di Dio (I Giov. 5:5-8)

2. La testimonianza che Dio dà è che il dono della vita eterna agli unti è nel Figlio suo; perciò è indispensabile la fede nel Figlio (I Giov. 5:9-13)

C. Dobbiamo aver fiducia che qualunque cosa chiediamo secondo la volontà di Dio egli ce la darà (I Giov. 5:14, 15)

D. Possiamo pregare per un fratello che pecca, se non è un peccato che incorre nella morte (I Giov. 5:16, 17)

E. Chi è generato da Dio non praticherà il peccato; il mondo invece giace nella potenza del malvagio (I Giov. 5:18, 19)

F. Il Figlio di Dio ha dato ai fedeli la capacità intellettuale di acquistare conoscenza di Dio (I Giov. 5:20)

G. Quelli in unione con Dio, “figliuoletti”, devono guardarsi da idolatria (I Giov. 5:21)

SECONDA LETTERA

La seconda lettera di Giovanni inizia con le parole: “L’anziano alla signora eletta e ai suoi figli”. Così, con tatto, Giovanni rivela di esserne lo scrittore. Ormai era senz’altro “anziano”, poiché in quel tempo aveva circa 100 anni. Era anziano anche in quanto a maturità cristiana, ed era una ‘colonna’ della congregazione. (Gal. 2:9) Pietro usò un’espressione simile in I Pietro 5:1 parlando di se stesso come di un “anziano”.

Alcuni ritengono che questa lettera alla “signora eletta” sia indirizzata a una congregazione cristiana, che i figli siano figli spirituali e i figli della “sorella” (II Giov. v. 13) siano i componenti di un’altra congregazione. Viceversa alcuni sostengono che sia effettivamente indirizzata a una singola persona, forse di nome Kyrìa (gr. per “signora”).

Molti dei punti trattati da Giovanni nella seconda lettera sono una sintesi dei pensieri della prima lettera. Parla della verità che rimane in coloro che la conoscono veramente e dell’immeritata benignità e pace da Dio. Si rallegra che alcuni continuino a ‘camminare nella verità’. Essi manifestano amore reciproco e osservano i comandamenti di Dio. Tuttavia ingannatori sono usciti nel mondo, l’anticristo che nega la venuta del Figlio di Dio nella carne. (Confronta II Giovanni 7 con I Giovanni 4:3). Nei versetti 10 e 11 amplia le istruzioni date nella prima lettera, indicando l’azione che i componenti della congregazione devono prendere nei confronti di chi va oltre l’insegnamento del Cristo, e presenta un insegnamento proprio o di uomini. Giovanni ordina a ogni cristiano di non salutare né accogliere in casa persone del genere.

SCHEMA DEL CONTENUTO

I Introduzione: l’“anziano” esprime l’amore di tutti i credenti per la “signora eletta” e i suoi figli (II Giov. 1-3)

II Camminare nella verità, manifestando amore con l’ubbidienza ai comandamenti di Dio (II Giov. 4-11)

A. Giovanni si rallegra che alcuni figli della signora eletta camminino nella verità e incoraggia a mostrare amore reciproco (II Giov. 4-6)

B. Badare a ingannatori, che vanno oltre, non rimanendo nell’insegnamento del Cristo (II Giov. 7-9)

C. Tale ingannatore non deve essere salutato né accolto in casa, per evitare di partecipare alle sue opere malvage (II Giov. 10, 11)

III Conclusione: lo scrittore spera di visitarli personalmente, e invia saluti da parte dei figli di una “sorella” della “signora” (II Giov. 12, 13)

TERZA LETTERA

La terza lettera dell’“anziano”, scritta a Gaio, contiene i saluti anche per altri della congregazione. È scritta in forma di lettera ed essendo così simile alla prima e alla seconda lettera nello stile e nel contenuto senz’altro è stata scritta dalla stessa persona, cioè dall’apostolo Giovanni. Chi fosse Gaio non si sa con certezza. Diverse persone con questo nome sono menzionate nelle Scritture, ma questo potrebbe essere un altro Gaio, dal momento che la lettera è stata scritta trent’anni o più dopo le lettere di Paolo, Pietro, Giacomo e Giuda.

Giovanni incoraggia l’ospitalità cristiana, e dice che un certo Diotrefe, che voleva primeggiare nella congregazione, non aveva ricevuto con rispetto i messaggi suoi o di altri responsabili, né aveva manifestato rispetto per altri rappresentanti viaggianti della primitiva congregazione cristiana. Voleva persino allontanare dalla congregazione quelli che accoglievano in modo ospitale quei fratelli. Perciò Giovanni dice che se fosse venuto di persona come sperava avrebbe messo le cose a posto. (III Giov. Vv. 9, 10) Raccomanda a Gaio un fratello fedele di nome Demetrio, forse il latore della lettera, ed esorta Gaio ad accogliere con ospitalità quelli inviati a rafforzare le congregazioni cristiane.

SCHEMA DEL CONTENUTO

I Introduzione: l’anziano a Gaio, che cammina nella verità (III Giov. 1-4)

II Gaio lodato per l’ospitalità mostrata a fratelli che visitano la congregazione compiendo missione cristiana (III Giov. 5-8)

A. Viene consigliato di congedarli con la stessa ospitalità (III Giov. 6, 7)

B. Tale ospitalità è un’esigenza cristiana (III Giov. 8)

III Diotrefe, essendo ambizioso, non rispetta autorità teocratica e cerca di allontanare chi accoglie con rispetto fratelli viaggianti; lo scrittore spera di sistemare le cose con una visita personale (III Giov. 9, 10)

IV A Gaio viene consigliato di imitare il bene; buona testimonianza resa a Demetrio (III Giov. 11, 12)

V Parole conclusive di pace e saluti (III Giov. 13, 14)

In tutt’e tre le lettere viene dato risalto all’unità cristiana, all’amore che si mostra a Dio osservando i suoi comandamenti, evitando le tenebre e camminando nella luce, avendo amore per i fratelli e continuando a camminare nella verità. Anche in tarda età “l’anziano” Giovanni era quindi fonte di grande incoraggiamento e forza per le congregazioni dell’Asia Minore, e per tutti i cristiani che leggono le sue lettere. — Vedi il libro “Tutta la Scrittura è ispirata da Dio e utile”, pp. 252-256.

    Pubblicazioni in italiano (1950-2025)
    Disconnetti
    Accedi
    • Italiano
    • Condividi
    • Impostazioni
    • Copyright © 2025 Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania
    • Condizioni d’uso
    • Informativa sulla privacy
    • Impostazioni privacy
    • JW.ORG
    • Accedi
    Condividi