BIBLIOTECA ONLINE Watchtower
BIBLIOTECA ONLINE
Watchtower
Italiano
  • BIBBIA
  • PUBBLICAZIONI
  • ADUNANZE
  • ad pp. 725-726
  • Lebbra

Nessun video disponibile.

Siamo spiacenti, c’è stato un errore nel caricamento del video.

  • Lebbra
  • Ausiliario per capire la Bibbia
  • Sottotitoli
  • Vedi anche
  • VARIE FORME, E LORO EFFETTI
  • DIAGNOSI
  • Indumenti e case
  • COME SEGNO
  • ALL’EPOCA DI ELISEO
  • GUARITA DA GESÙ E DAI DISCEPOLI
  • Lebbra
    Perspicacia nello studio delle Scritture, volume 2
  • Lebbra
    Glossario
  • La mia vita come lebbroso: gioiosa e spiritualmente benedetta
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1998
  • Lo sapevate?
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 2009
Altro
Ausiliario per capire la Bibbia
ad pp. 725-726

Lebbra

Terribile e ripugnante malattia che si manifesta in diversi modi, designata nella Bibbia col termine ebraico tsaràʽath e col greco lèpra. Chi ne è afflitto è chiamato lebbroso.

Nelle Scritture “lebbra” non è soltanto la malattia che oggi porta questo nome, dal momento che potevano esserne affetti non solo esseri umani ma anche vestiti e case. (Lev. 14:55) Il termine ebraico tsaràʽath poteva includere anche forme di elefantiasi, ma non si può stabilirlo con precisione. La lebbra odierna è detta anche “malattia di Hansen”, dal dottor Gerhard A. Hansen che scoprì il bacillo ritenuto la causa della malattia. Comunque, anche se il termine tsaràʽath non si riferisce solo alla malattia attualmente chiamata lebbra, non c’è dubbio che la lebbra o “malattia di Hansen” che affligge tuttora esseri umani era diffusa nel Medio Oriente in tempi biblici.

VARIE FORME, E LORO EFFETTI

Oggigiorno la lebbra o malattia di Hansen (non molto contagiosa) si manifesta in tre forme principali. La lebbra tuberosa o nodulare provoca l’ispessimento della pelle e la formazione di noduli, presenti prima nella pelle del viso e poi in altre parti del corpo. Ha anche effetti degenerativi sulle mucose del naso e della gola. Un’altra forma è la lebbra nervosa o anestetica, meno grave della prima, che attacca il sistema nervoso periferico. Si manifesta nella pelle ed è dolorosa al tatto, benché a volte provochi insensibilità. Una terza forma, la lebbra mista, presenta i sintomi di entrambe le forme già menzionate.

Col progredire della lebbra nello stadio più avanzato, le tumefazioni iniziali diventano purulente, si perdono i capelli e i sopraccigli, le unghie si allentano e cadono. Quindi le dita, gli arti, il naso o gli occhi del malato si consumano lentamente. Infine, nei casi più gravi, sopravviene la morte. Che la “lebbra” biblica fosse senz’altro una malattia molto grave è evidente dal fatto che Aaronne ne parla come di una malattia in cui la carne viene “mezzo consumata”. — Num. 12:12.

Tale descrizione aiuta a capire meglio i riferimenti biblici a questa spaventosa malattia e le terribili conseguenze del presuntuoso atto di Uzzia che voleva offrire incenso nel tempio di Geova senza averne diritto. — II Re 15:5; II Cron. 26:16-23.

DIAGNOSI

Con la legge mosaica Geova provvide a Israele le informazioni che permettevano al sacerdote di diagnosticare la lebbra e di distinguerla da altre affezioni cutanee meno gravi. Da quanto si legge in Levitico 13:1-46 si capisce che la lebbra poteva manifestarsi inizialmente con un’eruzione, una crosta, una pustola, un foruncolo o una cicatrice lasciata nella carne dal fuoco. A volte i sintomi erano evidenti. Nella zona infetta i peli diventavano bianchi e la piaga risultava più profonda della pelle. Per esempio un’eruzione bianca poteva far imbiancare i capelli e nell’eruzione stessa si poteva vedere la carne viva. Questo indicava che uno aveva la lebbra e doveva essere dichiarato impuro. Ma in altri casi la piaga non era più profonda della pelle e veniva imposto un periodo di quarantena; un successivo esame da parte del sacerdote permetteva di fare un’ulteriore valutazione del caso.

Era risaputo che la lebbra poteva raggiungere uno stadio in cui non era contagiosa. Quando era diffusa su tutto il corpo, che era diventato tutto bianco, e non si vedeva carne viva, era segno che il decorso della malattia era finito e ne rimanevano solo le cicatrici. Allora il sacerdote poteva dichiarare pura la vittima, poiché la malattia non era più un pericolo per nessuno. — Lev. 13:12-17.

Se il lebbroso era guarito, c’erano disposizioni per farlo tornare cerimonialmente puro, e queste includevano un sacrificio offerto in suo favore dal sacerdote. (Lev. 14:1-32) Ma il sacerdote dichiarava impuro il lebbroso non guarito, al che egli doveva avere abiti strappati, capelli incolti e doveva coprirsi i baffi o il labbro superiore e gridare: “Impuro, impuro!” Doveva restare in isolamento fuori dell’accampamento (Lev. 13:43-46), misura presa affinché il lebbroso non contaminasse coloro in mezzo ai quali risiedeva Geova. (Num. 5:1-4) Sembra che in tempi biblici i lebbrosi stessero fra di loro o vivessero in gruppi, in modo da potersi aiutare a vicenda. — II Re 7:3-5; Luca 17:12.

Indumenti e case

La lebbra si poteva attaccare anche a indumenti di lana o di lino, o a oggetti di pelle. La piaga poteva scomparire lavandola, e si doveva mettere l’oggetto in quarantena. Ma se la piaga verde giallognola o rossiccia persisteva, si trattava di lebbra maligna e l’oggetto si doveva bruciare. (Lev. 13:47-59) Se depressioni verdi giallognole o rossicce comparivano sulla parete di una casa, il sacerdote stabiliva una quarantena. Poteva essere necessario togliere le pietre infette e raschiare l’interno della casa; le pietre e la calcina raschiata via venivano portate in un luogo impuro fuori della città. Se la piaga tornava, la casa era dichiarata impura e veniva abbattuta, e il materiale veniva portato in un luogo impuro. Ma se la casa era dichiarata pura ne veniva disposta la purificazione. (Lev. 14:33-57) È stata avanzata l’ipotesi che la lebbra che si attaccava a indumenti o case fosse una specie di muffa; tuttavia c’è qualche incertezza al riguardo.

COME SEGNO

Uno dei segni che Geova permise a Mosè di compiere per dimostrare agli israeliti che era mandato da Dio riguardava la lebbra. Come gli era stato ordinato, Mosè infilò la mano nel lembo superiore della sua veste e, quando la tirò fuori, “la sua mano era colpita da lebbra simile alla neve!” Tornò “come il resto della sua carne” rimettendola nel lembo superiore della veste e poi tirandola fuori di nuovo. (Eso. 4:6, 7) Miriam fu colpita da “lebbra bianca come la neve”, un atto di Dio perché aveva parlato contro Mosè. Questi supplicò Dio di guarirla, il che avvenne, ma essa rimase in quarantena fuori del campo per sette giorni. — Num. 12:1, 2, 9-15.

ALL’EPOCA DI ELISEO

Il siro Naaman era “un potente uomo di valore, benché lebbroso”. (II Re 5:1) Il suo orgoglio quasi gli fece perdere l’opportunità di essere guarito, ma alla fine fece come aveva ordinato Eliseo, immergendosi sette volte nel Giordano, e “la sua carne tornò come la carne di un ragazzino e divenne puro”. (II Re 5:14) In seguito a ciò divenne adoratore di Geova. Ma Gheazi, servitore di Eliseo, si fece avidamente fare un regalo da Naaman in nome del profeta, dando un’idea sbagliata del suo padrone e, in realtà, trasformando l’immeritata benignità di Dio in un mezzo di guadagno materiale. Per tale azione Gheazi fu colpito dalla lebbra per volere di Dio e diventò “lebbroso, bianco come la neve”. — II Re 5:20-27.

Che all’epoca di Eliseo ci fossero diversi lebbrosi in Israele è dimostrato dalla presenza di quattro israeliti lebbrosi fuori delle porte di Samaria quando Eliseo si trovava nella città. (II Re 7:3) Ma gli israeliti in generale non avevano fede in quell’uomo del vero Dio, come gli ebrei del paese di Gesù non avrebbero riconosciuto quest’ultimo quale Messia. Perciò Cristo disse: “E in Israele c’erano molti lebbrosi al tempo del profeta Eliseo, ma non fu purificato nemmeno uno di loro, bensì Naaman il Siro”. — Luca 4:27.

GUARITA DA GESÙ E DAI DISCEPOLI

Durante il suo ministero in Galilea, Gesù guarì un lebbroso descritto da Luca come “un uomo pieno di lebbra”. Gesù gli ordinò di non dirlo a nessuno e aggiunse: “Ma va e mostrati al sacerdote, e fa un’offerta relativa alla tua purificazione, come ha ordinato Mosè, in testimonianza a loro”. — Luca 5:12-16; Matt. 8:2-4; Mar. 1:40-45.

Quando Cristo mandò i dodici apostoli, disse loro fra l’altro: “Purificate lebbrosi”. (Matt. 10:8) In seguito, mentre passava per la Samaria e la Galilea, in un certo villaggio Gesù guarì dieci lebbrosi. Solo uno di loro, un samaritano, “ritornò, glorificando Dio ad alta voce”, e si prostrò ai piedi di Gesù, ringraziandolo di ciò che aveva fatto per lui. (Luca 17:11-19) Si noti inoltre che Cristo si trovava a Betania in casa di Simone il lebbroso (forse guarito da lui) quando Maria gli unse i piedi con costoso olio profumato non molto tempo prima della sua morte. — Matt. 26:6-13; Mar. 14:3-9; Giov. 12:1-8.

    Pubblicazioni in italiano (1950-2025)
    Disconnetti
    Accedi
    • Italiano
    • Condividi
    • Impostazioni
    • Copyright © 2025 Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania
    • Condizioni d’uso
    • Informativa sulla privacy
    • Impostazioni privacy
    • JW.ORG
    • Accedi
    Condividi