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  • LA FONTE DELLA LUCE
  • LA LUCE E IL FIGLIO DI DIO
  • I SEGUACI DI CRISTO: PORTATORI DI LUCE
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    Perspicacia nello studio delle Scritture, volume 2
  • La luce divina dissipa le tenebre!
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 2002
  • Seguite la luce del mondo
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1993
  • “La luce della vita”
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1961
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Ausiliario per capire la Bibbia
ad pp. 763-764

Luce

Ciò che emana da una sorgente luminosa, come una lampada (Ger. 25:10) o il sole; il contrario di tenebre, in senso letterale e figurativo. (Isa. 5:20; Giov. 11:10, 11) È credenza generale che la luce, pur viaggiando apparentemente in onde, sia costituita da corpuscoli. Finora, tuttavia, l’uomo non è in grado di dare una risposta conclusiva alla domanda posta oltre tre millenni or sono dal Creatore della luce: “Dov’è, ora, la via per cui si distribuisce la luce?” — Giob. 38:24.

La luce del sole è il risultato di una combinazione di colori, ciascuno dei quali ha una diversa lunghezza d’onda. Il colore di un oggetto è determinato dalla particolare gradazione della luce riflessa dalla sua superficie. Così la luce determina le molte sfumature che dilettano l’occhio umano. È anche indispensabile perché la vita — vegetale, animale e umana — possa sussistere sulla terra.

LA FONTE DELLA LUCE

Geova Dio ha formato la luce e creato le tenebre. (Isa. 45:7) Nel primo giorno creativo disse infatti: “Si faccia luce”. (Gen. 1:3) Precedentemente aveva creato i cieli (che includono le “grandi luci”, il sole, la luna e le stelle; confronta almo 136:7-9) e la terra. (Gen. 1:1) Quindi per portare all’esistenza la luce in relazione alla terra si dovette evidentemente rimuovere ciò che in precedenza impediva ai raggi del sole di raggiungere questo pianeta. E la “divisione” fra luce e tenebre doveva esser prodotta dalla rotazione della terra nel suo moto intorno al sole. (Gen. 1:4, 5) Molto tempo dopo Geova colpì gli egiziani adoratori del sole con la piaga delle tenebre, tenebre che non incisero sugli israeliti. (Eso. 10:21-23) Per guidare il suo popolo fuori d’Egitto, provvide luce mediante una colonna di fuoco. — Eso. 13:21; 14:19, 20; Sal. 78:14.

Le Scritture associano ripetutamente la luce col suo Creatore. Il salmista disse: “O Geova mio Dio, ti sei mostrato molto grande. Con dignità e splendore ti sei vestito, avvolgendoti di luce come di una veste”. (Sal. 104:1, 2) Queste parole sono in armonia con la descrizione che fa Ezechiele di ciò che vide in visione: “Vidi qualche cosa simile allo splendore dell’elettro, simile all’aspetto del fuoco tutto intorno dentro di esso, dall’aspetto dei suoi fianchi in su; e dall’aspetto dei suoi fianchi in giù vidi qualche cosa simile all’aspetto del fuoco, e aveva fulgore tutto intorno. C’era qualche cosa simile all’aspetto dell’arco che compare nella massa di nuvole nel giorno del rovescio di pioggia. Così era l’aspetto del fulgore all’intorno. Era l’aspetto della somiglianza della gloria di Geova”. (Ezec. 1:27, 28) Secoli prima, una manifestazione solo parziale di quella gloria aveva irradiato il volto di Mosè. — Eso. 33:22, 23; 34:29, 30.

“Dio è luce e... unitamente a lui non vi sono tenebre alcune”. (Deut. 32:41; Riv. 4:8), e non ha niente in comune con le pratiche impure e degradanti comunemente collegate con le tenebre. (Confronta Giobbe 24:14-16; II Corinti 6:14; I Tessalonicesi 5:7, 8). Perciò coloro che camminano nelle tenebre manifestando odio per i loro fratelli e non praticano la verità non potrebbero mai essere uniti a Lui. — I Giov. 1:6; 2:9-11.

Geova è il “Padre delle luci celestiali”. (Giac. 1:17) Non solo è “il Datore del sole per la luce di giorno, degli statuti della luna e delle stelle per la luce di notte” (Ger. 31:35), ma è anche la fonte di ogni luce spirituale. (II Cor. 4:6) La sua legge, le sue decisioni giudiziarie e la sua parola sono una luce per coloro che si lasciano guidare. (Sal. 43:3; 119:105; Prov. 6:23; Isa. 51:4) Il salmista dichiarava: “Mediante la luce da te noi possiamo vedere la luce”. (Sal. 36:9; confronta Salmo 27:1; 43:3). Come la luce del sole si fa sempre più luminosa dall’alba “finché il giorno è fermamente stabilito”, così il sentiero dei giusti, illuminato da sapienza divina, diventa sempre più chiaro. (Prov. 4:18) Seguire la condotta indicata da Geova è camminare nella sua luce. (Isa. 2:3-5) Viceversa, quando uno guarda le cose in modo impuro o con cattive intenzioni, è in grandi tenebre spirituali. Come disse Gesù: “Se il tuo occhio è malvagio, tutto il tuo corpo sarà tenebre. Se in realtà la luce che è in te è tenebre, come sono grandi tali tenebre!” — Matt. 6:23; confronta Deuteronomio 15:9; 28:54-57; Proverbi 28:22; II Pietro 2:14.

LA LUCE E IL FIGLIO DI DIO

Dalla sua risurrezione e ascensione al cielo Cristo Gesù, “il Re di quelli che regnano da re e il Signore di quelli che governano da signori”, “dimora in una luce inaccessibile”. Tale luce è così fulgida che i deboli occhi umani non la possono sostenere. (I Tim. 6:15, 16) Infatti un uomo, Saulo (Paolo) di Tarso, fu accecato dalla luce dal cielo che vide quando il glorificato Figlio di Dio si rivelò a quel persecutore dei suoi seguaci. — Atti 9:3-8; 22:6-11.

Durante il suo ministero terreno Gesù Cristo era una luce, che provvedeva luce spirituale circa i propositi e la volontà di Dio per coloro che volevano ottenere il Suo favore. (Giov. 9:5; confronta Isaia 42:6, 7; 61:1, 2; Luca 4:18-21). Inizialmente solo le “pecore smarrite della casa d’Israele” trassero beneficio da quella “gran luce”. (Isa. 9:1, 2; Matt. 4:13-16; 15:24) Ma la luce spirituale non si doveva limitare ai soli ebrei naturali e proseliti. (Giov. 1:4-9; confronta Atti 13:46, 47). Quando il neonato Gesù fu presentato al tempio, l’anziano Simeone si riferì a lui come a una “luce per rimuovere il velo dalle nazioni”. (Luca 2:32) Come Paolo spiegò agli efesini, i non ebrei incirconcisi erano stati nelle tenebre in quanto a Dio e ai suoi propositi: “Una volta voi eravate persone delle nazioni in quanto alla carne; eravate chiamati ‘incirconcisione’ da quella che è chiamata ‘circoncisione’ fatta nella carne con mani, ... in quel particolare tempo eravate senza Cristo, alienati dallo stato d’Israele ed estranei ai patti della promessa, e non avevate nessuna speranza ed eravate senza Dio nel mondo”. (Efes. 2:11, 12) Ma quando la buona notizia del Cristo fu portata ai non ebrei, coloro che la accolsero con favore furono ‘chiamati dalle tenebre alla meravigliosa luce di Dio’. (I Piet. 2:9) Altri invece continuarono a lasciarsi accecare da colui che si trasforma in “angelo di luce” (II Cor. 11:14), “l’iddio di questo sistema di cose”, ‘affinché la luce della gloriosa buona notizia intorno al Cristo non risplendesse loro’. (II Cor. 4:4) Preferivano le tenebre perché volevano continuare a praticare cose vili. — Confronta Giovanni 3:19, 20.

I SEGUACI DI CRISTO: PORTATORI DI LUCE

Coloro che esercitavano fede in Cristo Gesù, “la luce del mondo”, e diventavano suoi seguaci potevano essi stessi diventare “figli di luce”. (Giov. 3:21; 8:12; 12:35, 36, 46) Facevano conoscere ad altri i requisiti per avere il favore di Dio e la vita, e lo facevano apertamente, “nella luce”. (Matt. 10:27) Similmente Giovanni il Battezzatore era stato una luce “predicando il battesimo come simbolo di pentimento” e annunciando la venuta del Messia. (Luca 3:3, 15-17; Giov. 5:35) Anche con le loro opere eccellenti, a parole e con l’esempio, i seguaci di Cristo facevano risplendere la loro luce. (Matt. 5:14, 16; confronta Romani 2:17-24). “Il frutto della luce consiste d’ogni sorta di bontà e giustizia e verità”. Quindi smaschera la bassezza delle opere vergognose che appartengono alle tenebre (fornicazione, impurità d’ogni sorta, avidità e simili) praticate dai “figli di disubbidienza”. Perciò tali opere vergognose si vedono nella loro vera luce e, essendo manifestamente cose condannate da Dio, diventano luce esse stesse. (Efes. 5:3-18; confronta I Tessalonicesi 5:4-9). Muniti delle “armi della luce”, l’armatura spirituale che è da Dio, i cristiani combattono “contro i governi, contro le autorità, contro i governanti mondiali di queste tenebre, contro le malvage forze spirituali che sono nei luoghi celesti” e possono così rimanere saldi quali approvati servitori di Dio. — Rom. 13:12-14; Efes. 6:11-18.

ALTRI USI FIGURATIVI

Le Scritture contengono molti riferimenti simbolici alla luce. La facoltà della vista è indicata dalle parole “la luce dei miei propri occhi”. (Sal. 38:10) Dio ‘dà luce’ a qualcuno nel senso che gli dà vita o permette che rimanga in vita. (Giob. 3:20, 23; confronta Salmo 56:13). “Fanciulli che non hanno visto la luce” sono quelli nati morti. (Giob. 3:16; confronta Salmo 49:19). “È bene per gli occhi vedere il sole” può significare ‘è bello essere in vita’. — Eccl. 11:7.

La luce del mattino è descritta in modo originale nell’atto di ‘afferrare le estremità della terra e scuotere via i malvagi’, perché l’alba disperde i malfattori. Le tenebre sono la loro “luce”, infatti sono soliti compiere le loro azioni malvage col favore delle tenebre e sono privati di questa “luce” figurativa dalla letterale luce dell’alba. — Giob. 38:12-15; confronta Giobbe 24:15-17.

Come la luce del sole è ben visibile, così sono evidenti i giudizi avversi di Geova. A questo si allude in Osea 6:5: “Su di te i giudizi saranno come la luce che spunta”.

La ‘luce della faccia di Dio’ significa il Suo favore. (Sal. 44:3; 89:15) “Alza su di noi la luce della tua faccia” è un’espressione che significa ‘mostraci favore’. (Sal. 4:6) Similmente si parla del favore di un sovrano come della “luce della faccia del re”. — Prov. 16:15.

La luce può indicare vivacità o allegria, l’opposto della “caligine”, di ciò che è cupo. (Giob. 30:26) Questo può spiegare le parole di Giobbe (29:24): “Non facevano cadere la luce della mia faccia”. Anche se altri erano cupi e depressi, non per questo Giobbe sarebbe diventato come loro.

Una prospettiva luminosa, come salvezza o liberazione, é a volte raffigurata dalla luce. (Est. 8:16; Sal. 97:11; Isa. 30:26; 7:8, 9) Il fatto che Geova facesse risplendere la sua gloria su Sion ne additava in anticipo la liberazione da una condizione di schiavitù. Perciò Sion doveva diventare fonte di luce per le nazioni. (Isa. 60:1-3, 19, 20; confronta Rivelazione 21:24; 22:5) Viceversa l’assenza di luce del sole della luna e delle stelle significava calamità. — Isa. 13:10, 11; Ger. 4:23; Ezec. 32:7, 8; Matt. 24:29.

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