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  • Correre, corridori
  • Ausiliario per capire la Bibbia
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  • Correre, Corridori
    Perspicacia nello studio delle Scritture, volume 1
  • Corriamo la corsa fino alla fine
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova (per lo studio) 2020
  • “Correte in modo tale”
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 2001
  • Tenete lo sguardo rivolto al premio
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1959
Altro
Ausiliario per capire la Bibbia
ad p. 276

Correre, corridori

Nell’antichità agili servitori o staffette correvano a piedi davanti al carro da guerra di un eminente personaggio. Il termine ebraico, un participio del verbo ruts, “correre”, in alcune traduzioni è reso “pedoni (fanti)”, “guardie”, “corrieri”. Esiste comunque un altro termine tradotto “pedoni” o “uomini a piedi”, raghlì, o, nella forma più completa, ’ish raghlì.

Questo termine può riferirsi a qualsiasi messaggero veloce o persona particolarmente agile nella corsa, come Asael fratello di Gioab, e Ahimaaz figlio di Zadoc. (II Sam. 2:18; 18:19, 23, 27) Una volta Elia corse per 40 km circa, dal Carmelo fino a Izreel, davanti al carro da guerra del re Acab. Questo perché “la medesima mano di Geova era su Elia”. — I Re 18:46.

In senso ufficiale, questi corridori erano uomini agili scelti per correre davanti al carro da guerra del re. Quando Absalom e, più tardi, Adonia, cospirarono per usurpare il trono, avevano ciascuno cinquanta uomini che correvano davanti al carro da guerra per conferire prestigio e dignità al proprio piano. (II Sam. 15:1; I Re 1:5) Speciali corridori erano al servizio del re, un po’ come moderne guardie del corpo. (I Sam. 22:17; II Re 10:25) Facevano la guardia all’entrata della casa del re e accompagnavano il re da casa sua al tempio. (I Re 14:27, 28; II Re 11:6-8, 11; II Cron. 12:10) Portavano messaggi per conto del re. (II Cron. 30:6) All’epoca di Assuero re di Persia i corrieri a piedi furono evidentemente sostituiti da uomini che cavalcavano veloci cavalli da posta. — Est. 3:13, 15; 8:10, 14.

USO ILLUSTRATIVO

Nelle Scritture Greche Cristiane ci sono alcuni riferimenti al correre semplicemente per la fretta. (Matt. 28:8; Mar. 9:15, 25; 10:17; Giov. 20:2) Tuttavia l’apostolo Paolo ne parla in modo illustrativo, scrivendo alla congregazione di Corinto: “Non sapete voi che i corridori nella corsa corrono tutti, ma solo uno riceve il premio? Correte in modo tale da conseguirlo. Inoltre, ogni uomo che prende parte a una gara esercita padronanza di sé in ogni cosa. Ora essi, naturalmente, lo fanno per ottenere una corona corruttibile, ma noi una incorruttibile. Perciò, il modo in cui io corro non è incerto; il modo in cui dirigo i miei colpi è tale da non colpire l’aria; ma tratto con durezza il mio corpo e lo conduco come uno schiavo, affinché, dopo aver predicato agli altri, io stesso non sia in qualche modo disapprovato”. — I Cor. 9:24-27.

In Grecia coloro che disputavano i giochi erano sottoposti a intenso allenamento e disciplina rigorosa; dieta e comportamento erano rigidamente controllati. I giudici erano severi nel far rispettare le regole della gara. Se uno arrivava primo ma aveva violato le regole, aveva corso invano, come disse l’apostolo: “Inoltre, se qualcuno contende nei giochi, non è coronato se non ha conteso secondo le regole”. (II Tim. 2:5) I corridori tenevano gli occhi rivolti al premio posto sopra il traguardo. Paolo ‛correva’ in questo modo, con un solo pensiero, di tutto cuore. (Gal. 2:2; Filip. 2:16; 3:14) Verso la fine della sua vita poté dire: “Ho combattuto l’eccellente combattimento, ho corso la corsa sino alla fine, ho osservato la fede. Da ora in poi mi è riservata la corona della giustizia”. — II Tim. 4:7, 8.

Parlando del modo in cui Dio sceglieva coloro che dovevano far parte dell’Israele spirituale, Paolo spiegò che l’Israele secondo la carne contava sulla propria discendenza carnale da Abraamo. (Rom. 9:6, 7, 30-32) Essi pensavano di essere gli eletti, e ‛correvano’ o perseguivano la giustizia, ma nel modo sbagliato. Cercando di stabilire la propria giustizia mediante le opere, non si sottomettevano alla giustizia di Dio. (Rom. 10:1-3) Paolo spiega come la giustizia di Dio è rivendicata per quanto riguarda il rigettare come nazione l’Israele carnale e formare un Israele spirituale. L’apostolo fa quindi luce sulle sue stesse parole: “Non dipende da chi desidera né da chi corre, ma da Dio, che ha misericordia”. — Rom. 9:15, 16.

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