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Ausiliario per capire la Bibbia
ad pp. 1241-1242

Tessalonica

(Tessalònica).

Il principale porto della Macedonia dove Paolo verso il 50 E.V. stabilì una congregazione cristiana; ora Salonicco. In origine, la vicina Terme, nome che significa “sorgenti calde”, fu una delle ventisei cittadine distrutte da Cassandro, che poi nel 316 o 315 a.E.V. costruì Tessalonica, così chiamata in onore di sua moglie, sorella di Alessandro Magno. La nuova città sorgeva sulla costa occidentale della Penisola Calcidica, sul Golfo Termaico (ora chiamato golfo di Salonicco), dove si incontravano la strada che raggiungeva il Danubio a N e la grande arteria (la lastricata Via Egnatia costruita dai romani) che si estendeva per centinaia di chilometri attraverso la Macedonia fino all’Adriatico.

Prima della metà del II secolo a.E.V. la Macedonia era divisa in quattro distretti, e Tessalonica era la capitale del secondo. Alcuni anni dopo, quando la Macedonia diventò provincia romana, Tessalonica divenne la sede amministrativa del governo della provincia. Perciò, quando l’apostolo Paolo e Sila giunsero nella città, che si trovava circa 120 km a O di Filippi, constatarono che era una fiorente metropoli di una certa importanza.

Per tre sabati Paolo predicò nella sinagoga di Tessalonica e in seguito a ciò alcuni ebrei e una moltitudine di proseliti greci divennero credenti e si unirono a Paolo e Sila, e fra loro c’erano “non poche delle donne principali”. (Atti 17:1-4) Non è precisato per quanto tempo Paolo vi sia rimasto, ma abbastanza a lungo perché lui e il suo compagno di viaggio trovassero lavoro per provvedere al proprio sostentamento. Quindi Paolo, benché come apostolo avesse diritto all’aiuto materiale di coloro ai quali impartiva cose spirituali, diede l’esempio che ‘uno dovrebbe mangiare quello che guadagna lui stesso’. (I Cor. 9:4-18; I Tess. 2:9; II Tess. 3:7-12) Probabilmente questo in parte era dovuto alla tendenza di alcuni alla pigrizia. Mentre era a Tessalonica Paolo in due occasioni ricevette in dono dai fratelli di Filippi le cose di cui aveva bisogno. — Filip. 4:16.

In seguito gli ebrei di Tessalonica che avevano rifiutato il messaggio di Paolo radunarono una turba di oziosi dal mercato e assalirono la casa di Giasone dove stava Paolo. Ma quando appresero che colui che cercavano non c’era, trascinarono Giasone e altri credenti dai capi della città cioè, letteralmente, dai “politarchi”. (Atti 17:5-9, Int) Particolarmente interessanti sono iscrizioni dell’epoca rinvenute a Tessalonica e dintorni in cui sono menzionati funzionari locali detti politarchi.

Per motivi di sicurezza, i fratelli di Tessalonica mandarono di notte Paolo e Sila a Berea. Paolo riscontrò che i bereani ‘erano di mente più nobile dei tessalonicesi, poiché non solo ricevettero la parola con la massima premura ma esaminavano attentamente le Scritture ogni giorno per vedere se le cose dette dall’apostolo stavano così’. Ben presto però sorsero difficoltà quando giunsero da Tessalonica oppositori ebrei che fomentarono un tumulto, rendendo necessario che Paolo se ne andasse di nuovo segretamente. — Atti 17:10-15.

Meno di un anno dopo che se ne era andato da Tessalonica, Paolo, che ora si trovava a Corinto, scrisse la prima lettera ai tessalonicesi. Aveva mandato Timoteo a confortarli e incoraggiarli e da lui aveva ricevuto buone notizie. Nella lettera li lodava per l’ottimo esempio da loro dato a “tutti i credenti nella Macedonia e nell’Acaia”, e li esortava a non scoraggiarsi a motivo della persecuzione. (I Tess. 1:1-8; 3:1-13; 4:1) Questa lettera si distingue, pare, essendo la prima lettera canonica di Paolo e, con la probabile eccezione del Vangelo di Matteo, il primo libro delle Scritture Greche Cristiane messo per iscritto. Poco dopo Paolo scrisse una seconda lettera ai tessalonicesi, affinché non si lasciassero sviare da falsi insegnanti. — II Tess. 1:1; 2:1-3.

Negli anni successivi Paolo senza dubbio tornò a Tessalonica quando passava dalla Macedonia nel corso dei suoi viaggi. (Atti 20:1-3; I Tim. 1:3) E alcuni tessalonicesi che sono menzionati per nome, Aristarco e Secondo, furono suoi compagni di viaggio. (Atti 20:4; 27:2) Dema, che abbandonò Paolo a Roma, andò a Tessalonica, forse sua città natale. — II Tim. 4:10.

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