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Ausiliario per capire la Bibbia
ad p. 929

Palo di tortura

Strumento come quello su cui fu messo a morte Gesù Cristo. (Matt. 27:32-40; Mar. 15:21-30; Luca 23:26; Giov. 19:17-19, 25) Nel greco classico il sostantivo (stauròs) reso “palo di tortura” nella Traduzione del Nuovo Mondo indica principalmente un’asta o palo diritto, e non c’è nessuna prova che gli scrittori delle Scritture Greche Cristiane lo usassero per indicare un palo con un braccio trasversale (Int, pp. 1155-1157). — Vedi PALO, METTERE AL.

Nel libro The Non-Christian Cross (pp. 23, 24) John Denham Parsons afferma: “In nessuno dei numerosi scritti che formano il Nuovo Testamento esiste una sola frase che, nel greco originale, costituisca anche una prova indiretta che lo stauros usato nel caso di Gesù fosse altro che un ordinario stauros; tanto meno che consistesse non di un solo pezzo di legno, ma di due inchiodati insieme a forma di croce.

“... non poco capzioso da parte dei nostri insegnanti è il tradurre il termine stauros ‘croce’ per rendere nella nostra lingua i documenti greci della Chiesa, e il sostenere tale azione inserendo ‘croce’ nei nostri dizionari quale significato di stauros senza spiegare bene che tale non era affatto il significato principale del termine all’epoca degli Apostoli, non diventò il significato principale che molto tempo dopo, e diventò tale, se mai, solo perché, nonostante l’assenza di ulteriori prove, per una ragione o per l’altra si presumeva che il particolare stauros su cui fu messo a morte Gesù avesse quella particolare forma”.

PERCHÉ GESÙ DOVETTE MORIRE SU UN PALO

Quando Geova Dio diede la sua legge agli israeliti, essi si impegnarono a osservarla. (Eso. 24:3) Tuttavia, essendo discendenti del peccatore Adamo, non erano in grado di osservarla alla perfezione. Per questa ragione vennero a trovarsi sotto la maledizione della Legge. Per allontanare da loro quella particolare maledizione, Gesù doveva essere appeso a un palo come un criminale maledetto. A questo proposito l’apostolo Paolo scrisse: “Tutti quelli che dipendono dalle opere della legge sono sotto una maledizione; poiché è scritto: ‘Maledetto chiunque non persevera in tutte le cose scritte nel rotolo della Legge per farle’.... Cristo ci liberò mediante acquisto dalla maledizione della Legge, divenendo una maledizione invece di noi, perché è scritto: ‘Maledetto ogni uomo appeso a un palo”. — Gal. 3:10-13, NW.

USO FIGURATIVO

“Palo di tortura” a volte sta per sofferenze, vergogna o tortura subite perché si é seguaci di Gesù Cristo. Infatti Gesù disse: “Chi non accetta il suo palo di tortura e non mi segue non è degno di me”. (Matt. 10:38; 16:24; Mar. 8:34; Luca 9:23; 14:27) L’espressione “palo di tortura” è usata anche per indicare la morte di Gesù al palo, per mezzo della quale sono possibili la redenzione dal peccato e la riconciliazione con Dio. — I Cor. 1:17, 18.

La morte di Gesù sul palo di tortura permise di abolire la Legge, che separava gli ebrei dai non ebrei. Quindi, accettando la riconciliazione resa possibile dalla morte di Gesù, sia gli ebrei che i non ebrei potevano diventare “un corpo a Dio mediante il palo di tortura”. (Efes. 2:11-16; Col. 1:20; 2:13, 14) Questo diventò una pietra d’inciampo per molti ebrei, i quali insistevano che la circoncisione e l’osservanza della Legge mosaica fossero indispensabili per avere l’approvazione di Dio. Per questo l’apostolo Paolo scrisse: “Fratelli, se predico ancora la circoncisione, perché sono ancora perseguitato? Quindi, in realtà, la pietra d’inciampo del palo di tortura è stata abolita”. (Gal. 5:11) “Tutti quelli che vogliono avere una piacevole apparenza nella carne son quelli che cercano di costringervi a farvi circoncidere, solo per non essere perseguitati per il palo di tortura del Cristo, Gesù. Non sia mai che io mi vanti, se non del palo di tortura del nostro Signore Gesù Cristo, per mezzo del quale il mondo è stato messo al palo per me e io per il mondo”. (Gal. 6:12, 14, NW) Poiché professava che la morte di Gesù sul palo di tortura era l’unico mezzo per avere la salvezza, Paolo fu perseguitato dagli ebrei. In conseguenza di tale confessione il mondo era per l’apostolo come qualcosa messo al palo e condannato a morte, dato che il mondo lo considerava con odio, come un criminale messo al palo.

Coloro che avevano abbracciato il cristianesimo, ma poi tornavano a vivere in modo immorale, si dimostravano “nemici del palo di tortura del Cristo”. (Filip. 3:18, 19) Le loro azioni dimostravano che non avevano apprezzamento per i benefici risultanti dalla morte di Gesù su un palo di tortura. Essi avevano “calpestato il Figlio di Dio” e ‘stimato di valore comune il sangue del patto mediante il quale erano stati santificati’. — Ebr. 10:29.

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