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  • GEOVA, IL DIO DI VERITÀ
  • La peccaminosità dell’uomo fa risaltare la veracità di Dio
  • GESÙ CRISTO È “LA VERITÀ”
  • “LO SPIRITO DELLA VERITÀ”
  • LA PAROLA DI DIO È VERITÀ
  • ‘CAMMINARE NELLA VERITÀ’
  • LA CONGREGAZIONE CRISTIANA, “COLONNA E SOSTEGNO DELLA VERITÀ”
  • Verità
    Perspicacia nello studio delle Scritture, volume 2
  • I cristiani adorano con spirito e verità
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 2002
  • Chi ha la verità?
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1979
  • Dire la verità unisce
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1963
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Ausiliario per capire la Bibbia
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Verità

Il termine ebraico ’emèth, spesso reso “verità”, può indicare qualcosa di sicuro, degno di fiducia, stabile, fedele; un fatto vero e stabilito. (Eso. 18:21; 34:6; Deut. 13:14; 17:4; 22:20; Gios. 2:12; II Cron. 18:15; 31:20; Nee. 7:2; 9:33; Est. 9:30; Sal. 15:2; Eccl. 12:10; Ger. 9:5) Il termine greco alètheia è proprio il contrario di falsità o ingiustizia e denota conformità ai fatti o a ciò che è giusto e appropriato. (Mar. 5:33; 12:32; Luca 4:25; Giov. 3:21; Rom. 2:8; I Cor. 13:6; Filip. 1:18; II Tess. 2:10, 12; I Giov. 1:6, 8; 2:4, 21) Alcune altre espressioni della lingua originale possono, secondo il contesto, pure essere tradotte “verità”.

GEOVA, IL DIO DI VERITÀ

Geova è il “Dio di verità”. (Sal. 31:5) È fedele in tutto quello che fa. Le sue promesse sono sicure, perché non può mentire. (Num. 23:19; I Sam. 15:29; Sal. 89:35; Tito 1:2; Ebr. 6:17, 18) Giudica secondo verità, cioè come stanno veramente le cose, e non in base alle apparenze esteriori. (Rom. 2:2; confronta Giovanni 7:24). Tutto ciò che emana da lui è puro e senza difetto. Le sue decisioni giudiziarie, la sua legge, i suoi comandamenti e la sua parola sono verità. (Nee. 9:13; Sal. 19:9; 119:142, 151, 160) Sono sempre giusti e appropriati, e l’opposto di ogni ingiustizia ed errore.

La peccaminosità dell’uomo fa risaltare la veracità di Dio

Le pratiche degradanti dei non ebrei e la disubbidienza alla legge di Dio degli ebrei non poterono in alcun modo nuocere al Creatore in persona. Anzi la sua veracità, santità e giustizia divennero più evidenti, e questo alla sua gloria. Ma il fatto che gli errori umani facciano risaltare ancor più la giustizia di Dio non è una ragione per affermare che Dio sia ingiusto nell’eseguire un giudizio avverso contro i trasgressori. Essendo creato da Dio, nessuno ha diritto di nuocere a se stesso peccando. (Rom. 3:5-8) Dio ha liberato il suo popolo non perché pratichi il peccato, ma perché viva una vita giusta, per glorificarLo. — Rom. 6:12, 13.

GESÙ CRISTO È “LA VERITÀ”

Come il Padre suo Geova, Gesù Cristo è “pieno d’immeritata benignità e di verità”. (Giov. 1:14; Efes. 4:21) Mentre era sulla terra, disse sempre la verità come l’aveva ricevuta dal Padre suo. (Giov. 8:40, 45, 46) “Egli non commise peccato, né fu trovato inganno nella sua bocca”. (I Piet. 2:22) Gesù riferiva le cose proprio come stavano. Oltre a essere ‘pieno di verità’, era lui stesso “la verità, e la verità procedeva da lui. Egli stesso affermò: “Io sono la via e la verità e la vita”. (Giov. 14:6) E l’apostolo Giovanni scrisse: “La Legge fu data per mezzo di Mosè, l’immeritata benignità e la verità son venute per mezzo di Gesù Cristo”. — Giov. 1:17.

Le parole di Giovanni non significano che la Legge data per mezzo di Mosè fosse erronea. Anch’essa era verità, conforme alla norma di santità, giustizia e bontà di Dio. (Sal. 119:151; Rom. 7:10-12) Tuttavia la Legge era servita come tutore per condurre a Cristo (Gal. 3:23-25) e aveva un’ombra o figura profetica di realtà più grandi. (Ebr. 8:4, 5; 10:1-5) Dal momento che provvide un’ombra, la Legge, per quanto verace, non era la piena verità e perciò doveva far posto alle realtà che prefigurava. (Col. 2:16, 17) Quindi ‘la verità è venuta per mezzo di Gesù’ nel senso che egli trasferì le cose prefigurate dalla Legge nel reame dell’effettiva verità. Non essendo un’ombra, ma la realtà, Gesù stesso era “la verità”. Inoltre, col suo ministero a favore degli ebrei e proseliti circoncisi, divenne ‘ministro a favore della veracità di Dio’ in quanto adempì le promesse fatte da Dio agli antenati degli ebrei. — Rom. 15:8; vedi GESÙ CRISTO (Il suo ministero: “Testimonianza alla verità”), p. 542.

Similmente il riferimento dell’apostolo Paolo alla “verità della Legge” non significa che nella Legge ci fosse qualche falsità (Rom. 2:20), ma dimostra che non era la piena verità.

“LO SPIRITO DELLA VERITÀ”

Lo spirito che proviene da Geova Dio è puro e santo. È “lo spirito della verità”. (Giov. 14:17; 15:26) Gesù Cristo disse ai discepoli: “Ho ancora molte cose da dirvi, ma non siete in grado di sostenerle al presente. Comunque, quando quello sarà arrivato, lo spirito della verità, vi guiderà in tutta la verità, perché non parlerà di proprio impulso, ma dirà le cose che ode, e vi dichiarerà le cose avvenire”. — Giov. 16:12, 13.

Lo spirito di Dio avrebbe insegnato loro tutto quello che avevano bisogno di sapere per svolgere la loro opera, aiutandoli a ricordare e comprendere le cose che avevano udito da Gesù ma non compreso. (Giov. 14:26) Lo spirito di Dio avrebbe inoltre annunciato loro “cose avvenire”. Questo poteva includere una chiarificazione del significato della morte e risurrezione di Gesù, dato che allora quegli avvenimenti erano ancora futuri ed erano fra le cose che i discepoli non comprendevano. (Matt. 16:21-23; Luca 24:6-8, 19-27; Giov. 2:19-22; 12:14-16; 20:9) Naturalmente lo spirito di Dio in seguito permise ai seguaci di Cristo anche di predire avvenimenti futuri. (Atti 11:28; 20:29, 30; 21:11; I Tim. 4:1-3) Essendo lo “spirito della verità”, lo spirito santo di Dio non avrebbe mai potuto essere fonte di errore, anzi avrebbe protetto i seguaci di Cristo da falsità dottrinali. (Confronta I Giovanni 2:27; 4:1-6). Avrebbe reso testimonianza alla verità riguardante Gesù Cristo. Dalla Pentecoste del 33 E.V. in poi lo spirito di Dio diede testimonianza aiutando i discepoli di Gesù a comprendere le profezie che dimostravano chiaramente che Gesù era il Figlio di Dio. In base a quelle profezie, essi diedero testimonianza ad altri. (Giov. 15:26, 27; confronta Atti 2:14-36; Romani 1:1-4). Ancora prima della Pentecoste però lo “spirito della verità” aveva reso testimonianza del fatto che Gesù era il Figlio di Dio (I Giov. 5:5-8), poiché mediante quello spirito Gesù fu unto e poté compiere opere potenti. — Giov. 1:32-34; 10:37, 38; Atti 10:38; vedi SPIRITO.

LA PAROLA DI DIO È VERITÀ

La Parola di Dio presenta le cose come realmente sono, rivela gli attributi, i propositi e i comandi di Geova, e anche il vero stato di cose esistente fra gli uomini. La Parola di verità di Dio indica cosa ci vuole per essere santificati o resi santi, separati per il servizio di Geova, e per rimanere poi in una condizione di santità. Perciò Gesù poté pregare per i suoi seguaci: “Santificali per mezzo della verità; la tua parola è verità”. (Giov. 17:17; confronta Giacomo 1:18). La loro ubbidienza alla rivelata verità della Parola di Dio li portò alla santificazione, essendo la verità il mezzo mediante il quale purificarono la propria anima. (I Piet. 1:22) Così dimostrarono di non essere “parte del mondo” che non aderiva alla verità di Dio. — Giov. 17:16.

‘CAMMINARE NELLA VERITÀ’

Chi desidera avere l’approvazione di Dio deve camminare nella sua verità e servirlo in verità. (Gios. 24:14; I Sam. 12:24; Sal. 25:4, 5; 26:3-6; 43:3; 86:11; Isa. 38:3) Questo richiede di attenersi ai requisiti di Dio e di servirlo con fedeltà e sincerità. A una samaritana Gesù Cristo disse: “L’ora viene, ed è questa, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre con spirito e verità, poiché veramente, il Padre cerca tali adoratori. Dio è Spirito, e quelli che l’adorano devono adorarlo con spirito e verità”. (Giov. 4:23, 24) Questa adorazione non poteva essere frutto della fantasia, ma doveva conformarsi a ciò che è in armonia con l’effettivo stato di cose, secondo ciò che Dio ha rivelato di sé e dei suoi propositi.

Il cristianesimo è la “via della verità” (II Piet. 2:2), e coloro che aiutano altri promuovendo gli interessi del cristianesimo diventano “compagni d’opera nella verità”. (III Giov. 8) Tutto l’insieme degli insegnamenti cristiani, inclusi poi nella scritta Parola di Dio, è la “verità” o la “verità della buona notizia”. Per conseguire la salvezza è indispensabile attenersi a questa verità o “camminare nella verità”. (Rom. 2:8; II Cor. 4:2; Efes. 1:13; I Tim. 2:4; II Tim. 4:4; Tito 1:1, 14; Ebr. 10:26; II Giov. 1-4; III Giov. 3, 4) In quanto a coloro che si comportano bene, la verità, il conformarsi alla Parola di Dio e i risultati effettivi del loro comportamento, attesta che sono esempi da imitare. (III Giov. 11, 12) Viceversa chi si allontana dagli insegnamenti fondamentali del cristianesimo, sia comportandosi in modo scorretto sia sostenendo dottrine false, non ‘cammina’ più nella verità. Questa era la situazione di coloro che insistevano sulla necessità della circoncisione per essere salvati. Il loro insegnamento era contrario alla verità cristiana e chi lo accettava non ubbidiva più alla verità o non camminava nella verità. (Gal. 2:3-5; 5:2-7) Similmente, quando l’apostolo Pietro, con le sue azioni, fece una distinzione fuori luogo fra ebrei e non ebrei, l’apostolo Paolo lo corresse perché non ‘camminava’ in armonia con la “verità della buona notizia”. — Gal. 2:14.

LA CONGREGAZIONE CRISTIANA, “COLONNA E SOSTEGNO DELLA VERITÀ”

La congregazione cristiana serve come “colonna e sostegno della verità”, preservando la purezza della verità, difendendola e sostenendola. (I Tim. 3:15) Per questa ragione è particolarmente importante che coloro ai quali è affidata la sorveglianza della congregazione siano in grado di maneggiare rettamente la “parola della verità”. Servendosi in modo corretto della Parola di Dio possono combattere falsi insegnamenti nella congregazione, istruendo “quelli che non sono favorevolmente disposti; se mai Dio conceda loro il pentimento che conduce all’accurata conoscenza della verità”. (II Tim. 2:15-18, 25; confronta II Timoteo 3:6-8; Giacomo 5:13-20). Non tutti sono in grado di impartire questo genere di istruzione o insegnamento nella congregazione. Gli uomini che hanno amara gelosia e sono inclini a contendere non hanno ragione di vantarsi di essere in grado di insegnare. — Giac. 3:13, 14.

Perché la congregazione cristiana sia “colonna e sostegno della verità”, coloro che ne fanno parte devono, con la loro condotta eccellente, manifestare la verità nella propria vita. (Efes. 5:9) Devono essere coerenti e non discostarsi dalla condotta retta, come se avessero i “lombi cinti di verità”. (Efes. 6:14) Oltre a rimanere personalmente puri, i cristiani devono preoccuparsi della purezza della congregazione. Per sottolineare la necessità di mantenere la congregazione cristiana pura dalla contaminazione di persone immorali, l’apostolo Paolo scrisse: “Eliminate il vecchio lievito, affinché siate una nuova massa, secondo che siate liberi da fermento. Poiché, in realtà, Cristo, la nostra pasqua, è stato sacrificato. Quindi osserviamo la festa non con vecchio lievito, né con lievito di malizia e malvagità, ma con pani non fermentati di sincerità e verità”. (I Cor. 5:7, 8) Poiché Gesù Cristo è stato sacrificato una volta per sempre (confronta Ebrei 9:25-28) essendo la realtà prefigurata dall’agnello pasquale, l’intera vita del cristiano, paragonabile alla festa dei pani non fermentati, deve essere esente da malizia e malvagità. Bisogna essere pronti a eliminare ciò che è peccaminoso per conservare la purezza propria e della congregazione e così ‘osservare la festa con pani non fermentati di sincerità e verità’.

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