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  • Lavoro, opera
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  • GEOVA E SUO FIGLIO LAVORANO
  • BISOGNA LAVORARE
  • QUALITÀ DEL LAVORO
  • GIUSTA VALUTAZIONE DEL FRUTTO DEL PROPRIO LAVORO
  • OPERE DA EVITARE
  • OPERE GIUSTE
  • FEDE E OPERE
  • Lavoro, Opera
    Perspicacia nello studio delle Scritture, volume 2
  • Apprezziamo il dono chiamato “lavoro”
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1973
  • Perché pentirsi delle “opere morte”?
    Svegliatevi! 1973
  • Impegnàti in opere morte o nel servizio di Geova?
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1992
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Ausiliario per capire la Bibbia
ad pp. 722-723

Lavoro, opera

L’applicazione di energia fisica o mentale per il conseguimento di un fine o per produrre qualche cosa; le Scritture lodano il lavoro. (Eccl. 5:18) È un dono di Dio che l’uomo mangi, beva e “veda il bene per tutto il suo duro lavoro”, ed è volontà di Dio che l’uomo “si rallegri nelle sue opere”. (Eccl. 3:13, 22) Il lavoro non fu istituito solo dopo che l’uomo ebbe peccato; infatti Geova aveva dato all’uomo e alla donna perfetti, innocenti un lavoro da svolgere, ordinando loro di soggiogare la terra. (Gen. 1:28) Tuttavia il lavoro infruttuoso è il risultato del peccato. — Gen. 3:19; confronta Romani 8:20, 21.

Sotto la legge mosaica furono stabiliti periodi di riposo dalla fatica. Gli israeliti non dovevano lavorare nel settimanale giorno di sabato. (Eso. 20:8-11) Inoltre non si poteva fare nessun tipo di “lavoro faticoso” durante i santi congressi. — Lev. 23:6-8, 21, 24, 25, 34-36.

GEOVA E SUO FIGLIO LAVORANO

Geova è un lavoratore: le sue opere includono cose come i cieli, la terra, gli animali e l’uomo. (Gen. 1:1; 2:1-3; Giob. 14:15; Sal. 8:3-8; 19:1; 104:24; 139:14) È giusto riconoscere la grandezza delle opere di Geova, magnificandolo e ringraziandolo. (Sal. 92:5; 107:15; 145:4-10; 150:2) Le opere di Dio sono fedeli e incomparabili, son fatte con sapienza e sono “verità e giudizio”. — Sal. 33:4; 86:8; 104:24; 111:7.

Geova fece una “grande opera” liberando gli israeliti dalla schiavitù all’Egitto e permettendo loro di impadronirsi di Canaan. (Giud. 2:7) Le sue opere a volte richiedono l’esecuzione di giudizi divini. (Ger. 50:25) Perciò, per mezzo di Isaia, era stato predetto: “Geova si leverà . . . per fare la sua opera — la sua opera è strana”. (Isa. 28:21) Fu un’‘opera strana’ quella compiuta nel 607 a.V. e di nuovo nel 70 E.V., quando Geova attuò o provocò la distruzione di Gerusalemme e del suo tempio. — Abac. 1:5-9; Atti 13:38-41; vedi POTENZA, OPERE POTENTI.

La sapienza personificata è descritta come un “artefice” accanto a Geova nella sua opera creativa. (Prov. 8:12, 22-31; confronta Giovanni 1:1-3). Quando era un uomo sulla terra, Gesù Cristo, il sapiente Figlio di Dio, dimostrò di essere un lavoratore e che, anche se le opere creative materiali sulla terra erano terminate, Geova continuava a operare; perciò Gesù disse: “Il Padre mio ha continuato a operare fino ad ora, e io continuo a operare”. (Giov. 5:17) Per Gesù compiere l’opera che gli era stata affidata da Geova era come un cibo nutriente, abbondante e ristoratore. (Giov. 4:34; 5:36) Le opere di Cristo erano compiute nel nome del Padre suo, venivano dal Padre e dimostravano che era “unito al Padre”. (Giov. 10:25, 32, 37, 38; 14:10, 11; 15:24; Atti 2:22) Egli portò felicemente a termine l’opera che Dio gli aveva affidata sulla terra. — Giov. 17:4.

Gesù Cristo disse: “Chi esercita fede in me, farà anch’egli le opere che io faccio, e farà opere più grandi di queste, perché io me ne vado al Padre”. (Giov. 14:12) Evidentemente non voleva dire che i suoi seguaci avrebbero compiuto miracoli maggiori dei suoi, infatti la Bibbia non dice che qualcuno di loro abbia compiuto un miracolo più grande di quello compiuto da Gesù nel risuscitare Lazzaro che era morto da quattro giorni. (Giov. 11:38-44) Ma poiché Gesù andava al Padre, e i suoi seguaci avrebbero ricevuto lo spirito santo per essergli testimoni “in Gerusalemme e in tutta la Giudea e la Samaria e fino alla più distante parte della terra” (Atti 1:8), essi avrebbero compiuto un’opera più estesa e per un tempo più lungo di quella di Gesù, facendo in tal senso un’opera più grande della sua.

BISOGNA LAVORARE

Gesù Cristo affermò che “l’operaio è degno del suo salario”, indicando così che a chi faticava in relazione a cose spirituali non sarebbe mancato il necessario per vivere. (Luca 10:7) Però, come l’apostolo Paolo fece notare ai tessalonicesi, il pigro che rifiuta di lavorare non merita di mangiare a spese degli altri, ma deve imparare a lavorare con le sue mani per soddisfare le proprie necessità. (I Tess. 4:11; II Tess. 3:10, 12) Similmente viene detto: “Il ladro non rubi più, ma piuttosto fatichi”. — Efes. 4:28.

QUALITÀ DEL LAVORO

Qualsiasi lavoro svolga, il servitore di Geova deve ricordarsi della sua relazione con Dio, facendo ogni cosa “con tutta l’anima come a Geova, e non agli uomini”. (Col. 3:23) Questo vuol dire essere industriosi (Prov. 10:4; 13:4; 18:9), onesti e fedeli. Così facendo si rende gloria a Dio, com’è evidente dall’esortazione rivolta agli schiavi cristiani: “Gli schiavi siano sottoposti ai loro proprietari in ogni cosa, e facciano loro piacere, non contraddicendo, non commettendo furto, ma mostrando appieno buona fedeltà, onde adornino in ogni cosa l’insegnamento del nostro Salvatore, Dio”. — Tito 2:9, 10; Efes. 6:5-8; Ebr. 13:18.

GIUSTA VALUTAZIONE DEL FRUTTO DEL PROPRIO LAVORO

I cristiani dovrebbero attendere che Dio benedica il loro lavoro e non essere eccessivamente ansiosi per i loro bisogni materiali. Gesù consigliò ai suoi seguaci di cercare prima il Regno (Matt. 6:11, 25-33) e li esortò a operare “non per il cibo che perisce, ma per il cibo che rimane per la vita eterna”. (Giov. 6:27) Perciò i servitori di Dio amministrano saggiamente il denaro e le cose materiali che si procurano col lavoro, considerandoli subordinati alla molto più importante ricchezza spirituale. Inoltre impiegano le risorse materiali ottenute con duro lavoro per promuovere gli interessi spirituali, e così ‘si fanno amici’ Dio e Cristo. — Eccl. 7:12; Luca 12:15-21; 16:9.

OPERE DA EVITARE

Geova determina quali opere sono corrette e quali scorrette. Egli “porterà ogni sorta di opera in giudizio relativamente a ogni cosa nascosta, in quanto a se è buona o cattiva”. (Eccl. 12:13, 14) Inoltre Dio tratterà ciascuno secondo la sua opera. (Sal. 62:12) Questa, e specialmente l’amore per Geova Dio, è una buona ragione per evitare ciò che è scorretto e per fare ciò che è piacevole ai suoi occhi. — I Giov. 5:3; Sal. 34:14; 97:10; Amos 5:14, 15.

Per avere il favore di Dio i cristiani devono evitare le “opere della carne”, cioè cose come fornicazione, condotta dissoluta, idolatria, pratica di spiritismo, odio, accessi d’ira e ubriachezza. Pratiche del genere impediscono di ereditare il regno di Dio e sono evidentemente incluse fra le “infruttuose opere che appartengono alle tenebre”, opere che non sono di nessun beneficio. — Gal. 5:19-21; Efes. 5:3-14; I Piet. 4:3; confronta Giovanni 3:20, 21.

OPERE GIUSTE

Perché la propria opera abbia successo è indispensabile confidare in Geova Dio. (Sal. 127:1; Prov. 16:3) È Dio che sostiene e rafforza chi opera per fare la sua volontà. (II Cor. 4:7; Filip. 4:13) Mentre la vita umana abbonda di opere vane (Eccl. 2:10, 11; vedi ECCLESIASTE), le opere che hanno relazione con la vera adorazione non sono mai vane. Gli ebrei cristiani furono rassicurati: “Dio non è ingiusto da dimenticare la vostra opera e l’amore che avete mostrato per il suo nome, in quanto avete servito e continuate a servire i santi”. (Ebr. 6:10) Tale opera includeva senz’altro il dare aiuto materiale o mostrare in altri modi benignità a chi era nel bisogno o a chi soffriva o era perseguitato. (Confronta Efesini 4:28; Filippesi 4:14-19; I Timoteo 6:17, 18; Giacomo 1:27). Altre opere eccellenti sono quella di fare discepoli (Matt. 28:19, 20; I Cor. 3:9-15) e, per gli uomini, di prestare servizio come sorvegliante in una congregazione cristiana e ammaestrare i compagni di fede. — I Tess. 5:12, 13; I Tim. 3:1; 5:17.

FEDE E OPERE

Le opere della legge mosaica, che includevano la circoncisione, i sacrifici e le cerimonie di purificazione, non potevano far dichiarare giusta una persona. (Rom. 3:20; 4:1-10; Gal. 3:2) Eppure il discepolo Giacomo — che non parlava delle opere della legge mosaica — dice che “l’uomo è dichiarato giusto dalle opere e non dalla fede soltanto” (Giac. 2:24), poiché ci vogliono azioni pratiche che dimostrino la sua fede, ne diano prova. (Confronta Matteo 7:21-27; Efesini 2:8-10; Giacomo 1:27; 2:14-17; 4:4). Per esempio, Abraamo compì opere che dimostravano la sua fede, infatti fu pronto a sacrificare Isacco. Anche Raab manifestò la sua fede con le opere nascondendo gli esploratori israeliti. — Ebr. 11:17-19; Giac. 2:21-25.

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