Opinione del Vaticano sull’ambasciatore
Anna O’Hara Me Cormick è una scrittrice di primo piano del rispettabilissimo Times di New York. Essa è in buoni rapporti con numerosi funzionari e riferisce le loro vedute di prima mano. Nella sua colonna del 23 dicembre 1951 da Roma (pubblicata il 24 dicembre) essa fa luce sull’attitudine del Vaticano nei riguardi del proposto ambasciatore americano dicendo: “Vi è sorpresa per l’estensione e la violenza dell’opposizione americana all’azione del Presidente. I prelati della Chiesa affermano decisamente che sarebbe meglio non avere un ambasciatore piuttosto di suscitare sentimento settario e controversia religiosa negli Stati Uniti. È inteso che questa sia pure l’opinione dello stesso Papa. . . . I sostenitori che arguiscono che la nomina non sia fatta presso un capo religioso ma presso il governante del pezzo di proprietà chiamata Città del Vaticano non ottengono molto appoggio qui. O la missione è per il Papa come capo della chiesa universale o non è nulla, si precisa; pretendere qualche altra cosa è come rendere inutile la nomina o ridurla a un’assurdità. Tutti gli altri paesi che delegano rappresentanti presso il Vaticano li accreditano presso la Santa Sede, e se gli Stati Uniti decidono d’inviarne uno essi seguiranno la formula regolare.”