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  • Tolleranza per l’unità e l’incremento

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  • Tolleranza per l’unità e l’incremento
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1953
  • Sottotitoli
  • Vedi anche
  • PERCHÉ DIO HA TOLLERATO L’INIQUITÀ’
  • ABBIATE TOLLERANZA RECIPROCA
  • TOLLERANZA PER l’INCREMENTO
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1953
w53 1/12 pp. 503-507

Tolleranza per l’unità e l’incremento

FRA i mali che affliggono questo vecchio sistema di cose corrotto e moribondo è l’intolleranza. Eccone degli esempi. Il problema dell’intolleranza razziale viene aspramente dibattuto nel Sud Africa come lo è in tutti gli Stati Uniti. L’intolleranza ideologica e politica si manifesta non soltanto nei paesi della Cortina di Ferro ma anche in molte democrazie. E l’intolleranza religiosa, che risale a Caino, il primo omicida, si palesa col tentativo d’imporre l’osservanza dei sacri giorni cattolici alla popolazione acattolica di Montreal, Canada, e di New York; con la profanazione delle tombe ebree in Germania; lanciando pietre contro le chiese protestanti in Columbia; per non dire nulla dell’intolleranza mondiale manifestata contro i testimoni di Geova.

L’intolleranza è un cattivo frutto. Tutti quelli che comunque la praticano non possono appartenere alla vera religione ossia alla pura adorazione di Geova Dio. “Non c’è un albero buono che produca frutto guasto; ancora non c’è un albero guasto, che produca frutto buono. Poiché ogni albero è conosciuto dal suo proprio frutto”. — Luca 6:43, 44, NW.

Quelli che mostrano intolleranza non conoscono Dio, poiché Dio è sommamente tollerante. In qual modo ha Geova manifestato tolleranza? Nel fatto ch’egli ha tollerato questo iniquo sistema di cose per oltre quattromila anni. Alcuni uomini, doloranti sotto l’ingiustizia e l’oppressione, hanno messo in dubbio la sapienza di Dio nel permettere queste condizioni ed hanno accusato Dio di simpatizzare con la malvagità. Cotesti uomini mostrano mancanza di intendimento. Davide, pur avendo molto sofferto per mano dell’invidioso re Saul, non accusò Dio così stoltamente. Dimostrando di possedere il giusto intendimento, così si esprimeva: “Tu non sei un Dio che prenda piacere nell’empietà; il malvagio non sarà tuo ospite. Quelli che si gloriano non sussisteranno dinanzi agli occhi tuoi; tu odii tutti gli operatori d’iniquità. Tu farai perire quelli che dicon menzogne; l’Eterno aborrisce l’uomo di sangue e di frode”. — Sal. 5:4-6.

PERCHÉ DIO HA TOLLERATO L’INIQUITÀ’

Geova ha dimostrato ripetutamente la sua capacità di eliminare ogni iniquità. Per tal motivo possiamo esser certi ch’egli ora non la tollererebbe se non avesse delle buonissime ragioni per farlo. Quali sono le ragioni? Le stesse per le quali risparmiò Faraone per un tempo: “Che se ora io avessi steso la mia mano e avessi percosso di peste te e il tuo popolo, tu saresti stato sterminato di sulla terra. Ma no; io t’ho lasciato sussistere per questo; per mostrarti la mia potenza, e perché il mio nome sia divulgato per tutta la terra”. (Eso. 9:15, 16) Sin da quel tempo remoto Geova non solo risolse a suo favore la domanda: “Chi possiede la terra e ne è il governatore?” ma fece anche un quadro profetico del tempo in cui risolverà a suo favore la domanda: “Chi possiede l’universo e ne è il governatore?”

Sin dalla ribellione nel giardino di Eden la supremazia di Geova è sempre stata sfidata. Per dare al Diavolo ampia opportunità di mostrare che è incorreggibile e per dargli il tempo di edificare la sua organizzazione, composta di demoni (angeli decaduti) e delle nazioni di questo mondo, fino alla sua massima potenza, Dio ha tollerato l’iniquità. Poi, a suo tempo, Geova Dio manifesterà la propria potenza superiore e distruggerà Satana e l’intera sua organizzazione come distrusse Faraone e il suo esercito nel mar Rosso. Questo segnerà da parte di Dio il termine della sua tolleranza verso Satana e il suo vecchio mondo. — 1 Giov. 5:19; Apoc. 12:7-10; 18:21; 19:19, 20.

Questa rivendicazione del nome e supremazia di Geova è molto più importante di tutta la sofferenza che egli ha permesso che l’uomo sopportasse. Nel lasciare che le sue creature soffrissero così ingiustamente Dio ha compiuto propositi meritevoli. Satana si vantò di poter allontanare tutti gli uomini da Dio. Per provare che il Diavolo è un bugiardo Iddio gli permise di farne il tentativo. Come è esposto nel libro di Giobbe (capitoli 1 e 2) ciò vuol dire lasciare che il Diavolo apporti sugli uomini la tentazione e la sofferenza. Quelli che resistono alla prova rivendicherebbero la parte di Geova nella controversia e proverebbero la loro ubbidienza e integrità e avrebbero parte alle benedizioni del nuovo mondo di giustizia di Dio. “Se, ora, Dio, benché avesse la volontà di dimostrare la sua ira e far conoscere la sua potenza, tollerò con molta longanimità dei vasi d’ira fatti per la distruzione, perché facesse conoscere le ricchezze della sua gloria su vasi di misericordia, . . . che c’è da ridire?” Sicuramente in vista di tali degni risultati Dio è pienamente giustificato nel permettere che le sue creature soffrano ingiustamente. — Ebr. 5:8, 9; Rom. 9:17-26, NW.

Non soltanto Geova Dio è stato tollerante con quelli che praticano volontariamente l’abbietta iniquità, ma ha al tempo stesso mostrato misericordia verso coloro che si sono dedicati al suo servizio; particolarmente per aver preordinato il sacrificio di suo Figlio per cancellare i loro peccati. (Giov. 3:16) Dato che Dio è misericordioso, sempre disposto a perdonare i nostri peccati se noi ci rivolgiamo a lui con vero pentimento, non dovremmo noi similmente essere disposti a mostrare misericordia verso coloro che ci offendono o che peccano contro di noi? (1 Giov. 2:1, 2) Il fatto è che il perdono per noi stessi dipende dal perdono che noi accordiamo ad altri: “Perdonaci i nostri debiti, come anche noi abbiamo perdonato i nostri debitori”. Ecco perché Gesù dichiarò pure: “Felici sono i misericordiosi, dato che a loro sarà mostrata misericordia”. — Matt. 6:12; 5:7, NW.

ABBIATE TOLLERANZA RECIPROCA

Alle volte i Cristiani permettono che stolti argomenti come quello della dieta li dividano. L’uno sosterrà che una dieta vegetariana è migliore e che tutti i Cristiani dovrebbero quindi essere vegetariani, mentre l’altro insisterà che la carne è indispensabile. L’uno citerà il fatto che ad Adamo non fu detto di mangiare carne, e l’altro riferirà il fatto che ai Giudei fu comandato di mangiarne. In tal modo nascerà una forte discussione. Entrare in controversia su tali questioni insignificanti indica un’intolleranza che è inutile, e contraria al chiaro ammonimento di Paolo in Romani 14:2-4 (NW): “Un uomo crede di mangiare qualunque cosa,. ma l’uomo che è debole mangia vegetali. Colui che mangia non disprezzi colui che non mangia, e colui che non mangia non giudichi colui che mangia, poiché Dio ha accolto questi. Chi sei tu da giudicare il domestico di un altro? Egli sta in piedi o cade al suo proprio padrone. Veramente egli starà in piedi, perché Geova può farlo stare in piedi”.

Com’è stolto per i Cristiani, che hanno la stessa mentalità su questioni veramente importanti come queste: il Regno, la contesa per la supremazia e la rivendicazione del nome di Geova, il dovere di mantenere l’integrità e di tenersi separati dal mondo, quello che la Bibbia insegna sulle dottrine basilari, i quali sono d’accordo per quanto riguarda l’adempimento delle profezie; ed inoltre, che operano fianco a fianco nel proclamare la buona notizia del regno di Dio pubblicamente e di casa in casa; sì, com’è stolto per i Cristiani che sono d’accordo su tutti questi punti, lasciarsi dividere, entrare in discussioni, lasciar subentrare malintesi e amarezza per tali questioni trascurabili come la dieta o quale tra le diverse terapie per curare le malattie del genere umano sia la migliore! Sì, è estremamente stolto per il pericolo che alcuni possano scandalizzarsi e siano allontanati dalla verità a causa di tali discussioni.

Una vera tolleranza suggerisce di evitare divergenze inutili. Dovremmo evitare scrupolosamente di offendere inutilmente altre persone che potrebbero non essere abbastanza mature da rendersi conto della stoltezza di essere pedanti in tali cose trascurabili, e d’altra parte dovremmo evitare di offendere con la nostra ostinatezza. Questa è l’essenza del consiglio di Paolo in 1 Corinzi 10:25-30. Si deve rinunziare alla nostra libertà e preferenza in tali cose per il bene della coscienza altrui; poiché dopo tutto, “Il regno di Dio non significa mangiare e bere, ma significa giustizia e pace e gioia con spirito santo”. — Rom. 14:17, NW.

A proposito, coloro che ritengono il cibo tanto importante sono in pericolo di commettere lo stesso errore di Esaù, che vendette il suo diritto di primogenitura per una scodella di lenticchie. Oppure come Marta, che era talmente presa dalle cose materiali da trascurare quelle veramente importanti. Nei tempi moderni i ministri cristiani che nelle assemblee si privano di una parte della festa spirituale per dare la precedenza al cibo materiale provano di essere piuttosto come Esaù e Marta anziché come Giacobbe e Maria!

TOLLERANZA PER l’INCREMENTO

Non che i Cristiani debbano essere indecisi, senza alcun principio. Tutt’altro! Quando sorgono problemi vitali e i princìpi della Parola di Dio sono in giuoco i veri Cristiani non fanno alcun compromesso. Per quanto ciò possa renderli malvisti essi si rifiuteranno di attribuire la salvezza agli uomini, di inchinarsi davanti a qualche immagine o simili, di ricevere trasfusioni di sangue, ecc. D’altra parte, non cesseranno di parlare della buona notizia finché hanno lingua e c’è qualcuno a cui parlarne. Ma quando il principio non è implicato, quando nessun diretto comandamento di Dio è violato, essi cederanno volentieri, sacrificheranno prontamente le loro preferenze personali in modo da aiutare altri a entrare nella via della salvezza invece di farli intoppare. Come lo espresse Paolo: “Se il cibo fa intoppare il mio fratello, non mangerò affatto carne mai più, affinché io non faccia intoppare mio fratello”. — 1 Cor. 8:13, NW.

I ministri cristiani devono pure mostrare tolleranza verso coloro ai quali dovrebbero porgere il latte della Parola. (Ebr. 5:12) A coloro, per esempio, che fanno caso dell’osservanza rigorosa del sabato. Al tempo di Paolo alcuni Giudei, divenuti Cristiani, sostenevano ancora fortemente l’osservanza del sabato. D’altra parte, i Greci ed altri che non erano stati sotto la legge di Mosè non avevano difficoltà ad apprezzare il fatto che Geova inchiodò la legge al palo di tortura di Cristo. (Col. 2:14) Così oggi, ci sono molti che rispettano rigorosamente il settimo giorno. Il ministro saggio eserciterà tolleranza cristiana non insistendo sul fatto che tale osservanza non è più richiesta. Anzi, egli dimenticherà quel piccolo punto di controversia e si applicherà a far comprendere la verità intorno alle principali questioni, il Regno e la rivendicazione del nome di Geova. Questo è il tempo di ricordare che “uno schiavo del Signore non deve combattere, ma deve avere tatto con tutti”. (2 Tim. 2:24, 25, NW) Lo stesso si dovrebbe fare con altre insignificanti e trascurabili idee religiose alle quali alcuni vorranno attenersi.

I ministri cristiani eserciteranno pure una vera tolleranza sulla questione del vestire; non insisteranno perché coloro che assistono alle adunanze si conformino a certe norme riguardo all’aspetto. Nemmeno faranno discriminazioni tra i ricchi e i poveri, innalzando gli uni e abbassando gli altri. Questo favoritismo è una forma di intolleranza che la Bibbia esplicitamente condanna: “Voi guardate con favore colui che indossa splendide vesti e dite: ‘Prendi questa sedia qui in un posto onorevole,’ e dite al povero: ‘Tu resta in piedi,’ oppure, ‘Prendi quella sedia vicino allo sgabello dei miei piedi,’ . . . se continuate a mostrare favoritismo, commettete un peccato, perché siete riprovati dalla legge come trasgressori”. — Giac. 2:1-9, NW.

La tolleranza cristiana significa pure che mentre siamo impegnati nell’insegnare agli altri la verità della Parola di Dio non dobbiamo tener conto delle loro abitudini personali, come l’uso del tabacco. Neppure si deve indagare negli affari personali o nella vita passata di coloro coi quali studiamo la Bibbia. Nessuno di noi può vantarsi di quello che era quando si avvicinò al Signore e alla sua organizzazione. (1 Cor. 6:9-11) Fino a quando le persone sono affamate di verità vogliamo servirle. Mentre continuano a crescere nella conoscenza e nell’intendimento e ad associarsi col popolo di Geova esse vedranno una organizzazione pura e comprenderanno che anch’esse devono purificarsi.

Se vogliamo aver una parte nell’incremento che si sta avverando attualmente aiutando altri ad accettare i loro privilegi di dedicarsi a Geova Dio mediante Gesù Cristo, dobbiamo mostrare tolleranza. Se amiamo il nostro prossimo come noi stessi avremo pazienza con lui e non lo faremo inciampare inutilmente. Se ha bisogno di istruzione nel mangiare, nel bere, nell’osservanza dei giorni, o nelle abitudini personali, badiamo di usare tatto in tali questioni. L’amore ci insegnerà di privarci lietamente di certe cose affinché altri possano essere aiutati, poiché non è forse l’eterno destino altrui di maggiore importanza delle nostre preferenze e convenienze personali? — Rom. 14:14-20.

L’adempimento della profezia biblica mostra che viviamo nei giorni più importanti della storia dell’uomo perché il regno di Dio, per il quale i Cristiani hanno pregato da 1900 anni, è stato stabilito e Cristo è Presente. (Matt. 24:1-51; Apoc. 11:1518) Presto quel regno rivendicherà il nome e la supremazia di Geova spazzando via tutta l’iniquità e istituendo un nuovo mondo di giustizia. (2 Piet. 3:7-13) Cercando prima di tutto il Regno nella nostra vita e concentrando la nostra predicazione sul tema del Regno eviteremo di immischiarci in cose insignificanti come il mangiare carne o vegetali, il bere caffè, tè o bevande alcooliche o avere discutibili abitudini personali.

“Però, noi, che siamo forti dovremmo sostenere le debolezze di quelli che non sono forti, e non compiacere a noi stessi. Ciascuno compiaccia al suo prossimo in ciò che è buono per sua edificazione” (Rom. 15:1, 2, NW) L’intolleranza è il putrido frutto della falsa adorazione. La tolleranza cristiana è il frutto squisito della vera adorazione che conduce all’unità e all’incremento.

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