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  • w57 15/2 pp. 126-127
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  • Domande dai lettori (2)
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1957
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1957
w57 15/2 pp. 126-127

Domande dai lettori

◆ Morì Adamo per il fatto di essere stato cacciato dal giardino d’Eden e di dover mangiare il cibo imperfetto che cresceva di fuori? — L. D., Stati Uniti.

Adamo non era stato avvertito di non mangiare il cibo fuori del giardino, ma era stato avvertito di non prendere un certo frutto che cresceva dentro il giardino, cioè, l’albero della conoscenza del bene e del male: “Ma in quanto all’albero della conoscenza del bene e del male non ne devi mangiare, perché nel giorno in cui ne mangerai sicuramente morrai”. (Gen. 2:17, NM) Non perché il frutto di questo albero fosse velenoso; al contrario, “la donna vide che il frutto dell’albero era buono a mangiarsi e che era piacevole agli occhi, sì, l’albero era desiderabile a vedersi. Perciò cominciò a prenderne il frutto e a mangiarlo. Poi ne diede anche a suo marito quando fu con lei e lui cominciò a mangiarne”. Il danno consistette in ciò che il mangiare in disubbidienza a Geova simbolizzò, cioè, che le prime due creature umane pensarono di poter decidere da se stesse ciò che era buono e ciò che era male. A causa della loro disubbidienza ebbero la propria colpevolezza sulla coscienza: “Allora gli occhi di entrambi si aprirono e cominciarono a comprendere che erano nudi. Quindi cucirono delle foglie di fico e se ne fecero dei paragrembi”. — Gen. 3:6, 7, NM.

Fu questa ribelle disubbidienza che fece ricadere su di loro la sentenza di morte da parte di Geova. Furono cacciati dal giardino e col sudore dei loro volti dovettero con gran pena guadagnarsi la loro esistenza dal suolo; ma non fu il mangiare questo cibo che li uccise. Fu la disubbidienza che portò la morte, non il cibo. Ma il cibo costituì in parte il mezzo di Geova per giustiziare, ora che l’uomo era stato condannato a morte ed era imperfetto. Il cibo però non era tutto. Quando Gesù fu un uomo sulla terra era perfetto, aveva il diritto alla vita, e avrebbe potuto vivere per sempre sulla terra come uomo perfetto. Alcuni fanno obiezione a questo, dicendo che egli sarebbe divenuto imperfetto e sarebbe morto mangiando il cibo attualmente a nostra disposizione. Ma se il cibo avesse causato ciò, l’azione avrebbe dovuto cominciare durante i trentatrè anni e mezzo in cui visse, e in tal caso Gesù non sarebbe stato perfetto al momento in cui morì, e quindi non uguale ad Adamo e non un idoneo redentore. Ma noi sappiamo che Gesù era un uomo perfetto, pari ad Adamo, quando morì e che egli è il riscattatore idoneo. La sua perfezione non fu macchiata dal cibo che mangiava. Il cibo non è tutto. Non è ciò che mangiate o non mangiate il fattore determinante, bensì l’ubbidienza o la disubbidienza verso Geova. Così fu anche nel caso di Adamo.

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