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  • Insegnamo agli uomini di buona volontà

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  • Insegnamo agli uomini di buona volontà
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1959
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  • L’INSEGNAMENTO DI GESÙ
  • PAOLO AMMAESTRÒ GIUDEI E GENTILI
  • MODERNO INSEGNAMENTO DELLA VERITÀ
  • PROGREDITE VERSO LA MATURITÀ
  • Qualificati per insegnare con fiducia
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1958
  • Insegnante, insegnare
    Ausiliario per capire la Bibbia
  • “Dovreste essere insegnanti”
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1959
  • “Dovreste essere maestri”
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1985
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1959
w59 15/3 pp. 184-191

Insegnammo agli uomini di buona volontà

“Andate dunque e fate discepoli persone di tutte le nazioni, . . . insegnando loro ad osservare tutte le cose che io vi ho comandate”. — Matt. 28:19, 20.

L’INADEGUATA istruzione costerà la vita a questo mondo nella battaglia di Armaghedon. La minaccia alla sua durevole sicurezza non è il fatto che dalle sue scuole non sono usciti scienziati e tecnici in numero sufficiente. La sua rovina è che ha mancato di insegnare agli uomini a temere Dio. Le parole che troviamo in Osea 4:6 sono appropriate tanto alla Cristianità moderna che all’antico Israele: “Il mio popolo perisce per mancanza di conoscenza. . . . giacché tu hai dimenticata la legge del tuo Dio, anch’io dimenticherò i tuoi figliuoli”. (VR) Ma centinaia di migliaia di uomini di buona volontà dimostrano il loro desiderio di ricevere istruzione da una fonte più elevata rivolgendosi alla società del Nuovo Mondo di Geova. Essi dicono: “Noi andremo con voi, perché abbiamo udito che Dio è con voi”. Vogliono imparare. Verrà loro insegnato ‘ciò che Gesù comandò’. Ed il modo più efficace di ammaestrarli è quello che Gesù e i suoi apostoli seguirono. — Zacc. 8:23, VR.

L’INSEGNAMENTO DI GESÙ

2 In breve, che cosa insegnò Gesù? Primariamente venne per recare testimonianza alla verità inerente al Padre suo, Geova, per glorificarlo e per fare conoscere il suo nome. (Giov. 17:4, 26; 18:37) Diede grande importanza al regno di Dio come ciò per cui gli uomini avrebbero dovuto pregare e in cui riporre fiducia. Insegnò ai suoi discepoli che era la prima cosa da cercare. (Matt. 6:10, 33) Impararono qual era il provvedimento di Dio per la salvezza. Venne loro insegnata la necessità di avere amore e umiltà. Egli insegnò loro a manifestare la fede per mezzo delle opere della fede, a divenire insegnanti della verità. Ed insegnò loro ad avere fede nelle Sacre Scritture e ad aiutare altri ad avere fede in esse.

3 Man mano che studieremo accuratamente il metodo di impartire istruzione di Gesù saremo felici di vedere migliorare la nostra capacità di insegnamento e aumentare i nostri frutti nel ministero. Non dovremmo aspettarci che tutti ascoltino; non tutti lo ascoltarono. Ma le pecore riconobbero la sua voce e lo seguirono perché egli è il Giusto Pastore. Se insegnamo le cose che Gesù insegnò e come lui le insegnò, allora le pecore potranno riconoscere anche per mezzo di noi la voce del Giusto Pastore, si volgeranno ansiosamente e seguiranno non noi, ma lui. — Giov. 10:16.

4 Una cosa è parlare ad una persona, predicare; una cosa completamente differente è insegnare ad una persona, aiutarla a capire ed a credere. Gesù insegnò pazientemente ai suoi discepoli le cose inerenti al Padre, perché sapeva che acquistare conoscenza di Lui avrebbe significato vita. “Il timor di Geova è il principio della sapienza, e la conoscenza del Santissimo è l’intendimento”. (Prov. 9:10) Quando arriveranno a conoscere Geova ed a temerlo dovutamente, mostreranno sapienza, sapranno come agire secondo le cose imparate, poiché la sapienza è la capacità di usare la conoscenza.

5 Gesù non disse loro soltanto di pregare il Padre ma indicò come farlo. (Matt. 6:5-15) Insegnò loro ad avere fiducia in Dio, ad accettare le cose che servono per il sostentamento della vita come provvedimenti del Padre celeste. (Matt. 6:25-34) Rafforzò la loro fiducia nelle Scritture come Parola di Dio citandole e spiegandole. Ad una donna samaritana spiegò che sarebbe stato errato adorare Dio soltanto in qualche città o montagna, perché “Dio è uno Spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo con spirito e verità”. (Giov. 4:24) Considerando la relazione dell’uomo con Dio, egli indicò che è più che giusto che le opere dell’uomo siano fatte, non per esaltare se stesso, ma per lodare Dio. “Così risplenda la vostra luce dinanzi al genere umano, affinché vedano le vostre giuste opere e diano gloria al Padre vostro che è nei cieli”. (Matt. 5:16) Gesù era venuto per glorificare suo Padre e per aiutare gli uomini di buona volontà a comprendere la loro relazione con Lui; perciò egli si accertò che questi punti si imprimessero profondamente nella mente e nel cuore dei suoi discepoli.

6 ‘Cercate prima il regno di Dio’. È facile dirlo, ma come si può esprimere l’argomento in modo che ne sia compreso il significato e diriga la vita dell’ascoltatore? Gesù sapeva che le cose da imparare, con illustrazioni tratte dalla vita degli ascoltatori, dalle loro esperienze quotidiane, dai loro desideri e dalle loro abitudini, avrebbero potuto essere molto più facilmente comprese, perché i suoi ascoltatori avrebbero potuto raffigurarsi le cose di cui parlava. Rassomigliò l’intenso desiderio che si dovrebbe avere per quel regno al desiderio che un uomo avrebbe, avendo trovato un tesoro sepolto, di vendere tutti i suoi averi per comprare il campo dove esso giace. (Matt. 13:44) Paragonò l’abilità di riconoscere il segno che avrebbe contrassegnato la sua presenza col potere del Regno con l’abilità di una persona di discernere il cambiamento delle stagioni. Essa potrebbe imparare se volesse. (Matt. 24:32, 33) La mancanza di gratitudine verso l’invito per il Regno fu illustrata dall’atteggiamento di indifferenza manifestato da alcuni uomini che un re aveva invitato ad un banchetto nuziale, ma che erano troppo occupati in altri interessi per parteciparvi. L’irriverente risposta al loro governante arrecò la punizione su di loro. — Matt. 22:1-14.

7 Ovviamente, non tutti avrebbero ereditato il Regno. Gesù si servì dell’atteggiamento di due figli per presentare l’argomento. Uno fu apparentemente rispettoso verso il padre, ma non ubbidì. L’altro fu dapprima un po’ riluttante ad osservare il comando del padre, ma si pentì del suo errore e ubbidì. “Quale dei due fece la volontà del padre?” chiese Gesù. “L’ultimo”, essi dissero. Quale vigorosa introduzione dell’argomento secondo cui i capi religiosi apparentemente giusti non avevano accettato l’insegnamento di Giovanni Battista, mentre peccatori che non avevano precedentemente accettato la Parola di Dio si erano pentiti ed ora avevano la prospettiva del Regno! (Matt. 21:28-32) Egli mostrò quanto sarebbe stato indesiderabile rivolgersi ai falsi insegnanti religiosi per avere cibo spirituale paragonandoli a piatti sporchi, nei quali nessuno vorrebbe mangiare. È vero, disse, essi sembrano belli dal di fuori, come “sepolcri imbiancati”, ma nessuno vorrebbe partecipare alla corruzione che vi è dentro. (Matt. 23:25-28) Altri potrebbero capire il punto maggiormente per mezzo del suo riferimento al pesce preso e rifiutato dal pescatore, per questo egli usò la parabola della rete. (Matt. 13:47-50) Egli fece vivere il messaggio nella mente dei suoi ascoltatori mediante tali appropriate illustrazioni.

8 Un altro punto che si doveva imparare fu che Gesù era colui mediante il quale Dio dà la salvezza. L’idea non interessava tutti e per molti Gesù fu “una pietra d’inciampo e un masso di roccia d’offesa”. (1 Piet. 2:8) Gesù, tuttavia, presentò con autorità il soggetto in modo che interessasse l’ascoltatore e per la sua eterna benedizione. Ad un’assidua donna samaritana che quotidianamente attingeva acqua da un pozzo Gesù fece notare la relazione fra i benefici del credere e il suo lavoro giornaliero”. ‘Chi beve dell’acqua che io gli darò non avrà mai più sete, ma l’acqua che gli darò diverrà in lui una fonte d’acqua zampillante per impartire vita eterna’. La donna gli disse: ‘Signore, dammi quest’acqua, affinché non abbia più sete né continui a venire a questo luogo ad attingere acqua’”. (Giov. 4:14, 15) Ella era interessata e Gesù continuò ulteriormente a spiegare. Ad altri che gli si opposero fece una descrizione che difficilmente sarebbe stata dimenticata. Paragonò l’azione di quelli che lo rigettarono alla disgustosa azione dei coltivatori di una vigna che rifiutarono di pagare al proprietario ciò che gli spettava e assassinarono perfino suo figlio quando andò ad esaminare la faccenda. — Luca 20:9-18.

9 Gesù sapeva che l’amore e l’umiltà sono essenziali perché una persona possa ottenere la vita nel nuovo mondo. Per avere tali qualità occorre educare il cuore. Avrebbero potuto impararle meglio vedendone la dimostrazione; perciò egli attrasse la loro attenzione sulle innumerevoli espressioni di amore che Geova aveva avute nei loro confronti. Poterono anche osservare l’amore e l’umiltà nell’attitudine e nel ministero di Gesù, nel “tenero affetto” che ebbe per quelli che ammaestrò, nelle sue preghiere al Padre celeste, quando lavò loro i piedi, e quando volontariamente depose la sua vita per l’umanità. Man mano che avrebbero riflettuto sulle cose viste e udite, quell’insegnamento avrebbe cominciato a penetrare nel loro cuore, ad addolcirlo e ad indurlo ad accettare. “Amiamo perché egli ci amò per primo”. — Matt. 9:36; 1 Giov. 4:19.

10 Quando Gesù mandò a predicare i suoi discepoli diede loro accurate istruzioni sul modo di compiere la loro opera. Disse loro ciò che dovevano dire e fare. Li preparò all’opposizione che avrebbero incontrato e fece loro capire il grande privilegio che avevano. (Matt. 10:1-28) Essi sapevano che insegnare avrebbe richiesto sia presentare la verità agli uomini di buona volontà che rispondere agli insinceri attacchi degli avversari. Osservando Gesù, imparavano il modo in cui egli risolveva le situazioni che si presentavano. Era in una posizione forte; aveva la verità. Un esempio della semplicità e della forza dei suoi argomenti si trova in Matteo 9:11-13. I Farisei cercarono di fare sentire a disagio i discepoli di Gesù chiedendo: “Perché il vostro maestro mangia con gli esattori di tasse e con i peccatori?” Gesù stesso rispose alla domanda: “Le persone in salute non hanno bisogno di medico, ma i sofferenti ne han bisogno. Andate, dunque, e imparate che cosa significa questo: ‘Voglio misericordia, e non sacrificio’. Per conseguenza, io son venuto a chiamare, non i giusti, ma i peccatori”. In un’altra occasione furono sollevate delle obiezioni perché egli guariva gli ammalati di sabato. La sua risposta non poté essere confutata: “Chi è fra di voi che avendo una pecora, se questa gli venga a cadere di sabato in una fossa, non la prenda e la cavi fuori? Or un uomo quanto è da più di una pecora! Pertanto è lecito far del bene in giorno di sabato”. (Matt. 12:9-12, Ti) Quando le domande non erano fatte con il desiderio di imparare, le sue risposte erano molto brevi, ma date in modo che gli onesti ascoltatori riconoscessero che insegnava la verità.

11 Che cosa dava tale forza alle parole di Gesù? Perché era così persuasivo il suo modo di parlare? Innanzi tutto, perché insegnava la verità ed aveva lo spirito di Geova. Inoltre, perché la presentava in termini che i suoi ascoltatori potevano facilmente capire. I pescatori avrebbero facilmente afferrato l’idea se avesse chiarito gli argomenti con l’illustrazione del pesce e delle reti. Chi, fra coloro che s’intendevano di agricoltura, non avrebbe apprezzato i suoi commenti sulla raccolta, sugli uomini che lavoravano in una vigna, sulla gallina coi suoi pulcini, su un animale preso in trappola e sul tempo? Coloro che si occupavano di faccende domestiche avrebbero capito maggiormente il messaggio con l’illustrazione dell’abito logoro rappezzato, dell’effetto del lievito sul pane, dei piatti sporchi e delle cose che fanno i bambini. Per altri, il riferimento al salario e alla Geenna, luogo dove venivano gettati i rifiuti della città di Gerusalemme, avrebbe vividamente comunicato i pensieri. Gesù rendeva la sua presentazione della verità flessibile e adattabile. Il messaggio in se stesso non cambiava minimamente, ma egli capiva il popolo a cui insegnava perché si interessava di esso, e introduceva il soggetto secondo il suo modo di vedere. Osservava la reazione dei suoi ascoltatori e quindi la teneva in considerazione nei suoi ulteriori commenti. Associava i punti difficili da accettare con cose che essi ben conoscevano. Rendeva i suoi consigli appropriati usando vividi contrasti. Egli è un insegnante che dovremmo imitare.

PAOLO AMMAESTRÒ GIUDEI E GENTILI

12 Paolo, zelante apostolo di Gesù Cristo, si dedicò con tutto il cuore all’opera di insegnare la verità, ed anche nel racconto del suo ministero possiamo trovare molti utili argomenti. In Atti 13:16-41 troviamo un sermone che egli pronunciò ai Giudei e questo è un bell’esempio da seguire per noi. Esso suscita interesse, è persuasivo ed appropriato. Notate che all’inizio Paolo evitò qualsiasi argomento sulla superiorità del Giudaismo rivolgendosi loro come ad un popolo che temeva Dio e quindi riconoscendo che “l’Iddio di questo popolo d’Israele scelse i nostri padri”. Ma il suo tatto non gl’impedì di presentare la verità. Egli pose le basi per la sua discussione sul Messia presentando fatti storici accettati che indicavano l’ostinatezza della nazione. Introducendo Giovanni Battista nella descrizione, mostrò che qualcuno ben noto al pubblico aveva accettato Cristo. Indicò che se i governanti lo avevano rigettato, questo non lo screditava; al contrario, adempiva le profezie e avrebbe dovuto confermare la loro fede in lui. Con tatto collegò la credenza in Gesù con l’accettazione dell’amato re Davide, e quindi mostrò la superiorità della posizione di Gesù. Basò il suo argomento su cose che sapevano e nelle quali credevano. In una stimolante conclusione, li esortò a non adempiere le profezie che descrivono quelli che avrebbero mostrato disprezzo con incredulità. Nessun Giudeo di cuore onesto che conosca la storia del suo popolo e che creda sinceramente alle cose scritte dai profeti di Dio potrebbe rifiutarsi d’accettare l’argomento presentato in quel caso.

13 Paolo parla di se stesso come di colui al quale il Signore Dio ha affidato la buona notizia per i popoli delle nazioni. Predicando a loro si presentarono problemi del tutto differenti da quelli incontrati fra i Giudei. In Atti 17:22-31 v’è un esempio di come la buona notizia può essere presentata a queste persone e dà una buona guida a quelli che oggi hanno simili assegnazioni. Paolo si interessava del popolo che serviva e rispettava il loro modo di vivere. Comincia osservando con interesse la loro devozione religiosa e facendo commenti su un loro luogo di adorazione. Collega la vera adorazione, non con la loro idolatria, ma con il loro giusto desiderio di adorare un Dio sconosciuto. Poiché il popolo adorava molti dèi, Paolo spiega accuratamente quello che intende dire parlando di Dio. Sostiene che il Creatore del mondo non potrebbe essere un idolo e che non abita in un tempio fatto dall’uomo. Ora è tempo, indica Paolo, di venire a conoscenza del suo proposito e di conformarsi ad esso per poter avere una posizione favorevole nel giorno del giudizio. Questo messaggio non poteva essere confuso con quello che essi udivano nei loro templi. Pur essendo presentato con tatto, era anche penetrante. Rese chiaro chi è Dio, quale speranza ci offre, e quello che dovremmo fare. Sono i vostri sermoni ben presentati come lo fu quello?

MODERNO INSEGNAMENTO DELLA VERITÀ

14 Oggi quindi i testimoni di Geova visitano le case in ubbidienza al comando di Gesù di ammaestrare tutte le nazioni e di far loro conoscere la “buona notizia del regno”. Vogliono essere certi che il popolo impari veramente, che veda la differenza fra il messaggio della Bibbia che essi portano e gli insegnamenti dati dai comuni pulpiti della Cristianità. Se dite all’ordinario frequentatore di chiesa che dobbiamo aver fede, egli risponderà che ode queste cose in chiesa. Ditegli che deve acquistar conoscenza di Dio, ed egli vi assicurerà che sa queste cose. Sì, egli vi dirà che crede anche nel regno di Dio. Il ministro che è qualificato per insegnare non può pensare di aver finito il suo lavoro semplicemente parlando al padrone di casa di queste cose. Se la persona è disposta ad ascoltare, il ministro vorrà essere certo che comprenda veramente il messaggio. Il ministro può pertanto continuare a spiegare che la fede che occorre per piacere a Dio è più che il semplice credere; deve essere basata su un’accurata conoscenza della sua Parola. (Ebr. 11:1, 6) Parlando di Dio, può indicare che Dio ha un nome, Geova, e che per conoscerlo veramente dobbiamo capire i suoi propositi come sono esposti nella Bibbia. (Sal. 83:18) Oppure può specificare che il Regno è un vero governo operante dal cielo che presto spazzerà via la malvagità dalla terra, e che ora dobbiamo conformare la nostra vita ai requisiti posti da Dio se vogliamo ottenere la vita eterna sotto di esso. — Dan. 2:44.

15 I membri delle chiese oggi hanno la Bibbia e molti hanno sentito quello che essa dice. Sono molto simili ai Giudei dei giorni di Gesù; essi avevano le Scritture e ne avevano udito spesso la lettura. Ma non ne afferravano il senso. Quando Gesù e gli apostoli insegnavano alle persone, queste erano stupite. Essi non insegnavano come il clero religioso. Erano sinceri, sapevano che insegnavano la verità e il santo spirito di Dio li sosteneva. (Atti 4:13) Così oggi, quando i testimoni di Geova compiono il loro ministero nelle case del popolo, usano abilmente la Bibbia, leggendo appropriati versetti biblici, prendendosi poi il tempo per attirare particolare attenzione sugli istruttivi argomenti contenuti in quei versetti e facendo commenti circa la loro applicazione ai nostri giorni. Non predicano soltanto; sono anche insegnanti della Parola di Dio.

16 Quando Gesù non fu favorevolmente ricevuto in un certo villaggio samaritano, Giacomo e Giovanni si adirarono e dissero: “Signore, vuoi tu che diciamo che scenda fuoco dal cielo e li consumi?” (Luca 9:54, VR) Gesù li rimproverò per questo. Facciamo bene a prendere a cuore l’avvenimento. Non c’è motivo di eccitarsi quando incontriamo indifferenza o anche aperta opposizione. Il consiglio di Paolo è: “Lo schiavo del Signore non deve contendere, bensì deve aver tatto con tutti, essere qualificato per insegnare, tenendosi a freno nel male, istruendo con mansuetudine quelli non favorevolmente disposti, poiché Dio potrebbe concedere loro il pentimento che porta a un’accurata conoscenza della verità, ed essi potrebbero tornare in sé liberandosi dal laccio del Diavolo, vedendo d’essere stati presi vivi da lui per fare la sua volontà”. — 2 Tim. 2:24-26.

17 Siamo mandati ad insegnare la verità. Una lingua tagliente e mordace è raramente una buona insegnante. “Chi è saggio di cuore sarà chiamato intelligente, e chi è dolce nelle [sue] labbra aggiunge persuasione”. (Prov. 16:21) Siamo attratti da queste persone che sono “stanche e sfinite, come pecore che non hanno pastore”. (Matt. 9:36, VR) Sebbene possano freddamente rigettare il messaggio quando le visitiamo, noi non lo usiamo contro di esse. ‘L’amore è longanime. Non cerca i propri interessi, non viene provocato. Esso non tiene conto dell’offesa’. (1 Cor. 13:4, 5) Sappiamo che significherà vita per loro se abbracceranno la verità. Non imponiamo loro il messaggio, ma ‘istruiamo con mansuetudine quelli non favorevolmente disposti’. A motivo dell’amorevole attitudine manifestata dai testimoni di Geova migliaia di persone hanno appreso la verità. “Il cuore del sapiente ne rende assennata la bocca, ed aggiungerà grazia alle sue labbra”. (Prov. 16:23, Ti) Essendo saggio, il suo cuore, o sede dei motivi, è mosso dall’amore. Questo lo aiuta ad avere una giusta visione della vera condizione delle persone che serve, a mostrare avvedutezza nel trattare con loro. Farà sì che qualcuno ascolti ciò che egli ha da dire, ne sia persuaso e lo faccia “tornare in sé liberandosi dal laccio del Diavolo”.

PROGREDITE VERSO LA MATURITÀ

18 Quando i testimoni di Geova trovano qualcuno che risponde alla voce del Giusto Pastore, pensano forse di aver finito il lavoro? Niente affatto. Lo aiutano ad associarsi nell’ovile delle pecore del Pastore ed a crescere verso la maturità cristiana. Regolarmente, ogni settimana, visiteranno il simpatizzante per studiare la Bibbia con lui, affinché possa rendersi conto di ciò che gli viene detto di fare. Colui che insegna dovrebbe aver gran cura nell’assicurarsi che la persona di buona volontà impari veramente, che comprenda gli argomenti e faccia progresso verso la maturità. Non tutti progrediranno allo stesso passo, ma con un’accurata organizzazione lo sviluppo spirituale di ciascuno riceverà la dovuta attenzione. Incoraggiate i nuovi ad esprimersi. “Chiunque viene oralmente ammaestrato nella parola condivida tutte le buone cose con colui che dà tale orale ammaestramento”. (Gal. 6:6) E quando viene fatto il commento, se evidentemente non è stato compreso, dimostrate di essere veri insegnanti discutendo ulteriormente il punto e inducendo lo studente a fare altri commenti. Insegnate allo studente a ragionare sulle cose, a rendersi conto della loro relazione con quelle precedentemente imparate, a includere nelle sue risposte le scritture che dimostrano che esse sono giuste. Ripetete particolarmente i punti importanti affinché non siano dimenticati.

19 Occorre di più affinché questa persona divenga realmente un discepolo di Cristo Gesù. Dovrebbe imparare a cercare la guida di Geova e a coltivare un vivo desiderio di piacergli. Dovrebbe essere aiutata ad apprezzare il punto di vista del salmista Davide che disse: “Insegnami a far la tua volontà, poiché tu sei il mio Dio. Il tuo spirito è buono; possa esso condurmi nella terra della dirittura”. (Sal. 143:10) Più che ad avere le risposte nella testa, dovremmo aiutarla ad avere la legge di Dio nel cuore. “E per questo continuo a pregare, affinché il vostro amore possa abbondare ancor più in accurata conoscenza e pieno discernimento, affinché possiate accertarvi delle cose più importanti, affinché possiate essere irreprensibili e non siate d’inciampo agli altri fino al giorno di Cristo, e possiate esser ripieni del giusto frutto che è in Gesù Cristo, alla gloria e alla lode di Dio”. (Filip. 1:9-11) Sì, quando la verità farà presa sul cuore dell’individuo e si svilupperà in esso, egli comincerà a portare frutto. — Matt. 13:23.

20 Di solito non occorre molto tempo prima che una persona di buona volontà cominci a capire che i Cristiani hanno un’opera da fare. Ma ad alcuni occorre più tempo che ad altri per essere disposti a farla. Non accade tutto ad un tratto, ma un buon insegnante può far molto per preparare ad essa. Ogni settimana trascorrete un po’ di tempo per far loro conoscere l’organizzazione di Geova e il modo in cui compie la sua opera. Informateli delle adunanze e del modo in cui sono tenute. Invitateli ad assistere. Mentre parlate loro del vostro ministero di casa in casa svolto durante la settimana, mostrate loro con la Bibbia perché agite in quel modo. (Atti 20:20) In seguito potete raccontare un’incoraggiante esperienza che avete avuta visitando una persona di buona volontà. In tale opportunità si potrebbe mostrare che Gesù comandò che le pecore fossero cibate. (Giov. 21:15-17) In un’altra occasione potreste informarli del programma di addestramento e del fatto che i nuovi non sono mandati da soli ma che sono amorevolmente assistiti passo per passo finché non si sentano qualificati per aiutare altri. Non pensate di doverli invitare in servizio la prima volta che gliene parlate. Preparateli per esso. Man mano che l’intera disposizione prenderà forma nella loro mente e dagli studi che fate con loro cominceranno a rendersi conto dell’urgente necessità che altri imparino, vorranno parteciparvi. L’amore basato sulla conoscenza toglierà ogni timore di dire ad altri ciò che essi hanno imparato e lo sostituirà con un ardente desiderio di mostrare il loro apprezzamento verso Geova servendolo. — 1 Giov. 4:18.

21 In tutte le parti del mondo c’è urgente necessità di insegnanti della buona notizia. Siete voi, come Cristiani, qualificati per insegnare? State voi facendo passi per avanzare oltre l’infanzia cristiana per poter essere insegnanti? Siete disposti ad adoperare le verità e le capacità che ora avete per aiutare altri ad imparare la verità perché possano ottenere la vita nel nuovo mondo di Dio? Se è così, ora è tempo di far vostro questo privilegio di servizio che Dio dà. Mentre lo fate, sia che siate nuovi o esperti nel ministero, seguite il consiglio riportato in 1 Timoteo 4:16: “Presta costante attenzione a te stesso e al tuo insegnamento”.

[Domande per lo studio]

1. (a) Qual è il sorprendente fallimento dei sistemi d’istruzione del vecchio mondo? (b) Quali passi fanno gli uomini di buona volontà per evitare la distruzione con il vecchio mondo?

2. Quali sono alcune sorprendenti cose insegnate da Gesù?

3. Quali risultati avremo imitando il metodo di insegnamento di Gesù?

4, 5. (a) Qual è la differenza fra predicare e insegnare? (b) Quali cose inerenti al Padre insegnò Gesù ai suoi discepoli?

6. Con quali illustrazioni mostrò Gesù che cosa significa ‘cercare prima il regno’?

7. Come ammonì Gesù contro i falsi insegnanti e come mostrò che non tutti erediteranno il Regno?

8. In che modo Gesù rese interessante l’accettazione del mezzo di salvezza di Geova?

9. Come e perché insegnò loro l’amore e l’umiltà?

10. Quali buoni esempi di confutazione troviamo nel racconto del ministero di Gesù?

11. Che cosa rese l’insegnamento di Gesù tanto persuasivo?

12. In un sermone ai Giudei, come presentò Paolo l’argomento della credenza in Cristo, e che cosa rese i suoi argomenti particolarmente interessanti per i suoi ascoltatori?

13. Che cosa rese la presentazione della verità di Paolo sia interessante che efficace anche per coloro che non accettarono la verità?

14. Illustrate come si possono aiutare con tatto i padroni di casa che dicono che imparano le stesse cose in chiesa.

15. A somiglianza dei primi Cristiani, che cosa rende efficace l’insegnamento impartito dai testimoni di Geova oggi?

16, 17. Quale eccellente consiglio dà la Bibbia sul modo di compiere il nostro ministero quando incontriamo persone che non sono interessate, e quale effetto ha questo sul nostro insegnamento?

18. (a) Come dimostrano i testimoni di Geova vero amore per gli uomini di buona volontà? (b) Quali suggerimenti vengono dati perché i ministri cristiani siano certi che l’istruzione che impartiscono ha effetto?

19. Che cosa, oltre all’accurata conoscenza, dovremmo sforzarci di insegnare alle persone di buona volontà?

20. Come si possono preparare i nuovi interessati ad avere una parte nell’insegnare ad altri la verità?

21. Quale opera è urgente oggi?

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