Soddisfate oggi le necessità delle pecore
GESÙ disse: “Pasci le mie pecorelle”. Il buon pastore condurrà le pecore dove vi è erba tenera e acqua limpida. L’Agnello di Dio ha detto inoltre, riferendosi alle pecore, che le “guiderà [o condurrà] alle fontane delle acque della vita”. (Apoc. 7:17) Voi sorveglianti, siete ansiosi di fare altrettanto, dando alle pecore buon cibo e guidandole alle acque di vita? Alcuni anni fa qualcuno non guidò voi pastori perché beveste liberamente dell’acqua della vita? Perché non provvedere dunque perché altre pecore possano cibarsi dallo stesso pascolo e bere delle stesse acque che furono offerte a voi. L’abile direttiva dipende dall’avere accurata conoscenza della verità e grande familiarità con le pecore stesse. Conoscete bene la vostra congregazione? L’avete addestrata ad ascoltare la giusta voce? Sentite quello che disse Gesù: “Le pecore ascoltano la sua voce [del pastore], ed egli chiama le proprie pecore per nome e le conduce fuori”. (Giov. 10:3) Gesù conosceva tutte le sue pecore per nome. E voi, conoscete per nome tutti quelli che fanno parte della vostra congregazione? Parlate con loro? Siete desiderosi di far conoscenza con le nuove pecore che vengono nella Sala del Regno? Gesù lo faceva. Mostrate amore agli estranei, fate conoscenza con le pecore di Geova unendovi a loro nel servizio di campo e nelle adunanze della congregazione di Dio.
2 Le pecore hanno bisogno di essere nutrite, non solo di essere guidate. Come vengono nutrite? “Lo schiavo fedele e discreto che il signore ha costituito sopra i suoi domestici per dar loro il cibo a suo tempo” certamente provvede cibo in abbondanza. Il corpo direttivo della visibile organizzazione di Geova provvede molto buon cibo per tutte le pecore, compresi i sorveglianti. Voi sorveglianti, incoraggiate le pecore a mangiare questo cibo, offrendolo loro man mano che giunge dall’organizzazione di Geova? Quanto tempo dedicate per accompagnarle alle adunanze se sono spesso assenti? Aiutate le pecore deboli a prendere il cibo? Quante volte le portate con voi nel servizio di campo o chiedete loro di accompagnarvi? Quanto tempo dedicate alle pecore malate o disponete che altri le visitino? Compiere la volontà divina sotto ogni aspetto è buon cibo. Ecco come s’espresse Gesù: “Il mio cibo è che io faccia la volontà di colui che mi ha mandato e finisca la sua opera”. — Giov. 4:34.
3 Le cose materiali del mondo non sono le più importanti, e potrebbero far morire di fame spiritualmente. È il cibo spirituale, la Parola di Dio, che tiene in vita. “L’uomo non deve vivere di solo pane, ma di ogni espressione che esce dalla bocca di Geova”. (Matt. 4:4) La conoscenza e l’intendimento della volontà divina, e la sua attuazione, sono veramente l’unico cibo appropriato. Ogni pastore delle pecore ha bisogno di cibarsi della Parola di Dio.
4 Gesù mise in risalto il fatto che nel cibare le pecore, “fate discepoli . . ., insegnando loro ad osservare tutte le cose che vi ho comandate”. (Matt. 28:19, 20) Discepolo è colui che impara, e uscendo dalle tenebre c’è molto da imparare. L’intendimento, ossia il buon cibo, si trova difficilmente dove c’è immoralità o tra fratelli che covano invidia o gelosia. Perciò Pietro scrisse: “Mettete dunque da parte ogni malizia ed inganno e ipocrisia e invidia ed ogni specie di maldicenza e, come bambini appena nati, abbiate il vivo desiderio del puro latte della parola, affinché per mezzo d’esso cresciate verso la salvezza, se avete provato che il Signore è benigno”. (1 Piet. 2:1-3) I sorveglianti sanno che “il Signore è benigno”; perciò dovrebbero fare in modo che le pecore ‘crescano verso la salvezza’ mediante il “puro latte della parola”. Mostrate alle pecore com’è bello nutrirsi di questo cibo. Questo richiede tempo, è vero, ma tutte le pecore, nuove e mature, hanno fame e sete di giustizia. Tutte devono continuare a mangiare altrimenti moriranno di fame. Aiutatele come dovrebbero fare i pastori, affinché la loro fame e sete sia saziata. “Felici quelli che hanno fame e sete di giustizia, perché saranno saziati”. (Matt. 5:6) In qualità di assistenti pastori, adempite bene le vostre responsabilità?
NECESSITÀ DI MANGIARE E BERE
5 Non tenete le pecore a una dieta di fame. I sorveglianti che cibano le pecore con la verità della Parola di Dio non dovranno mai preoccuparsi per loro. Esse cresceranno fino alla maturità, perché “chi beve dell’acqua che io gli darò non avrà mai più sete, ma l’acqua che gli darò diverrà in lui una fonte d’acqua zampillante per impartire vita eterna”. (Giov. 4:14) Lasciate zampillare quest’acqua. Fate bere alle pecore l’acqua che impartisce vita eterna. Geova provvede anche buon cibo, ogni mese da “alberi di vita, che producono dodici raccolti di frutta e portano i loro frutti ogni mese”. (Apoc. 22:2) Il sorvegliante che ha il giusto spirito farà in modo che le pecore di Dio siano aiutate ad avere tutto ciò di cui hanno bisogno per servire Geova Dio per l’eternità.
6 Tutti nella società del Nuovo Mondo, ministri e pastori della congregazione, “continuano a dire: ‘Vieni!’” “E chiunque ode dica: ‘Vieni!’ E chiunque ha sete venga; chiunque vuole prenda l’acqua della vita gratuitamente”. (Apoc. 22:17) Certamente i sorveglianti non possono essere meschini in mezzo a tale abbondanza. Essi, insieme alle pecore di Dio, hanno ricevuto gratuitamente e vogliono dare gratuitamente. Sanno che è vero ciò che ha detto il saggio: “Presta attenzione alle mie parole. . . . sono vita per coloro che le trovano e salute per tutta la loro carne”. (Prov. 4:20, 22) Pensate, dare alle altre pecore appropriato cibo e bevanda, che è la verità della Parola di Dio, significa vita per loro! Significa salute per la loro carne. Pastori, badate che le pecore non abbiano mai fame né sete!
7 Le buone pecore devono rendersi conto delle proprie necessità spirituali. I pastori possono aiutarle in questo. Le piccole pecore del gregge sono come i bambini piccoli che hanno bisogno dei genitori. Le pecore giovani devono desiderare la vicinanza di Geova Dio loro Padre e della materna visibile organizzazione di Geova. Potranno conoscerli meglio entrambi ascoltando la Parola di Dio, poiché infatti è scritto: “Questi comandamenti che oggi ti do ti staranno nel cuore; li inculcherai ai tuoi figliuoli, ne parlerai quando te ne starai seduto in casa tua, quando sarai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai”. (Deut. 6:6, 7, VR) Facciamo questo per tutti i piccoli che vengono nell’organizzazione di Geova? Se a questi nuovi viene insegnata dovutamente la Parola di Dio, non si allontaneranno mai ma rimarranno svegli, felici e contenti nel loro nuovo servizio di Geova.
PROVVEDERE PROTEZIONE
8 L’opera del pastore richiede di “vigilare attentamente”, cioè custodire, sorvegliare e proteggere le pecore. Per fare questo ci vuole vera integrità da parte del pastore. Egli deve badare ad ognuna delle pecore affidategli, proteggendole da ogni pericolo. Davide assunse la responsabilità di pastore, e di lui è scritto: “Egli cominciò a pascerli secondo l’integrità del suo cuore”. (Sal. 78:72) Gesù disse a Pietro, per il bene di tutti i discepoli: “Pasci le mie pecorelle”. (Giov. 21:16) Pietro disse in seguito ai sorveglianti: “Pascete il gregge di Dio che vi è affidato”. (1 Piet. 5:2) Anche Paolo fu molto deciso nel dire: “Badate a voi stessi [sorveglianti] e a tutto il gregge, fra il quale lo spirito santo di Dio vi ha nominati sorveglianti, per pascere la congregazione di Dio”. (Atti 20:28) Quindi non vi è dubbio che alcuni siano pastori, avendo la responsabilità di vigilare attentamente le pecore, custodendole e proteggendole. Per il pastore non si tratta solo di guidarle e pascerle, ma di sorvegliarle; vi sono molte cose da cui il pastore deve guardare le pecore. Ascoltate Giuda che fu pastore: “Ho trovato necessario scrivervi per esortarvi a impegnare strenuamente una lotta per la fede che è stata una volta per sempre tramandata ai santi. La mia ragione è che si sono infiltrati certi uomini i quali sono stati molto tempo fa assegnati dalle Scritture al giudizio descritto sotto, uomini empi, che volgono l’immeritata benignità del nostro Dio in una scusa per condotta dissoluta e che si mostrano falsi al nostro unico Padrone e Signore, Gesù Cristo”. — Giuda 3, 4.
9 I sorveglianti devono stare in guardia che simili uomini empi non s’introducano nell’organizzazione. A volte anche il sorvegliante diventa altero e superbo e pensa di passarla liscia facendo le cose menzionate da Giuda. Essendo nell’elevata posizione di pastore, invece di proteggere le pecore approfitta di loro e giunge al punto di rovinarle con la sua condotta immorale. Qualunque posizione abbia il sorvegliante nella congregazione di Dio, sia servitore di filiale, servitore di distretto, di circoscrizione, di congregazione o servitore di ministero, non pensi per un momento di poter approfittare della sua posizione agendo in modo immorale. Per tale condotta segreta Dio l’ha già giudicato e il suo giudizio è la distruzione. Se un individuo del genere, chiunque egli sia, s’infiltra nella congregazione, fatelo disassociare e non abbiate nulla a che fare con lui. Le pecore di Dio non vogliono vedere persone simili nella congregazione, perché vogliono un’organizzazione pura che dia gloria e onore a Geova Dio. Esse danno ascolto alle parole di Paolo: “[Cessate] di mischiarvi con chi si chiama fratello ed è fornicatore, o avido, o idolatra, od oltraggiatore, o ubriacone”. — 1 Cor. 5:11.
10 Dovendo badare agli interessi delle pecore i sorveglianti devono offrir loro tutta la protezione necessaria. Non è piacevole essere implicati in qualche guaio, né scoprirlo, né dover fare indagini per scoprirlo quando si sa che esiste. Ma se il pastore non lo mette a nudo sradicandolo di mezzo al gregge, potrebbe perdere tutto il gregge. “Felice chi sta sveglio e serba le sue vesti”. (Apoc. 16:15) Potrebbe anche perdere la propria vita per esser stato un pastore negligente e non esser stato in guardia.
11 Dove sono le pecore di Dio? Proprio qui, in questo vecchio mondo. Non sono già nel nuovo mondo, ma sono nella società del Nuovo Mondo. Tuttavia questo non è ancora il nuovo mondo di giustizia. Gesù disse che egli era in questo vecchio mondo malvagio, ma certamente non ne faceva parte. I testimoni di Geova si trovano nella stessa posizione, sono ministri nel vecchio mondo, ma non ne fanno parte. Perciò Gesù disse: “Ecco, io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; perciò dimostratevi cauti come serpenti e innocenti come colombe. Guardatevi dagli uomini”. — Matt. 10:16, 17.
CURA DELLE PECORE MALATE
12 I sorveglianti non devono aspettare che venga compiuta un’azione palese prima di parlare all’individuo o di chiamarlo dinanzi al comitato della congregazione per imporgli delle restrizioni o perché sia disassociato. Se il sorvegliante è un pastore veramente desto, riconoscerà la pecora malata e cercherà di darle la tenera cura o la correzione necessaria per ridarle la salute mentale, morale e spirituale prima che diventi così malata che nulla la possa guarire e non le resti che la morte. Giacomo scrisse: “C’è qualcuno infermo fra voi? Chiami gli anziani della congregazione presso di sé, e preghino essi su lui, sfregandolo con olio nel nome di Geova. E la preghiera della fede renderà la salute all’indisposto, e Geova lo ridesterà. E se anche ha commesso peccati, gli sarà perdonato”. (Giac. 5:14, 15) A volte queste pecore malate non hanno abbastanza buon senso da chiamare gli anziani, i pastori della congregazione, perché vengano e preghino su di loro. Che deve fare il sorvegliante in tal caso?
13 Il pastore dovrebbe andare da quella pecora malata. Il buon pastore sa chi è assente dalla congregazione; e invece d’aspettare che la pecora chiami il pastore, non sarebbe meglio che il pastore andasse dalla pecora? La miglior cosa da farsi è che il pastore vada a visitare il malato. Forse gli mancava il cibo spirituale. Forse si trova in difficoltà e ha bisogno di consiglio, o forse qualcuno l’ha offeso. Di qualunque cosa si tratti, ha bisogno dell’aiuto del pastore. Pensate alla gioia del sorvegliante se può aiutare una di queste pecore malate a rimanere nell’organizzazione e a riacquistare la salute sotto la guida del pastore, per il suo amore. Giovanni scrisse: “Non vi meravigliate, fratelli, che il mondo vi odia. Noi sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita, perché amiamo i fratelli”. (1 Giov. 3:13, 14) Giovanni sapeva che cosa significava il vero amore. Gesù l’aveva dimostrato nella vita e con la morte. I fratelli nell’organizzazione di Geova possono mostrare questo stesso amore in moltissimi modi. Resistendo insieme alla persecuzione, ma ancora di più fra loro stessi con l’amore reciproco che non viene meno in ogni specie di difficoltà. A volte quest’amore non viene apprezzato da chi lo riceve, ma ad ogni modo deve essere espresso.
14 Perciò il pastore deve aiutare la congregazione a fare ciò che disse l’apostolo. “Ogni maligna amarezza e rancore ed ira e clamore e discorso oltraggioso sia tolto via da voi con ogni cosa dannosa”, disse Paolo alla congregazione di Efeso. “Ma siate gentili gli uni verso gli altri, teneramente compassionevoli, perdonandovi liberamente gli uni gli altri come anche Dio vi ha liberamente perdonati per mezzo di Cristo”. (Efes. 4:31, 32) Sorveglianti, ricordatevi che siete stati scelti da Dio per badare a tutte le pecore, non solo a quelle che sono in buona salute, non solo a quelle che vengono con voi in servizio, non solo a quelle che vengono alle adunanze, ma a tutte quelle che si sono dedicate a fare la volontà di Geova. Mediante lo spirito santo siete stati nominati pastori del gregge di Dio
15 Voi sapete che Geova fa piovere sul giusto e sull’ingiusto, e che il sole splende sui malvagi come sui buoni. Geova è sempre pronto a dare. Continuamente dà, e per sua immeritata benignità. Cristo Gesù depose la sua vita volontariamente per il giusto e per l’ingiusto. Perciò sorveglianti, pastori delle pecore, fino a che punto dovrete guidare, provvedere cibo e condurre le pecore al pascolo? Gesù lo disse molto semplicemente: “Queste cose vi comando, che vi amiate gli uni gli altri”. — Giov. 15:17.
16 Il Grande Pastore dal cielo bada alle sue pecore sulla terra, sia che appartengano al piccolo gregge o alle altre pecore. I sorveglianti nominati sulla terra dovrebbero fare lo stesso con vera diligenza e in ogni circostanza, poiché Dio è anche con loro, nelle loro più gravi responsabilità. Essi, come tutte le altre pecore, dicono: “Geova è il mio Pastore. Nulla mi mancherà. Anche se cammino nella valle dell’ombra fitta, non temo alcun male, poiché tu sei con me; la tua verga e il tuo bastone sono le cose che mi confortano. Tu apparecchi per me una tavola al cospetto di quelli che mi mostrano ostilità. Con olio mi hai unto il capo; la mia coppa trabocca. Certo bontà e amorevole benignità mi seguiranno tutti i giorni della mia vita, ed io dimorerò nella casa di Geova per lunghi giorni”. — Sal. 23:1, 4-6.
LE PECORE HANNO BISOGNO DI PASTORI
17 Assistenti pastori, imitate il Grande Pastore. Le pecore hanno talmente bisogno di voi. Esse s’aspettano che voi le aiutiate, e Dio vi ha nominati proprio per questo. “Continuate a portare i pesi l’uno dell’altro, e così adempite la legge del Cristo”. (Gal. 6:2) Dio mostrò misericordia ai peccatori e agli ingrati. Non possono i pastori capaci fare lo stesso, mostrando sempre misericordia a quelli che sono loro affidati? Il buon pastore terrà sempre le pecore nell’ovile. Come pastore non può dimenticare che il suo compito è di proteggere e di non permettere che le pecore si allontanino dal gregge. Se qualcuna lo fa, egli andrà a cercarla e la riporterà al sicuro.
18 Gesù edificò l’organizzazione mettendovi al sicuro le pecore. Il Padre suo le aveva date a lui, perciò Gesù disse: “Io supplico per loro; non supplico per il mondo, ma per quelli che tu mi hai dati, perché son tuoi”. (Giov. 17:9) Egli vigilò su di loro in tutti i modi. Sapeva che appartenevano al Padre suo, ma egli era il loro pastore nominato come tale dal Padre per condurle alla salvezza, ed è per questo che più avanti disse nella sua preghiera: “Quando ero con loro io vegliavo su loro per rispetto del tuo nome che tu mi hai dato, e io li ho custoditi, e nessuno di essi è distrutto eccetto il figlio di distruzione, cosicché la scrittura si è adempiuta”. (Giov. 17:12) Gesù tenne unite le pecore perché avessero salva la vita. Ai giorni di Gesù si trattava di una piccola congregazione, ma come crebbe il gregge sotto pastori come Pietro, Paolo ed altri! Ora in questi ultimi giorni la gran folla, che nessun uomo può contare, proveniente da ogni nazione, tribù, popolo e lingua, è dinanzi al trono e dinanzi all’agnello come congregazione di Dio. (Apoc. 7:9-15) Vi è bisogno di molti altri assistenti pastori. Alla fine dell’anno scorso vi erano 17.878 congregazioni. Certamente le sessanta o settantamila pecore che ogni anno si uniscono all’organizzazione di Geova avranno bisogno di altri pastori che assumano la responsabilità di sorveglianti. Apprezzate il vostro benedetto privilegio, e possano molti altri cercare questa giusta specie di lavoro.
19 Sì, vi sarà bisogno di altri servitori di distretto, di altri servitori di circoscrizione, di altri servitori di congregazione, di altri servitori di ministero. Man mano che questa gran folla cresce altri pastori avranno l’incarico di badare al gregge di Dio, altri dovranno assumere tale incarico. Volete essere fra questi? Quando si presenterà a voi l’opportunità di badare alla parte del grande gregge di Dio assegnatavi, assumerete tale responsabilità volontariamente, con premura, dando il buon esempio al gregge?
20 Anche se nuovi pastori ricevono questi incarichi di responsabilità, le oltre 800.000 pecore devono continuare a riconoscere l’organizzazione che Geova Dio ha stabilita per la loro protezione mediante suo Figlio, Cristo Gesù. Le pecore s’aspettano che i pastori le guidino verso verdi pascoli.
21 Similmente chi fa parte della congregazione deve aver rispetto per quelli che sono nominati sorveglianti, chiunque siano. Paolo, assistente pastore, disse: “Siate ubbidienti a coloro che vi governano e siate sottomessi, perché essi vegliano sulle vostre anime come chi ne renderà conto, affinché possano farlo con allegrezza e non sospirando, perché questo sarebbe dannoso per voi”. — Ebr. 13:17.
22 E voi sorveglianti, continuate a pregare Geova, vostro Dio, perché apra il vostro cuore e la vostra mente all’intendimento della volontà divina. “Respingi le discussioni stolte e interpretative, sapendo che generano contese. Ma lo schiavo del Signore non deve contendere, bensì deve aver tatto con tutti, essere qualificato per insegnare, trattenendosi dal male, istruendo con mansuetudine quelli non favorevolmente disposti, poiché Dio potrebbe concedere loro il pentimento che porta a un’accurata conoscenza della verità, ed essi potrebbero tornare in sé liberandosi dal laccio del Diavolo, vedendo d’esser stati presi vivi da lui per fare la sua volontà”. — 2 Tim. 2:23-26.
23 Il buon pastore non solo ha cura delle pecore, ma ha cura anche di se stesso. Il pastore si nutre, ha bisogno di rinfrescanti acque, ha bisogno di riposo. L’abile pastore si mantiene in buona salute spiritualmente, fisicamente e moralmente, in modo da poter veramente dirigere e guidare tutte le pecore che sono state affidate a lui nella congregazione. Apprezza il consiglio che Giuda diede sia alle pecore che al pastore: “Ma voi, diletti, edificandovi sulla vostra santissima fede, e pregando con spirito santo, mantenetevi nell’amore di Dio, mentre aspettate la misericordia del nostro Signore Gesù Cristo in vista della vita eterna”. (Giuda 20, 21) Pastori, abbiate cura delle pecore di Dio, rimanete nell’amore di Dio e siate sempre attivi nell’organizzazione di Geova che si espande. Dal compiere con abilità l’opera di pastori derivano gioia, felicità e amore che sorpassano ogni intendimento. Gesù, il Giusto Pastore, ebbe simile amore. Egli disse: “Nessuno ha amore più grande di quello di colui che cede la sua anima a favore dei suoi amici”. (Giov. 15:13) Tale amore lealmente salvaguarda le pecore di Dio e conduce il gregge alla vita eterna nel giusto nuovo mondo di Dio.
[Domande per lo studio]
1. Perché un pastore deve essere abile, e quali domande potrebbero farsi i pastori?
2. Come vengono cibate le pecore? Ma anche in tal caso, che cosa devono fare i pastori?
3, 4. (a) Quale importanza diede Gesù al cibo spirituale? (b) A che cosa paragonò l’apostolo Pietro la Parola di Dio?
5, 6. Vi è ora abbondanza di cibo e bevanda spirituale, e quindi dovrebbero i sorveglianti essere meschini?
7. Quale consiglio dato nella Legge di Mosè si applica oggi fra le pecore di Dio?
8. Che cosa richiede l’opera di pastore, e perché in questo tempo della fine un pastore deve essere sempre vigilante nel suo lavoro?
9. Che può accadere al sorvegliante che diventa arrogante e superbo, e perché si deve evitare tale persona?
10, 11. (a) Quale spiacevole compito si presenta qualche volta al sorvegliante? Eppure perché egli non può trascurare i problemi? (b) Dove la situazione delle pecore di Dio rende appropriate le parole di Gesù in Matteo 10:16, 17?
12. Che farà il pastore desto riguardo ad una pecora malata, e perché questo è necessario?
13. (a) Nominate alcune cause di malattia fra le pecore di Dio. (b) Perché l’amor fraterno è così importante?
14, 15. (a) Quale consiglio di Paolo devono seguire i sorveglianti? (b) Di quante pecore affidategli deve curarsi il pastore?
16. Poiché il Grande Pastore bada alle pecore, che cosa possono queste dire insieme a Davide?
17, 18. (a) In che modo il pastore protegge le pecore nell’ovile? (b) Perché l’opera di Gesù come pastore fu tanto buona, e perché vi è ora bisogno di altri pastori?
19, 20. Poiché vi è bisogno di più pastori, quali domande sorgono, e che cosa devono continuare a riconoscere tutte le pecore?
21. Come dovrebbero considerare i sorveglianti quelli che fanno parte della congregazione?
22. Per che cosa dovrebbero pregare i sorveglianti?
23. Come un sorvegliante ha cura di se stesso, e nell’amore di chi custodisce le pecore?