Il battesimo secondo la volontà divina
“La pazienza di Dio aspettava ai giorni di Noè, mentre si costruiva l’arca, nella quale poche persone, cioè otto anime, furono portate in salvo attraverso l’acqua. Ciò che corrisponde a questo sta ora salvando anche voi, vale a dire, il battesimo”. — 1 Piet. 3:20, 21.
1. Quale invito Geova rivolge prima di Armaghedon, e quante persone prestano ascolto?
VIVIAMO certamente in tempi importanti. Un intero mondo, l’attuale sistema di cose, s’affretta pazzamente e ciecamente verso la sua distruzione nella guerra universale di Armaghedon, in cui l’antica contesa della supremazia e della sovranità universale di Geova sarà risolta una volta per sempre. Ma Dio Onnipotente invita le persone di buona volontà di ogni nazione, tribù e lingua a uscire da questo vecchio mondo condannato, per trovare rifugio nel giusto nuovo mondo che egli crea. Ogni anno migliaia e migliaia di persone, dai quattro canti della terra, prestano ascolto all’invito e prendono la determinazione di servire Geova e il suo regno. Col passar del tempo essi apprendono che hanno il privilegio e l’obbligo di battezzarsi, secondo la volontà divina.
2, 3. Che significato ha il battesimo in relazione col proposito di Geova di salvare gli uomini?
2 Che relazione ha dunque il battesimo con la possibilità di salvarci da questo vecchio mondo morente per entrare nell’eterno nuovo mondo che l’Iddio vivente sta formando? L’apostolo Pietro si riferì alla profezia d’Isaia inerente ai nuovi cieli e alla nuova terra, che dice: “‘Poiché, ecco, io creo nuovi cieli e nuova terra, e le cose di prima non saranno richiamate alla mente, né esse torneranno al cuore. . . . Essi non faranno danno né causeranno alcuna rovina in tutto il mio monte santo’, dice Geova”. (Isa. 65:17-25) Perciò Pietro scrisse: “Ci sono nuovi cieli e nuova terra che noi aspettiamo secondo la sua promessa, e in questi dimorerà la giustizia”. Quindi continua dicendo: “Considerate la pazienza del Signore nostro come salvezza”; e in un altro luogo, come abbiamo detto sopra, mostra in che modo la pazienza di Dio aspettava ai giorni di Noè, e menziona che otto anime furono salvate fra le acque. Quindi egli dice: “Ciò che corrisponde a questo sta ora salvando anche voi, vale a dire il battesimo (non il togliere la sozzura della carne, ma la richiesta fatta a Dio per una buona coscienza) mediante la risurrezione di Gesù Cristo”. — 2 Piet. 3:12, 13, 15; 1 Piet. 3:20, 21.
3 Abbiamo le parole del Signore stesso secondo le quali questo si adempie proprio ora, poiché egli disse che come furono i giorni di Noè così sarebbero stati i giorni del Figlio dell’uomo. (Matt. 24:37) In quel tempo Geova distrusse col diluvio il sistema di cose allora esistente ma salvò otto persone, che avevano ascoltato il suo avvertimento. In altre parole, il battesimo dell’intero mondo nell’acqua recò la morte alla maggioranza e la salvezza solo ad alcuni. Così ora, quando l’attuale sistema di cose sarà distrutto, gli empi saranno annientati ma quelli che hanno ascoltato e ubbidito al messaggio d’avvertimento di Geova saranno salvati. A questo si riferisce Pietro quando parla del battesimo di salvezza.
4, 5. Che cosa dovettero fare quelli che si salvarono ai giorni di Noè? Quali sono nei nostri giorni le corrispondenti esigenze per la salvezza?
4 Egli non volle dire, però, che il letterale atto dell’immersione nell’acqua d’un fiume o d’un lago sia il mezzo di salvezza, ma che questo sia la condizione d’essere esclusivamente devoti a Dio, di cui il battesimo in acqua è un simbolo. Perché mai? Quelli che erano con Noè nell’arca e furon battezzati con lui, quando l’arca fu circondata dalle ondeggianti acque cadute dalle cateratte del cielo, avevano dovuto riporre prima fede nel messaggio d’avvertimento di Geova, che fu loro annunciato da Noè; quindi avevano dovuto lavorare con lui per la costruzione dell’arca, mostrando così di credere nella parola di Dio e di volergli ubbidire. Ed essi dovettero continuare a mantenersi in tale giusta condizione fino al giorno che Geova stesso chiuse la porta dietro a Noè e a quelli che erano effettivamente entrati nell’arca con lui. — Gen. 7:13-16.
5 Che cosa corrisponde dunque oggi a quell’arca, in cui Dio salvò Noè? È la disposizione per la preservazione che Geova Dio edifica per mezzo del suo Figlio, il glorificato Cristo Gesù, cioè “il nuovo sistema di cose”. Sulla terra questo nuovo sistema di cose è ora rappresentato dai testimoni di Geova, che vi sono entrati e si sono organizzati come società del Nuovo Mondo per dare testimonianza al nome e ai propositi di Geova, al suo Re e al suo regno, e per vivere secondo la volontà divina, mostrando così alle persone di buona volontà la via della salvezza.
6. È il battesimo lasciato alla scelta di quelli che desiderano fare la volontà divina?
6 Tutti quelli che vengono in questa società del Nuovo Mondo per apprendere quale sia la via che conduce alla vita e che si dedicano a Geova Dio si dovrebbero battezzare secondo il comando di Gesù riportato in Matteo 28:19, 20: “Andate dunque e fate discepoli delle persone di tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello spirito santo, insegnando loro ad osservare tutte le cose che io vi ho comandate. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni fino alla consumazione del sistema di cose”. Quindi il battesimo in acqua non è lasciato alla scelta di quelli che desiderano fare la volontà divina, mentre Geova fa ancora discepoli delle persone di tutte le nazioni, ma è un’esigenza che bisogna osservare; e un numero sempre crescente di persone dedicate si sottomettono ora ogni anno a tale battesimo. Un notevole esempio di questo fu dato in quel memorabile giorno dell’Assemblea Internazionale “Volontà Divina” dei Testimoni di Geova, tenuta nell’estate del 1958 nella città di New York, allorché 7.136 persone furono immerse nell’acqua.
CHI SI PUÒ BATTEZZARE?
7, 8. Di che cosa il battesimo è un simbolo, come mostra il caso di Gesù?
7 In quanto a chi si dovrebbe battezzare e in che modo, per essere ora in armonia con la volontà divina, Pietro disse che ciò che salva è il battesimo, non il togliere la sozzura della carne, ma piuttosto “la richiesta fatta a Dio per una buona coscienza”. Perciò il battesimo dei bambini è senz’altro eliminato, perché il bambino non può fare tale richiesta a Dio. Il battesimo è infatti un simbolo, un atto di confessione, di ciò che è già avvenuto nel cuore del battezzando, che si è dedicato a Geova Dio, per vivere da ora in poi secondo la volontà divina. Questo è ciò che significò il battesimo di Gesù. Egli è il grande Esempio che tutti quelli che desiderano servire Geova Dio devono seguire.
8 Matteo ci dice che Giovanni Battista immergeva i Giudei che s’erano pentiti dei peccati commessi contro il patto della Legge, che Geova aveva stipulato con quella nazione. Un giorno Gesù andò da Giovanni per esser battezzato. Ma Giovanni esitò, perché sapeva che Gesù non aveva trasgredito contro il patto. Gesù disse quindi che era necessario, per “adempiere così tutto ciò che è giusto”. (Matt. 3:15) E l’apostolo Paolo scrive in Ebrei 10:9 che in quel tempo Gesù adempì le parole del salmo: “Ecco, io son venuto per fare la tua volontà”, o Dio. (Sal. 40:7, 8) Gesù si dedicò allora a fare la speciale opera che la volontà divina gli aveva prescritta e che era indicata “nel rotolo del libro”, cioè nelle Scritture Ebraiche, che contenevano “le sacre dichiarazioni di Dio”. (Rom. 3:1, 2) E perciò, quando Giovanni immerse Gesù completamente sotto l’acqua del fiume Giordano compì un atto simbolico che mostrava come Gesù fosse ora morto al modo in cui aveva fino a quel tempo vissuto sulla terra.
9. Come dev’essere compiuto l’atto del battesimo perché sia un simbolo appropriato?
9 Gesù fece vedere perché il battesimo si doveva fare in quel modo, con l’immersione completa, in modo da essere una figura, un simbolo. Il battezzando, essendo sommerso in maniera da scomparire alla vista, è “sepolto” nell’acqua. Che questo fosse il modo in cui Giovanni battezzava è mostrato, indipendentemente dal fatto che la parola greca tradotta “battezzare” significa “immergere, sommergere”, dalla dichiarazione che si legge nel racconto dell’apostolo Giovanni: “Anche Giovanni [cioè il Battista] battezzava a Enon, presso Salim, perché lì vi era una gran quantità d’acqua”. (Giov. 3:23) Ma il battista non lascia la persona sommersa, facendola morire nell’acqua. No, il battista la trae fuori, per simboleggiare che essa deve ora camminare in una nuova via, completamente dedita a Geova Dio, la cui divina volontà dev’essere da ora in poi la sua guida. Quelli che si battezzano attestano pertanto d’essersi separati dal vecchio mondo, in cui sono nati come imperfetti figli di Adamo e che è governato da Satana, il grande oppositore di Dio e del suo regno; ed essi son venuti a cercare rifugio nella disposizione che Geova ha presa per gli uomini e le donne che credono, la quale corrisponde alla letterale arca dei giorni di Noè.
10-12. (a) Che significa che il battesimo si fa “nel nome del Padre”? (b) Nel nome “del Figlio”? (c) Nel nome “dello spirito santo”?
10 Quando Gesù comandò ai suoi seguaci di far discepoli dei popoli di tutte le nazioni, egli disse, come abbiamo citato sopra, che questi discepoli si sarebbero dovuti battezzare “nel nome del Padre e del Figlio e dello spirito santo”. L’atto del battesimo dev’essere dunque una confessione del fatto che il battezzando ha appreso che Geova Dio è il Supremo, l’onnipotente Creatore e Datore di vita, il giusto e onnisapiente Dio e l’amorevole Provveditore della salvezza dal peccato e dalle sue calamitose conseguenze. Egli deve anche aver compreso la grande contesa che sovrasta ogni altra cosa nel mondo e che fra breve sarà risolta per sempre, ad eterna lode di Geova, cioè la contesa del dominio universale: Deve l’universo esser governato da Geova Dio o dal Diavolo? In relazione con questa è la minore contesa: Possono gli uomini sulla terra servire Geova con integrità quando sono sottoposti a prove e persecuzione? Con questa conoscenza chi sta per battezzarsi secondo la volontà divina si è dedicato a Geova, essendo disposto a fare la Sua volontà a qualsiasi costo. — Giob. 1:9-11; Giuda 25.
11 Oggi il battezzando confessa anche d’aver compreso che Geova ha dato al suo primogenito, diletto Figlio, Gesù Cristo, il nome che è al disopra di ogni altro nome, così che non vi è salvezza in alcun altro. Gesù Cristo è l’eletto Re di Geova che è ora venuto nella gloria del suo regno e quale giusto Giudice, e tutti quelli che desiderano vivere devono ‘baciare il Figlio’, cioè acclamarlo come Re e ubbidire ai suoi ordini, e a suo tempo egli diverrà il loro Padre eterno. — Atti 4:12; Matt. 25:31; Sal. 2:12; Isa. 9:6.
12 Che il battesimo si faccia anche nel nome dello spirito santo significa che il battezzando attesta d’avere appreso come lo spirito santo sia la forza attiva dell’Iddio vivente, che egli manda per mezzo del suo Figlio, Cristo Gesù, e che opera a favore del popolo di Geova, illuminando e guidando oggi sulla terra la sua organizzazione teocratica come fece ai giorni degli apostoli; e che il battezzando sia sottomesso a questa santa forza. — Atti 1:8; 20:28; Gioe. 2:28, 29.
13. Ricevuto lo spirito santo, che cosa fece Gesù dopo il battesimo?
13 Questo spirito santo o forza illuminante e operante inviata da Dio scese su Gesù quando uscì dalle acque del Giordano; e notate ora ciò che egli fece in seguito. Dopo essere stato per quaranta giorni nel deserto e aver sostenuto la tentazione del Diavolo, egli cominciò a proclamare: “Il regno di Dio si è avvicinato. Ravvedetevi e abbiate fede nella buona notizia”. (Mar. 1:15) Il Diavolo aveva offerto a Gesù tutti i regni di questo mondo, ma Gesù rifiutò d’avere alcuna cosa in comune con lui, poiché “è Geova, il tuo Dio, che devi adorare, ed è a lui solo che devi rendere sacro servizio”. (Luca 4:6-8) Egli desiderava il regno di Geova, e per esso avrebbe operato, recato testimonianza e sofferto la persecuzione, sì, era disposto a deporre per esso anche la propria vita. E perché fu messo a morte? A causa della sua assoluta lealtà al regno di Geova, che è lo strumento per rivendicare il santo nome del Padre suo e per recare la salvezza alle creature ubbidienti, per mezzo del sangue di redenzione di Gesù. — Giov. 18:33-37; 19:12-16.
14. Che si dovrebbe domandare chi desidera battezzarsi?
14 In vista di questo fedele esempio chi desidera battezzarsi si dovrebbe domandare: Voglio fare io quello che fece Cristo, predicare il regno del cielo e mantenermi leale verso di esso? Posso considerarmi parte di quella felice folla che Giovanni descrisse nell’Apocalisse e che è in piedi dinanzi al trono, gridando gioiosamente: “Noi dobbiamo la salvezza al nostro Dio, che siede sul trono, e all’Agnello”? Essi furon mostrati con rami di palme in mano; come quando Gesù fece il suo ingresso trionfale in Gerusalemme, cavalcando un puledro d’asina, la folla che vi era allora radunata prese dei rami dalle piante di palme e gli andò incontro gridando: “Benedetto colui che viene nel nome di Geova, il re d’Israele!” Tutti quelli che ora si dedicano a Geova Dio appartengono alla gran folla di adoratori che ora gli vanno “incontro” e lo acclamano pubblicamente. — Apoc. 7:9, 10; Giov. 12:12-15.
15. (a) Quale inizio indica il battesimo? (b) Che deve fare il battezzato per vivere in eterno? Quale consiglio diede Paolo a questo proposito?
15 Il battesimo o immersione veramente indica il pubblico annuncio di qualche cosa di nuovo. Vi è ora una persona che ha dedicato la propria vita a Geova Dio. Essa suggella in tal modo, simbolicamente, il contratto stipulato mediante la preghiera che la lega a Geova, secondo cui deve ubbidire alla sua divina volontà e sostenere la sua degna causa. Si esige che sia ciò che Giacomo 1:25 chiama “uno che compie l’opera” e dev’essere “felice nel farla”. La salvezza non vi è assicurata dopo aver compiuto l’atto del battesimo, ma anzi, come dice Paolo, dovete ‘continuare a compiere la vostra salvezza con timore e tremore’. (Filip. 2:12) Quando uno si è dedicato a Geova per essergli schiavo non deve abbandonare il servizio di Geova: esso significa la sua vita, ed è per tutta la vita! Per vivere per sempre bisogna per sempre essere ubbidienti schiavi di Geova. Per esser tali, è necessario che ci associamo ora alla sua società del Nuovo Mondo, che è sottoposta al comando e alla direttiva del più Grande Noè, Cristo Gesù. Questo richiede che studiamo la Parola di Dio sia privatamente che nelle adunanze stabilite per questo scopo, e queste ci manterranno spiritualmente sani per partecipare alla diffusione della buona notizia del regno dominante. L’apostolo Paolo diede a questo proposito buoni consigli, quando scrisse agli Ebrei (10:23-25): “Riteniamo saldamente la pubblica dichiarazione della nostra speranza senza esitare, poiché colui che ha promesso è fedele. E pensiamo gli uni agli altri per spronarci all’amore e ad opere giuste, non abbandonando la nostra comune adunanza, come alcuni ne hanno l’abitudine, ma incoraggiandoci l’un l’altro, e tanto più mentre vedete avvicinarsi il giorno”. Il giorno a cui egli si riferì è ora veramente molto vicino. Questo non dev’essere mai dimenticato.
16. (a) Che cosa il battezzato dovrebbe attentamente evitare? (b) Quale condotta tenuta nella persecuzione ha l’approvazione di Geova?
16 Chi si sottopone al battesimo dovrebbe anche ricordare che non si deve far allettare dalle ricchezze materiali che potrebbero fargli abbandonare la giusta condotta di esclusiva devozione a Geova, neanche per ottenere qualche temporaneo vantaggio economico, adottando i metodi dell’egoistico vecchio mondo. Bisogna sempre badare al pericolo d’essere intrappolati in modo da lasciare che le cose materiali significhino più degli alti princìpi della vita del nuovo mondo. Né si dovrebbe permettere che la cattiva reputazione o le minacce di persecuzione, perché partecipiamo all’opera di recare testimonianza, ci impediscano di seguire la condotta giusta. ‘Pensate a Gesù’, consiglia l’apostolo, ‘che ha sopportato tale parlar ostile dei peccatori’. Pensate all’apostolo Giovanni che servì fedelmente Geova anche nella sua vecchiaia, benché significasse essere esiliato e costretto a compiere duro lavoro come prigioniero nell’isola di Patmos; e a come Paolo stesso si mantenne fedele fra grandi e continue persecuzioni. (Ebr. 12:2, 3; Apoc. 1:9; 2 Cor. 11:23-27) Pensate ai testimoni di Geova che erano in Germania ai giorni di Hitler e a quelli che ora sono al di là della cortina di ferro e altrove sotto varie dittature, a come le sofferenze e le privazioni li hanno solo spronati a maggior zelo e a come Geova ha meravigliosamente benedetto i loro sforzi.
17. Quale speciale avvertimento diede Gesù per i nostri giorni?
17 Non bisogna essere mai così sicuri di se stessi da pensare d’essere immuni contro la tentazione e da abbandonare per una ragione o l’altra il servizio di Geova. Bisogna ricordare che il Re stesso, Gesù Cristo, avvertì in Matteo 24:12, 13: “A causa dell’aumento dell’illegalità l’amore della maggioranza si raffredderà. Ma chi avrà perseverato sino alla fine è quello che sarà salvato”. È anche necessario ricordare le cose apparentemente piccole che hanno relazione con l’opera di Geova; per esempio, attenerci al proprio impegno nel programma d’addestramento che viene osservato nelle congregazioni dei testimoni di Geova, non trascurar di fare il rapporto di servizio, ecc.
18. Si dovrebbe pensare alla verità solo nelle adunanze?
18 In Apocalisse 12:9, 17 leggiamo che “il gran dragone, l’originale serpente, colui che è chiamato Diavolo e Satana”, che ora è confinato nelle vicinanze della terra, si è adirato e fa guerra a quelli “che osservano i comandamenti di Dio e hanno il compito di recar testimonianza a Gesù”. Per questa ragione è tanto più necessario essere costantemente desti, indossare la completa armatura di Dio e imparare come si usa la spada dello spirito, che è la Parola di Dio, sia per difendersi che per compiere l’offensiva contro il nemico. (Efes. 6:11-18) Andare all’offensiva significa infatti fare la migliore difesa. Nella guerra spirituale, nella quale sono impegnati i servitori di Geova, questo significa andare a parlare ad altre persone del nostro grande e meraviglioso Dio e mostrar loro la via che conduce alla vita. Il cristiano non dovrebbe pensare alla verità solo nelle adunanze, ma la dovrebbe avere nel suo cuore. Il salmista scrisse: “Oh, quanto amo la tua legge! È la mia meditazione di tutto il giorno”. (Sal. 119:97, VR) E questo avveniva non solo di giorno, ma anche di notte: “O Dio, tu sei l’Iddio mio, io ti cerco . . . Quand’io mi ricordo di te sul mio letto, medito di te nelle veglie della notte”. (Sal. 63:1, 6, VR) Quando il cuore è pieno di verità, non è difficile parlarne ad altri; e questo è ciò che si dovrebbe fare, poiché “con la bocca si fa pubblica dichiarazione per la salvezza”, dice Paolo in Romani 10:10. E Pietro dice che i cristiani dovrebbero sempre esser “pronti a fare una difesa davanti a chiunque [domandi loro] la ragione della speranza” che è in loro. — 1 Piet. 3:15; Luca 6:45.
19. Quale dovrebbe essere il motivo della dedicazione e del battesimo, e come questo motivo si manifesta nei nostri giorni?
19 Se per amore una persona fa la dedicazione e ubbidisce al comando di battezzarsi, le sarà quindi facile osservare gli altri comandamenti di Dio, come quello di fare pubblica dichiarazione della propria fede e di frequentare le adunanze, poiché essi pure sono frutti dell’amore. Mostrando amore nell’associazione con i propri conservi cristiani, si acquista maggiore apprezzamento delle esigenze di Dio. Il proverbio dice: “Il ferro si aguzza col ferro, e l’uomo s’affina a contatto dell’uomo”. (Prov. 27:17, Na) Astenendosi dall’attivo servizio dopo il battesimo, come trattenendosi dal fare il battesimo stesso, la persona si tiene al di fuori dell’intima cerchia della vicinanza a Dio. In Atti 2:46, 47 leggiamo che “di giorno in giorno [gli apostoli e gli altri primi cristiani] erano con costanza nel tempio di pari consentimento, . . . lodando Dio e trovando accoglienza presso tutto il popolo”. Oggi tutta la gran folla delle “altre pecore” che si sono associate al rimanente dei coeredi di Cristo si sono battezzate di pari consentimento ed ora si sono unite di pari consentimento nella predicazione della buona notizia del Regno.
20. (a) Quale cantico cantano ora i cristiani contro Satana? (b) Chi sarà salvato quando Gog scatenerà il suo attacco finale?
20 Facendo ciò questi spirituali guerrieri cristiani canteranno inoltre il cantico di riprovazione contro Satana, l’oppressivo governante del vecchio mondo, dicendo al popolo che il suo tempo è limitato, finché il grande Vindice di Geova, il Re dei re e Signore dei signori, non scagli lui e tutte le sue orde di empi demoni nell’abisso. Prima che ciò accada, però, Satana, il Gog della profezia di Ezechiele, scatenerà il suo finale, disperato attacco ad oltranza contro il popolo di Geova, di cui il profeta parla nei capitoli 38 e 39 di Ezechiele, e allora saranno salvati solo quelli che avranno ‘riconosciuto Cristo, il Re, davanti agli uomini’. — Isa. 14:3-20; Luca 12:8, 9.
21. Perché è bene che chi pensa di fare il battesimo si esamini, e che cosa dovrebbe quindi vedere?
21 In quanto alla correttezza di fare il battesimo, bisogna ricordare che Geova investiga i cuori e prova le menti di quelli che accetta per il battesimo. Proverbi 21:2 dice: “Geova stima i cuori”. Noi ci manteniamo in piedi o cadiamo dinanzi a lui e a lui dobbiamo render conto. È perciò appropriato che chiunque pensi di fare il battesimo si esamini alla luce della Parola di Dio, per vedere se vi è qualche cosa che realmente gli impedisca di battezzarsi. Questo sarà ulteriormente considerato nell’articolo che segue.
Io vi esorto dunque per le compassioni di Dio, fratelli, a presentare i vostri corpi in sacrificio vivente, santo, accettevole a Dio, un sacro servizio con le vostre facoltà di ragionare. — Rom. 12:2.