Domande dai lettori
● Come possiamo mettere in armonia il racconto di Luca sul Pasto Serale del Signore, in cui egli dice che furono passati due calici, coi racconti di Matteo, Marco e Paolo, i quali dicono che fu passato un solo calice di vino? — R. D., U.S.A.
Quando si paragonano vari racconti scritturali dello stesso episodio o avvenimento è sempre bene tener presente questo: Benché un particolare scrittore menzioni solo una persona o un oggetto, questo non significa necessariamente che non ve ne possa essere più di uno. Infatti, Matteo menziona due ciechi e due uomini posseduti da demoni che furono guariti, mentre sia Marco che Luca ne menzionano solo uno di ciascuna specie. (Matt. 8:28; 20:30; Mar. 5:2; 10:46, 47; Luca 8:27; 18:35) Di nuovo, sia Matteo che Marco menzionano solo un angelo presso la tomba del risuscitato Gesù, mentre Luca ne menziona due. — Matt. 28:2-4; Mar. 16:5-7; Luca 24:4, 5.
Avviene la stessa cosa per quanto riguarda il numero dei calici nel racconto di Luca 22:17-20, che dice: “Accettando un calice, rese le grazie e disse: ‘Prendete questo e passatelo l’uno all’altro fra voi, poiché vi dico: Da ora in poi non berrò di nuovo del prodotto della vite finché non arrivi il regno di Dio’. E, preso un pane, rese le grazie, lo spezzò, e lo diede loro, dicendo: ‘Questo significa il mio corpo che sarà dato in vostro favore. Continuate a far questo in ricordo di me’. E, il calice nella stessa maniera, dopo che ebbero avuto il pasto serale, dicendo: ‘Questo calice significa il nuovo patto in virtù del mio sangue, che sarà versato in vostro favore’”.
Il primo calice qui menzionato (versetto 17 di Luca 22) si riferisce alla celebrazione della Pasqua, come mostra il versetto quindici di Luca 22. La celebrazione pasquale ai giorni di Gesù includeva l’uso di calici di vino. Effettivamente, come osserva The Jewish Encyclopedia, Vol. 9, pagina 552, e la Cyclopædia di M’Clintock e Strong, Vol. 7, pagina 739, i Giudei usavano almeno quattro calici di vino nella celebrazione della Pasqua. La Mishnah dice in modo molto specifico: “Nemmeno il più povero in Israele deve mangiare a meno che non si sieda a tavola, e non gli si devono dare meno di quattro calici di vino da bere”. (Pesahim 10:1) Il commento di Luca nel diciassettesimo versetto di Luca 22, dunque, si riferisce ad uno dei calici di vino passati durante la celebrazione pasquale e da cui bevve lo stesso Gesù, dicendo: “Non berrò di nuovo del prodotto della vite finché non arrivi il regno di Dio”. — Luca 22:18.
A cominciare dal diciannovesimo versetto di Luca 22, che dà inizio a un altro paragrafo nella Traduzione del Nuovo Mondo delle Scritture Greche Cristiane, vien fatto riferimento ora, non alla Pasqua, ma all’istituzione del Pasto Serale del Signore. Gesù usò un po’ di pane non lievitato e un calice di vino, che erano già disponibili. Il calice menzionato nel ventesimo versetto di Luca 22, quello usato nel Pasto Serale del Signore, è il solo menzionato da Matteo (26:27), da Marco (14:23), e da Paolo in 1 Corinti 11:25. Il Pasto Serale del Signore, comunque, non faceva parte della celebrazione pasquale stessa; in quel caso Gesù stabilì una nuova disposizione.