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  • Il Liberatore viene a Sion

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  • Il Liberatore viene a Sion
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1966
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1966
w66 15/6 pp. 377-382

Il Liberatore viene a Sion

1. (a) Quali parole di Geova furono di conforto per i Giudei mentre erano in esilio a Babilonia? (b) Quali parole simili furono dette dopo che l’esilio di Sion era finito, e chi le disse?

ERA una cosa degna d’esser messa per iscritto come incancellabile testimonianza e, oltre a ciò, d’esser proclamata alle più lontane parti della terra. Essa provvide inestimabile conforto ai Giudei quando furono nella cattività babilonese. Fu la parola detta da nessun altro che Geova Dio stesso: “Dite alla figliuola di Sion: Ecco, la tua salvezza giunge; ecco, egli ha seco il suo salario, e la sua retribuzione lo precede”. (Isa. 62:11, VR) Alcuni anni dopo che Sion cominciò a essere ricostruita nel 537 a.E.V., quando Babilonia era caduta da Terza Potenza Mondiale e non poteva più tenere schiavi i Giudei, Geova ispirò il suo profeta Zaccaria a dire qualche cosa di simile con queste parole: “Esulta grandemente, o figliuola di Sion, manda gridi d’allegrezza, o figliuola di Gerusalemme; ecco, il tuo re viene a te; egli è giusto e vittorioso, umile e montato sopra un asino, sopra un puledro d’asina”. — Zacc. 9:9, VR.

2. (a) Quale intendimento ebbero i Giudei della profezia di Zaccaria? (b) Oggi a quali cose dovrebbero i Giudei, e altri, prestare attenzione e considerazione?

2 I Giudei compresero che quest’ultima profezia si applicava alla venuta del Messia e ne attendevano l’adempimento. Oggi, comunque, son inclusi molti Giudei fra quelli che non hanno tale fede. Questi discendenti di Abraamo dovrebbero prestare attenzione al fatto che il Datore di questa profezia rovesciò una forte potenza mondiale per liberare i loro antenati dalla schiavitù. Dovrebbero considerare con ponderazione e serietà la promessa del loro Dio che Sion sarebbe stata favorita con la visita del predetto Messia, colui che Geova avrebbe unto con lo spirito santo per essere re del regno, per sedere in eterno sul “trono di Geova”. Non è troppo tardi perché essi investighino se il Messia ha fatto questa visita ed è stato riconosciuto da loro.

FATTI DA CONSIDERARE

3. (a) Chi furono i primi a riconoscere il Messia e ad annunciarlo? (b) Chi fu responsabile del ripudio nazionale di Gesù quale Messia? (c) Quale errato indirizzo avevano dato al popolo i capi religiosi giudei in tempi passati, e che cosa ci si doveva aspettare circa il loro atteggiamento verso Gesù? (d) A questa tarda data, se un uomo pretendesse d’essere il Messia, perché gli sarebbe impossibile provarlo?

3 Quelli che volessero esaminare questo argomento dovrebbero prendere seriamente i seguenti fatti: Furono persone della loro propria nazione, i Giudei, a riconoscere per primi Gesù quale Messia e ad annunciarlo. È vero che furono in minoranza e per la maggior parte persone umili. Furono i capi religiosi a rigettare Gesù e a indurre anche molti della nazione giudaica a rigettarlo. Ma non furono forse i capi dei Giudei a rigettare le profezie di Isaia e Geremia e a far andare le persone nella cattività babilonese nel 607 a.E.V.? Essi non credettero a questi profeti che Dio mandò a predire la cattività e le ragioni d’essa, e a descrivere anche il ritorno dalla schiavitù nel 537 a.E.V. Ciò nondimeno, le profezie si avverarono alla lettera. Il ripudio del Messia da parte di quegli uomini non dovrebbe far vacillare la nostra fede, poiché Geova aveva predetto che la nazione sarebbe stata in una forma di cattività religiosa babilonica quando fosse venuto il Messia e che essi lo avrebbero rigettato. (Isa. 53:3-9, 12) Inoltre, un fatto da considerare è che i Giudei dei giorni di Gesù ebbero accesso alle registrazioni genealogiche e cronologiche della nazione e avrebbero potuto provare l’identità del Messia, cosa che sarebbe impossibile oggi o in qualsiasi altro tempo del futuro. Se venisse qualcuno asserendo d’essere il Messia, egli non potrebbe provare la sua identità, poiché le registrazioni genealogiche e cronologiche dei Giudei furono distrutte nel 70 E.V. dai Romani.

PROVE CHE IL LIBERATORE VISITÒ SION

4. Che cosa verrà considerato in questo studio?

4 Per il beneficio di quelli che hanno fede in Dio e che sono disposti a esaminare con mente aperta il soggetto della venuta del Messia il Liberatore a Sion, presentiamo qui di seguito cinque argomenti per comprovare che il Messia venne effettivamente a Sion nel primo secolo della nostra Èra Volgare.

5. Date la prova genealogica che Gesù fu qualificato quale Messia.

5 (1) Evidenza genealogica. Circa trecent’anni prima che venisse il Messia, dei Giudei di lingua greca ad Alessandria d’Egitto fecero una traduzione delle ispirate Scritture Ebraiche nota come Versione dei Settanta greca. In questa versione fu usato il titolo greco “Cristo”, che, come il titolo ebraico “Messia”, significa Unto. Colui che doveva essere qualificato come Messia o Cristo doveva soddisfare certe esigenze circa la sua linea di discendenza. Doveva essere figlio o discendente del patriarca Abraamo. Doveva anche esser figlio di Davide. Questo gli avrebbe dato un diritto naturale al regno di Sion, ed egli avrebbe potuto essere il promesso Seme di Abraamo per benedire le famiglie della terra. (2 Sam. 7:8-17; Gen. 12:3; 22:18) Gesù soddisfece queste esigenze. L’apostolo Matteo divide in tre parti la linea di discendenza, da Abraamo a Davide, da Davide alla deportazione dei Giudei a Babilonia, e quindi fino a Gesù. — Matt. 1:17.

6. (a) Come fu predetta la nascita di Gesù, e come si adempì questa profezia? (b) Perché Gesù non fu effettivamente chiamato Emmanuele dai suoi genitori, ma perché aveva diritto a quel nome? (c) Qual è il significato del nome Gesù?

6 (2) Nascita miracolosa di Gesù. La profezia di Isaia 7:14 predisse accuratamente la maniera della nascita di colui che sarebbe stato il Messia. Matteo narra i fatti che l’adempirono: “Ma la nascita di Gesù Cristo avvenne in questo modo. Nel tempo in cui sua madre Maria era promessa sposa a Giuseppe, fu trovata incinta per opera dello spirito santo, prima che si unissero. . . . Tutto questo effettivamente accadde, affinché si adempisse ciò che era stato dichiarato da Geova per mezzo del suo profeta, dicendo: ‘Ecco, la vergine sarà incinta e partorirà un figlio, e gli sarà posto nome Emmanuele’, che tradotto significa: ‘Con noi è Dio’”. (Matt. 1:18-23) Egli aveva diritto al nome Emmanuele, ma l’angelo disse a Maria di chiamarlo col nome di Gesù, poiché egli avrebbe salvato il suo popolo dai loro peccati. Il nome Gesù significa “Geova è salvezza”. Da quest’ultimo nome si vede, non solo che egli sarebbe stato il rappresentante di Dio presso il suo popolo, ma che sarebbe stato anche il grande Liberatore che Geova aveva promesso. Giuseppe, che era pure della linea di Davide, adottò Gesù, come ci indica Matteo. Ma Gesù era il Figlio di Dio, non il figlio di Giuseppe.

7. Come si adempì la profezia circa il luogo di nascita di Gesù, e i Giudei conoscevano questa profezia?

7 (3) Luogo di nascita. Il profeta di Dio, Michea, aveva predetto l’esatto luogo di nascita di Questi che avrebbe rappresentato Geova. I capi sacerdoti e scribi del giorno di Gesù lo compresero bene, poiché il re Erode chiese loro dove doveva nascere il Cristo, ed essi risposero: “A Betleem di Giudea; poiché così è stato scritto dal profeta: ‘E tu, Betleem del paese di Giuda, non sei affatto la più insignificante città fra i governatori di Giuda; poiché da te verrà un governante, che pascerà il mio popolo, Israele’”. Gesù nacque veramente a Betleem. — Matt. 2:4-6; Mich. 5:2; Luca 2:1-7.

8. (a) In quale occasione e a quale età Gesù divenne il Messia? (b) (con la nota in calce) Spiegate come conosciamo l’anno in cui avvenne ciò.

8 (4) Tempo della comparsa del Messia. Quando Gesù aveva circa trent’anni si presentò a Giovanni per essere battezzato. (Luca 3:23) Dopo il suo battesimo in acqua egli fu unto con lo spirito santo e a Giovanni Battista fu data una manifestazione visibile. (Giov. 1:32-34) Gesù divenne perciò l’Unto, o il Messia, il Cristo. Questo avvenimento si verificò nell’anno 29 E.V. Luca ci indica il tempo in cui Giovanni cominciò il suo ministero, circa sei mesi prima del battesimo di Gesù, al capitolo 3, versetti 1, 2 di Luca: “Nel quindicesimo anno del regno di Tiberio Cesare, quando Ponzio Pilato era governatore della Giudea, ed Erode era governante del distretto della Galilea, ma Filippo suo fratello era governante del distretto del paese dell’Iturea e della Traconitide, e Lisania era governante del distretto dell’Abilene, ai giorni del capo sacerdote Anna e di Caiafa, la dichiarazione di Dio fu rivolta a Giovanni figlio di Zaccaria nel deserto”.a

9. Come fu contrassegnato dalla profezia il tempo della comparsa del Messia?

9 La data è fissata storicamente e cadde nel tempo profetizzato centinaia d’anni prima. Questo si può provare calcolando le 69 settimane di anni predette in Daniele 9:25 (Ti): “Da quando uscirà l’editto per la riedificazione di Gerusalemme fino a Cristo, al Principe, vi saranno sette settimane e sessantadue settimane [7 + 62 = 69]. Saranno riedificate le piazze e le muraglie in tempo di angustia”. Dal tempo in cui ebbe luogo questa ricostruzione, nel 455 a.E.V., ci sarebbero state 69 × 7 = 483 anni, che ci porterebbero al 29 E.V., per l’unzione di Gesù quale Messia, il Condottiero.b

10. Menzionate alcuni adempimenti di profezia che ebbero luogo durante la vita terrena di Gesù.

10 (5) Prova che fu il Messia mediante la sua vita e le sue opere. Matteo, capitolo secondo, descrive gli avvenimenti che adempirono le antiche profezie in relazione a Gesù: la fuga dei suoi genitori con lui in Egitto e ritorno e lo sforzo di Erode per ucciderlo uccidendo tutti i bambini dai due anni in giù. Le profezie così adempiute sono Osea 11:1 e Geremia 31:15. — Matt. 2:15, 17, 18.

11. (a) Come fu provato Gesù in quanto all’integrità all’inizio del suo ministero? (b) Come che cosa lo additò Giovanni, e adempiva Gesù una profezia in questo ruolo?

11 Giovanni Battista fu nominato per adempiere la profezia preparando un popolo per Geova. (Luca 1:13-17) Gesù riconobbe questo. Egli sapeva, come dichiarò in seguito Giovanni: “Egli [Cristo] deve continuare a crescere, ma io devo continuare a diminuire”. (Giov. 3:30) Gesù andò dal suo precursore Giovanni per essere da lui battezzato nel fiume Giordano e immediatamente dopo andò nel deserto della Giudea per quaranta giorni da solo, dove fu esposto a una penetrante tentazione da parte di Satana il Diavolo. Provata la sua integrità nella prova e ottenuta la vittoria, Gesù tornò da Giovanni e fu da Giovanni additato ad alcuni dei suoi discepoli quale “Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo”. (Matt. 4:1-11; Luca 4:1-13; Giov. 1:28, 29) Drammi profetici avevano prefigurato secoli in anticipo Costui simile a un agnello per il sacrificio. — Gen. 22:9-14; Eso. 12:1-28; 29:38-42; Num. 28:1-10; 1 Cor. 5:7.

12. Come ottenne Gesù i suoi primi discepoli?

12 Gesù accettò i suoi primi discepoli di fra quelli che erano stati discepoli di Giovanni, come dice ulteriormente il racconto: “Il giorno dopo Giovanni stava di nuovo con due suoi discepoli, e visto camminare Gesù disse: ‘Ecco, l’Agnello di Dio!’ E i due discepoli lo udirono parlare, e seguirono Gesù. Quindi Gesù si voltò e, vedendoli seguire, disse loro: ‘Che cosa cercate?’ Gli dissero: ‘Rabbi (che, tradotto, significa: Maestro) dove stai?’ Egli disse loro: ‘Venite, e vedrete’. Così andarono e videro dove stava, e stettero con lui quel giorno; era circa la decima ora [16,00]. Andrea, fratello di Simon Pietro, era uno dei due che avevano udito ciò che aveva detto Giovanni e avevano seguito Gesù. Questi trovò prima il proprio fratello, Simone, e gli disse: ‘Abbiamo trovato il Messia’ (che, tradotto, significa: Cristo). Egli lo condusse a Gesù. Gesù, guardandolo, gli disse: ‘Tu sei Simone, figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa’ (che si traduce Pietro)”. (Giov. 1:35-42) In seguito, in Galilea, Pietro e Andrea cominciarono a seguire Gesù del continuo.

13. Come adempì Gesù la profezia di Salmo 69:9?

13 Nella primavera dell’anno successivo, il 30 E.V., al tempo della celebrazione pasquale a Gerusalemme, Gesù purificò il tempio da quelli che cercavano di fare un commercio dell’adorazione di Dio. Questo adempì la profezia di Davide in Salmo 69:9, come indica l’apostolo Giovanni: “I suoi discepoli si ricordarono che è scritto: ‘Lo zelo per la tua casa mi divorerà’”. — Giov. 2:13-17.

L’INCARICO DEL LIBERATORE

14. (a) Dov’è nelle Scritture Ebraiche la profezia che fu letta da Gesù a Nazaret? (b) Qual era il suo incarico, secondo questa profezia?

14 Dopo che Giovanni fu arrestato e imprigionato, Gesù partì dalla Giudea e andò a nord in Galilea passando per la Samaria. Il racconto ci dice che, a Nazaret, dov’era stato allevato, “entrò in giorno di sabato nella sinagoga, e si alzò per leggere. E gli fu consegnato il rotolo del profeta Isaia, ed egli, aperto il rotolo, trovò il luogo dov’era scritto: ‘Lo spirito di Geova è su me, perché egli mi ha unto per dichiarare la buona notizia ai poveri, mi ha mandato per predicare la liberazione ai prigionieri e il ricupero della vista ai ciechi, per mettere in libertà gli oppressi, per predicare l’anno accettevole di Geova’. . . . Quindi cominciò a dir loro: ‘Oggi, questa scrittura che avete appena udita si è adempiuta’”. — Luca 4:16-21.

15. Quale opportunità fu data ai Giudei a Nazaret, e come reagirono ad essa?

15 Ecco un’opportunità per i Giudei di riconoscere che il Liberatore che Geova aveva mandato era effettivamente presente con loro. Al contrario, comunque, i Nazareni non attribuirono allo spirito santo di Geova la capacità di predicare di questo ex falegname Gesù.

16. (a) Per quale ragione facevano cordoglio quelli menzionati nella profezia? (b) Applicando a sé la profezia, che cosa mostrò Gesù ai Giudei?

16 Notate che la profezia da cui Gesù lesse (Isa. 61:1-3, VR) prosegue parlando di questo unto che conforta tutti quelli che fanno cordoglio. Indica su che cosa si farà cordoglio quando dice: “per dare a quelli che fanno cordoglio in Sion”. Questa scrittura si riferisce prima all’esilio o desolazione di Sion o Gerusalemme. Durante il loro esilio a Babilonia i Giudei avevano fatto cordoglio per la desolazione di Sion e del tempio di Dio che si trovava lì. Citando questa profezia e applicandola a se stesso, Gesù mostrava chiaramente ai Giudei che questo era certo un tempo di buona notizia per loro, poiché il Liberatore era ora venuto per liberarli dal religioso esilio babilonico in cui erano in una desolata condizione spirituale. — Matt. 9:36.

DENUNCIATI I CAPI RELIGIOSI

17. (a) L’atteggiamento dei capi religiosi trattenne forse Gesù dal compiere la sua opera di conforto? (b) Che cosa fu mostrato dal modo in cui Gesù parlò ai capi religiosi giudei? (c) Perché smascherò i capi religiosi e avvertì i suoi discepoli in merito a loro?

17 I capi religiosi rigettarono Gesù e condussero molti del popolo in questa via, contro i loro migliori interessi. Ma questo non trattenne Gesù dal compiere la sua opera di fasciare quelli che avevano veramente il cuore rotto e confortare quelli che facevano cordoglio. Tuttavia, Gesù non confortò quei capi religiosi babilonesi. L’intrepido discorso che pronunciò per condannarli provò che era veramente l’Unto. Egli parlò proprio come aveva parlato il suo precursore Giovanni, ma più severamente. Richiamò l’attenzione sulle profezie che si sarebbero adempiute a causa della loro ostinazione. Egli disse: “Guai a voi che siete versati nella Legge, perché avete tolto la chiave della conoscenza; voi stessi non siete entrati, e quelli che entravano li avete impediti!” (Luca 11:52) Perciò egli smascherò pubblicamente quegli oppressori religiosi affinché quelli che erano accecati da loro ed erano schiavi nella cattività religiosa potessero liberarsi. Provò d’essere il più grande Ciro avente l’autorità e l’incarico da Dio di liberare coloro tra i Giudei che facevano cordoglio per la loro cattività religiosa babilonica. Avvertì i suoi propri discepoli riguardo a questi capi religiosi: “Lasciateli stare. Sono guide cieche. Se, dunque, un cieco guida un cieco, entrambi cadranno in una fossa”. — Matt. 15:14, 1-9; Isa. 29:13, 14.

18. (a) Quando pronunciò Gesù la sua più pungente denuncia dei capi religiosi giudei? (b) Che cosa disse Gesù che mostrò che le persone erano tenute in una cattività religiosa? (c) Che cosa disse Gesù ai capi religiosi riguardo alla loro responsabilità e al loro destino?

18 Tre giorni prima che i capi sacerdoti Anna e Caiafa e altri capi religiosi causassero la sua morte, egli li espose alla più pungente denuncia davanti al popolo, dicendo:

“Legano gravi pesi e li mettono sulle spalle degli uomini, ma essi stessi non li vogliono muovere col dito. Tutte le opere che fanno le fanno per esser visti dagli uomini; . . . Guai a voi, scribi e Farisei, ipocriti! perché chiudete il regno dei cieli dinanzi agli uomini; poiché voi stessi non entrate e non lasciate entrare quelli che stanno per entrare. . . . somigliate a sepolcri imbiancati, che in realtà di fuori appaiono belli ma dentro son pieni d’ossa di morti e d’ogni specie d’impurità. In tal modo anche voi, di fuori in realtà apparite giusti agli uomini, ma di dentro siete pieni d’ipocrisia e illegalità. . . . date testimonianza contro voi stessi d’esser figli di quelli che assassinarono i profeti. E voi colmate quindi la misura dei vostri padri.

“Serpenti, progenie di vipere, come sfuggirete al giudizio della Geenna? Per questa ragione, ecco, io vi mando profeti e saggi e pubblici insegnanti. Alcuni li ucciderete e metterete al palo, ed alcuni li flagellerete nelle vostre sinagoghe e li perseguiterete di città in città; affinché venga su di voi tutto il sangue giusto versato sulla terra, dal sangue del giusto Abele al sangue di Zaccaria figlio di Barachia, che voi assassinaste fra il santuario e l’altare. Veramente vi dico: Tutte queste cose verranno su questa generazione”. — Matt. 23:4-36.

19. Come descrisse Gesù la condizione religiosa della nazione e il giudizio di Dio risultante da essa?

19 La misura della loro schiavitù religiosa fu messa in risalto da ciò che egli disse successivamente: “Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi quelli che ti sono mandati, quanto spesso ho voluto radunare i tuoi figli, come la gallina raduna i suoi pulcini sotto le ali! Ma voi non avete voluto. Ecco, la vostra casa vi è abbandonata. Poiché io vi dico: Da ora in poi non mi vedrete più, finché diciate: ‘Benedetto colui che viene nel nome di Geova!’” (Matt. 23:37-39; Sal. 118:26) Questo indicava che erano in una condizione babilonica così deplorevole che Dio avrebbe abbandonato la loro casa di adorazione proprio come il loro precedente tempio costruito da Salomone era stato abbandonato ai Babilonesi.

MOLTI RICEVONO LA LIBERAZIONE

20. Come alcuni Giudei sfuggirono alla cattività religiosa, e che cosa fece Gesù per loro?

20 Non tutti ebbero l’attitudine dei capi religiosi giudei, né seguirono questi capi. Seguirono il più grande Ciro che, come Ciro dell’antichità, servì quale pastore di Geova e liberò effettivamente molti Giudei. Il rimanente giudaico dei fedeli ricevette la vera libertà che Geova Dio provvide a quelli che considerarono seriamente la sua Parola e paragonarono le profezie degli antichi profeti ebrei agli avvenimenti relativi a Gesù e alle opere che egli fece. Riconobbero Gesù quale eccellente Pastore e lo seguirono alla libertà che egli diede, che fu, com’egli dichiarò, ‘effettiva libertà’, non solo dalla falsa religione e dalla sua schiavitù ma anche dal potere del peccato e della sua pena di morte. — Giov. 8:31-36.

21. (a) Che cosa dovrebbero chiedere oggi quelli che seguono i capi religiosi di Babilonia? (b) Come gli odierni capi religiosi mostrano di essere in una confusione babilonica? (c) Che cosa faranno le persone oneste, con quali risultati per se stesse?

21 Sia che apparteniate al giudaismo o a una religione della cristianità, chiedetevi seriamente: “Quale libertà mi hanno dato i capi religiosi?” Sia il giudaismo che la cristianità sono divisi in molte sette e molti gruppi. I capi di queste religioni ammettono che sono confusi e che i problemi di delinquenza, degenerazione morale, timore mondiale e la minaccia della guerra sono in aumento. Essi non hanno nessun soddisfacente rimedio da offrire. Non si rivolgono a Geova perché rechi la liberazione ma, piuttosto, volgono le persone al governo nazionale in qualsiasi paese risiedano, e ad un fallibile progetto politico dopo l’altro. Particolarmente, rivolgono la speranza delle persone alle Nazioni Unite. Così facendo agiscono proprio come gli scribi e i Farisei del giorno di Gesù, allontanando le persone dal vero Liberatore, il Messia, e tenendole schiave del grande impero religioso mondiale di Babilonia la Grande. Perciò, indipendentemente dalla pompa e dal fasto dei sistemi religiosi di Babilonia la Grande e anche se i loro capi hanno effettivamente grande influenza ed esercitano potere coi governi e dominano arrogantemente sulle loro greggi religiose, oggi le persone oneste saranno come gli umili Giudei timorati di Dio del giorno del Messia e proveranno a se stesse che il Messia, il Liberatore, venne effettivamente a Sion più di diciannove secoli fa. Inoltre ora, come Figlio di Dio e celeste Re regnante, egli, il più grande Ciro, è in grado di liberarli da Babilonia la Grande.

[Note in calce]

a Tiberio successe ad Augusto come imperatore alla morte di Augusto, il 19 agosto del 14 E.V. L’opera di battezzare di Giovanni cominciò nella primavera del quindicesimo anno di Tiberio, che decorse dall’agosto del 28 E.V. all’agosto del 29 E.V. Gesù fu battezzato in autunno, verso il primo di ottobre, il che sarebbe nel sedicesimo anno di Tiberio.

b Vedere il libro “Babilonia la Grande è caduta!” Il regno di Dio governa! della Watchtower Bible and Tract Society, Brooklyn, New York, pagine 385-388. Anche La Torre di Guardia del 1º aprile 1966.

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