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  • Domande dai lettori (2)
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1967
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1967
w67 15/9 pp. 575-576

Domande dai lettori

● Secondo Genesi 49:10, Giacobbe disse profeticamente: “Lo scettro non si allontanerà da Giuda, né il bastone del comandante di fra i suoi piedi, finché venga Silo”. C’è differenza fra lo scettro e il bastone del comandante? — O. S., U.S.A.

Sì, lo scettro e il bastone del comandante che Giacobbe menzionò nella sua benedizione pronunciata in punto di morte su Giuda si riferiscono evidentemente a cose diverse.

Nelle composizioni o espressioni poetiche non è insolito trovare termini paralleli l’uno all’altro. Comunque, sebbene siano molto simili, spesso un termine, paragonato all’altro, comunica alla mente una sottile differenza di pensiero, introducendo un nuovo elemento, per così dire. Questo stratagemma serve spesso ad accrescere il nostro apprezzamento o aumentare la nostra comprensione di ciò che è scritto o detto. È evidente che Giacobbe impiegò tale metodo nel benedire i suoi figli. Per esempio, disse che Dan sarebbe stato “una serpe sulla strada, una cerasta sul sentiero”, usando tali espressioni in senso buono per mostrare come Dan sarebbe stato un pericolo per i nemici degli Israeliti. (Gen. 49:17, VR) Quindi, non sarebbe errato concludere che anche i termini “scettro” e “bastone del comandante” siano di significato o senso un po’ diverso.

L’uso di questi termini in riferimento a Giuda indicherebbe, come minimo, che notevoli autorità e potere sarebbero stati in quella tribù. Tuttavia, era evidentemente implicato più che semplice autorità e dominio della tribù, poiché Giacobbe indicò che Silo, a cui “apparterrà l’ubbidienza del popolo”, sarebbe venuto dalla tribù di Giuda. Questo avrebbe significato autorità e potere regale su altri. Per certo, quando Davide della tribù di Giuda divenne re d’Israele secondo la direttiva di Geova, lo scettro e il bastone del comandante mostrarono d’essere in possesso della tribù di Giuda. Questi non si sarebbero allontanati dalla tribù di Giuda prima della venuta del permanente Governante, Silo. — 2 Sam. 7:8-16.

Gli scettri possono essere di svariate lunghezze. Nei tempi antichi, come nel giorno presente, lo scettro in mano a governanti significa autorità. Quindi, lo scettro in mano al re simboleggia sovranità regale. — Sal. 45:6.

Giacobbe indicò pure che il bastone di Giuda quale comandante sarebbe stato fra i suoi piedi. Questo si riferirebbe a un lungo bastone. Spesso era appoggiato per terra e tenuto contro la piega del vestito di colui che lo reggeva, fra le sue ginocchia. Nelle antiche sculture, certi governanti sono stati raffigurati con un simile lungo bastone in mano. Giacché il bastone di Giuda è il “bastone del comandante”, esso è simbolo del potere di comandare.

Pertanto, reggere lo scettro avrebbe indicato evidentemente il possesso della sovranità o della prerogativa di governante regale. L’avere il bastone di comandante tenderebbe a indicare che il possessore aveva la posizione di capo e il potere di comandare.

Il Silo avvenire, a cui si riferì Giacobbe, è Gesù Cristo. Come discendente di Giuda e Figlio di Davide, egli è colui al quale Geova Dio ha elargito l’eterno dominio celeste. (Luca 3:23-33; Matt. 1:1-16) Egli ha la sovranità regale e il potere di comandare. (Dan. 7:13, 14) Perciò, non fu senza buona ragione che Isaia fu ispirato da Dio a scrivere profeticamente di Cristo: “Ecco, l’ho dato come testimone ai gruppi nazionali, come condottiero e comandante ai gruppi nazionali”. (Isa. 55:4) Una previsione del futuro esercizio di potere e dominio di Gesù sulle nazioni è pure incorporata in queste parole di Salmo 2:8, 9, (VR): “Chiedimi [a Geova Dio], io ti darò le nazioni per tua eredità e le estremità della terra per tuo possesso. Tu le fiaccherai con uno scettro di ferro; tu le spezzerai come un vaso di vasellaio”.

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