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  • Non vi affrettate a mettere in dubbio i motivi
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1967
w67 15/12 pp. 739-740

Non vi affrettate a mettere in dubbio i motivi

COME la decaduta natura umana è incline a mettere in dubbio i motivi degli altri! Un bambino porta un dono alla sua insegnante per mostrare apprezzamento verso i suoi sforzi, ma i compagni di scuola possono affrettarsi ad accusarlo che fa questo per ragioni egoistiche, perché vuole divenire il preferito dell’insegnante. Meschino? Puerile? Senza dubbio, ma forse c’è anche un po’ di egoismo, un po’ di mancanza di amore, in questa prontezza a mettere in dubbio i suoi motivi.

Sì, non è amorevole affrettarsi a mettere in dubbio i motivi degli altri, e gli adulti sono a volte inclini a farlo come i fanciulli. Nelle nostre associazioni di ogni giorno, comunque, dovremmo volerci affrettare ad attribuire agli altri buoni motivi, essere benignamente disposti verso di loro e pronti a dar loro il beneficio del dubbio.

Così, quando un marito vuole far felice sua moglie portandole un mazzo di fiori o una scatola di dolci per sorpresa, si rallegri ella di quell’espressione d’amore; non cominci, senza una buonissima ragione, a chiedersi qual era il suo motivo, come se fosse colpevole di qualche azione sconsiderata e cercasse ora di fare ammenda! Com’è poco amorevole, com’è stolto! E tuttavia ci sono mogli che pensano e agiscono proprio in questo modo, e anche i mariti, in quanto a ciò!

Saremo aiutati a non affrettarci a mettere in dubbio i motivi degli altri se rammentiamo che nella Bibbia è mostrato ripetutamente che Satana il Diavolo fa questo. Pertanto quando Geova Dio richiamò l’attenzione di Satana sul giusto Giobbe, Satana si affrettò a mettere in dubbio i motivi per cui Giobbe serviva Dio. Ma nonostante tutto ciò che Satana poté fare, fu dimostrato che egli aveva torto e che Giobbe era nel giusto. — Giob. 1:7-22; 42:7-17; Riv. 12:10.

E fra quelli che hanno raggiunto il più basso livello nel mettere in dubbio i motivi di altri ci sono stati uomini come l’ateo marchese di Sade, la cui filosofia fu quella di attribuire un abbietto motivo a ogni onorevole azione umana. Secondo lui — per fare solo un esempio — i genitori non meritano rispetto e gratitudine, poiché generando figli e quindi allevandoli hanno semplicemente seguito istinti e motivi egoistici. Ma il Creatore, Geova Dio, facendo l’uomo a sua immagine e somiglianza, fece effettivamente una creatura capace di raggiungere il più alto grado di nobiltà, bontà e altruismo. — Gen. 1:26, 27.

È stolto affrettarsi a mettere in dubbio i motivi di altri, poiché può privare di molta felicità. Specialmente coi propri fratelli cristiani, è molto meglio sbagliare essendo troppo generosi, troppo fiduciosi, che troppo critici, troppo sospettosi. Essendo fiduciosi invece che sospettosi non si causeranno inutili malintesi, e non si sarà tentati di dire o fare cose di cui in seguito ci si potrebbe rammaricare! Infatti, è bene sia per la mente che per il corpo essere fiduciosi, voler credere cose buone degli altri.

La Bibbia ci dà un esempio della stoltezza di affrettarsi a mettere in dubbio i motivi di un altro in II Samuele 10:1-19. Una volta il re Davide d’Israele mandò le condoglianze al re di Ammon per la morte di suo padre. Comunque, il re si affrettò a mettere in dubbio i motivi del re Davide e mantenne ostinatamente il suo errato atteggiamento, inducendo persino un re vicino a far guerra al re Davide. Alla fine il re di Ammon arrecò solo difficoltà a sé e al suo popolo. — 2 Sam. 12:26-31.

Si può essere aiutati a combattere la tendenza d’affrettarsi a mettere in dubbio i motivi degli altri riconoscendo che può essere una forma di rivalità, di competizione. In che modo? In quanto, affrettandoci a mettere in dubbio i motivi di un altro attribuiamo meno importanza a quella persona e in confronto ne attribuiamo di più a noi stessi. Si potrebbe benissimo far questo inconsciamente, poiché il cuore umano è ingannevole. — Ger. 17:9.

Affrettandosi a mettere in dubbio i motivi di altri, la persona presume di fare più di quanto può fare effettivamente. Gesù Cristo, il Figlio di Dio, poteva giudicare subito i motivi di altri, come mostrano pure i racconti dei Vangeli. E lo stesso può dirsi dell’apostolo Pietro, perché ne ricevette potere miracoloso dallo spirito santo, come si può vedere dal fatto che smascherò gli ipocriti bugiardi Anania e Saffira. Ma Dio non ha dato a nessuna persona oggi sulla terra tale potere. — Matt. 22:17, 18; Atti 5:1-11.

In particolare l’empatia, o la capacità di mettersi nei panni di un altro, per così dire, aiuterà a non affrettarsi a mettere in dubbio i motivi di altri. Di solito attribuiamo a noi stessi buoni motivi per quello che diciamo e facciamo, non è vero? Perché dunque non concedere anche agli altri di avere similmente buoni motivi per le loro parole e azioni? Si tratta in realtà di fare ad altri come vorremmo facessero a noi. Non vorremmo che gli altri si affrettassero a mettere in dubbio i nostri motivi, non è vero? — Matt. 7:12.

Non che sia sempre sbagliato mettere in dubbio i motivi. Dopo tutto, nei rapporti commerciali si deve riconoscere che il proprio interesse presenta la tentazione a esagerare, a gonfiare i fatti o impegnarsi in pratiche disoneste. “Il compratore stia attento” in tali casi non è altro che usare buon senso. E c’è anche un tempo e un luogo per giudicare i motivi, dopo che sono stati rivelati da azioni evidenti; come quando un malfattore è convocato davanti al comitato giudiziario di una congregazione cristiana. Ma notate che in tal caso non ci si affretta a mettere in dubbio i motivi. — 1 Cor. 5:1-13; Giuda 4-19.

Comunque, a parte tali eccezioni, quando consideriamo i motivi dei nostri simili nel luogo di lavoro, nella cerchia familiare o nella congregazione cristiana, cerchiamo di essere generosi, caritatevoli, fiduciosi, pronti a dare ad altri il beneficio del dubbio. Ricordate che Dio “vede ciò che è il cuore”. Comunque, noi possiamo leggere il nostro proprio cuore, quindi, più di ogni altra cosa che si deve guardare, salvaguardiamo il nostro proprio cuore, accertandoci che i nostri propri motivi siano sempre puri. — 1 Sam. 16:7; Prov. 4:23.

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