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  • “In tutte le nazioni si deve prima predicare la buona notizia”

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  • “In tutte le nazioni si deve prima predicare la buona notizia”
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1968
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  • IL “SEGNO” CHE PRECEDE LA FINE
  • “IL REGNO”
  • SI DEVE PREDICARE LA BUONA NOTIZIA: QUANDO?
  • Ciò che ora distingue la buona notizia da predicare
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1968
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1968
w68 15/4 pp. 232-241

“In tutte le nazioni si deve prima predicare la buona notizia”

“Sarete condotti davanti a governatori e re per amor mio, in testimonianza ad essi. E in tutte le nazioni si deve prima predicare la buona notizia”. — Mar. 13:9, 10.

1. Senza la predicazione della “buona notizia”, in quale condizione sarebbero state lasciate le persone delle nazioni, e perché?

NESSUNA nazione di questo ventesimo secolo ha potuto impedire la proclamazione della buona notizia entro i suoi confini. Di fronte alla minaccia della fine calamitosa di tutte le nazioni del mondo si è dovuta predicare la buona notizia in tutte le nazioni prima che venga la loro fine. La buona notizia è stata un conforto molto necessario a persone di ogni razza e nazionalità. La mancanza di predicare la buona notizia avrebbe lasciato tutte le persone senza speranza in mezzo a questa afflizione mondiale che ora si avvicina al suo catastrofico culmine. L’infallibile profeta che predisse che in tutte le nazioni si doveva prima predicare la buona notizia doveva aver previsto il bisogno che tale buona notizia fosse predicata in questo secolo, il più violento di tutta la storia umana.

2. Perché la buona notizia data da colui che pronunciò la profezia è sopravvissuta fino ad ora?

2 Colui che pronunciò questa profezia confermata dal tempo diede la buona notizia che doveva essere predicata. Egli sapeva quale sarebbe stata l’unica buona notizia degna d’essere proclamata nel tempo cruciale in cui disse che ciò sarebbe avvenuto, diciannove secoli dopo. L’effettivo adempimento della sua profezia prova che egli non era un uomo comune. Non era un editore e proprietario di giornali. Non era il redattore di qualche quotidiano che avesse una tiratura superiore a quella di qualsiasi grande giornale metropolitano. Il fatto è che non scrisse mai un libro, un opuscolo o un trattato. Non scrisse neppure un capitolo del libro che è quello più estesamente distribuito e tradotto sulla terra, la Sacra Bibbia. Tuttavia la buona notizia che diede molto tempo fa è sopravvissuta e oggi viene proclamata in tutte le nazioni. Sembra quasi incredibile, eppure è realmente credibile, poiché questo uomo straordinario fu Gesù Cristo, che i suoi più intimi seguaci dimostrarono oltre ogni possibilità di dubbio che era “il figlio di Dio”.

3. Sul monte degli Ulivi, perché Pietro, Andrea, Giacomo e Giovanni avevano una domanda da fare a Gesù?

3 Una volta parlava di una città che ha ricevuto molto risalto nella cronaca mondiale particolarmente dal giugno dell’anno 1967, Gerusalemme. A est di Gerusalemme si trova ancora il monte da cui egli pronunciò la sua profezia circa la “buona notizia”, il monte degli Ulivi. Il glorioso tempio costruito dal re Erode il Grande a Gerusalemme non c’è più, ma il fatto che manchi fino a questo giorno è solo un’ulteriore conferma dell’accuratezza della sua profezia. Quattro suoi più intimi seguaci, cioè gli apostoli Pietro e Andrea, Giacomo e Giovanni, erano con lui sul monte degli Ulivi, e godevano di una buona veduta della bella città di Gerusalemme e del suo tempio. Se gli aveste sentito dire ciò che essi gli avevano sentito dire precedentemente quel giorno, anche voi avreste avuto una domanda da fargli.

4, 5. (a) Su quali cose rimarchevoli aveva fatto commenti uno degli apostoli parlando a Gesù? (b) Perché la risposta di Gesù a questo apostolo che osservava fu senza dubbio sorprendente?

4 I viaggiatori internazionali che visitano luoghi d’interesse accorrono ancora alla località dove quel tempio rimase fino all’anno 70 E.V. Ma al principio della primavera dell’anno 33 E.V. Gesù Cristo e i suoi apostoli visitarono quel costoso tempio costruito dal re Erode di Gerusalemme. Mentre ne uscivano, un apostolo disse a Gesù: “Maestro, vedi, che sorta di pietre e che sorta di edifici!”

5 Una persona avrebbe pensato che tale magnifica costruzione, così solida, resistesse per duemila anni, come il tempio di Atena, il Partenone, in cima all’Acropoli di Atene, Grecia, o come il Tempio di Karnak a Tebe nell’antico Egitto. Ma senza dubbio, con sorpresa dell’apostolo che osservava, Gesù Cristo rispose: “Vedete questi grandi edifici? Non sarà lasciata qui pietra sopra pietra che non sia diroccata”. Lo storico Giovanni Marco mise per iscritto questa rimarchevole profezia di Gesù Cristo, quando era a Roma, alcuni anni prima che la profezia fosse adempiuta per mezzo delle legioni romane nell’anno 70 E.V. (Mar. 13:1, 2) Tale distruzione del loro prezioso tempio d’adorazione avrebbe certo significato un cambiamento di cose per i Giudei.

6. (a) Secondo Giovanni Marco, quale domanda fecero a Gesù i quattro apostoli? (b) Che cosa avrebbe reso la risposta profetica di Gesù solo una questione di storia antica per noi oggi?

6 Che cambiamento di cose aveva significato per la nazione giudaica la distruzione del tempio del re Salomone in quello stesso luogo nell’anno 607 a.E.V.! Ricordando questo, gli apostoli Pietro, Andrea, Giacomo e Giovanni parlarono in modo interrogativo a Gesù Cristo mentre sedeva sul vicino monte degli Ulivi in vista del tempio scintillante. Ma dicci, Giovanni Marco, quale domanda gli fecero. Marco 13:3, 4 ci riferisce questa domanda: “Dicci: Quando avverranno queste cose, e quale segno vi sarà quando tutte queste cose staranno per venire al termine?” Se Gesù Cristo avesse limitato l’applicazione della sua descrizione del “segno” solo alla distruzione della città di Gerusalemme del suo giorno, nell’adempimento questa sarebbe semplicemente una questione di storia antica, di quasi millenovecento anni fa, e non sarebbe di grande interesse per noi che viviamo ora in questi tempi tanto difficili.

7. (a) Gesù estese la portata della sua risposta profetica per includere che cosa che ha importanza per noi oggi? (b) Che cosa significherebbe quella distruzione circa il presente sistema di cose?

7 Comunque, Gesù estese chiaramente la portata della sua risposta profetica molto al di là della distruzione di Gerusalemme nel 70 E.V., cioè fino a quello che fu prefigurato da tale distruzione di Gerusalemme e del suo tempio, così che dovrebbe essere di vitale importanza per noi oggi. Ebbene, dunque, che cosa fu prefigurato? Dovrebbe essere chiaro, poiché l’ombra ci dà sempre i contorni della sostanza che è di fronte al raggio di luce. Ebbene, dunque, intendiamo dire che la distruzione di Gerusalemme e del suo tempio religioso delineò come per mezzo di un’ombra una distruzione che sarebbe venuta sull’organizzazione e sulla struttura di qualche sistema religioso che ora afferma d’essere dell’Iddio di Gerusalemme? Sì, e gli avvenimenti mondiali mostrano che deve venire nel nostro giorno. Le persone della cristianità hanno motivo di credere che la loro organizzazione e struttura religiosa è quella destinata alla distruzione. Ma, inorriditi, potete obiettare: ‘La distruzione della cristianità significherebbe niente meno che la fine del mondo!’ Ebbene, avete ragione, se con l’espressione “la fine del mondo” intendete il “termine del sistema di cose”. — Matt. 24:3, Ga e NM.

8. Le parole di Gesù: “Non è ancora la fine” danno forse motivo di non preoccuparsi ora?

8 Ebbene, dunque, questo è realmente qualche cosa per cui oggi ci dobbiamo preoccupare, poiché vi saremo implicati. E abbiamo realmente bisogno della buona notizia di cui Gesù parlò. Esaminiamo dunque la sua profezia. Oggi milioni di persone dubitano persino dell’esistenza storica di Gesù Cristo, che egli effettivamente vivesse e morisse a Gerusalemme, e tali persone perciò non sentirebbero nessun bisogno di un avvertimento da Gesù contro i falsi Cristi. (Mar. 13:5, 6) Ma se sono d’età abbastanza avanzata da avere vissuto anni prima del 1914 potrebbero ritenere del tutto appropriata la successiva parte del consiglio di Gesù: “Inoltre, quando udrete di guerre e notizie di guerre, non ne siate atterriti; queste cose devono avvenire, ma non è ancora la fine”. (Mar. 13:7) Sì, ma dalle parole ‘non ancora’ non dobbiamo trarre la conclusione che non venga mai la “fine”, né la distruzione della cristianità prefigurata dalla distruzione di Gerusalemme e del suo sacro tempio.

IL “SEGNO” CHE PRECEDE LA FINE

9, 10. (a) Come Gesù mise un punto divisivo nella sua profezia? (b) Che cosa doveva essere il “principio dei dolori d’afflizione”, e che cosa richiede l’espressione “principio”?

9 Che cosa dobbiamo aspettarci prima che venga questa spaventosa “fine”, e quale dev’essere il “segno” che la precede? Ascoltate ora ciò che dice quindi Gesù dopo aver messo un punto divisivo nella sua profezia menzionando “la fine”. Vedete se potete identificare e situare nel corso del tempo l’adempimento di ciò che ora Gesù dice:

10 “Poiché sorgerà nazione contro nazione e regno contro regno, vi saranno terremoti in un luogo dopo l’altro, vi sarà penuria di viveri. Questi sono il principio dei dolori d’afflizione”. (Mar. 13:8) Un “principio” suggerisce anche una fine, e questo “principio dei dolori d’afflizione” deve perciò precedere da vicino la “fine”, accompagnato com’esso sarà da ciò che fu prefigurato dalla terribile distruzione dell’antica Gerusalemme e del suo tempio. Perciò, ha il genere umano avuto dolori d’afflizione come quelli descritti da Gesù e designati da lui come essendo il “principio” che precede la “fine”? Rispondiamo onestamente.

11. (a) La persona onesta identifica quel “principio dei dolori d’afflizione” come essendo che cosa? (b) Qual è dunque un tempo appropriato per una buona notizia come quella che poteva dare Gesù Cristo? Perché?

11 La persona onesta risponderà Sì, il genere umano ha avuto tali dolori. La prima guerra mondiale, che cominciò nel 1914, fu più grande di tutte le guerre della precedente storia umana messe insieme. E ci fu anche grave penuria di viveri, con milioni di morti, che si ebbero con la prima guerra mondiale e dopo. Sì, ci furono anche terremoti degni di nota in un luogo dopo l’altro. E ci furono pestilenze non trascurabili, come l’influenza spagnola del 1918 dopo la fine della prima guerra mondiale, la quale influenza uccise da sola venti milioni di persone. Il medico Luca, amico personale di Giovanni Marco menziona la pestilenza nel suo racconto storico della profezia di Gesù riguardo allo stesso periodo. Milioni di noi persone più anziane ricordiamo molto bene queste cose, perché siamo vissuti durante quei pericolosi avvenimenti. (Luca 21:10, 11) Parlare di “dolori d’afflizione”! L’afflizione introdotta da quegli avvenimenti che accompagnarono e seguirono la prima guerra mondiale non è cessata fino a questo giorno, né è diminuita. Che tempo appropriato è dunque questo per una buona notizia come quella che Gesù Cristo poteva darci!

12. Secondo ciò che quindi Gesù disse, come dovevano trovarsi i suoi fedeli seguaci?

12 Comunque, secondo ciò che Gesù disse quindi nella sua profezia i suoi fedeli seguaci non avrebbero avuto condizioni facili e piacevoli neppure dai giorni degli apostoli in poi. Egli disse: “In quanto a voi, badate a voi stessi; vi consegneranno alle corti locali, e sarete battuti nelle sinagoghe e sarete condotti davanti a governatori e re per amor mio, in testimonianza ad essi. E in tutte le nazioni si deve prima predicare la buona notizia. Ma quando vi condurranno per consegnarvi, non siate ansiosi prima del tempo circa quello che direte; ma qualunque cosa vi sia dato in quell’ora, ditela, poiché non sarete voi a parlare, ma lo spirito santo. Inoltre, il fratello darà a morte il fratello, e il padre il figlio, e i figli sorgeranno contro i genitori e li faranno morire; e voi sarete oggetto di odio da parte di tutti a motivo del mio nome. Ma chi avrà perseverato sino alla fine sarà salvato”. — Mar. 13:9-13.

13. (a) Nonostante che cosa dev’essere predicata la “buona notizia”? (b) Senza quale figura principale oggi non può realmente esserci nessuna “buona notizia”?

13 Nonostante tutta questa persecuzione religiosa contro i veri cristiani apostolici in mezzo a guerra internazionale, penuria di viveri, terremoti e pestilenze, in tutte le nazioni si deve prima predicare la “buona notizia”. Evidentemente la predicazione della buona notizia non avrebbe fatto guadagnare agli attivi veri cristiani il generale favore delle nazioni e dei popoli. Ma questo è il momento di chiedere: Che cos’è “la buona notizia”? Le persone del paganesimo, i Giudei, le persone dell’Islam e della cristianità hanno cercato di trascurare la persona principale e di escluderla come ultima speranza di pace dell’uomo, ma oggi non può esserci nessuna vera “buona notizia” senza che Gesù Cristo vi sia incluso. Per questo lo storico Giovanni Marco comincia il racconto della vita intorno a lui dicendo: “Principio della buona notizia di Gesù Cristo”. — Mar. 1:1.

14. Che cosa disse Gesù per mostrare il suo inseparabile legame con la “buona notizia”?

14 Gesù stesso riconobbe il suo inseparabile legame con la “buona notizia”, dicendo: “Chi perde la sua anima per amor mio e della buona notizia la salverà”. “Non c’è nessuno che, avendo lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per amor mio e per amore della buona notizia, non riceva ora, in questo tempo, cento volte tanto, . . . e nel sistema di cose avvenire la vita eterna”. “Ovunque la buona notizia sarà predicata in tutto il mondo, ciò che questa donna ha fatto [a me] sarà pure detto a ricordo di lei”. — Mar. 8:35; 10:28-30; 14:9.

15. Secondo Giovanni Marco, che cosa fece Gesù stesso riguardo alla “buona notizia”?

15 Giustamente, dunque, Gesù Cristo stesso predicò la “buona notizia”, poiché nessuno poteva predicarla meglio di lui. (Giov. 7:46) A conferma di ciò, Giovanni Marco riferisce: “Or dopo che Giovanni [Battista] fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, predicando la buona notizia di Dio e dicendo: ‘Il tempo fissato è compiuto e il regno di Dio si è avvicinato. Pentitevi e abbiate fede nella buona notizia’”. — Mar. 1:14, 15.

16. Che cos’era a quel tempo la buona notizia, e perché era una buona notizia?

16 Ah, la buona notizia a quel tempo era intorno al regno di Dio, e specialmente al fatto che esso si era avvicinato. Il regno di Dio è una cosa buona, anzi, la migliore e l’unica cosa per tutto il genere umano, e la notizia che si è avvicinato sarebbe una buona notizia di somma, vitale importanza. Esso si era avvicinato diciannove secoli fa in quanto Gesù Cristo, che Dio aveva unto perché fosse il re messianico nel governo celeste, era venuto sulla terra come uomo per morire di una morte da martire perché aveva predicato e insegnato quel regno di Dio e nello stesso tempo per morire come sacrificio di riscatto per tutto il genere umano peccatore. (Giov. 18:36, 37; Matt. 20:28) Ma che specie di governo sarà questo regno di Dio con Gesù Cristo suo Figlio come Re sopra il genere umano?

“IL REGNO”

17, 18. (a) Come Gesù collegò il regno della buona notizia al regno predetto da Daniele? (b) Secondo Daniele, il regno di Dio doveva venire insieme a che cosa, come aveva predetto anche Gesù?

17 Tale regno dev’essere quello predetto dal profeta Daniele a Babilonia nel settimo e nel sesto secolo prima della nostra Èra Volgare, poiché Gesù Cristo collegò la profezia che disse ai suoi quattro apostoli con la profezia di Daniele, mentre continuava, dicendo: “Comunque, quando scorgerete la cosa disgustante che causa desolazione stabilita dove non deve (il lettore usi discernimento), allora quelli che sono nella Giudea fuggano ai monti. . . . Continuate a pregare affinché non avvenga d’inverno; poiché quelli saranno giorni di tale tribolazione quale non v’è stata dal principio della creazione che Dio creò fino a quel tempo, né vi sarà più. Infatti, se Geova non avesse abbreviato i giorni, nessuna carne sarebbe salvata. Ma a motivo degli eletti che egli ha eletti, ha abbreviato i giorni”. — Mar. 13:14-20.

18 La “cosa disgustante che causa desolazione” è quella predetta in Daniele 11:31 e 12:11. (Vedere Matteo 24:15; Luca 21:20, 21). Dopo aver predetto che sarebbe stata stabilita questa “cosa disgustante che causa desolazione”, il profeta Daniele predice pure l’inizio di questa “tribolazione” o “tempo d’angustia” senza precedenti che Gesù Cristo predisse ai suoi apostoli. (Dan. 12:1) Quindi il regno di Dio che Gesù disse si doveva predicare come buona notizia dev’essere lo stesso regno di Dio di cui aveva profetizzato in precedenza Daniele medesimo. Daniele predisse che esso doveva venire insieme a un tempo d’afflizione senza precedenti per le nazioni del mondo. Che cos’altro avrebbe potuto voler dire Daniele parlando degli ultimi governanti politici di questo mondo malvagio e dicendo quanto segue?

19, 20. (a) Come Daniele predisse afflizione per le nazioni nel secondo capitolo? (b) Nel settimo capitolo?

19 “Ai giorni di quei re l’Iddio del cielo stabilirà un regno che non sarà mai ridotto in rovina. E il regno stesso non passerà ad alcun altro popolo. Esso stritolerà tutti questi regni e porrà loro fine, ed esso stesso starà a tempi indefiniti”. — Dan. 2:44.

20 “Continuai a guardare nelle visioni della notte, ed ecco, con le nuvole dei cieli veniva qualcuno simile a un figlio d’uomo; e ottenne accesso all’Antico dei Giorni, e lo fecero accostare proprio dinanzi a Lui. E gli furono dati dominio e dignità e regno, affinché tutti i popoli, i gruppi nazionali e le lingue servissero proprio lui. Il suo dominio è un dominio di durata indefinita che non passerà, e il suo regno un regno che non sarà ridotto in rovina. . . . In quanto alla quarta bestia, c’è un quarto regno che sarà sulla terra, che sarà diverso da tutti gli altri regni; ed esso divorerà tutta la terra e la calpesterà e la stritolerà. . . . E la Corte stessa si sedeva, e infine gli tolsero il suo proprio dominio per annientarlo e distruggerlo totalmente. E il regno e il dominio e la grandezza dei regni sotto tutti i cieli furono dati al popolo che sono i santi del Supremo. Il loro regno è un regno di durata indefinita, e tutti i domini serviranno e ubbidiranno pure a loro”. — Dan. 7:13, 14, 23-27.

21. (a) I cristiani videro l’istituzione del regno di Dio lì nel Medio Oriente nel 70 E.V.? (b) Come venne all’esistenza la Vecchia Gerusalemme del giorno presente?

21 Questo è il regno di Dio, la cui istituzione significa la migliore notizia che sia mai stata data al genere umano. Ma questo regno celeste non fu stabilito nell’anno 70 della nostra Èra Volgare. Quell’anno la profezia di Gesù si adempì riguardo alla distruzione di Gerusalemme e del suo tempio senza lasciare pietra sopra pietra che non fosse diroccata. I cristiani giudei non furono coinvolti in quella distruzione, poiché avevano seguìto il consiglio di Gesù ed erano fuggiti sui monti fuori della Giudea e di Gerusalemme. Continuarono a predicare altrove la venuta del regno di Dio, poiché sapevano che non era venuto lì alla distruzione di Gerusalemme. Invece d’essere stabilito il messianico regno di Dio lì a Gerusalemme nelle mani del glorificato Messia, Gesù Cristo, sessantun anni dopo (131 E.V.) i Romani vincitori vi stabilirono una città pagana. Le diedero il grado di colonia romana e la chiamarono Aelia Capitolina. Quella città, con qualche cambiamento, dura fino a questo giorno.

22. (a) La distruzione di Gerusalemme nel 70 E.V. corrispose alla profezia di Gesù circa la tribolazione? (b) Accanto a quale recente tribolazione la distruzione di Gerusalemme scompare nel nulla?

22 Quella distruzione di Gerusalemme e la desolazione della provincia della Giudea, predette da Gesù Cristo e descritte dallo storico giudeo Giuseppe Flavio, fu una cosa orribile. Ma non corrispose alla descrizione di Gesù circa i “giorni di tale tribolazione quale non v’è stata dal principio della creazione che Dio creò fino a quel tempo, né vi sarà più. Infatti, se Geova non avesse abbreviato i giorni, nessuna carne sarebbe salvata”. (Mar. 13:19, 20) Facendo un confronto con la terribile distruzione nel Medio Oriente nell’anno 70 E.V., che dire della prima guerra mondiale negli anni 1914-1918 E.V.? Che dire della seconda guerra mondiale negli anni 1939-1945, che culminò con l’esplosione di due bombe atomiche, le prime usate in guerra? Che dire delle possibilità di tribolazione, distruzione e orrore di un’altra guerra mondiale, con bombe nucleari portate al loro bersaglio da missili a lunga gittata, accompagnata dalla più grande carestia mondiale e da una pestilenza portata da diffusori di germi di malattie prodotti scientificamente e con l’atmosfera inquinata da mezzi radiologici? Accanto a tali calamità, la distruzione di Gerusalemme del 70 E.V. scompare nel nulla.

23. Come mostrò Gesù che il dominio gentile di tutta la terra non doveva finire nel 70 E.V. mediante alcuna istituzione a quel tempo del regno di Dio?

23 No, veramente il dominio gentile (non giudaico) della terra non doveva finire nell’anno 70 E.V. con l’istituzione del messianico regno di Dio nei cieli. Gesù Cristo stesso lo disse. Nella sua medesima profezia agli apostoli, riferita dallo storico e medico Luca con alcuni particolari non forniti da Giovanni Marco, egli predisse la distruzione della Gerusalemme terrestre e disse: “Vi sarà grande necessità nel paese e ira su questo popolo, e cadranno sotto il taglio della spada e saranno condotti prigionieri in tutte le nazioni; e Gerusalemme sarà calpestata dalle nazioni, finché i fissati tempi delle nazioni non siano compiuti”. — Luca 21:23, 24.

24. Quando cominciarono i Tempi dei Gentili, e quando dovevano finire?

24 I Tempi dei Gentili, o “fissati tempi delle nazioni”, che erano cominciati già nel 607 a.E.V. alla prima distruzione di Gerusalemme e del suo tempio ad opera dei Babilonesi, dovevano continuare dopo la seconda distruzione di Gerusalemme e del suo tempio nel 70 E.V. Fino a quando? La profezia di Daniele ci viene nuovamente in aiuto, e il suo quarto capitolo di Daniele mostra che questi fissati tempi del dominio mondiale dei Gentili senza interruzione da parte del messianico regno di Dio dovevano durare complessivamente 2.520 anni, o fino al 1914 E.V.

SI DEVE PREDICARE LA BUONA NOTIZIA: QUANDO?

25. In base a ciò che Paolo scrisse da Roma ai Colossesi, che cosa diremo dell’adempimento dell’opera di predicazione per il 70 E.V.?

25 Vogliate notare qui un fatto importante a sostegno di ciò: La predicazione della buona notizia intorno al regno di Dio “prima” e “in tutte le nazioni” non fu adempiuta per l’anno 70 E.V. È vero che la predicazione era stata estesa a tutto il dominio dell’Impero Romano. L’apostolo Paolo la continuò a Roma, in Italia, sebbene vi fosse tenuto prigioniero per anni. (Atti 28:16-31) E dal suo alloggio nella prigione a Roma egli scrisse alla congregazione cristiana a Colosse e disse: “L’annuncio della verità di quella buona notizia che s’è presentata a voi, come sta portando frutto e crescendo in tutto il mondo, come fa anche tra voi . . . [rimanete] nella fede, . . . non essendo smossi dalla speranza di quella buona notizia che avete udita, e che è stata predicata in tutta la creazione che è sotto il cielo”. (Col. 1:5, 6, 23) L’apostolo Pietro andò nell’antica Babilonia in Mesopotamia, che era allora fuori dell’Impero Romano. (1 Piet. 5:13) Questo avvenne anni prima che la Giudea e Gerusalemme fossero desolate nell’anno 70 E.V.

26. (a) Nella visione di Rivelazione data all’apostolo Giovanni, come fu indicato che l’opera di predicazione non era tutta adempiuta nel 70 E.V.? (b) Che cosa fu predicato intorno al regno di Dio dal tempo dell’imperatore Costantino in poi?

26 E malgrado tale diffusione della “buona notizia” anche prima del 70 E.V., in una visione che ebbe luogo possibilmente ventisei anni dopo la rovina di Gerusalemme e del suo tempio, fu detto all’apostolo Giovanni: “Tu devi profetizzare di nuovo riguardo a popoli e nazioni e lingue e molti re”. (Riv. 10:11) Descrivendo tutta la visione, l’apostolo Giovanni parla della “grande tribolazione” come essendo ancora futura, e della distruzione di Babilonia la Grande e del combattimento della “guerra del gran giorno dell’Iddio Onnipotente” nel luogo chiamato Armaghedon come di una cosa futura rispetto al suo giorno. (Riv. 16:13 fino a 19:21) In nessun modo, dunque, la profezia di Gesù circa la predicazione della “buona notizia” che doveva farsi prima in tutte le nazioni si adempì nel primo secolo E.V. La predicazione del regno di Dio doveva dunque continuare. Dai giorni dell’imperatore romano Costantino, nel quarto secolo, fu predicato il regno di Dio come se fosse stato stabilito perché l’imperatore rese religione di Stato la forma di cristianesimo del suo giorno che aveva fatto compromesso. Si intese che il regno di Cristo per il millennio (mille anni) fosse cominciato e fosse in corso.

27. (a) La predicazione dai giorni apostolici fino al 1914 E.V. considerò il regno di Dio da quale punto di vista? (b) Inoltre, tale predicazione del regno di Dio in un così lungo periodo di tempo avrebbe provato che era venuto?

27 Ora, dunque, che dire di questa predicazione del regno di Dio dai giorni degli apostoli e sino alla fine dei Tempi dei Gentili nell’anno 1914? Fu questo l’adempimento delle parole di Gesù: “In tutte le nazioni si deve prima predicare la buona notizia”? (Mar. 13:10) Si pensò così sino al principio di questo ventesimo secolo.a Ma notate questo: Tutta questa predicazione del regno di Dio fu compiuta prima della fine dei Tempi dei Gentili nel 1914 e annunciava il regno di Dio come se venisse, mediante la conversione del mondo, come pensavano molti religionisti della cristianità. Ebbene, dunque, tale predicazione di lunga durata, che si estese per quasi diciannove secoli e più, sarebbe stata di per se stessa una prova o indicazione che il regno di Dio era venuto? No! È vero che, nella sua profezia che prediceva la predicazione del Regno, Gesù disse: “Veramente vi dico che questa generazione [geneà] non passerà finché tutte queste cose non siano avvenute. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno”. Ma che dire dell’espressione “questa generazione”? — Mar. 13:30, 31.

28. (a) L’espressione “questa generazione” applicata alla congregazione cristiana avrebbe contrassegnato un tempo di urgenza? (b) Quale generazione è intesa?

28 Con questa espressione Gesù non si riferiva all’intera chiesa o congregazione dei suoi fedeli discepoli, dal giorno di Pentecoste del 33 E.V. fino alla glorificazione in cielo dell’ultimo membro della congregazione di Cristo. È vero che l’apostolo Pietro scrisse alla congregazione cristiana e disse: “Voi siete ‘una razza [génos] eletta’”. (1 Piet. 2:9) Ma questa razza o generazione sarebbe ora una razza o generazione di oltre millenovecento anni. La durata di vita di una simile generazione non sarebbe un breve tempo, e così non sarebbe confinata a un tempo limitato di straordinaria urgenza. Comunque, l’espressione “questa generazione” fu usata da Gesù per contrassegnare un periodo di tempo molto limitato, la durata di vita dei membri di una generazione di persone viventi durante il tempo in cui avrebbero avuto luogo certi sensazionali avvenimenti. Secondo Salmo 90:10, tale durata di vita potrebbe essere di settanta o anche di ottant’anni.

29. Che cosa deve aver luogo con urgenza durante “questa generazione”?

29 In questo periodo di tempo comparativamente breve dovevano essere incluse tutte le cose che Gesù profetizzò rispondendo alla richiesta di un “segno . . . quando tutte queste cose staranno per venire al termine”. (Mar. 13:4) Facendo parte del “segno”, la predicazione della “buona notizia” che deve farsi prima in tutte le nazioni doveva essere una speciale predicazione compiuta sino al termine per la durata di vita di “questa generazione”. Deve perciò essere un’opera urgente, il quale fatto è una ragione per cui si deve fare “prima”.

30. (a) Quando doveva cominciare la predicazione del Regno menzionata in Marco 13:10? (b) Era essa intorno allo stesso regno predicato da Gesù e dai suoi apostoli?

30 Per far parte del “segno” richiesto in Marco 13:4, la particolare predicazione della “buona notizia” che si doveva compiere prima in tutte le nazioni avrebbe dovuto farsi dopo la fine dei Tempi dei Gentili al principio dell’autunno del 1914. Doveva farsi dopo il “principio dei dolori d’afflizione” cominciati quell’anno. Che estremo bisogno della buona notizia avrebbe avuto allora la povera gente di tutte le nazioni in quelle circostanze! La notizia sarebbe stata “buona notizia” intorno allo stesso regno di Dio che Gesù e i suoi apostoli predicarono già nel primo secolo E.V. Quel regno è necessario ora, dal 1914, più che mai prima, poiché c’è solo il regno di Dio per la durevole pace, sicurezza, felicità e salvezza del mondo del genere umano. Eppure alla predicazione si sarebbe aggiunto molto di più ora in paragone con la “buona notizia” predicata da Gesù e dai suoi discepoli diciannove secoli fa. La buona notizia del giorno sarebbe stata più ricca. In che modo?

31. Perché la “buona notizia” predetta in Marco 13:10 doveva essere più ricca?

31 Ebbene, pensate a tutti gli adempimenti di profezie che ci sono stati nel nostro tempo. Infatti, per decenni prima del 1914, gli studenti biblici associati alla rivista La Torre di Guardia e alla Società Torre di Guardia di Bibbie e Trattati attendevano che il messianico regno di Dio assumesse il pieno potere nel 1914. Perché? Perché i Tempi dei Gentili, i “fissati tempi delle nazioni”, dovevano finire nell’autunno di quell’anno, come indicava la cronologia biblica. Come l’inizio dei Tempi dei Gentili nell’autunno dell’anno 607 a.E.V. segnò il rovesciamento del tipico regno di Dio in piccole proporzioni nella linea reale del re Davide fra i Giudei o Israeliti naturali, così sarebbe avvenuto il contrario o l’opposto alla fine dei Tempi dei Gentili nel 1914, 2.520 anni dopo. Che cosa? La restaurazione, il ristabilimento del messianico regno di Dio nelle mani del permanente Erede al trono del re Davide.

32. Chi è il permanente Erede nella linea reale di Davide, e come potrebbe questi esser tale oggi?

32 Chi è questo permanente Erede nella linea reale di Davide? Tutt’e ventisette i libri delle ispirate Sacre Scritture Cristiane (scritte in greco) acclamano Gesù Cristo come questo permanente Erede del re Davide. (Matt. 1:1-16; Rom. 1:1-3; Riv. 5:5; 22:16) Sebbene sacrificasse diciannove secoli fa il suo perfetto corpo carnale come riscatto a favore del morente genere umano, conservò ugualmente il suo diritto al trono del re Davide quando l’Onnipotente Dio lo destò dai morti come immortale persona spirituale alla gloria celeste e lo richiamò in cielo. (Sal. 110:1, 2; Atti 2:34-36) Egli è ora un’invisibile persona spirituale, troppo glorioso perché occhi umani lo vedano direttamente. — 1 Tim. 6:14-16.

33. Da dove deve egli dominare, e in quali gradi?

33 Quindi il suo dominio sopra il genere umano dev’essere invisibile, e non su un visibile trono materiale nella Vecchia Gerusalemme nel Medio Oriente, nel luogo dove sedevano gli antichi re della linea reale di Davide. Quei re terrestri sedevano lì su ciò che si chiamava “trono di Geova”. (1 Cron. 29:23) Ma Gesù Cristo siede ora effettivamente sul reale trono di Geova, alla destra di Geova, e di lì in cielo regna ora in mezzo ai suoi nemici e regnerà per mille anni dopo la guerra di Armaghedon e dopo che Satana e i suoi demoni saranno stati legati. (Ebr. 1:1-4; 10:12, 13; Riv. 3:21, 7; 5:5) Egli è più potente di tutti i precedenti re della linea del re Davide.

34. (a) Perché nel 1914 egli non dovette cacciare i nemici dalla Vecchia Gerusalemme nel Medio Oriente? (b) Perché l’atto di calpestare, di cui si parla in Luca 21:24, è ora finito?

34 In considerazione di tutto questo, non fu necessario che Gesù Cristo e i suoi angeli celesti cacciassero da Gerusalemme e dalla Palestina i Turchi non cristiani quando finirono i Tempi dei Gentili nel 1914 e stabilissero un trono nella Gerusalemme terrestre onde cominciasse a regnare come Re messianico in mezzo ai suoi nemici. Egli regna ora nella “città dell’Iddio vivente, [la] Gerusalemme celeste”, sul celeste monte Sion. (Ebr. 12:22, 23) Il regno della linea reale di Davide non è più in condizione rovesciata; non è più calpestato dai Gentili, poiché la località del suo regno è stata trasferita dalla Gerusalemme terrestre alla “Gerusalemme celeste”. (Ezec. 21:25-27; Luca 21:24) Le potenze mondiali dei Gentili non calpesteranno mai più quel regno davidico, poiché non potranno mai calpestare la “Gerusalemme celeste”. Questa situazione esiste da quando finirono i Tempi dei Gentili nel 1914, tempo nel quale nacque il regno celeste. — Riv. 12:1-5.

[Nota in calce]

a Vedere il libro The Battle of Armageddon, pubblicato dalla Watch Tower Society nel 1897, pagine 169, 567, 568.

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