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  • w69 15/10 pp. 616-623
  • Perché Dio Onnipotente ride delle nazioni

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  • Perché Dio Onnipotente ride delle nazioni
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1969
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  • DIO ONNIPOTENTE RISE NEI TEMPI PASSATI
  • FANNO RIDERE DI SE STESSE
  • Uomini e nazioni son resi oggetto di risa
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1969
  • “L’incremento del suo governo”
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1951
  • ‘Il Regno è vicino’: Quando?
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1966
  • Tutte le nazioni si uniranno sotto il regno di Dio
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1962
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1969
w69 15/10 pp. 616-623

Perché Dio Onnipotente ride delle nazioni

“Il Medesimo che siede nei cieli riderà; Geova stesso si farà beffe di loro”. — Sal. 2:4.

1. Quale piacevole cosa è ora tempo che Dio faccia, e quali domande sorgono a tale proposito nella nostra mente?

VI PIACE fare una buona risata? La capacità di ridere è una delle innumerevoli cose che differenziano l’uomo da animali, uccelli e pesci. L’uomo fu creato per fare una delle cose che il suo Creatore può fare, e questa è ridere. È ora tempo che Dio rida. Ride egli di voi? O, ridete voi con lui? Come potete sapere come stanno le cose? Che cosa diverte Dio vostro Creatore facendolo ridere? Che significherebbe se Dio ridesse di noi? Invece di far ridere di noi il Creatore, come possiamo oggi farci una buona risata con lui scacciando le preoccupazioni che la situazione mondiale tende a causare?

2, 3. Perché le nazioni non considerano la situazione del mondo e la prospettiva del futuro una cosa da ridere?

2 Nessuna nazione della terra la considera una cosa da ridere, cioè la situazione attuale del mondo e la prospettiva del futuro. Vi sentireste di ridere, potreste ridere, dal momento che la prosperità commerciale (quella che c’è) è di continuo minacciata ed è così incerta a causa di vacillanti fondamenta? Dal momento che la spesa dell’amministrazione dei governi e degli oneri del debito nazionale aumenta? Dal momento che il crescente numero delle nazioni non riesce ad andare d’accordo come una grande, e strettamente unita famiglia ma i gruppi nazionali son tutti sospettosi l’uno dell’altro, gareggiando l’uno con l’altro da rivali, armandosi militarmente l’uno contro l’altro, opprimendosi l’un l’altro, imbarazzandosi l’un l’altro, spiandosi l’un l’altro, cercando profitto l’uno a danno dell’altro? Dal momento che la scontentezza dei popoli aumenta e si diffonde così che i governi trovano difficile controllare i popoli? Dal momento che non si può aver fiducia della rettitudine degli uomini al potere e non si può confidare nella lealtà dei servitori pubblici e dei loro subordinati? Dal momento che il dovuto rispetto verso la giusta autorità scompare e si ricorre frequentemente ad azioni violente e l’incidenza dei delitti ascende?

3 In realtà, c’è da ridere quando la lotta contro la povertà diviene più dura per i governi? Quando i mezzi di guerra carnale divengono più spaventosi? Quando la guerra nucleare è trattenuta solo dal timore della rappresaglia e della rovina della civiltà e della distruzione di tutti gli abitanti della terra? Quando le restrizioni religiose non hanno più alcun potere di scoraggiare gli uomini dal commettere ogni sorta di cattiva azione? No; quando si considerano in maniera obiettiva, tutte queste cose non sono oggetto di risa.

4. Chi ha portato le nazioni in questo stato di cose, e perché è stato tutto inutile?

4 Siano accaniti materialisti o no, tutti dovranno convenire che le nazioni si sono portate in questo stato di cose. La storia umana riferita fino al giorno attuale ce lo narra. Ma è stato tutto inutile! Perché? Perché è stato preparato e offerto un rimedio mondiale, e le nazioni si rifiutano di accettarlo seguendo così l’unica via d’uscita. La cosa sarebbe curiosa, se non fosse così grave.

5. Date le circostanze, perché le nazioni non sono state sagge nella loro condotta?

5 Nel corso che è stato intrapreso dalle nazioni non mostrano saggezza. Si rivolgono a se stesse per la soluzione dei propri problemi. Per certo non guardano al cielo. Confidano sulla sapienza dei loro propri uomini sapienti, statisti e diplomatici. Ma dove li ha portati fino a quest’anno 1969? All’orlo dell’autodistruzione, non solo per mezzo della guerra ma anche con altri potenti mezzi. Non son disposti a tornare indietro. Sono troppo orgogliosi, troppo fiduciosi in sé, troppo preoccupati della loro propria nazione e della loro propria sovranità, troppo sofisticati e “realistici” per guardare oltre ciò che è visibile e materiale al fine di ottenere l’aiuto necessario. Si rivolgono alle cose create anziché allo stesso Creatore. Che cosa mostra oggi che le nazioni credano a un Creatore? Non si tiene conto del Creatore, di Colui che ha tenuto tutto l’universo in buon ordine e per il nostro beneficio sulla terra. In paragone con l’intero universo, la nostra terra, che ne fa parte, è assai minuscola! Ragionevolmente, quindi, la nostra terra non dovrebbe presentare un problema troppo grande perché egli lo risolva.

6. Nel futuro avranno le nazioni un’improvvisa esplosione di fede verso il Creatore, e tuttavia che cosa è ragionevole credere di lui?

6 Essendo la scienza materiale il dio delle nazioni di quest’Èra dei cervelli, non hanno fede in un invisibile Dio Onnipotente. Se non hanno fede in Lui ora, come possiamo attenderci un’improvvisa esplosione di fede da parte delle nazioni nel prossimo futuro, allorché verrà il peggio e saranno obbligate a riconoscere l’impotenza loro propria e quella della scienza moderna? Eppure è solo logico credere che il Creatore della terra e dell’uomo su di essa abbia un rimedio per i mali dell’uomo, un rimedio adeguato, il solo rimedio. Per almeno diciannove secoli le nazioni hanno avuto i mezzi per conoscere che il Creatore, il vero Dio, ha in effetti il solo rimedio necessario.

7. Perché in questo caso non ci può essere nessuna coesistenza fra Dio e l’uomo, facendo ciascuno la sua propria rispettiva volontà a fianco a fianco?

7 Comunque, quando le nazioni continuano ostinatamente a rifiutare il provvedimento di Dio, che cosa possiamo attenderci che ne sia di solito la conseguenza? Nient’altro che l’opposizione delle nazioni a Dio il Creatore, la lotta contro di Lui e contro il suo mezzo per salvare la razza umana. Questo è conforme alla regola dichiarata oltre diciannove secoli fa da un uomo saggio, che la cristianità dichiara è “il Figlio di Dio”: “Chi non è dalla mia parte è contro di me, e chi non raduna con me disperde”. (Matt. 12:30) Se un uomo preferisce e sceglie i suoi propri piani e rigetta la disposizione di Dio, come può fare la volontà di Dio e operare pacificamente con Dio? Non può farla. Non c’è posto in questo caso per la semplice coesistenza, in cui Dio e l’uomo facciano ciascuno la sua rispettiva volontà a fianco a fianco. La volontà di Dio influisce su ogni uomo senza eccezione. Come potrebbe dunque un uomo egoista fare alcuna cosa salvo operare a parte da Dio, differendo da Dio e, infatti, combattendo contro Dio? Egli si pone al di sopra di Dio come più saggio di Dio e più capace, conoscendo meglio ciò che è più eccellente per se stesso. La storia e l’esperienza umane danno prova che questo è un fatto.

8. Come la storia umana secolare può essere paragonata all’ispirata storia di Dio, la Sacra Bibbia?

8 La storia umana secolare è stata scritta da non ispirati uomini di questo mondo. Essi non hanno indicato che Dio ha fatto scrivere una storia accurata da uomini sotto la sua ispirazione, per fornire al genere umano un avvertimento da ascoltare. Eppure una storia di questo genere, una storia ispirata da Dio e scritta mediante uomini fedeli al suo servizio, effettivamente esiste e si trova nella Sacra Bibbia, le Sacre Scritture. La Bibbia è una storia inerente all’uomo che espone il modo in cui Dio agì verso di lui fino a millenovecento anni fa. Essa profetizza inoltre circa le ulteriori azioni di Dio verso l’uomo dopo quel tempo, finora e per migliaia d’anni futuri. Per certo è della massima importanza che l’uomo conosca ciò che Dio il Creatore ha fatto nelle migliaia d’anni della storia umana. Questo è esattamente ciò che il suo Libro scritto, la Bibbia, specialmente dichiara. La secolare storia mondana non fa questo. Essa esalta l’uomo, non Dio.

9. In quale rimarchevole fatto è l’essenziale importanza della Bibbia, e come eviteremo di renderci presso Dio oggetto di risa?

9 La Bibbia rivela che Dio il Creatore trattò con uomini singoli, con singole famiglie e con intere nazioni. Non è solo un Libro di storia passata, storia morta, ora marcita nella tomba da millenovecento anni. Piuttosto, fin dall’inizio la Bibbia è sempre stato un libro che ha rivolto l’attenzione avanti, e questo è accaduto perché è stato un libro di profezia divina. Oltre alle sue dirette profezie per il futuro, molti avvenimenti narrati dalla Bibbia sono stati riferiti perché sono illustrazioni profetiche di avvenimenti futuri, non esclusi gli avvenimenti del nostro giorno. In questo rimarchevole fatto è l’essenziale importanza della Sacra Bibbia. È l’unico Libro che non osiamo trascurare né mettere oggi da parte. Non abbiamo il proposito di far ciò in questa nostra considerazione, sebbene le nazioni l’abbiano messo da parte a loro propria confusione. Non ignorando l’ispirata, profetica Bibbia, ma prestandole ascolto, non ci renderemo presso Dio oggetto di risa. Non faremo in modo che Dio rida di noi, come egli ora ride delle nazioni del mondo.

DIO ONNIPOTENTE RISE NEI TEMPI PASSATI

10. Diciannove secoli fa quando Dio si fece una buona risata delle nazioni, quale città aveva un posto preminente negli affari del mondo, e in quale sezione alcuni uomini pensavano che fosse tempo di cambiamento?

10 Diciannove secoli fa Dio Onnipotente si fece una buona risata delle nazioni di quei giorni. Questo avvenne in relazione con il massimo combattimento dell’uomo contro Dio che fosse stato combattuto in tutta la storia umana fino a quel tempo. A causa del suo significato profetico per il nostro stesso giorno, rivolgiamoci ora al racconto biblico di quell’avvenimento e paragoniamolo quindi al corso degli avvenimenti della storia del ventesimo secolo. Proprio come nel nostro stesso giorno, la città di Roma, in Italia, ebbe un posto preminente nelle notizie di quel giorno del primo secolo della nostra Èra Volgare. Allora non c’era nessuna Città del Vaticano in mezzo a Roma che dominasse il reame mondiale del cattolicesimo romano. Il pagano imperatore dell’Impero Romano era ancora il Pontifex Maximus dei circoli religiosi, e in quel particolare tempo l’imperatore che rendeva servizio nel pontificato era Tiberio Cesare, successore di Cesare Augusto, che era morto il 19 agosto dell’anno 14 E.V. Era tempo di cambiamento, almeno così pensava un piccolo gruppo di persone in una certa regione della parte orientale dell’Impero Romano, che allora circondava il mare Mediterraneo. Un cambiamento in effetti ebbe luogo in modo da influire sul nostro giorno.

11. Dove e da chi cominciò allora a esser proclamato un nuovo governo?

11 Dal deserto, lì nel Medio Oriente, venne una voce che proclamava un nuovo governo. Era la voce di un uomo del deserto. Il suo nome aveva un significato dolce, poiché significava “Iah è clemente”. (Luca 1:59-80) Nel quindicesimo anno del regno dell’imperatore Tiberio Cesare, o nella primavera del 29 E.V., quest’uomo del deserto, di nome Giovanni, cominciò a proclamare questo nuovo governo. (Luca 3:1, 2) Giovanni era il figlio di un sacerdote, ma non c’è nessun racconto che prestasse mai servizio da sacerdote come suo padre nel tempio di Gerusalemme, capitale religiosa della provincia romana di Giudea. L’Iddio di Giovanni, il clemente Iah o Geova, aveva da fargli fare un lavoro più importante di quello di render servizio in un terrestre tempio materiale. Geova Dio aveva di proposito suscitato questo Giovanni perché agisse da araldo e precursore del re del nuovo governo. Avvenne dunque che al tempo fissato da Dio, Giovanni fece la sua apparizione nella scena pubblica e cominciò a proclamare: “Il regno dei cieli si è avvicinato”. (Matt. 3:1, 2) Siccome doveva essere “dei cieli”, quel regno prometteva d’essere un governo giusto, di cui il popolo aveva bisogno in quel tempo non meno di quanto ne abbiamo bisogno noi oggi.

12. Quale domanda fanno le persone intorno a un governo “dei cieli”, ma che cosa volle dire Giovanni Battista con il “regno dei cieli”?

12 “Ma come possono governare i cieli?” chiederanno oggi le persone materialistiche. Ebbene, se leggessero la Bibbia troverebbero subito come “i cieli” si sono espressi in passato in modo da scuotere il mondo e lo scuoteranno nel prossimo futuro. Lanciando nello spazio extraterrestre razzi da diciassette tonnellate l’uomo non ha acquistato nessuna potenza o supremazia sui “cieli” dei quali parlò Giovanni. Oggi l’uomo pensa ai cieli senza considerare Dio, ma con l’uso dell’espressione ispirata “i cieli” Giovanni volle dire Dio Onnipotente. Il “regno dei cieli” che egli proclamò era “il regno di Dio”. Ecco perché quel regno doveva essere un governo buono, giusto e perfetto. Ecco perché il popolo doveva esser preparato alla venuta di quel governo. In armonia con questo fatto, Dio Onnipotente mandò Giovanni a tuffare o immergere corporalmente in acqua le persone pentite come simbolo del loro pentimento dai peccati che avevano commesso contro Dio Onnipotente. — Matt. 3:4-6; Mar. 1:4-15.

13. Come fu fatto capire al re Nabucodonosor di Babilonia che il regno dei “cieli” era reale e diretto personalmente?

13 No, davvero! Il “regno dei cieli” che Giovanni annunciò non era un governo immaginario, ma era un governo esattamente così reale e “attivista” e diretto personalmente come qualsiasi governo politico di oggi, in Londra, Parigi, Mosca, Pechino, Washington, Roma o altrove sulla terra. I rigidi governanti politici d’oggi possono non apprezzare questo fatto, ma lo conosceranno fra non molto. Essi non sono superuomini come non lo fu Nabucodonosor, imperatore di Babilonia sul fiume Eufrate nel settimo e nel sesto secolo a.E.V. Eppure questo potente re dell’Impero Babilonese fu ridotto al livello d’una bestia del campo per sette anni affinché, come gli disse il profeta Daniele, ‘tu conosca che i cieli dominano’. Qui “i cieli” significarono l’Essere Supremo, poiché, poco prima che Nabucodonosor fosse colpito di bestiale pazzia gli fu detto dai cieli che sette anni sarebbero passati su questo suo stato bestiale “finché tu conosca che l’Altissimo domina sul regno del genere umano, e che egli lo dà a chi vuole”. Dopo essersi miracolosamente rimesso, Nabucodonosor riconobbe questo fatto. — Dan. 4:25-37.

14, 15. Fu Giovanni messo in prigione perché aveva predicato il “regno dei cieli”, e chi intraprese in seguito questa predicazione?

14 Giovanni considerò le cose proprio in maniera così realistica come le considerano i governanti politici d’oggi. Non sviò il popolo con uno stolto sogno irrealizzabile. Circa un anno dopo che aveva cominciato a proclamare e a battezzare fu messo in prigione da Erode Antipa, governante distrettuale della Galilea, ma non per aver proclamato “il regno dei cieli”. Vi fu messo perché aveva insistito sui diritti morali di questo governante che asseriva d’esser sottoposto alla legge del Dio di Giovanni, Geova. (Matt. 14:1-5) I realistici governanti politici in quel tempo non pensavano che un regno, se era “dei cieli” o “di Dio”, interferisse con i loro visibili regni terreni. Comunque, questa prigionia arrestò la proclamazione pubblica di Giovanni circa il regno di Dio. Ma dopo l’inizio della sua prigionia, la sua proclamazione del Regno fu intrapresa da un uomo che egli aveva battezzato, circa sei mesi prima della propria prigionia, nel fiume Giordano. Quell’uomo era un falegname di Nazaret di Galilea e il suo nome era Gesù, figlio adottivo di Giuseppe. Leggiamo dunque di questo Gesù:

15 “Or avendo egli udito che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea. E, lasciata Nazaret, venne a stabilirsi a Capernaum . . . Da allora in poi Gesù cominciò a predicare, dicendo: ‘Pentitevi, poiché il regno dei cieli si è avvicinato’”. — Matt. 4:12-17; Mar. 1:14, 15.

FANNO RIDERE DI SE STESSE

16, 17. (a) Quando il governante distrettuale Erode Antipa mise le mani su Gesù, di chi egli realmente fece ridere, e perché? (b) Come Giovanni Battista testimoniò che questi era il Figlio di Dio?

16 Circa tre anni dopo, il governante distrettuale Erode Antipa e la sua guardia militare si fecero beffe di Gesù, che era accusato di tentar di farsi re invece di Tiberio Cesare. (Luca 23:8-12) Questa era solo parte dell’evidenza che le nazioni cominciavano a far ridere di sé. Quando le nazioni cominciano a trattare in maniera derisoria il Figlio di Dio e a farsi beffe di lui, in realtà fanno ridere di se stesse. Questo è ciò che fecero allora schernendo Gesù. Al tempo in cui Giovanni Battista immerse Gesù di Nazaret, scorse dal cielo l’evidenza che questo Gesù era il Figlio di Dio. Giovanni testimoniò in seguito al popolo:

17 “Ho visto lo spirito scendere dal cielo come una colomba, e rimanere sopra di lui. Nemmeno io lo conoscevo, ma Colui che mi ha mandato a battezzare in acqua mi disse: ‘Chiunque sia colui sul quale vedrai scendere e rimanere lo spirito, questi è colui che battezza nello spirito santo’. Ed io l’ho visto e ho reso testimonianza che questi è il Figlio di Dio”. — Giov. 1:32-34.

18. (a) Perché Gesù non dovette fare nessuna campagna politica? (b) Come i suoi nemici cercarono d’implicarlo nella politica riguardo alle tasse imperiali?

18 A testimonianza di questo fatto, Giovanni Battista indicò Gesù, dicendo ai suoi ascoltatori: “Ecco, l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo”. (Giov. 1:29) Gesù il Figlio di Dio fu unto con lo spirito santo di Dio per essere il futuro Re del “regno dei cieli”. Egli fu unto con lo spirito divino per proclamare quel “regno dei cieli” al popolo per loro conforto e guida. Questo è ciò che fece. (Luca 4:16-21; 8:1; Atti 10:38) Egli non s’impegnò in nessuna campagna politica da una parte all’altra del paese, per cercar di ottenere i voti del popolo. Non dovette far questo, poiché era già stato eletto, scelto, unto dal suo celeste Padre, Geova Dio, per essere Re del celeste regno messianico di Dio. I molti nemici religiosi che si fece cercarono d’implicarlo nella politica mondana, almeno una volta quando gli chiesero se era giusto che i Giudei sottoposti alla Legge di Dio pagassero le tasse a Cesare, di cui mal sopportavano l’impero. Gesù mise abilmente a tacere ogni discorso rivoluzionario, rispondendo: “Rendete dunque a Cesare le cose di Cesare, ma a Dio le cose di Dio”. (Matt. 22:15-22) Ciò che Gesù diceva ad altri di fare, lo faceva egli stesso. Egli pagò il tributo a Cesare come qualche cosa che apparteneva a Cesare. Non fu rivoluzionario.

19. (a) Dopo che Gesù aveva insegnato e predicato per tre anni, come i Giudei mostrarono la loro attitudine verso il “regno dei cieli”? (b) Dal modo in cui mandò i suoi attivi seguaci nel campo, come mostrò Gesù di non essere rivoluzionario?

19 Fu la nazione di Gesù favorevole al “regno dei cieli” ch’egli predicò? No, eccetto un rimanente comparativamente piccolo. Decine di migliaia di Giudei e di proseliti giudei lo udirono, ma relativamente pochi credettero in lui come nel Messia da tempo promesso, il Cristo, l’Unto. Dopo che aveva insegnato e predicato per tre anni il popolo andò a dirgli: “Per quanto tempo ci terrai con l’animo sospeso? Se tu sei il Cristo, diccelo francamente”. Ma Gesù lasciò che traessero le loro proprie conclusioni, in base alla loro fede. In quel tempo erano pronti a lapidarlo. (Giov. 10:22-31) Ma di fra quelli che avevano creduto in lui e lo seguivano come Messia o Cristo scelse dodici apostoli. Anche questi, dopo averli addestrati, mandò a predicare: “Il regno dei cieli si è avvicinato”. (Matt. 10:1-7) In seguito mandò settanta altri seguaci a proclamare lo stesso messaggio. (Luca 9:1-6; 10:1-11) Tutti insieme, ottantadue predicatori del regno di Dio, ma non un esercito di guerriglieri armati di spade, lance, archi e frecce. Com’è strano! Avrebbe potuto un governo indipendente essere introdotto e messo al potere sulla nazione d’Israele con la predicazione? Basta per farci ridere.

20. Come sappiamo se i capi religiosi risero dopo la risurrezione di Lazzaro e dopo la cavalcata trionfale di Gesù in Gerusalemme?

20 Una volta non sembrò tuttavia una cosa da ridere. Questo accadde dopo tre anni di tale predicazione. Era il principio della primavera dell’anno 33 della nostra Èra Volgare, e fino a quel tempo l’imperiale governo romano sui Giudei non aveva fatto nulla riguardo a questo Gesù Cristo e al suo gruppo di predicatori del Regno. Ma i capi religiosi di Gerusalemme si erano spaventati di lui. Qualche tempo prima della pasqua di quell’anno Gesù Cristo aveva compiuto uno dei suoi più rimarchevoli miracoli, destando dai morti un uomo che era stato morto e sepolto per quattro giorni. A causa di ciò c’era molta eccitazione popolare, e i capi religiosi dicevano fra loro: “Che faremo, poiché quest’uomo compie molti segni? Se lo lasciamo stare così, riporranno tutti fede in lui, e verranno i Romani e toglieranno sia il nostro luogo che la nostra nazione”. (Giov. 11:1-48) Ma ora il 9 Nisan, o cinque giorni prima della pasqua, Gesù entrò cavalcando in Gerusalemme come in una cerimonia d’incoronazione mentre le folle giubilanti gridavano: “Benedetto colui che viene nel nome di Geova, il re d’Israele!” A causa di tale sorprendente sostegno popolare per Gesù quale messianico Re d’Israele, i religiosi Farisei si turbarono ancora di più, dicendo fra loro: “Voi osservate che non ne cavate nulla. Ecco, il mondo gli è andato dietro”! — Giov. 12:10-19.

21, 22. (a) Come i capi religiosi implicarono il governo romano nel processo e nell’esecuzione di Gesù? (b) Come Erode Antipa si occupò di Gesù quando gli fu deferito?

21 I capi religiosi cercarono dunque di pervenire a qualche soluzione, facendo uccidere Gesù il Messia il seguente giorno di Pasqua, il 14 Nisan. L’accusa per farlo giustiziare a morte la presero nel campo religioso e la portarono in quello politico. Essi implicarono così i rappresentanti politici dell’imperiale governo romano sulla Palestina. Condannatolo prima essi stessi per motivi religiosi, lo condussero dinanzi al governatore romano della provincia di Giudea. Con quale accusa? Con l’accusa di sedizione politica. Quando interrogava l’accusato Gesù, il governatore romano Ponzio Pilato gli disse: “Io non sono Giudeo, non è vero? La tua stessa nazione e i capi sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?” (Giov. 18:12-35) Durante il processo Ponzio Pilato seppe che Gesù era della provincia di Galilea, che allora era sotto la giurisdizione di Erode Antipa, assassino di Giovanni Battista. Cercando una via d’uscita, Ponzio Pilato mandò Gesù a Erode, allora in Gerusalemme.

22 Pensando che Gesù fosse Giovanni Battista destato dai morti, Erode Antipa s’interessò di vedere Gesù. Sperava che Gesù lo intrattenesse con un miracolo o due. Gesù si rifiutò di dargli ascolto e di dire o fare alcuna cosa a propria difesa. Lo accusassero i sacerdoti e gli scribi di tutto quello che volevano. Erode lo prese dunque per uno scherzo. Il racconto biblico dice: “Quindi Erode, con le sue guardie militari, avendolo screditato e schernito, lo vestì di una veste sgargiante e lo rimandò da Pilato. Ora in quello stesso giorno, Erode e Pilato divennero amici l’uno dell’altro; poiché prima di ciò vi era inimicizia fra loro”. — Luca 23:1-12.

23. Come Gesù fu quindi schernito dai soldati di Roma?

23 In seguito, quando Ponzio Pilato ebbe ceduto alla pressione religiosa ed ebbe consegnato Gesù ai suoi soldati romani perché fosse ucciso su un palo di esecuzione, il Messia o Cristo di Geova Dio fu esposto ad altri scherni e derisione. “Quindi”, come ci narra Matteo 27:27-31, “i soldati del governatore condussero Gesù nel palazzo del governatore e radunarono l’intero reparto delle truppe presso di lui. E spogliatolo, lo ricoprirono con un manto scarlatto, e intrecciata una corona di spine gliela misero sulla testa e una canna nella mano destra. E, inginocchiandosi dinanzi a lui, lo schernivano, dicendo: ‘Buon giorno, Re dei Giudei!’ E gli sputarono addosso e, presa la canna, gli percotevano la testa. Infine, dopo averlo schernito, gli tolsero il manto, lo rivestirono con i suoi abiti e lo condussero via per metterlo al palo”.

24. Come i capi religiosi schernirono Gesù al palo?

24 Mentre Gesù pendeva al palo, i passanti parlavano oltraggiosamente di lui e scuotevano verso di lui la testa e lo schernivano. “E i capi sacerdoti con gli scribi e gli anziani lo schernivano in modo simile, dicendo: ‘Ha salvato altri; non può salvar se stesso! Egli è il Re d’Israele; scenda ora dal palo di tortura e noi gli crederemo. Ha riposto la sua fiducia in Dio; lo salvi ora se lo desidera, poiché ha detto: “Io sono Figlio di Dio”’”. — Matt. 27:39-43.

25. Prendendo quali precauzioni circa il sepolto Gesù, i capi religiosi poterono ora ridere e rallegrarsi?

25 Così Gesù il Messia, il Figlio di Dio, morì come un oggetto di risa. Il giorno seguente, dopo la sua morte e sepoltura in una tomba vicina, i capi sacerdoti e i Farisei mostrarono il loro disprezzo e anche il loro scopo di prevenire ogni possibile scomparsa del corpo di Gesù dalla tomba, dicendo a Ponzio Pilato: “Signore, ci siamo ricordati che quell’impostore disse mentre era ancora in vita: ‘Dopo tre giorni sarò destato’. Comanda dunque che il sepolcro sia reso sicuro fino al terzo giorno, affinché i suoi discepoli non vengano a rubarlo e non dicano al popolo: ‘Egli è stato destato dai morti!’ e quest’ultima impostura sia peggiore della prima”. Di nuovo il governatore romano fece il loro gioco, comandando loro di suggellare la tomba e d’appostarvi la guardia. (Matt. 27:62-66) Come i capi religiosi poterono ora ridere e rallegrarsi!

[Immagine a pagina 620]

I governanti non sono superuomini come non lo fu Nabucodonosor; dopo aver vissuto come una bestia egli apprese che “i cieli dominano”

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