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  • Perché è infelice la vita familiare?
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1971
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1971
w71 15/9 pp. 547-549

Perché è infelice la vita familiare?

OGGI questa domanda è fatta spesso. Sì, più spesso che nei tempi passati. Ma perché la vita familiare è oggi così spesso infelice?

Ebbene, che ci vuole per esser felice? Perché una persona sia felice, si deve aver cura delle sue necessità fisiche, emotive e spirituali. Ma come si fa questo? Si fa forse cercando sempre le cose materiali? Se ciò fosse vero, vi attendereste dai paesi che hanno un alto livello di vita una vita familiare felice. Ma che cosa mostrano i fatti?

Nei paesi prosperi, come la Danimarca, c’è l’evidenza di una crescente infelicità nella vita familiare. L’insegnante danese Estrid Nielsen disse: “Molte case sono semplicemente divenute piccole pensioni dove ciascun componente della famiglia bada a se stesso come meglio può”.

E in molti paesi dove il popolo gode le “cose buone” della vita, compresa una casa comoda, c’è spesso un’alta percentuale di suicidi fra i componenti delle famiglie. Un giornale quotidiano di Copenaghen disse recentemente: “Nell’attuale Danimarca avviene che il suicidio è salito di nuovo al terzo posto nelle cause di decessi per le persone fra i 15 e i 45 anni”. In quanto al significato di questo, uno scrittore del giornale di Copenaghen Berlingske Tidende dichiara: “C’è questa cosa importante che non dobbiamo dimenticare in questo paese di benessere in apparenza molto privo di preoccupazioni, e questa è che abbiamo nel mondo la seconda delle più alte incidenze di suicidi. Per me questa è una triste evidenza che il benessere materiale non è la stessa cosa che la felicità”.

Nonostante le comodità materiali, c’è anche infelicità fra i componenti delle famiglie a causa dell’alcoolismo. In Danimarca il numero delle persone curate per alcoolismo è di 25.000 l’anno. “Non mi sorprende”, dichiara la consulente sociale Birgitte Winkel, “che i mariti cedano sotto la pressione, naturale risultato delle continue accresciute richieste nel suo lavoro per l’aumento di produzione e di sua moglie perché aumenti la capacità di guadagno. Né mi sorprende che la donna di casa che fa lavori domestici abbia i nervi tesi a causa delle faccende monotone e tediose, che non le consentono di avere sufficiente contatto con altre persone, e che spesso cerchi rifugio nelle tenebre dell’alcoolismo e delle pillole”.

Inoltre, che dire dell’infelicità dei componenti giovani delle famiglie, com’è evidente, per esempio, dal frequente abuso di narcotici? Il ministro della giustizia danese dichiarò che a Copenaghen il numero delle persone implicate nell’abuso di narcotici era aumentato di oltre il 1400 per cento dal 1963 al 1968! Il massimo aumento si è avuto fra i giovani.

La colpa dell’abuso di narcotici fra i giovani è stato dato fra l’altro al problema delle abitazioni. Ma il capo della divisione narcotici della polizia di Copenaghen dichiarò: “Non è solito che questi narcotizzati vengano da appartamenti piccoli e scadenti. La maggioranza vengono da abitazioni più grandi e migliori dove hanno le loro proprie stanze, registratori, grammofoni e qualunque altra cosa desiderino. I narcotizzati non vengono sempre da ciò che comprendiamo sia una cattiva casa. . . . la loro relazione con i genitori e insicura. . . . La verità è che i genitori non si preoccupano di dove siano i loro figli”.

Che cosa è dunque evidente? Che l’infelicità fra i componenti giovani delle famiglie ha spesso relazione con la mancanza di direttiva dei genitori e in ispecial modo con la mancanza di un degno scopo nella vita. In molti paesi l’eccessiva enfasi sulle cose materiali ha portato a una vita familiare non equilibrata.

Molte famiglie si sono allontanate dalla Bibbia. Come risultato sono stati scossi i valori morali e molte famiglie non hanno virtualmente nessuna guida morale.

Alcune autorità credono perciò che la vera causa di tanta infelicità nella vita familiare è che le persone hanno abbandonato la chiesa. In Danimarca circa il 97 per cento della popolazione è iscritta come appartenente a chiese, ma si crede che meno del 3 per cento frequenta la chiesa e poi non molto regolarmente.

Ma è la ragione da attribuire a questa apatia nel frequentare la chiesa? È la chiesa un baluardo contro l’immoralità? Sostiene e osserva essa gli alti princìpi della Bibbia, come il consiglio: “Fuggite la fornicazione”? (1 Cor. 6:18) O la chiesa contribuisce alla decadenza morale?

Ebbene, che specie di aiuto morale le famiglie, e specialmente i giovani, hanno dalla chiesa? La maggioranza degli ecclesiastici in Danimarca dicono, come disse il diacono della Chiesa di Holmens in Copenaghen: “Ognuno deve creare le sue proprie norme morali . . . Se guardate nel Nuovo Testamento per le leggi morali cercate invano”. Quando la Bibbia e così mal rappresentata dalla chiesa, come può la famiglia essere aiutata?

Chi riceverebbe beneficio, per esempio, dal cercar consiglio sulla vita familiare a una chiesa dove il ministro dichiarò nella rivista parrocchiale: “Non si guadagna niente limitando tutti i rapporti sessuali al solo matrimonio. . . . Può essere corretto da un punto di vista etico e cristiano che i giovani abbiano rapporti sessuali prima del matrimonio, e può essere altrettanto corretto che le persone sposate . . . abbiano rapporti sessuali fuori del matrimonio. Non dico che sia sempre corretto, ma può essere corretto, sì, necessario”? — Vedboek-Gl. Jolte Kirkehilsen, luglio-agosto 1964.

Non c’è da meravigliarsi che un altro ecclesiastico dicesse: “I giovani in Danimarca difficilmente si attendono qualsiasi aiuto dalla Chiesa”. E un diverso ecclesiastico scrisse in un articolo di giornale dal titolo “La Chiesa non ha nessuna morale”, dicendo: “In questo tempo di confusione morale la Chiesa ha una sola cosa da dire: I vostri peccati sono perdonati”. — Rødovre Avis, 12 marzo 1964.

In vista di ciò, si può chiedere: Hanno le chiese della cristianità realmente aiutato a creare una felice vita familiare? Hanno aiutato le famiglie a evitare di dare eccessiva enfasi alle cose materiali, trascurando le istruzioni della Parola di Dio? Hanno soddisfatto le necessità spirituali del popolo? No!

Benché le famiglie si sentano abbandonate dalle chiese, esse non sono state abbandonate da Dio o dal vero cristianesimo. La Parola di Dio ha aiutato centinaia di migliaia di famiglie a trovare vera felicità, come apprenderete dall’articolo che segue.

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