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  • Base per la Traduzione del Nuovo Mondo

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  • Base per la Traduzione del Nuovo Mondo
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1971
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  • IL “TESTO RICEVUTO”
  • WESTCOTT E HORT
  • LE SCRITTURE EBRAICHE
  • Perché manca nella “Traduzione del Nuovo Mondo”?
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1965
  • Studio numero 6: Il testo greco cristiano delle Sacre Scritture
    “Tutta la Scrittura è ispirata da Dio e utile”
  • Testo greco di Erasmo
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  • Dove sono finiti questi versetti?
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1978
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1971
w71 1/8 pp. 469-473

Base per la Traduzione del Nuovo Mondo

“OGNI carne è erba verde . . . L’erba verde è appassita, il fiore si è inaridito; ma in quanto alla parola del nostro Dio, sussisterà a tempo indefinito”. Fedele alla sua promessa, la Parola di Geova Dio è durata per molti secoli, da che fu scritta da principio, e questo nonostante tutti gli sforzi dei nemici di Dio per distruggere la sua Parola con scherni e persecuzione! — Isa. 40:6-8.

Facendo in modo che la sua Parola fosse preservata, Geova avrebbe potuto compiere un continuo miracolo. Avrebbe potuto preservare i manoscritti originali o tenerne le copie esenti dagli errori dei trascrittori e traduttori, ma non decise di fare né l’una cosa né l’altra. Piuttosto, ritenne bene guidare gli avvenimenti in modo tale che, con poche eccezioni, non si sono inseriti nel testo errori significativi.

Possiamo avere fiducia che le copie che abbiamo oggi sono copie fedeli degli scritti originali. Questo può vedersi dal Rotolo del Mar Morto di Isaia. Le autorità datano questo rotolo come scritto prima della nostra Èra Volgare. Esso rende eloquente testimonianza all’accuratezza con cui i copisti della Bibbia fecero il loro lavoro. Paragonandolo al primo testo masoretico, prodotto più di mille anni dopo, mostra che solo cambiamenti molto insignificanti furono commessi durante migliaia d’anni di copiatura!

Molti che amano la Bibbia e hanno ottenuto copie della Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture si sono chiesti perché han trovato differenze fra essa e la Bibbia a cui erano abituati, di solito la Versione del Re Giacomo (inglese). Perché? In quanto alle Scritture Greche Cristiane, le differenze sono da attribuire primariamente al fatto che la Traduzione del Nuovo Mondo si basa sul testo greco di Westcott e Hort mentre la Versione del Re Giacomo si basa su ciò a cui si fa riferimento come Textus Receptus o “Testo Ricevuto”.

Come gli studenti della Bibbia sanno bene, le Scritture Greche Cristiane furono scritte in origine in quella che si chiama koiné o greco “comune” del primo secolo della nostra Èra Volgare. Comunque, non prima dell’inizio del sedicesimo secolo il “Nuovo Testamento” greco fu prodotto per la generale divulgazione. Il suo stampatore fu un uomo chiamato Froben, di Basilea, in Svizzera. Egli affidò a Erasmo, eminente erudito del tempo, l’incarico di preparare in fretta un “Nuovo Testamento” greco. Erasmo fece questo in dieci mesi e comparve nel 1516. A causa della fretta con cui aveva fatto il lavoro, il suo testo fu pieno di errori. Molti di questi furono gradualmente eliminati in ulteriori edizioni che comparvero nel 1519, nel 1522, nel 1527 e nel 1535.

Nella prefazione del suo testo Erasmo scrisse: “Con veemenza dissento da quelli [la Chiesa di Roma] che non vorrebbero far leggere alle persone private le Sacre Scritture, né vorrebbero farle tradurre nella lingua volgare”, cioè nella lingua del popolo comune. Mentre nelle sue edizioni fece anche osservazioni critiche intorno al clero cattolico romano, Erasmo non mostrò mai sufficiente zelo o coraggio da dare al popolo comune d’Europa il beneficio della Parola di Dio traducendola in una delle loro proprie lingue.

IL “TESTO RICEVUTO”

Il testo di Erasmo fece scalpore negli ambienti letterari. Questo, insieme al suo ragionevole prezzo, ne fece la prima Bibbia “più venduta”. Infatti, si potrebbe dire che le sue edizioni diedero realmente inizio a qualche cosa, poiché un editore dopo l’altro pubblicò quindi le proprie edizioni. Fra queste furono la parigina di Stefano, la svizzera di Beza e l’olandese di Elzevir; nessuna di queste edizioni, comunque, differirono grandemente dal testo di Erasmo stampato da Froben. Lutero usò l’edizione di Erasmo del 1519 per la propria traduzione in tedesco. Fra le edizioni che si basarono sul testo di Erasmo ce ne fu una che divenne il Textus Receptus o Testo Ricevuto per la Gran Bretagna e la base per molte versioni inglesi compresa la parte delle Scritture Greche Cristiane della Versione del Re Giacomo.

Quanto fu buono questo Testo Ricevuto? Non ci fu dubbio che era la Parola di Dio. Comunque, lasciò molto a desiderare in quanto all’accuratezza, e questo per più di una buona ragione. Prima di tutto, Erasmo aveva potuto consultare solo un pugno di manoscritti greci.a Ancor più serio fu il fatto che tutti questi erano di tarda origine. Di norma, più un manoscritto è antico, più è probabile che ci siano meno errori di copiatura. C’era poi anche il fatto che Erasmo fece il suo lavoro in fretta. Egli stesso ammise che la sua edizione era stata “fatta in fretta anziché redatta”.

Malgrado questi aspetti sfavorevoli delle edizioni di Erasmo, che si applicarono quasi con ugual forza al Testo Ricevuto, questo testo rimase la norma per più di duecento anni. Fra i primi a produrre il suo proprio testo fu l’erudito tedesco Griesbach; benché si dica che egli non si liberasse interamente dell’influenza del Testo Ricevuto.

Il primo a far questo fu Lachmann, professore di antiche lingue classiche presso l’Università di Berlino. Come si espresse un’autorità, Lachmann “fu il primo a trovare un testo, interamente sull’antica evidenza; e . . . fece molto per infrangere la superstiziosa riverenza per il textus receptus”. Dopo di lui venne Tischendorf, erudito veramente notevole che scoprì il Manoscritto Sinaitico in un monastero della Penisola del Sinai. Mentre Tischendorf era occupato in Germania, Tregelles fece un eccellentissimo lavoro in Inghilterra, producendo un testo che J. B. Rotherham usò per le prime due edizioni della sua Emphasised Bible.

WESTCOTT E HORT

Tutta questa attività di raffinamento giunge al culmine con le fatiche di due eruditi biblici inglesi, B. F. Westcott e F. J. A. Hort. Come Tischendorf e Tregelles, questi uomini furono fermi credenti nella divina ispirazione delle Scritture. Questo fatto contribuì senza dubbio sia al loro zelo che al loro sano giudizio.

Westcott e Hort lavorarono sul loro testo greco per ventotto anni, dal 1853 al 1881. Mentre lavoravano indipendentemente l’uno dall’altro, paragonavano di continuo le note. “Essi raccolsero presso di sé”, come si esprime A. Souter, “tutto ciò che era più prezioso del lavoro dei loro predecessori”. Presero in considerazione ogni fattore concepibile e ogni attinente probabilità.

Il loro lavoro è stato definito “il più importante contributo alla critica scientifica del Nuovo Testamento fatto finora”. Rotherham lo usò per le sue edizioni successive, parlando di Westcott e Hort come di “consumati maestri di critica testuale”. Nella prefazione di An American Translation (1923), Goodspeed dichiarò:

“Ho seguìto da vicino il testo greco di Westcott e Hort, ora generalmente accettato. Ogni erudito conosce la sua superiorità rispetto agli ultimi e difettosi testi da cui furono fatte le prime traduzioni inglesi da Tyndale alla Versione Autorizzata”. Il testo di Westcott e Hort pure servì da fondamento della parte delle Scritture Greche dell’American Standard Version (1901) e della Revised Standard Version (1946).

I traduttori della Revised Standard Version pure usarono un testo ancora posteriore e molto autorevole, quello di Nestle, testo che fu consultato anche dal Comitato di Traduzione della Bibbia del Nuovo Mondo. Questo Comitato, come si può vedere dalle loro note in calce, fece paragoni con molti altri eccellenti testi, sia in greco che in altre lingue. Per esempio, consultarono diciannove versioni ebraiche delle Scritture Greche Cristiane che servirono da base al loro uso del nome divino Geova in molti luoghi delle Scritture Greche Cristiane.

Il testo greco di Westcott e Hort è ora disponibile a tutti quelli che amano la Bibbia nella Traduzione Interlineare del Regno delle Scritture Greche (inglese). Una delle più recenti produzioni del Comitato di Traduzione della Bibbia del Nuovo Mondo, essa fu presentata nel 1969 all’Assemblea Internazionale “Pace in terra” dei Testimoni di Geova.

Quest’opera di erudizione ha in ciascuna pagina una colonna larga e una stretta. Nella colonna larga a sinistra compare il testo di Westcott e Hort e sotto ciascuna parola greca l’equivalente inglese, una traduzione parola per parola. Nella colonna stretta a destra compare un testo migliorato della Traduzione del Nuovo Mondo del 1961. Questa Traduzione Interlineare del Regno pure contiene molte preziose informazioni nella sua introduzione e nella sua appendice, e riguardo alla stessa lingua greca nelle pagine iniziali e finali.

Quanto precede spiega la ragione dei molti contrasti fra la Traduzione del Nuovo Mondo e la Versione del Re Giacomo e altre vecchie versioni. Le differenze più rimarchevoli consistono di cose che compaiono nelle versioni più vecchie che non si trovano in quelle più recenti o che son mostrate solo nelle note in calce. Questo perché accade? Perché la maggioranza degli errori dei copisti sono aggiunte al testo anziché omissioni. Così gli eruditi biblici concordano oggi che gli ultimi dodici versetti del Vangelo di Marco (16:9-20) e i primi undici versetti dell’ottavo capitolo del Vangelo di Giovanni non furono parte degli scritti originali. E nemmeno vi fecero parte le parole “in cielo, il Padre, il Verbo, e lo Spirito Santo; e questi tre sono una sola cosa. E tre sono che rendono testimonianza in terra”, che si trovano in 1 Giovanni 5:7, 8 nelle versioni di mons. A. Martini e G. Diodati.

LE SCRITTURE EBRAICHE

Le Scritture Ebraiche furono prodotte dagli scrittori di Dio a cominciare dal tempo di Mosè fino al tempo di Esdra. Oggi non è noto che sia in esistenza nessuno degli scritti originali; solo copie di copie. Comunque, dal principio si esercitò grande cura nella loro preservazione, comprese le loro copie autorizzate.

Siccome i Giudei si dispersero estesamente, dal tempo del loro ritorno da Babilonia, ci fu una richiesta di copie delle ispirate Scritture Ebraiche. Tali copie manoscritte continuarono a farsi in particolar modo fino all’invenzione della stampa con caratteri mobili al tempo di Gutenberg. Oggi in varie biblioteche del mondo ci sono 1.700 copie manoscritte di varie parti delle Scritture Ebraiche. Fino a tempi recenti non c’erano copie, eccetto alcuni frammenti, più antichi del decimo secolo. Ma a cominciare con la scoperta dei Rotoli del Mar Morto nel 1947, molti rotoli delle Scritture Ebraiche assai più antichi son venuti alla luce. Il più recente di questi è il Rotolo del Mar Morto di Isaia, che, come è già stato notato, secondo gli esperti, è stato scritto in una data anteriore alla nostra Èra Volgare.

Gli uomini che copiarono questi manoscritti dal tempo di Esdra al tempo di Gesù furono gli scribi o soferim. Questi uomini si sentirono a volte costretti a fare cambiamenti nel testo, come quando pensavano che il testo implicasse qualche indegnità verso Geova Dio. I loro successori furono i Masoreti, i “signori della tradizione”. Questi furono eccessivamente scrupolosi e non solo si trattennero dal cambiare qualsiasi cosa ma ebbero cura di ripristinare i cambiamenti fatti dai soferim, ripristinando in particolar modo il nome divino Geova. Il primo e più fidato manoscritto masoretico che è stato reso disponibile ai moderni eruditi biblici è il testo masoretico di Ben Asher del 930 E.V. circa.

Questo è il testo che uno degli eminenti eruditi ebraici del ventesimo secolo, Rudolf Kittel, e i suoi associati e successori usarono per produrre la terza e successive edizioni della Biblia Hebraica. Le sue edizioni 7ª, 8ª e 9ª (1951-1955) furono usate dal Comitato di Traduzione della Bibbia del Nuovo Mondo nella produzione della loro versione delle Scritture Ebraiche. Il Comitato consultò anche altri eccellenti testi ebraici, specialmente quello dell’eminente erudito D. Ginsburg, seguendone il testo come principale lezione in parecchi luoghi.

Il Comitato di Traduzione della Bibbia del Nuovo Mondo usò anche a scopo comparativo principali testi fra i primi che erano stati tradotti. Il più importante di questi è la Settanta greca. Cominciò a esser prodotta nel 280 a.E.V., si ritiene da settanta eruditi, da cui prese nome. Essa è la versione che fu principalmente usata dagli scrittori delle Scritture Greche Cristiane, come si può vedere dalle loro citazioni sia dirette che indirette.

Il Comitato consultò anche la principale versione latina, la Vulgata di Gerolamo. Egli la tradusse dalle lingue originali nella lingua volgare del popolo d’allora, per cui fu chiamata versione Vulgata o “comune”. Pubblicata al principio del 5º secolo E.V., a essa pure si fa molte volte riferimento nelle note in calce della prima edizione e dell’edizione del 1963 della Traduzione del Nuovo Mondo.

Furono pure consultati e meritano menzione il Pentateuco Samaritano e i Targumim Aramaici. Il Pentateuco Samaritano è in effetti una traslitterazione anziché una traduzione. Cioè le parole ebraiche furono semplicemente scritte con i caratteri dell’alfabeto samaritano, permettendo ai Samaritani di leggere ma non necessariamente di capire. Fu prodotto durante il quarto secolo a.E.V., sebbene copie esistenti risalgano solo al decimo secolo E.V. I Targumim Aramaici furono le prime traduzioni, o più correttamente, parafrasi dei libri biblici. Ma furono dapprima messe per iscritto all’inizio dell’Èra Volgare, essendo stati fino ad allora trasmessi solo oralmente.

La base di erudizione per le versioni trovate nella Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture, come è stato notato in quanto precede, dà fiducia dell’accuratezza di questa traduzione. Ulteriore fiducia ci è data dal fatto che i membri del Comitato di Traduzione della Bibbia del Nuovo Mondo fermamente credono nella divina ispirazione della Bibbia, sapendo che essa è in realtà la Parola di Dio e che “la parola di Geova dura per sempre”. -1 Piet. 1:25.

[Nota in calce]

a Di questi possono essercene stati solo cinque; tutt’al più otto. Questi, comunque, non consisterono delle complete Scritture Greche Cristiane ma piuttosto di una o più sezioni in cui queste Scritture erano in genere divise per essere copiate a mano: (1) i Vangeli, (2) Atti e le lettere generali da Giacomo fino a Giuda, (3) le lettere di Paolo, (4) Rivelazione.

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