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  • w72 1/12 pp. 711-713
  • Dio rispetta la disposizione familiare

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  • Dio rispetta la disposizione familiare
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1972
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  • I BAMBINI PICCOLI NON SONO SENZA PECCATO
  • I GENITORI SONO RESPONSABILI DEI FIGLI
  • L’ADDESTRAMENTO IMPARTITO DAI GENITORI HA EFFETTI DI LUNGA PORTATA
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1972
w72 1/12 pp. 711-713

Dio rispetta la disposizione familiare

QUANDO nasce un bambino, amici e parenti si affollano intorno e si odono commenti come: ‘È l’immagine di suo padre!’ o: ‘Somiglia proprio a sua madre!’ Talvolta la somiglianza con l’altro genitore non è così evidente nell’aspetto fisico ma si manifesta in seguito nelle caratteristiche della personalità del figlio. Oggi ci accade veramente come al primo uomo Adamo, che, narra la Bibbia, “generò un figlio a sua somiglianza, a sua immagine, e gli mise nome Set”. — Gen. 5:3.

Per quanto riguarda i genitori e i diritti dei genitori Geova Dio è stato molto coerente. Egli diede ai genitori il privilegio e la facoltà di generare figli a loro immagine e somiglianza. Sì, e oltre a ciò, permette loro di allevare i figli nel modo che desiderano. E nonostante che alcuni genitori abbiano trascurato i loro figli e alcuni li abbiano perfino allevati come oppositori di Dio, egli non ha tolto loro i figli dandoli a qualcun altro perché ne avesse cura.

Certo questo è giusto e rivela grande sopportazione da parte di Dio. Nessuno può giustamente lamentarsi che Dio gli abbia impedito di allevare i suoi figli nel modo che voleva. E nessuna persona che non abbia insegnato ai suoi figli i princìpi di Dio può giustamente lamentarsi dell’afflizione causata dalla cattiva condotta dei suoi figli. I genitori negligenti non possono sottrarsi al principio che “il ragazzo lasciato senza freno farà vergogna a sua madre”. — Prov. 29:15.

I BAMBINI PICCOLI NON SONO SENZA PECCATO

Tutti i figli del genere umano, benché ereditino qualche desiderabile tratto dai loro genitori, ne ereditano anche alcuni indesiderabili. E, senza eccezione, tutti nascono nel peccato avendo il loro originale antenato perduto la sua posizione presso Dio a causa della disubbidienza. La Bibbia ci dice: “Per mezzo di un solo uomo il peccato entrò nel mondo e la morte per mezzo del peccato, e così la morte si estese a tutti gli uomini perché tutti avevano peccato”. — Rom. 5:12.

Per mezzo del peccato, ‘venendo meno’ alla norma divina di perfezione, essendo privo della gloria di Dio, che avrebbe dovuto riflettere, Adamo non trasmise ai suoi figli la perfezione. L’intera razza umana ne risentì dunque. “Poiché tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio”. — Rom. 3:23.

Grazie all’immeritata benignità di Dio, il sacrificio di riscatto di Cristo può togliere il peccato in cui si nasce. La persona, naturalmente, deve avere l’età per accettare il provvedimento di Dio per conto proprio. Ma che dire dei bambini che non sono ancora abbastanza grandi da esercitare tale fede? Non sono senza peccato. Il salmista Davide disse: “Ecco, con errore fui dato alla luce con dolori di parto, e mia madre mi concepì nel peccato”. (Sal. 51:5) Come li tratta dunque Dio? Tratta questi figli per mezzo della disposizione familiare. Perché? E come opera questo principio?

Geova crede nella disposizione familiare e ha fatto della famiglia il nucleo fondamentale della società terrestre. Il luogo, il significato e la funzione della famiglia hanno origine da lui. Egli è il Padre “al quale ogni famiglia in cielo e sulla terra deve il proprio nome”. (Efes. 3:15) Egli dà alla famiglia dignità e rango. Il padre di famiglia è il capo, la madre è l’aiutante, e i due hanno insieme la responsabilità divinamente concessa di tenere i figli sotto controllo.

I GENITORI SONO RESPONSABILI DEI FIGLI

I bambini molto piccoli che non hanno raggiunto l’età d’essere responsabili di sé sono quasi interamente il prodotto dei loro genitori, tramite l’ereditarietà, con inoltre l’addestramento e l’ambiente provveduto dai genitori. Conformemente, Dio ritiene i genitori responsabili finché il bambino non giunga all’età in cui è responsabile delle proprie decisioni e azioni.

Ciò che fanno i genitori riguardo alla loro relazione con Dio influisce perciò sull’intera famiglia. Come la legge degli uomini richiede che i genitori rispondano delle azioni dei figli minorenni, così lo richiede Dio. Se un fanciullo commette un reato, danneggiando una proprietà, il padre può aspettarsi che la polizia bussi alla sua porta per accusarlo e chiedergli di pagare i danni. Perché non dovrebbe Dio similmente ritenere responsabili i genitori delle azioni dei loro figli piccoli?

L’ADDESTRAMENTO IMPARTITO DAI GENITORI HA EFFETTI DI LUNGA PORTATA

Le azioni buone o cattive dei genitori o l’addestramento buono o cattivo che essi impartiscono può ripercuotersi sui figli dei figli, perfino sui pronipoti. Per esempio, quando la generazione che dirige le attività mondiali resta coinvolta in una guerra influisce notevolmente sulle future generazioni, com’è avvenuto per le conseguenze della prima e della seconda guerra mondiale.

Poiché Dio concede ai genitori il diritto di allevare i loro figli senza interferire può descrivere i risultati ai genitori che seguono le sue leggi e a quelli che non le seguono. Egli disse a Mosè: “Io, Geova tuo Dio, sono un Dio che esigo esclusiva devozione, recando punizione per l’errore dei padri sui figli, sulla terza generazione e sulla quarta generazione, nel caso di quelli che mi odiano; ma che esercito amorevole benignità verso la millesima generazione nel caso di quelli che mi amano e osservano i miei comandamenti”. (Eso. 20:5, 6) Non può esserci dubbio in merito: I figli allevati nella via sbagliata quasi sicuramente praticheranno cose cattive e riceveranno la ricompensa dovuta per le loro azioni.

Abraamo fu un esempio di capofamiglia che osservò la via di Dio e insegnò ai suoi figli l’ubbidienza a Dio. Ne risultò una benedizione di lunga durata per i suoi discendenti. — Gen. 18:19; Deut. 4:37.

Comunque, quando in seguito i discendenti di Abraamo si volsero all’idolatria e ad altre malvagità furono portati in cattività da nazioni nemiche. Infatti, dall’esilio a Babilonia fino alla distruzione di Gerusalemme nel 70 E.V. i Giudei furono continuamente sotto il dominio di potenze mondiali pagane, prima Babilonia, poi la Persia, Grecia e Roma. I discendenti di molte generazioni sentirono il peso del peccato dei loro antenati.

Questo principio fu valido anche nelle nazioni pagane. Alla costruzione della Torre di Babele, il popolo che si era allontanato dall’adorazione dell’Iddio di Noè, Geova, fu diviso in vari gruppi linguistici e ne sorsero nazioni. In seguito i loro discendenti si trovarono “alienati dallo stato d’Israele ed estranei ai patti della promessa, e non [avevano] nessuna speranza ed [erano] senza Dio nel mondo”. (Efes. 2:12) Solo quelli che hanno abbandonato la cattiva condotta dei loro padri, lasciando il paganesimo, hanno conosciuto Dio intraprendendo la sua adorazione.

Un caso pertinente, di giudizio di bambini piccoli insieme ai loro malvagi genitori, è quello dei Cananei. A causa della loro lunga storia di infima corruzione i loro bambini piccoli furono giustiziati con loro, per comando di Dio, quando gli Israeliti occuparono il paese. — Deut. 7:1, 2.

Tutto questo mostra che Dio attribuisce merito o demerito ai bambini piccoli di una famiglia in base alla condizione dei genitori. Si richiede qualche cosa dai genitori, oltre che siano adoratori del vero Dio Geova? E si richiede qualche cosa dai figli piccoli? Inoltre, che dire delle famiglie dove solo un genitore è adoratore di Geova e discepolo di Gesù Cristo? Queste domande saranno considerate nel seguente articolo.

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