Ho confidato in Geova con tutto il mio cuore
Narrato da Claude S. Goodman
“CONFIDA NEL SIGNORE CON TUTTO IL TUO CUORE; E NON TI APPOGGIARE AL TUO PROPRIO INTENDIMENTO”. Queste parole della Bibbia, incorniciate e appese a una parete di una casa che visitavo, richiamarono la mia attenzione. Per il resto di quella giornata vi meditai. Potevo io, mi chiesi, confidare in Dio con tutto il mio cuore?
Giunto a casa tirai fuori la mia versione della Bibbia del Re Giacomo (inglese) e rilessi Proverbi 3:5, insieme al successivo versetto: “In tutte le tue vie riconoscilo ed egli guiderà i tuoi sentieri”. Questa, decisi, sarebbe stata la mia guida per tutta la vita. Dopo pochi giorni fui messo alla prova.
Una certa sera avevo deciso di fare qualche cosa di speciale; in seguito fu annunciato che proprio quella sera ci sarebbe stata un’importante adunanza della congregazione cristiana. Che cosa doveva avere la precedenza? Rammentando la mia decisione, chiesi a Geova di guidare i miei passi. Assistetti all’adunanza.
Era l’anno 1925. Avevo ventun anni, ma sin dall’adolescenza avevo cercato la verità di Dio.
Mia madre apparteneva alla Chiesa d’Inghilterra, ma io rifiutai di accettarla. Mio padre era ateo, ma io ero giunto alla conclusione che doveva esserci un Dio. Così un giorno, per la prima volta nella mia vita, mi inginocchiai accanto al letto e rivolsi una preghiera al vero Dio chiedendogli di rivelarmi la sua verità e il suo popolo. Proprio la mattina dopo ricevetti un libro scritturale intitolato “Milioni ora viventi non morranno mai”. Lo divorai. La mia preghiera era stata esaudita.
Tornai il giorno dopo dalla donna che mi aveva dato il libro e gliene chiesi altri. Me ne andai con le braccia cariche, e fui anche invitato a tornare per ottenere più informazioni. Come fui elettrizzato quando, in seguito, Ronald Tippin sfogliò le pagine della Bibbia per rispondere alle mie numerose domande. Ora leggevo avidamente. Portavo sempre con me un volume degli Studi sulle Scritture, e cominciai anche a leggere la Bibbia dal principio. Nel maggio del 1926, solo un anno dopo aver ricevuto il libro Milioni, dedicai la mia vita a Geova e simboleggiai questo con il battesimo all’assemblea internazionale di Londra. Mentre ascoltavo J. F. Rutherford smascherare il clero, mi resi conto che avevo l’impegno di combattere per la verità e contro la falsa religione.
AMPLIATA LA MIA PARTECIPAZIONE AL MINISTERO
Alla Commemorazione della morte di Cristo tenuta nel 1927, fu dato a tutti i presenti un volantino intitolato “Dove sono i nove?” Chiedeva un maggior numero di “colportori”, o pionieri, come sono ora chiamati i proclamatori in servizio continuo della verità di Dio. Quella fu una notte di veglia e di preghiera per me. Ronald Tippin e io avevamo progettato di metterci insieme negli affari, per cui la mattina dopo gli scrissi e gli chiesi di liberarmi dal nostro accordo. Ma la lettera che mi scrisse incrociò la mia. Ne indovinate il contenuto? Sì, divenimmo compagni, non negli affari secolari, ma nell’opera di predicazione in servizio continuo.
In quei giorni l’opera di pioniere richiedeva di recare la buona notizia del regno di Dio in zone vergini. Così in maggio, due anni dopo che avevo conosciuto la verità di Dio, partii con il mio compagno per Salisbury, in Inghilterra. Le ore di lavoro erano lunghe, andare in bicicletta era faticoso. Mi ricordo che quell’inverno mi svegliai una mattina per accorgermi di avere i capelli gelati e attaccati alle pareti della tenda e sulla coperta s’era formato un ghiacciolo dove respiravo. Ma raggiungemmo ogni cottage e ogni gruppo di casolari e lasciammo letteratura biblica a tutti gli interessati.
IN INDIA
Nel 1929 assistemmo a un’assemblea del popolo di Geova a Londra. Uno studente biblico dell’India, Percy Barnes, ci parlò del bisogno di ministri in servizio continuo in quel paese. La mattina successiva, dopo aver detto durante la notte molte preghiere, Ron e io ci presentammo al presidente della Società, J. F. Rutherford. La sua grossa corporatura e la voce stentorea contrastavano col suo modo di fare gentile e benevolo, mentre spiegava che avremmo avuto un biglietto di sola andata. Fu così che, due mesi dopo, ci trovammo su una nave in viaggio per Bombay.
Quando avevo intrapreso il ministero in servizio continuo, non avevo nessun bene tranne una buona coscienza per avere appena saldato i miei debiti. Ma quel passo fu insignificante in paragone con il viaggio in India. Arrivammo a Bombay con pochi dollari, che spendemmo subito in abiti tropicali e l’occorrente per dormire.
Per svolgere il mio ministero, dovevo servirmi di varie forme di trasporto: a piedi, bicicletta, motocicletta, auto dove dormivamo, tassì, treno passeggeri, treno merci, carro trainato dai buoi, cammello, cavallo, carro trainato da un cavallo, aereo, sampan, barca a remi, piroscafo con ruota a pale, autobus, autocarro, risciò, perfino un treno privato. I luoghi dove dormire furono altrettanto vari: alberghi di lusso, il palazzo di un ragià, sale d’aspetto delle stazioni, l’erba della giungla e la stalla per i buoi. La nostra “casa” era ovunque Ron e io potevamo srotolare l’occorrente per dormire.
Il nostro obiettivo era quello di divulgare la letteratura il più estesamente e abbondantemente possibile, confidando che Geova l’avrebbe fatta giungere in mani riconoscenti. Poiché non c’era letteratura nei dialetti, dovevamo quindi limitare la testimonianza a coloro che parlavano inglese. Pertanto la nostra permanenza in ogni città era molto breve.
La nostra prima assegnazione fu Karachi, ora nel Pakistan, dove la nostra letteratura fu prontamente accettata. Fummo finanziariamente aiutati quando ricevemmo l’invito a soggiornare nel migliore albergo della città. Un bel cambiamento dalla stanza da 300 lire dove avevamo dormito!
Facemmo il viaggio in treno fino a Hyderabad, nel Sind. Cercai di dormire un po’ in una cuccetta coi sedili di legno che sobbalzava di continuo. Dopo Hyderabad, Ron e io ci separammo; egli andò verso i freddi monti dell’Himalaya e io su un treno merci andai verso il caldo centro. Lì a Murree, conobbi il capo nazionalista indù Mahatma Gandhi e gli parlai della verità biblica. Disposi che avesse un po’ di letteratura biblica da leggere.
Per il resto di quell’anno vissi pressappoco alla stessa maniera: Dormivo a brevi intervalli sui treni, sui marciapiedi delle stazioni e nelle sale d’aspetto; mangiavo presso i chioschi di cibo indiano insieme ai coolie; camminavo tutto il giorno su strade polverose dando testimonianza in sontuosi bungalow. Ron e io ci riunimmo a Lahore, da dove ci recammo in vicini villaggi su cammelli.
A CEYLON, IN BIRMANIA E NELLA MALESIA
Dopo un’assemblea tenuta nel dicembre 1929, fummo mandati nella bella isola di Ceylon. A Ceylon il nostro problema era come raggiungere le migliaia di piantagioni di tè, gomma e caffè sparse sui monti. Lo risolvemmo in parte procurandoci una bicicletta leggera, che caricammo su un autobus insieme a molte scatole di letteratura. Uno di noi andava in una città situata in un punto conveniente e di lì andava ogni giorno in bicicletta alle piantagioni sparse nella campagna collinosa e distanti chilometri le une dalle altre. L’altro rimaneva a Colombo e dava testimonianza agli abitanti della città. Era un giorno felice quello in cui, una volta al mese, noi due ci riunivamo e ci raccontavamo le esperienze.
La nostra successiva assegnazione fu la Birmania. Ottenemmo un passaggio sul “ponte” di una lussuosa nave di linea inglese diretta a Rangoon. Questo significava stendere l’occorrente per dormire sul ponte sotto le stelle di notte e mangiare con l’equipaggio indiano di giorno. Eravamo disprezzati dai passeggeri inglesi perché “abbassavamo il prestigio inglese”, ma da parte nostra sentivamo di elevare il prestigio cristiano seguendo l’esempio di Gesù Cristo e del missionario e apostolo Paolo.
A Rangoon c’era una decina di persone che predicavano la verità di Dio. Potemmo aiutarle e organizzarle per il ministero di campo. Uno di noi restava a Rangoon e l’altro andava nell’interno in treno o con imbarcazioni fluviali.
Nel cuore della giungla sui colli, in un luogo chiamato Namtu, c’era una miniera d’argento di proprietà di una compagnia inglese. Volevo parlare a un uomo interessato nella Bibbia che lavorava nella galleria della miniera. Vi si poteva arrivare solo con la ferrovia privata di proprietà della compagnia. Facemmo domanda per ottenere il permesso di usare la ferrovia ma ci fu ripetutamente negato. Giunto a Lashio, seppi che nella giungla c’era un sentiero che portava a Namtu, e così persuasi il conducente di un tassì a condurmici per quella strada trasportando anche molte scatole di letteratura biblica.
Il secondo giorno che ero a Namtu, un uomo mostrò interesse nella verità della Bibbia, ma poiché aveva la vista debole, rifiutò la letteratura. Mi offrii di leggergli qualcosa dalle mie copie personali. Questo gli fece impressione, poiché il giorno dopo seppi che aveva telefonato ai suoi amici per dirglielo, e la maggioranza di essi prese letteratura biblica. Credo che telefonasse al direttore generale della miniera, a motivo di ciò che seguì.
Volendo ancora andare alla galleria della miniera, mi presentai al direttore generale stesso, pensando che forse mi avrebbe cacciato via dalla proprietà. Ma non sembrò sorpreso di vedermi. Mentre spiegavo a questo Australiano la ragione per cui volevo andare alla galleria della miniera, lo vidi ammiccare. Lasciò i suoi ospiti per condurmi nell’ufficio della miniera sulla sua auto guidata dall’autista. Lì mi presentò al suo segretario privato, un cattolico romano che si era arrogato il diritto di negarmi l’uso della ferrovia della compagnia. Sul viso del segretario comparve un’espressione di disappunto quando sentì pronunciare il mio nome, e questo si ripeté allorché il direttore generale gli ordinò di trattarmi come un ospite della compagnia, di mettere un treno privato a mia disposizione e di darmi da mangiare e ospitarmi nei locali della compagnia. Ora il segretario si faceva in quattro per soddisfare i miei desideri e chiamandomi “signore”. Così per alcuni giorni seguenti, si poté vedere un umile ministro in servizio continuo con un treno tutto per sé, che andava e veniva a suo piacimento. Soprattutto, la persona interessata fu trovata e incoraggiata, e gli uomini nella galleria della miniera ricevettero testimonianza intorno al regno di Dio.
A metà del 1931 partimmo dalla Birmania diretti in Malesia. Ron andò direttamente a Singapore, ma io salii su una nave cabotiera e attraversai il bell’arcipelago dando testimonianza alle città della costa. Viaggiammo attraverso la Malesia seguendo percorsi diversi per riunirci a Kuala Lumpur. Quindi, Ron lavorò Penang mentre io proseguii per Bangkok, in Thailandia, dove lasciai una gran quantità di letteratura biblica prima di riunirmi a Ron, per prepararci ad andare quindi a Calcutta, in India.
Calcutta! Che immensa città con milioni di analfabeti senza tetto che vivono nello squallore. Affittammo una stanza non ammobiliata a poco prezzo e usammo le scatole per sedie, un’altra per tavola, e dormimmo per terra. Lì a Calcutta distribuimmo l’opuscolo Il Regno, la speranza del mondo. Ne lasciammo copie a uomini d’affari, uomini politici ed ecclesiastici. Come furono irritati alcuni ecclesiastici!
Per percorrere quella grande città, comprammo due motociclette a poco prezzo e ce ne servimmo anche per fare il viaggio di 2.400 chilometri a un’assemblea a Bombay. Dopo quell’assemblea nel 1932, andammo di nuovo a Ceylon, usando le nostre motociclette su quelle strade di montagna. Ma un brutto attacco di malaria mise fine al mio soggiorno a Ceylon. La Società Torre di Guardia ci invitò a tornare in India per prendere in consegna una nuova auto che avremmo usata come abitazione.
OPERA CON L’AUTO DOTATA DI IMPIANTO ACUSTICO
Ebbe ora inizio per noi un nuovo modo di vivere. Riuscimmo a visitare ogni villaggio, spesso lontano dalle ferrovie o dalle strade. I fiumi senza ponti erano la nostra principale preoccupazione, ma divenimmo esperti a guadarli. Staccavamo il tubo di scappamento del motore nel punto del collettore di scarico e, con l’acqua che spesso aveva invaso il piano dell’abitacolo, attraversavamo rombando il fiume.
Nel 1934 la Società ci inviò l’impianto acustico con discorsi biblici registrati nel vernacolo. Ora potevamo metterci direttamente in contatto con le masse. Installavamo l’impianto acustico ovunque si radunavano persone. Il numero dei presenti ai discorsi biblici registrati era spesso considerevole.
Continuammo questo servizio fino al 1938, quando un fratello dall’Australia ci visitò come sorvegliante di zona. Dietro sua richiesta, Ewart Francis e io provammo l’acqua di un lago per vedere se andava bene per il battesimo. Doveva essere acqua inquinata, perché ventun giorni dopo Ewart morì, e io fui costretto a letto per due mesi in stato d’incoscienza, dopo di che mi alzai, solo allora grazie alle abili cure di una sorella cristiana impegnata nell’opera di predicazione in servizio continuo, Maude Mulgrove. Quando stavo per essere dimesso dall’ospedale ad Agra, potei pronunciare un discorso al personale radunato, e tra loro c’era Edith Newland, che smise di fare l’infermiera per intraprendere l’opera di predicazione della verità di Dio in servizio continuo, ciò che continua a fare ancora adesso.
SERVIZIO NELLA SEDE FILIALE DELLA SOCIETÀ
Questa malattia, la febbre tifoidea, mi lasciò così debole che si ritenne poco prudente farmi riprendere il servizio con l’auto, così fui mandato ad aiutare il fratello Skinner, sorvegliante della sede filiale della Società. Era allora l’anno della guerra del 1939. La letteratura della Società fu messa al bando. Fecero irruzione più volte nella filiale, ma solo due volte senza che fossimo preavvertiti. Qualche persona amichevolmente disposta ci avvertiva; ci preparavamo all’irruzione, e un’ora dopo eravamo occupati come non mai a fare duplicati de La Torre di Guardia.
Il fratello Skinner e io fummo arrestati e accusati di divulgazione di letteratura proibita. Consultammo un avvocato noto perché non temeva il dominio inglese, ma chiedeva più di quanto potessimo pagare. Abbattuti, tornammo a casa. Sulla scala dell’edificio della filiale c’era un Testimone norvegese, un marinaio esiliato dal suo paese. Prima di andarsene, fece scivolare qualche cosa nelle mani del fratello Skinner, esattamente la somma che l’avvocato aveva menzionato come suo onorario! Ricevemmo un altro dono, quando, dopo aver perso la causa nella corte inferiore, volemmo appellarci a una corte superiore, tranne che questa volta la somma ricevuta superava il necessario.
Nei primi anni della guerra, la filiale australiana ci aveva spedito una macchina da stampa a pedale, e io fui mandato a Kotayam, nel Kerala, per stamparvi La Torre di Guardia in malayalam. Non sapevo niente di stampa, e tanto meno di malayalam. Inoltre, il Testimone mandato ad aiutarmi non sapeva l’inglese. Ma con l’aiuto di libri sulla stampa e con molti gesti, montammo la macchina e componemmo una serie completa di caratteri inglesi e malayalam. Come fummo elettrizzati quando uscì la nostra prima copia de La Torre di Guardia!
Finita la guerra e tolto il bando, sorsero nuovi pericoli. Gli Indiani avevano aiutato gli Inglesi durante la guerra e ora chiedevano un governo locale. Seguirono turbolente dimostrazioni contro gli Inglesi. Violenti attacchi a persone che indossavano abiti di stile europeo divennero comuni. Tuttavia la nostra testimonianza si intensificò anche nelle zone più turbolente. Giunse poi la notizia che il fratello Skinner era stato invitato ad andare negli Stati Uniti per frequentare la Scuola Biblica Torre di Guardia di Galaad. Mi fu chiesto di occuparmi della filiale durante la sua assenza di due anni. Avevo certamente bisogno di continuare a confidare in Geova.
Una mattina quando le dimostrazioni contro gli Inglesi si fecero eccezionalmente violente, ricevetti la notizia che era giunta in porto la prima spedizione post-bellica di letteratura biblica da lungo tempo attesa. Esultante ed eccitato, partii in bicicletta, solo per scoprire che la strada era già bloccata da una turba adirata. Pensai di svignarmela per una strada secondaria, ma scoprii che anche quella era bloccata. Non avevo altra alternativa che passare in mezzo alla folla. Così dopo aver detto una breve preghiera a Geova, pedalai verso di loro, e giunto lì vicino cominciai a gridare e ad agitare vigorosamente le braccia. Non so quello che pensarono, ma si tirarono da parte, e si aprì un varco davanti a me. Alcuni mi applaudirono persino! Dopo aver firmato per ottenere la letteratura tornai facendo prudentemente un altro tragitto.
Nel 1947, l’India ricevette l’indipendenza. Ne seguì uno dei più grandi massacri della storia, musulmani contro indù. Vicini che erano vissuti gli uni accanto agli altri per generazioni insorsero e si uccisero fra loro. Alcuni testimoni di Geova che davano testimonianza per le strade videro persone pugnalate accanto a loro.
ALLA SCUOLA DI GALAAD
L’anno dopo, il 1949, fu il più eccitante per me, poiché fui invitato alla Scuola di Galaad. Lì provai grande entusiasmo, come quando il fratello Dunlap ci fece considerare il libro Regno, o quando il fratello Schroeder tracciò l’impuro cammino della falsa religione da Babilonia alla cristianità; quando il fratello Keller diede la prova che il nome divino aveva un posto negli ispirati scritti cristiani, o quando il fratello Friend ci commosse fino alle lagrime con la sua lettura biblica di Giuseppe e i suoi fratelli.
Non ho mai visto un’atmosfera così elettrizzata come quando il presidente della Società, N. H. Knorr, ci disse ad uno ad uno la nostra futura assegnazione. Dopo il conferimento dei diplomi, ricevetti ampio addestramento sul funzionamento e sull’amministrazione della filiale, poiché avevo l’incarico di aprire una nuova sede filiale nel Pakistan.
Dopo sei anni che ero nel Pakistan, decisi di fare un altro passo, sposarmi. La mia futura moglie era Lilian, figlia della sorella Harding, nella cui casa avevo trascorso la convalescenza dopo il tifo. Ora avevo cinquantadue anni e, dei trent’anni che avevo dedicato al servizio continuo, ne avevo trascorsi ventisei in assegnazioni all’estero. Ma non volevo che questo passo ponesse fine al mio ministero di pioniere. Appresi che era più facile trovare lavoro secolare a mezza giornata in Australia, e decisi di trasferirmici. Pregavo di poter continuare a usare con profitto l’addestramento ricevuto a Galaad.
Arrivammo in Australia con una piccola riserva di denaro, e decisi di continuare il ministero in servizio continuo finché ne rimaneva. Facevo attenzione a ogni dollaro che spendevo. Il mio territorio era distante cinque chilometri, e andavo e tornavo a piedi per risparmiare i soldi dell’autobus. Poi Lilian mi disse che era incinta. Nacque Mark, e in preghiera chiesi a Geova di aiutarmi ad addestrare il ragazzo a divenire un suo fedele adoratore. Affittammo una casa, e parve che i mobili arrivassero e si sistemassero dove occorrevano, dono di fratelli amorevoli o acquistati di seconda mano.
Nei sedici anni che seguirono, ebbi il privilegio di essere sorvegliante che presiede e vedere la congregazione crescere e dividersi due volte. Nel maggio del 1973, a sessantanove anni, compii quarantasei anni di servizio continuo. Ora che ho settant’anni, ripenso a una vita piena di esperienze felici e spesso entusiasmanti, di cui ne ho narrate qui solo alcune. Mi chiedo: Se tornassi indietro a quel giorno in cui accettai il libro Milioni, mi comporterei diversamente? La mia risposta è No! Geova mantiene le sue promesse, e guida i passi di quelli che confidano in lui con tutto il cuore. Anche se ho compiuto il servizio cristiano di continuo, spesso con pochissime cose materiali, posso dire veracemente che mai una volta ho messo la mano in tasca per prendere il denaro di cui avevo bisogno senza trovarcelo. Questa è una cosa preziosa. Ma di valore molto maggiore è l’assoluta convinzione che si è sostenuti dalla potenza e dall’amorevole cura di Geova. Questa è una cosa che non è possibile valutare!