Significato delle notizie
Dove sono le cause della fame?
● Si parla molto della scarsità di viveri nel mondo. Si accumulano comunque le prove indicanti che la ‘scarsità’ è sostanzialmente dovuta al sistema mondiale di distribuzione e impiego dei viveri, non all’incapacità della terra di sfamare l’attuale popolazione o anche una popolazione considerevolmente più numerosa. Pertanto, un articolo della rivista “Harper’s” (febbraio 1975) dice che “le cause della fame” non sono individuate dai fotografi di paesi riarsi o di persone che muoiono di fame. Perché no? Perché quelle cause sono in un avido sistema commerciale che “appare così normale . . . mentre in effetti condanna la maggior parte dell’umanità alla continua fame”. Respingendo l’idea che la situazione dell’umanità sia quasi disperata, l’articolo dice: “La sofferenza può essere posta davanti ai nostri occhi [dalle fotografie], ma il male è altrove, in . . . una macchina economica che non si può vedere ma che genera insostenibili iniquità e miseria senza fine”.
Uccelli e bambini
● Gli apostati dell’antico Israele dicevano: “La via di Geova non è propriamente giusta”. Al che Dio rispose: “Non sono le vie vostre a non essere propriamente giuste?” (Ezec. 18:25) Anche nel nostro giorno le persone hanno strani modi di vedere le cose e strani criteri di giudizio.
Per fare un esempio, un importante giornale di New York ha recentemente pubblicato un editoriale che protesta contro la pianificata strage di milioni di merli. Gli uccelli avevano preso dimora in una certa regione degli stati meridionali, e secondo le autorità costituivano un grave rischio per la salute degli uomini e degli animali domestici. L’editoriale diceva che il “doloroso spettacolo di milioni di uccelli morti e morenti dovrebbe indurre l’Esercito e le autorità municipali a riconsiderare questo orrendo progetto”.
Senza cercar di giudicare questa loro veduta, è ciò nondimeno curioso vedere nella stessa pagina, proprio sopra quell’editoriale, un altro articolo di fondo sulla recente condanna per omicidio colposo di un medico del Massachusetts accusato di avere ucciso durante un aborto un feto vivo. L’editoriale ha definito la condanna “mal diretta” e “quasi incredibile”. Esso metteva in dubbio la competenza dei giurati a decidere quando comincia la vita umana perché sarebbero stati influenzati nella loro decisione dal fatto che una fotografia del feto “somigliava a quella di un bambino”.
Evidentemente il “doloroso spettacolo” di centinaia di migliaia di nascituri privati dell’opportunità di vivere non ha sugli editorialisti lo stesso effetto dello spettacolo di uccelli morti. — Si paragoni Luca 12:6, 7.
Il muro del pianto
● Il muro occidentale della zona del tempio di Gerusalemme, detto muro del pianto, è oggi il luogo più sacro per chi pratica il giudaismo. (In alto, in cima all’area della piattaforma del tempio, ci sono due moschee musulmane, e quella zona è sotto il controllo religioso musulmano). Ora c’è in Israele una grande disputa sul muro del pianto. La controversia? Se strappare o no le erbacce che crescono nelle fessure fra le pietre massicce del muro.
I capi religiosi favorevoli a strappare le erbacce dicono che esse mettono in pericolo il muro, poiché le radici potrebbero danneggiare gravemente le pietre. I capi religiosi avversari dicono che l’‘erba rappresenta la distruzione del Tempio e il desiderio di redenzione d’Israele’ e così sostengono che si dovrebbero lasciare le erbacce. Dei due più importanti contendenti nella ‘battaglia delle erbacce’, il capo rabbino della comunità ashkenazita (europea) e il capo rabbino della comunità sefardita (nordafricana), un dispaccio del “Times” di New York dice: “I due uomini sono gelosamente competitivi e di rado si trovano d’accordo su qualcosa”.
Nel primo secolo, Gesù di Nazaret disse che i capi religiosi di quel tempo erano colpevoli di ‘scolare il moscerino ma inghiottire il cammello’. (Matt. 23:24) Quei capi lo respinsero come Messia ed egli predisse la condanna e il giudizio di Dio che sarebbero venuti di conseguenza. Oggi i capi religiosi discutono per le erbacce su un muro e non comprendono il messaggio divino rappresentato dalla distruzione del tempio e dal fatto che non è mai stato restaurato.
Guai finanziari delle chiese
● In Inghilterra l’apatia religiosa ha fatto chiudere decine di vecchie chiese. Molte sono state vendute e trasformate in sale di ricreazione, teatri o semplici abitazioni. La Chiesa Anglicana è specialmente preoccupata per molte sue grandi cattedrali, che risentono degli effetti corrosivi dell’inquinamento, del decadimento dovuto all’età e degli alti costi della spirale inflazionistica. In seguito agli appelli rivolti al pubblico sono stati raccolti milioni di sterline inglesi per riparare cattedrali a York, Winchester e Canterbury. Ora per coprire le sue spese la cattedrale di Salisbury fa pagare un prezzo d’ingresso volontario. Ma la situazione permane critica. Il capo della Chiesa d’Inghilterra considera la possibilità di chiedere un aiuto finanziario allo stato.
In Nigeria, il “Sunday Times” riferisce che “molte parrocchie cattoliche romane dello Stato Centro-Orientale sono al verde”. Per far fronte alla situazione, dice il “Daily Times”, un vescovo della zona “alzò fortemente dal 300 al 400 per cento la tariffa delle funzioni religiose”. Il costo dei matrimoni è aumentato e i battesimi degli adulti costano ora circa il doppio dei battesimi dei bambini.
Il Vaticano ha avuto problemi di un’altra natura: cattivi investimenti. In un servizio sul crollo dell’impero del finanziere italiano Michele Sindona, la rivista “Business Week” elenca il Vaticano fra quelli che hanno subìto le maggiori perdite. Degli investimenti del Vaticano in due banche di Sindona (ora una è fallita e l’altra è stata chiusa dalle autorità svizzere), la rivista dice che “a Roma gli speculatori bene informati calcolano che la perdita totale della Chiesa si aggiri sui 40-50 milioni di dollari”. Il “National Catholic Reporter” commenta che se tutto il denaro donato alla Chiesa Cattolica fosse messo in un conto in banca, “la Chiesa di Roma, S.p.A., sarebbe indubbiamente la più grande società multinazionale del mondo”. “E”, aggiunge, “paragonata ad altre, sarebbe probabilmente fra le società peggio amministrate del mondo”.