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  • Maria è davvero la “madre di Dio”?

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  • Maria è davvero la “madre di Dio”?
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1976
w76 15/2 pp. 125-126

Maria è davvero la “madre di Dio”?

PER molti secoli prima della nascita di Gesù, i profeti ebrei additarono quell’eccezionale avvenimento. La nascita doveva essere unica nel suo genere, una nascita da una vergine. (Isa. 7:14; Matt. 1:20-23) Il ruolo straordinario che Gesù avrebbe quindi avuto nell’adempimento del proposito del Padre suo richiedeva che nascesse come uomo perfetto.

Oltre sette secoli prima che Gesù nascesse alla vergine giudea Maria, la profezia d’Isaia fece notare l’importante posizione che avrebbe avuto. Leggiamo: “Poiché un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio. Sulle sue spalle è il segno della sovranità ed è chiamato: ‘Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace’”. — Isa. 9:5, La Bibbia di Gerusalemme (Ge), cattolica.

Che Gesù fosse profeticamente chiamato “Dio potente” fa davvero di Maria la “madre di Dio”? Per rispondere a tale domanda, abbiamo bisogno di sapere che cosa si intende con l’espressione “madre di Dio”. Solo allora potremo stabilire se si tratta di un appellativo biblico.

La New Catholic Encyclopedia osserva: “Se Maria non è davvero la madre di Dio, allora Cristo non è vero Dio e vero uomo . . . Maria è veramente la madre di Dio se sono soddisfatte due condizioni; che è realmente la madre di Gesù e che Gesù è realmente Dio”. (Vol. 10, pag. 21) Perciò, Maria è chiamata “madre di Dio” in base alla credenza che Gesù Cristo sia effettivamente Dio. Questo è ulteriormente indicato nella New Catholic Encyclopedia: “Negando . . . che la Parola incarnata sia il Figlio increato del Padre, coeguale al Padre, gli Ariani ricusarono di accettare la divinità di Cristo e di conseguenza la maternità divina di Maria”. (Vol. 10, pag. 21) Pertanto, solo potendo stabilire che Gesù Cristo è “vero Dio” e “coeguale al Padre” si può giustamente chiamare Maria “madre di Dio”. Ma Gesù Cristo è realmente “vero Dio” e “coeguale al Padre”?

La Bibbia non usa l’espressione “vero Dio” in riferimento a Gesù Cristo. Gesù stesso limitò questa espressione al Padre suo. Parlando al Padre suo in preghiera, Gesù disse: “Questa è la vita eterna: che conoscano te, l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo”. (Giov. 17:3, Ge) Gesù non parlò mai di sé come se fosse uguale al Padre suo. Invece, riconobbe il Padre suo come suo Dio, dicendo a Maria Maddalena dopo la propria risurrezione: “Io salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”. (Giov. 20:17, Ge) Anche dopo essere asceso ai cieli, Gesù continuò a parlare del Padre suo come del “Dio mio”, quattro volte nello stesso versetto. — Apoc. 3:12, Ge.

Che Gesù non potesse essere uguale al Padre suo è mostrato pure da ciò che è predetto deve accadere alla fine del regno millenario di Cristo. L’apostolo Paolo scrisse di ciò: “Quando tutto gli sarà stato sottomesso, anche lui, il Figlio, sarà sottomesso a Colui che gli ha sottomesso ogni cosa, perché Dio sia tutto in tutti”. (1 Cor. 15:28, Ge) È chiaro che Gesù non potrebbe essere “coeguale al Padre” e tuttavia sottomettersi al Padre, riconoscendolo come Dio.

Pure degno di nota è l’atteggiamento di Maria. Con tutta umiltà ella parlò di sé definendosi la “serva del Signore”. (Luca 1:38, Ge) Avendo ricevuto il privilegio di partorire il Figlio di Dio, Maria disse alla sua parente Elisabetta: “L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva”. (Luca 1:46-48, Ge) Maria si considerò dunque non la “madre di Dio”, ma ‘l’umile serva’ di Dio.

Similmente, Gesù Cristo non diede risalto ad alcuna relazione con Maria secondo la carne. Una volta una donna esclamò: “Beato il grembo che ti ha portato e il seno da cui hai preso il latte!” Rispondendo a tale esclamazione, Gesù disse: “Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano”. (Luca 11:27, 28, Ge) Per quanto fosse grande il privilegio di partorire il Figlio di Dio, la più grande felicità di Maria derivava perciò dall’essere l’umile serva di Dio, ‘dall’ascoltare e dall’osservare la sua parola’. Notate pure che quando gli dissero che sua madre e i suoi fratelli volevano vederlo, Gesù stese la mano verso i discepoli e disse: “Ecco mia madre ed ecco i miei fratelli; perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, questi è per me fratello, sorella e madre”. (Matt. 12:47-50, Ge) Di nuovo, queste parole posero in rilievo che la relazione spirituale è più importante della relazione fisica. Certo, come “Figlio di Dio” Gesù Cristo poté essere chiamato profeticamente “Dio potente”. Questa espressione (nell’originale ebraico) significa un “forte, potente”. Nella funzione di “Re dei re e Signore dei signori”, Gesù Cristo è davvero un potente o un “dio”. (Apoc. 19:16, Ge) Ma quale Figlio rimane sempre sottomesso al Padre suo, “il solo vero Dio”.

Nella Bibbia, Gesù Cristo non è mai chiamato “Dio il Figlio”, ma il “Figlio di Dio”. Egli diede prova d’essere esattamente ciò che l’angelo Gabriele disse a Maria: “Concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; . . . lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio”. — Luca 1:31, 32, 35, Ge.

Le prove scritturali pertanto rendono chiaro che chiamare Maria “madre di Dio” equivale a svisare i fatti in merito al vero Dio e a suo Figlio come pure in merito a Maria. L’appellativo “madre di Dio” si basa sull’insegnamento non scritturale che il Figlio sia “coeguale al Padre”. Questa distorsione della verità non è qualcosa da considerare alla leggera. Perché l’adorazione sia accettevole a Dio dev’essere in armonia con la verità. Come disse Gesù Cristo a una Samaritana: “I veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; perché il Padre cerca tali adoratori. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità”. — Giov. 4:23, 24, Ge.

Se desiderate adorare Dio “in spirito e verità”, accertatevi che quello che credete si basi su un fondamento reale, scritturale.

“In quanto all’amorevole benignità e alla verità, si sono incontrate; giustizia e pace, si sono baciate. La verità stessa germoglierà dalla medesima terra, e la stessa giustizia guarderà dai medesimi cieli”. — Sal. 85:10, 11.

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