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  • Quale fu il compito dei profeti?
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1977
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  • UN MESSAGGIO PROFETICO PER IL NOSTRO TEMPO
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1977
w77 1/5 pp. 261-263

Quale fu il compito dei profeti?

QUANDO sentite parlare dei profeti ebrei dell’antichità, cosa vi viene in mente? Pensate a uomini che predicevano il futuro? O pensate primariamente a uomini che spronavano il popolo a fare la volontà di Dio?

Gli antichi profeti ebrei naturalmente predissero certi avvenimenti. Ma le loro profezie non erano semplici predizioni. Questo è evidente dal termine ebraico per profeta, navì’. In se stessa questa parola non dà l’idea di fare predizioni. Navì’ significa ‘colui che pronuncia parole in abbondanza’ o ‘uno dal parlare fluente’. L’effettivo uso del termine indica che i veri profeti erano portavoce di Dio, che trasmettevano vigorosi messaggi ispirati. Si può comprendere meglio che cosa comportasse l’incarico dei profeti di Dio confrontando la loro condotta con quella di coloro che falsamente si vantavano di essere profeti.

Considerate per esempio la situazione al tempo del profeta ebreo Michea. Israele e Giuda erano in pieno decadimento morale. I capi opprimevano il popolo, specialmente i poveri e i bisognosi. I giudici e i sacerdoti avevano un’insaziabile avidità di denaro. Spargimento di sangue e corruzione di ogni specie erano all’ordine del giorno. Non ci si poteva fidare nemmeno degli amici o dei parenti stretti.

Certo era tempo di smascherare l’errore degli Israeliti e di incoraggiarli a cambiare la loro condotta. È questo che facevano coloro che falsamente si vantavano di essere profeti? No. In Michea 3:5 questi profeti che facevano sviare gli Israeliti sono descritti come uomini “che se hanno qualcosa da rodere tra i denti annunziano la pace, ma a chi non mette loro qualcosa in bocca dichiarano una guerra santa”. (La Bibbia Concordata) Quindi la natura del messaggio pronunciato da quei falsi profeti dipendeva dal pagamento che ricevevano. Finché ricevevano un compenso, erano pronti a fare promesse di prosperità anche a persone moralmente degradate. Questi profeti non diedero il minimo incoraggiamento affinché il popolo abbandonasse la sua empietà. Di conseguenza il popolo si sentiva sicuro, e continuava nella sua condotta illegale. Ma se qualcuno osava non dar loro nulla, questi falsi profeti erano pronti a ‘invocare l’ira del Signore’ su costui.

I veri profeti di Geova, invece, non cercavano un guadagno personale. Si rendevano conto che il loro incarico era da Dio e quindi non cercavano di piacere agli uomini. Contrapponendo la propria condotta a quella dei falsi profeti, Michea dichiarò: “Io stesso son divenuto pieno di potenza, con lo spirito di Geova, e di diritto e possanza, per dichiarare a Giacobbe la sua rivolta e a Israele il suo peccato”. (Mic. 3:8) Con coraggio Michea denunciò i peccati degli Israeliti: l’idolatria, le pratiche fraudolente, l’oppressione spietata e le ingiustizie. Questa denuncia fu accompagnata da predizioni relative all’esecuzione del giudizio di Dio contro Giuda e Israele. Egli predisse la prossima distruzione di Samaria, capitale del regno delle dieci tribù, e di Gerusalemme, capitale del regno delle due tribù.

Le profezie relative al giudizio allora imminente contro le infedeli Samaria e Gerusalemme ebbero un duplice scopo. Da una parte, davano di nuovo risalto alla cattiva condotta del popolo; dall’altra, incoraggiavano gli Israeliti a pentirsi con la prospettiva di ottenere la misericordia di Dio. Le profezie che presagivano calamità davano anche l’opportunità di pentirsi, come mostra Geremia 18:7-10. Qui leggiamo delle espressioni di giudizio e di benedizione di Geova: “In qualsiasi momento io parli contro una nazione e contro un regno per sradicarlo e abbatterlo e distruggerlo, e quella nazione effettivamente si volge dalla sua malizia contro cui io ho parlato, anch’io per certo mi rammaricherò della calamità che avevo pensato d’eseguire su di essa. Ma in qualsiasi momento io parli riguardo a una nazione e riguardo a un regno per edificarlo e piantarlo, ed esso effettivamente fa ciò che è male ai miei occhi non ubbidendo alla mia voce, anch’io per certo mi rammaricherò del bene che mi ero detto di fare per il suo bene”.

NON SEMPLICI PROFETI DI SVENTURA

Dato che i profeti di Dio ebbero la responsabilità di esortare il popolo ad abbandonare le sue vie errate, significa questo che fossero semplici profeti di sventura? No, i loro proclami spesso includevano incoraggianti messaggi di speranza. Benché gli Israeliti nell’insieme potessero esser sordi all’annuncio del prossimo giudizio di Dio, gli individui potevano dimostrare che non erano d’accordo con la violenza e l’illegalità prevalenti a quel tempo. Nel loro caso l’esecuzione del giudizio contro i malvagi avrebbe recato la gradita liberazione dall’ingiustizia.

Inoltre, poiché Geova è un Dio giusto e misericordioso, chi era incline alla giustizia poteva aver fiducia che l’espressione del disfavore divino non sarebbe continuata all’infinito. Questo viene messo in risalto in Lamentazioni 3:31, 32: “Geova non continuerà a respingere a tempo indefinito. Poiché sebbene abbia causato dolore, per certo mostrerà anche misericordia”.

In armonia con la sua misericordia e la sua amorevole benignità, Geova Dio fece additare una speranza dai suoi profeti. Michea, per esempio, predisse la restaurazione che avrebbe seguito la desolazione del paese dove dimoravano gli Israeliti. Citando la parola di Geova, Michea dichiarò: “Positivamente raccoglierò Giacobbe, voi tutti; senza fallo radunerò insieme i rimanenti di Israele. Li porrò in unità, come un gregge in un recinto, come un branco in mezzo alla sua pastura; saranno rumorosi di uomini”. (Mic. 2:12) Quindi dopo esser stati testimoni della desolazione, gli Israeliti pentiti avrebbero potuto trarre conforto da questa speranza di restaurazione.

Primariamente i profeti servivano dunque come rappresentanti di Geova presso gli Israeliti. Essi si preoccupavano di aiutare i loro connazionali a seguire la condotta approvata da Dio e a evitare così la calamità. Erano portatori di sventura solo per quelli che rifiutavano di fare la volontà di Dio. Ma per coloro che amavano la giustizia i profeti erano messaggeri di liberazione e speranza. Un tema fondamentale che ricorre nelle varie profezie è espresso nelle parole di Ezechiele 33:11: “‘Come io vivo’, è l’espressione del Signore Geova, ‘io prendo diletto non nella morte del malvagio, ma in quanto qualcuno malvagio si volge dalla sua via ed effettivamente continua a vivere. Volgetevi, volgetevi dalle vostre cattive vie, poiché per quale ragione dovreste morire, o casa d’Israele?’”

UN MESSAGGIO PROFETICO PER IL NOSTRO TEMPO

Il messaggio fondamentale degli antichi profeti ebrei si applica anche oggi. Come nel passato, Geova Dio non approva l’illegalità, la violenza, l’ingiustizia e l’oppressione che continuano ad aumentare in varie parti della terra. Nella sua Parola, Geova Dio ha decretato che porrà fine a ogni malvagità. La Bibbia dice: “L’ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empietà e ingiustizia degli uomini che sopprimono la verità in modo ingiusto”. (Rom. 1:18) Ma, prima che venga il giorno dell’ira, tutti hanno l’opportunità di cambiare le proprie vie, di mettersi in condizione di essere preservati se l’esecuzione dovesse avvenire mentre sono in vita. Inoltre la splendida speranza posta dinanzi a tutti quelli che sopravvivranno a tale distruzione è la vita eterna in un giusto nuovo ordine. (2 Piet. 3:9, 13) La meravigliosa notizia per il nostro giorno è che la realizzazione di tale speranza è molto vicina.

Non è questa una notizia da proclamare oggi? Ma chi dovrebbe farla conoscere? Non vi aspettereste che quelli che lo fanno si comportino in modo molto simile agli antichi profeti ebrei? Dovrebbero essere persone che sostengono personalmente le giuste norme della Parola di Dio ed esortano altri a fare lo stesso. Dovrebbero far risuonare l’avvertimento della prossima esecuzione dei malvagi e additare il glorioso avvenire nel giusto nuovo ordine.

Da quello che avete visto, le chiese della cristianità si sforzano realmente di aiutare le persone a cambiare la loro condotta? O non avete piuttosto trovato che gli ecclesiastici spesso tollerano errori di ogni specie dai loro parrocchiani finché ricevono la loro paga?

Che dire del gruppo di cristiani noti come Testimoni di Geova? Molti si sono resi conto che c’è una netta differenza fra i Testimoni di Geova e le chiese della cristianità. Hanno riscontrato che i Testimoni richiedono che coloro che si associano attivamente con loro vivano secondo la Bibbia. L’avete osservato di persona? In tal caso, agite in base alle vostre osservazioni impegnandovi con loro ad aiutare altri a vivere in armonia con le vie di Dio?

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