L’opera dello spirito versato dall’alto
1. Prima della fine della prima guerra mondiale nel 1918, qual era la condizione spirituale del rimanente dell’Israele spirituale?
PRIMA che finisse la prima guerra mondiale l’11 novembre 1918, il paese spirituale del perseguitato rimanente degli Israeliti spirituali fu desolato. Spiritualmente, divenne come un deserto, in cui non si producevano pubblicamente ‘frutti del regno’ mediante l’intrepida predicazione di “questa buona notizia del regno” da parte dell’unto rimanente. (Matt. 21:43; 24:14) Incertezza e scoraggiamento ebbero il sopravvento sul rimanente di ambasciatori del Regno, internazionalmente odiati e oppressi.
2. Che cosa indicava se la condizione desolata del rimanente sarebbe continuata indefinitamente, e che cosa ci voleva per modificare la situazione?
2 Era d’accordo Geova Dio che questa desolata condizione del suo popolo dedicato continuasse per sempre? No. In tempi precristiani aveva decretato che Gerusalemme e il paese di Giuda fossero desolati per un tempo limitato, non più di settant’anni. L’impero babilonese non doveva gloriarsi per sempre delle sue vittime, Gerusalemme e Giuda. Quindi Dio non si propose che le vittime di Babilonia la Grande, cioè il rimanente dell’Israele spirituale, rimanessero indefinitamente in una condizione desolata. Ebbene, che cosa era ora necessario per modificare la situazione alla gloria del loro Dio, Geova? Una speciale azione dello spirito santo a loro favore!
3. Secondo Isaia 32:15, 16, fin quando sarebbe continuata la condizione desolata del popolo di Geova?
3 In Isaia 32:15 Geova aveva assicurato al suo popolo che la loro rattristante condizione desolata sarebbe durata solo “finché su di noi si versi spirito dall’alto”. E poi? “E”, come continua a dire la profezia, “il deserto sia divenuto un frutteto, e il frutteto stesso sia considerato una reale foresta. E nel deserto risiederà per certo il diritto, e nel frutteto dimorerà la stessa giustizia”. — Isa. 32:15, 16.
4, 5. (a) Cosa doveva dunque accadere al rimanente degli Israeliti spirituali? (b) Come questo fu confermato al rimanente dalla visione di Ezechiele di una valle piena di ossa di morti?
4 Sì, a favore del rimanente degli Israeliti spirituali si doveva versare lo spirito, e ci doveva essere la liberazione da Babilonia la Grande. Questa luminosa prospettiva fu confermata dalla visione che Geova diede al profeta Ezechiele, mentre questo profeta era ancora in esilio nell’antica Babilonia. Nella visione vide la pianura di una valle piena di ossa sparse di innumerevoli Israeliti morti.
5 Sembrava che non ci fosse speranza per gli Israeliti morti della visione. Sembrava ugualmente che non ci fosse speranza per gli Israeliti che vivevano in esilio nell’antica Babilonia, a molte centinaia di chilometri dalla patria desolata. Ma non erano senza speranza dal punto di vista di Dio Onnipotente. Egli è l’Iddio che può anche risuscitare i morti. Secoli prima si era servito dei profeti Elia ed Eliseo per risuscitare, mediante il suo spirito santo, persone letteralmente morte. Così nella visione di Ezechiele egli ricreò e rianimò tutti quegli Israeliti morti. Spiegando il significato della visione, Geova disse: “Dovrete conoscere che io sono Geova quando avrò aperto i vostri luoghi di sepoltura e quando vi avrò tratti fuori dei vostri luoghi di sepoltura [in Babilonia], o mio popolo. E di sicuro metterò in voi il mio spirito, e dovrete tornare in vita, e vi porrò sul vostro suolo; e dovrete conoscere che io, Geova, ho parlato e ho fatto”. — Ezec. 37:13, 14.
6. Come avvenne una risurrezione spirituale, e che cosa osservarono le nazioni attonite?
6 In armonia con questa profezia, Babilonia cessò di essere un luogo di sepoltura per la nazione ebraica. Ebbe luogo una risurrezione spirituale. Come per miracolo, nel 537 a.E.V. una schiera di Israeliti esiliati e i loro inservienti si misero in marcia da Babilonia e si stabilirono nella loro patria. Si accinsero a ricostruire Gerusalemme e il suo tempio e a rendere la patria per tanto tempo desolata simile a un paradiso. Non c’era più ragione che si battessero il petto “facendo lamento per i campi desiderabili, per la vite fruttifera”, che erano stati lasciati desolati dai conquistatori babilonesi nel 607 a.E.V. Quale manifestazione fu quella dello spirito santo all’opera! Le nazioni pagane osservavano attonite! Il Salmo 126:2 riferisce che dissero: “Geova ha fatto una cosa grande in ciò che ha fatto con loro”.
7. Nel nostro ventesimo secolo, a proposito di chi furono pronunciate le parole del Salmo 126:2, e perché?
7 La stessa cosa si è detta nel nostro ventesimo secolo. A proposito di chi? Non degli Ebrei naturali che si stabilirono in Palestina dopo la prima guerra mondiale e poi combatterono mediante “forza militare” per stabilire nel 1948 la Repubblica d’Israele. No, le parole profetiche del Salmo 126:2 furono dette a proposito degli Studenti Biblici odiati e perseguitati internazionalmente, che erano stati liberati dalla schiavitù a Babilonia la Grande nell’anno del dopoguerra 1919. Su questi cristiani ristabiliti, che erano Israeliti spirituali, fu versato spirito dall’alto. Ciò ricordò agli Studenti Biblici la Pentecoste del 33 E.V., anche se non si videro “lingue come di fuoco” posarsi sulla testa dei discepoli per dar loro miracolosamente il potere di parlare differenti lingue straniere che non avevano imparate. — Atti 2:1-4; Gioe. 2:28, 29; Isa. 32:15.
8. Per quale opera del dopoguerra era stato preservato il rimanente dell’Israele spirituale, e perché poterono giustamente prendere il nome di “Testimoni di Geova”?
8 Come risultato, questi cristiani spiritualmente rafforzati furono più vivi che mai nel servizio attivo di Geova. Testimoniate, testimoniate, testimoniate a favore dello stabilito regno di Dio, in tutto il mondo! fu il loro entusiasmante grido. Questo era ora per loro il principale scopo per cui vivere. Secondo la Bibbia, questa fu la ragione per cui Dio li preservò in vita oltre la prima guerra mondiale e li liberò dalla schiavitù a Babilonia la Grande. (Matt. 24:9-14) Radunarono i compagni dispersi e si riorganizzarono per compiere sino alla fine la testimonianza del Regno in tutto il mondo. Giunse l’anno 1931. Mediante centinaia di milioni di volantini gratuiti, decine di milioni di libri, con una campagna mondiale di conferenze bibliche, con centinaia di stazioni radio, hanno dato da allora una testimonianza mondiale al nome di Geova e al suo regno messianico. Hanno fatto tutto questo non avendo uno “spirito di codardia”. (2 Tim. 1:7) Ora, con le parole di Isaia 43:10 che risuonavano nei loro orecchi, quegli unti sostenitori di Geova e del suo regno retto da Cristo assunsero il nome biblico di “Testimoni di Geova”.
9, 10. (a) Chi non è riuscito a cancellare quel nome dalla terra? (b) Chi, oltre al rimanente dell’Israele spirituale, vuole che quel nome rimanga vivo, e quindi che cosa hanno fatto?
9 Fino a questo giorno tutte le forze religiose di Babilonia la Grande e i suoi accoliti politici, giudiziari e militari hanno cercato di cancellare dalla terra quel nome dei proclamatori del regno di Dio, ma non vi sono riusciti. Esso è ancora vivo, e anche coloro che lo portano!
10 In tutta la terra una “grande folla” di timorati di Dio, pur non essendo essi stessi Israeliti spirituali, è determinata a far sì che quel nome rimanga vivo e significativo. Hanno notato ciò che ha fatto l’Iddio che ha nome Geova per il popolo del suo nome, il rimanente dell’Israele spirituale. Hanno compreso su chi è stato versato dall’alto lo spirito di Dio. Quindi quelli che oggi fanno parte della “grande folla” sono “fra le nazioni” che dicono: “Geova ha fatto una cosa grande in ciò che ha fatto con loro”. (Sal. 126:2) L’Iddio che poté fare una cosa del genere con un così piccolo rimanente di Israeliti spirituali è l’Iddio che la “grande folla” vuole adorare e servire. Senza temere l’odio e la persecuzione internazionale, si sono dedicati allo stesso Dio mediante Cristo e si sono schierati con l’unto rimanente dei cristiani testimoni di Geova. Anch’essi hanno accettato la responsabilità di essere Suoi Testimoni, senza vergogna. — Riv. 7:9-17; Zacc. 8:23.
DIFESA CONTRO LE “ESPRESSIONI ISPIRATE DA DEMONI”
11. Che cosa dicono gracidando il dragone, la bestia selvaggia e il falso profeta, ma nondimeno, che cosa fanno udire il rimanente e la “grande folla”?
11 Oggi il rimanente e la “grande folla” affrontano uniti il diabolico “dragone”, la “bestia selvaggia” dotata di armi nucleari e il “falso profeta” politico. Rivelazione 12:17 spiega che il “dragone”, Satana il Diavolo, fa guerra all’unto rimanente. Per far ciò si serve qui sulla terra della “bestia selvaggia” politica e del “falso profeta” anglo-americano. Quindi le espressioni simili a rane ispirate dai demoni che escono dalla loro bocca parlano di adorazione dello Stato, di sovranità nazionale, di materialismo, di pace e sicurezza mondiale mediante le Nazioni Unite. Ciò nonostante, i Testimoni di Geova hanno fatto risuonare in tutto il mondo la buona notizia del messianico regno di Dio. Questo messaggio del Regno è penetrato in oltre duecento paesi e isole del mare. È ovvio che il gracidante dragone, la bestia selvaggia e il falso profeta vorrebbero far tacere il messaggio del Regno. La religiosa Babilonia la Grande, specialmente la cristianità, vorrebbe far questo, poiché la cristianità pretende di parlare essa sola per conto di Dio.
12. La situazione di oggi è dunque simile a quale situazione in cui si trovarono il re Acab, i falsi profeti e Micaia, profeta di Geova?
12 La situazione è simile a quella di Micaia, profeta di Geova, e dei falsi profeti di Acab, re d’Israele, verso il 920 a.E.V. I falsi profeti avevano predetto la vittoria militare del re Acab. Ma Micaia gli aveva predetto la calamità. Egli spiegò che, col permesso di Geova, Acab sarebbe stato ingannato a sua propria rovina da un’ingannevole espressione ispirata nella bocca dei falsi profeti. Uno dei falsi profeti, di nome Sedechia, fece obiezione. Per citare I Re 22:24, egli “ora si accostò e colpì Micaia sulla guancia e disse: ‘Davvero per quale via lo spirito di Geova è da me passato per parlare con te?’” Ma Geova aveva veramente parlato per mezzo di Micaia, poiché il re Acab non tornò vivo dalla guerra. — 1 Re 22:20-38.
13. In che modo l’unto rimanente dell’Israele spirituale ha dimostrato di essere come il profeta Micaia?
13 Quell’avvenimento ha un parallelo moderno, specie dall’anno 1919, quando i vittoriosi alleati militari della prima guerra mondiale adottarono la proposta di una Lega delle Nazioni per salvaguardare la pace e la sicurezza mondiale. L’unto rimanente degli Israeliti spirituali è stato come il profeta Micaia. Spirito santo era stato versato su di loro dall’alto, e, com’era predetto, l’effetto fu che profetizzarono, dichiarando le profezie della Bibbia ispirata da Dio. (Gioe. 2:28, 29) Intrepidamente predissero secondo le profezie bibliche che la Lega delle Nazioni avrebbe fallito. Inoltre, hanno annunciato un messaggio ammonitore contro i re o i capi politici della cristianità, che corrispondono al re Acab dell’apostata Israele.
14. Per quale messaggio relativo ai capi della cristianità il clero si è risentito, e in che modo ha agito come la regina Izebel?
14 Il rimanente ha dichiarato che alla prossima “guerra del gran giorno dell’Iddio Onnipotente” ad Har-Maghedon quei sedicenti capi “cristiani” saranno sconfitti e distrutti all’esecuzione del giudizio di Dio contro di loro. Questo avverrà nonostante il fatto che il clero della cristianità, come Sedechia e la sua schiera di falsi profeti, abbia benedetto i governi e le forze militari dei capi della cristianità. Il clero pretende l’esclusivo diritto di parlare per conto di Dio e di avere il Suo spirito. Perciò sono irritati dal calamitoso messaggio che l’unto rimanente ha proclamato riguardo ai capi politici e agli eserciti sui quali il clero ha invocato la benedizione divina. Hanno cercato di sopprimere la predicazione compiuta dall’unto rimanente, come se non fosse stata autorizzata da Dio e non fosse compiuta per mezzo dello spirito di Geova. Hanno istigato la violenta persecuzione contro l’unto rimanente, proprio come la regina Izebel, moglie di Acab, perseguitò Elia e gli altri cento profeti di Geova. — 1 Re 18:13.
15. Quando il clero della cristianità si renderà conto se ha mai avuto lo spirito di Dio, e perché non vedrà la vittoria dei capi della cristianità?
15 Così, in effetti, il clero della cristianità ha colpito l’unto rimanente sulla faccia, dicendo: “Davvero per quale via lo spirito di Geova è da me passato per parlare con te?” (1 Re 22:24) Fra non molto il clero vedrà chiaramente se ha mai avuto lo spirito di Geova. Non vedrà mai la vittoria dei capi e degli eserciti della cristianità. Infatti, non vivranno abbastanza per vedere la distruzione dei loro amici politici e militari nella “guerra del gran giorno dell’Iddio Onnipotente”. Perché no? Perché prima che abbia inizio la guerra di Har-Maghedon, quegli elementi politici ancora amichevoli, che oggi sono parte attiva dell’organizzazione delle Nazioni Unite, odieranno il clero della cristianità e gli altri capi religiosi di Babilonia la Grande e li annienteranno. — Riv. 16:14, 16; 17:3-18.
16. Che cosa vedrà invece il rimanente simile a Micaia?
16 Ma che dire dell’unto rimanente, su cui Geova ha versato il suo spirito dall’alto? È sopravvissuto al colpo inflittogli sulla guancia dal clero della cristianità. Vedrà avverarsi il messaggio che lo spirito di Dio ha impartito dalla Bibbia. Sì, vedrà veramente la distruzione dei capi mondiali trascinati ad Har-Maghedon dalla gracidante propaganda vomitata dal dragone, dalla bestia selvaggia e dal falso profeta.
“LO SPIRITO DELLA GLORIA, LO SPIRITO DI DIO”
17. Perché, in questo “termine del sistema di cose”, il biasimo e la persecuzione che si abbattono sul rimanente e sulla “grande folla” non significano che essi non abbiano lo spirito di Dio?
17 Violenta persecuzione si è abbattuta sull’unto rimanente e sui suoi compagni testimoni, la “grande folla” delle odierne “altre pecore” di Cristo. (Giov. 10:16) Significa ciò che tutti questi cristiani testimoni di Geova non hanno il Suo spirito? No! Anzi, è una prova del contrario, poiché Cristo predisse che al “termine del sistema di cose” ciò sarebbe avvenuto. I suoi veri discepoli sarebbero stati odiati da tutte le nazioni e sarebbero stati perseguitati per aver recato testimonianza al suo regno messianico. (Matt. 24:3, 9-14) Odio, biasimo, persecuzione per esserci attenuti al nome di Cristo quale Re ora regnante non sono un vero motivo per provare vergogna come se avessimo fatto qualche cosa di male.
18. Secondo I Pietro 4:14, perché quelli che sono biasimati per il nome di Cristo sono veramente felici?
18 Un martire cristiano del primo secolo, l’apostolo Pietro, scrisse: “Se siete biasimati per il nome di Cristo, felici voi, perché lo spirito della gloria, lo spirito di Dio, riposa su di voi”. (1 Piet. 4:14) O, come dice La Bibbia di Gerusalemme: “Beati voi, se venite insultati per il nome di Cristo, perché lo Spirito della gloria e lo Spirito di Dio riposa su di voi”.
19. A motivo di che cosa siamo biasimati per il nome di Cristo, ma quale spirito Dio ci dà?
19 Chi ci biasima perché ubbidiamo ai comandi di Dio per mezzo di Cristo vuol farci provare vergogna al punto di farci smettere di servire Dio e di predicare “questa buona notizia del regno” in testimonianza mondiale. Ma lo spirito che Dio pone sui predicatori del Regno non è tale da provocare un senso di vergogna e di colpa come se avessero fatto del male. Ci fa sentire onorati, glorificati, e ha relazione con la fulgida gloria di Dio. È uno spirito che ci sprona affinché “esultiamo mentre siamo nelle tribolazioni, giacché sappiamo che la tribolazione produce perseveranza; la perseveranza, a sua volta, una condizione approvata; la condizione approvata, a sua volta, speranza, e la speranza non conduce alla delusione; perché l’amore di Dio è stato versato nei nostri cuori mediante lo spirito santo, che ci è stato dato”. — Rom. 5:3-5.
20. In armonia con Salmo 69:9, siamo biasimati solo per il nome di Cristo?
20 Noi cristiani testimoni di Geova abbiamo il privilegio di essere biasimati per più che solo “il nome di Cristo”. Abbiamo il privilegio di essere biasimati specialmente per il nome di Colui per il quale Gesù Cristo sopportò il biasimo. “Anche [il] Cristo non fece piacere a se stesso; ma come è scritto: ‘I biasimi di quelli che ti biasimavano son caduti su di me’”. (Rom. 15:3) Le parole qui citate dal Salmo 69:9 identificano Geova come Colui che è biasimato, per la cui casa di adorazione Gesù Cristo fu così zelante. — Giov. 2:17.
21. Come mai si può dire che lo spirito è su di noi quando siamo biasimati per il nome di Geova?
21 È un glorioso onore essere biasimati per Gesù Cristo, il Figlio di Dio. È un onore ancora più grande essere biasimati per Geova Dio, il Padre di Gesù Cristo, in quanto il Padre è maggiore del Figlio. (Giov. 14:28) Poiché lo “spirito di Dio” è su di noi che siamo biasimati per il nome di Cristo, ancor più dev’essere su di noi quando subiamo il biasimo per il nome del suo stesso Padre e Dio, Geova. Mantenendo l’integrità verso Dio finché quelli che ci biasimano saranno distrutti nella prossima “grande tribolazione”, lo “spirito della gloria” di Dio non si dipartirà mai da noi. — Riv. 7:14-17; 1 Piet. 4:14.
“LO SPIRITO E LA SPOSA”
22. Perché la gracidante propaganda del “dragone”, della “bestia selvaggia” e del “falso profeta” non ci trascina insieme ai capi del mondo, e contro quale spirito siamo protetti?
22 Possiamo attenderci ulteriore biasimo dal diabolico “dragone” e dalla politica “bestia selvaggia” e dal “falso profeta” anglo-americano, perché non seguiamo i loro capi politici e i loro eserciti sul campo di battaglia di Har-Maghedon. La loro gracidante propaganda e la loro ostilità contro i testimoni di Geova non ci indurranno mai ad adorare alcun altro Dio, né ci faranno rinunciare alla sua sovranità universale né ci faranno smettere di cercare prima le cose preziose del suo regno messianico. Abbiamo “lo spirito della gloria, lo spirito di Dio”, che si contrappone a tutte le demoniche “espressioni ispirate” che trascinano tutte le nazioni alla “guerra del gran giorno dell’Iddio Onnipotente” ad Har-Maghedon. (Riv. 16:13-16; 19:19-21) Da parte nostra prestiamo ascolto alle “espressioni ispirate” che emanano dalla santa Parola di Dio, la Bibbia. Dirigiamo il corso della nostra vita in armonia con quelle espressioni ispirate. Così lo spirito di Geova, che ispirò i profeti a scrivere la Bibbia, opera nella nostra vita. Ci protegge dall’essere infettati dallo “spirito del mondo”. — 1 Cor. 2:12.
23. Rispettosamente, quale voce facciamo ora udire ovunque, e per chi il rimanente si tiene puro come una vergine?
23 Rispettosamente, facciamo udire in tutta la terra la voce ‘dello spirito e della sposa’. Riconosciamo che la “sposa” è la congregazione dei discepoli generati dallo spirito che è promessa in matrimonio al celeste Sposo, Gesù Cristo. Sulla terra è oggi rappresentata dall’unto rimanente che fra breve sarà unito a Cristo in cielo. Per questa ragione il rimanente della classe della “sposa” non prende parte alla fornicazione religiosa che Babilonia la Grande commette ora con i capi politici della terra. Invece di mischiarsi nella politica e di essere amici del mondo, quelli della classe della “sposa” si mantengono puri come vergini per il celeste Sposo, Gesù Cristo, che proclamano ovunque come il Re che regna alla destra di Dio in cielo. — Riv. 17:5, 18; 21:2-14, 21-24; Giac. 4:4.
24. Che cos’è lo spirito menzionato in Rivelazione 22:17?
24 Proprio del nostro giorno, Rivelazione 22:17 dice: “E lo spirito e la sposa continuano a dire: ‘Vieni!’ E chi ode dica: ‘Vieni!’ E chi ha sete venga; chi lo desidera prenda l’acqua della vita gratuitamente”. Lo “spirito” qui menzionato è la forza attiva di Geova che si esprime mediante le espressioni ispirate che si trovano nelle profezie della Bibbia. Questo spirito è all’opera fra il rimanente della classe della “sposa”.
25. Chi ha agito in base all’invito dato ‘dallo sposo e dalla sposa’, e a chi si sono rivolti per avere “acqua” dissetante?
25 Vi è sulla terra qualcuno che oggi ascolta e accetta l’invito ‘dello spirito e della sposa’? Sì, in modo particolare dal 1935 E.V., anno in cui l’identità della “grande folla” di Rivelazione 7:9-17 è stata resa chiara al rimanente della classe della “sposa”. In risposta all’invito divino, migliaia di persone assetate di “acqua della vita” sono uscite da Babilonia la Grande colpita dalla siccità. Si sono allontanate dalle “cisterne” rotte del mondo che non possono contenere vera “acqua” vivificante per il genere umano morente. Mediante Gesù Cristo, il celeste Sposo, si sono rivolte a Geova Dio, “fonte d’acqua viva”, “la fonte della vita”. — Ger. 2:13; Sal. 36:9.
26. Per fare che cosa quelli della “grande folla” si uniscono al rimanente della classe della “sposa”, e con quale risultato?
26 Spiritualmente ristorati bevendo “l’acqua della vita”, quelli della “grande folla” si uniscono all’unto rimanente della classe della “sposa” nell’estendere l’invito ad altri ancora. E così la “grande folla” aumenta sempre. Geova ha posto il suo spirito su quelli della “grande folla”, ed essi non si vergognano di essere biasimati per il Suo nome e per quello di Cristo. Così il rimanente e la “grande folla” uniti continuano a predicare la buona notizia sempre più estesamente, facendo conoscere i provvedimenti di Dio affinché gli uomini e le donne ubbidienti ottengano la vita eterna in una dimora paradisiaca qui sulla terra sotto il regno messianico di Dio. Questa “buona notizia” continuerà ad essere predicata in tutto il mondo finché giunga la fine di questo malvagio sistema di cose che è ancora dominato dal “dragone”, dalla “bestia selvaggia” e dal “falso profeta”.
27. (a) In che modo soltanto si può spiegare la predicazione mondiale compiuta finora? (b) Per avere la vita eterna, in vista di che cosa dovremmo dunque seminare?
27 Finora la predicazione mondiale di “questa buona notizia del regno” è stata semplicemente miracolosa. Come si può spiegarla? Solo riconoscendo che lo spirito santo è stato ed è ancora all’opera. Dio l’ha fatto operare a favore di ciò che aveva predetto, cioè la predicazione della buona notizia del Regno in tutta la terra abitata in testimonianza a tutte le nazioni prima che venga la fine. Uomini e demoni non hanno potuto far nulla per contrastare il Suo spirito. In armonia con la Sua infallibile regola che “qualunque cosa l’uomo semini, questa pure mieterà”, evitiamo di seminare in vista della carne decaduta e, invece, seminiamo in vista dello spirito santo di Dio. Seminando in tal modo, a suo tempo raccoglieremo da quello spirito divino la vita eterna nel nuovo ordine di Dio. (Gal. 6:7, 8) Siano rese grazie a Geova Dio per mezzo di Gesù Cristo che, in questo tempo di urgente necessità da parte di tutti coloro che amano la giustizia e la pace, il Suo spirito è potentemente all’opera!