Riprensione impartita “dinanzi a tutti gli astanti”
“Dovresti colpire lo schernitore, affinché l’inesperto divenga accorto; e si dovrebbe riprendere chi ha intendimento, affinché discerna la conoscenza”. — Prov. 19:25.
1. Secondo I Timoteo 5:20, quelli che persistono nel peccato dinanzi a chi devono essere ripresi, e perché?
CHE dire dunque delle istruzioni che Paolo diede a Timoteo di riprendere “dinanzi a tutti gli astanti [letteralmente, in greco, “alla vista di tutti”]” quelli che persistono nel peccato? Questo ha uno scopo preciso, “affinché anche gli altri ne abbiano timore”, cioè abbiano timore di seguire la stessa condotta peccaminosa. (1 Tim. 5:20) Quali circostanze richiedono dunque di riprendere in tal modo, e come si può fare “alla vista di tutti”?
2-4. Cosa può dirsi dell’applicazione della frase “dinanzi a tutti gli astanti”, e quali esempi biblici lo illustrano?
2 La frase “dinanzi a tutti gli astanti” o “alla vista di tutti” non è specifica in quanto all’applicazione. Può significare che la riprensione sia impartita dinanzi all’intera congregazione, o può significare che la riprensione sia impartita dinanzi a tutti quelli che vi sono in qualche modo implicati o ne sono al corrente, compresi i testimoni della trasgressione, e che siano presenti quando il trasgressore è ripreso. In ogni caso, è evidente che la riprensione doveva essere pubblica anziché semplicemente una questione privata.a
3 La stessa frase greca che si trova in I Timoteo 5:20 è pure usata in Luca 8:47 riguardo alla donna guarita da un flusso di sangue per opera di Gesù. Il racconto dice che rivelò “davanti a tutto il popolo [greco, “alla vista di tutti”] la causa per cui lo aveva toccato”. È chiaro che questo non significa che lo facesse davanti all’intera popolazione della città (forse Capernaum) ma davanti a quelli della folla che si trovavano lì e udirono Gesù chiedere: “Chi mi ha toccato?” — Luca 8:43-47.
4 In maniera alquanto simile, l’apostolo Paolo parla della riprensione fatta a Pietro in Antiochia: “Ma quando vidi che non camminavano diritto secondo la verità della buona notizia, dissi a Cefa [Pietro] dinanzi ad essi tutti . . .”. Quantunque “dinanzi ad essi tutti” possa qui significare dinanzi all’intera congregazione riunita in assemblea, il pronome “essi” poteva anche riferirsi a quelli che Paolo aveva appena menzionati, ‘quelli che non camminavano diritto secondo la verità della buona notizia’. Poteva significare che aveva dichiarato la sua riprensione in una riunione diversa da un’adunanza della congregazione, forse durante un pasto, dove gli Ebrei credenti, come Pietro, se ne stavano separati. — Gal. 2:11-14.
5. In assenza di una specifica regola scritturale, che cosa ci guiderà in questa applicazione?
5 Poiché non possiamo essere dogmatici in quanto al significato da attribuire alla frase “dinanzi a tutti gli astanti” quando se ne fa l’applicazione, sembra che si debba applicare secondo la necessità esistente. Se occorre portare la riprensione all’attenzione dell’intera congregazione, questo deve farsi. Altrimenti, si dovrebbe impartire dinanzi a tutti quelli che vi sono implicati o che per qualche ragione abbiano bisogno d’essere ripresi per trarne beneficio.
GUIDA DELL’AMORE DIVINO
6. Secondo le Scritture, quale effetto determinante esercita l’amore in queste questioni?
6 Ci sono princìpi scritturali che sconsigliano l’inutile pubblicità degli errori e dei peccati altrui. La Bibbia nel suo insieme indica che l’amore dovrebbe generalmente far coprire i peccati del proprio fratello anziché richiamare deliberatamente l’attenzione su di essi. (Confronta Proverbi 10:12; 11:12, 13; 16:27; 17:9; 1 Piet. 4:8). Geova parla di riprendere colui che, oltre ad aver commesso altri errori, ha smascherato o ‘palesato un fallo’ contro il proprio fratello. (Sal. 50:20, 21) Il Figlio di Dio diede la norma divina che si applica in ogni caso: “Tutte le cose dunque che volete che gli uomini vi facciano, anche voi dovete similmente farle loro”. (Matt. 7:12) Nessuno di noi vorrebbe vedere sciorinati in pubblico i suoi falli se non ce ne fosse vera necessità. D’altra parte, se fosse necessario far sapere ai nostri fratelli qualche cosa per il loro bene, dovremmo metterci nei loro panni e riconoscere che noi stessi non vorremmo essere privati delle necessarie informazioni.
7, 8. Illustrate come la pubblicità non necessaria fatta alla trasgressione di un altro potrebbe causare molto danno inutile.
7 Palesando i falli di altri quando non c’è vera necessità, si può fare molto danno inutile. Per esempio, considerate una giovane attraente il cui lavoro richieda di viaggiare e durante un viaggio sia caduta alcune volte in qualche trasgressione. Supponete che gli anziani lo vengano a sapere da qualcun altro e, siccome la giovane non si è rivolta a loro di sua propria iniziativa, dopo averle parlato e aver determinato che quanto è stato riferito è vero, decidano di annunciare alla congregazione che ella è stata ripresa, menzionandone il nome. Che ne penserebbe la congregazione? Qualcuno potrebbe supporre che l’errore sia stato di natura sessuale, mentre in realtà si trattava di altro. In quel particolare viaggio la giovane si era trovata vicino a casa sua e aveva colto l’opportunità di far visita ai suoi familiari che non sono Testimoni. Essa un tempo fumava e, influenzata dal loro vizio del fumo, fu debole e fumò alcune volte. Quindi un annuncio alla congregazione che semplicemente indichi che è stata ripresa potrebbe effettivamente indurre molti a farsi un’idea molto sbagliata di lei, dando luogo a supposizioni infondate e a congetture errate.
8 Una situazione simile potrebbe riguardare un marito che eccede nel bere alcolici in casa sua fino al punto di ubriacarsi, e questo un paio di volte. Di nuovo, se si facesse un annuncio di riprensione dinanzi alla congregazione, qualcuno dell’uditorio potrebbe erroneamente supporre che il marito sia stato adultero o colpevole di qualche altro peccato grave molto lontano dalla realtà. Quale vero beneficio, per l’individuo e per la congregazione, recherebbe effettivamente tale pubblicità, e compenserebbe in realtà il danno prodotto?
9, 10. (a) Cosa indica il modo in cui erano trattati in Israele i casi di trasgressione in quanto a palesare gli errori di un individuo? (b) Gli Israeliti dovevano udire e provare timore circa la vigorosa azione per quale specie di peccati?
9 Il principio di non palesare l’errore di qualcuno oltre il necessario pare sia anche sostenuto dalla procedura generale seguita sotto il patto della Legge dall’Israele carnale. Le regole e i racconti della Bibbia indicano che i casi di trasgressione erano presentati agli anziani della città alle porte principalmente quando vi erano controversie, come nei casi in cui l’offensore non riconosceva di aver fatto torto a un altro, e anche quando influiva seriamente sulla comunità nel suo insieme o la trasgressione costituiva un pericolo. — Vedi Aid to Bible Understanding, (Ausiliario per capire la Bibbia) pagg. 384, 385, 1053, 1054.
10 L’espressione usata dall’apostolo in I Timoteo 5:20, “affinché anche gli altri ne abbiano timore”, richiama alla mente riferimenti del patto della Legge alla vigorosa azione compiuta contro certi trasgressori, dove viene usata l’espressione “tutto Israele udrà e avrà timore, e non faranno più in mezzo a te una cosa cattiva come questa”. Ma si noti che i peccati implicativi erano o tali da causare grave pericolo alla comunità, compresi quelli di fomentare o sostenere l’apostasia, peccati che richiedevano la pena di morte, oppure erano peccati già di dominio pubblico, come quello di dare falsa testimonianza in tribunale. — Deut. 13:6-11; 17:8-13; 19:15-20.
11, 12. Quale atteggiamento Gesù incoraggia in Matteo 18:15-17 riguardo ai peccati gravi inclusi nel suo consiglio?
11 Le istruzioni di Gesù in Matteo 18:15-17 pure indicano la giusta preoccupazione che i problemi privati, quando è possibile, rimangono privati. Il relativo passo di Luca 17:3, 4 indica che questo consiglio si riferisce a peccati commessi da un individuo contro un altro. Gesù disse che chi aveva ricevuto il torto non doveva divulgare la questione, ma piuttosto doveva andare dal peccatore e correggere la cosa in privato. Questo poteva avere un buon effetto, il trasgressore avrebbe potuto notare la considerazione mostratagli non palesando la cosa e così sarebbe stato più propenso ad accettare la riprensione. Anche se gli sforzi privati fallivano, ancora la questione non doveva essere divulgata, ma chi aveva subito il torto doveva prendere con sé uno o due altri e fare un altro tentativo. Solo se questo piccolo gruppo pure falliva, la cosa doveva essere sottoposta “alla congregazione” (intendendo evidentemente i suoi membri rappresentativi, gli anziani; paragona Numeri 35:12, 24, 25 con Deuteronomio 19:12; Giosuè 20:4).
12 Si noti che i peccati a cui si riferiva il consiglio di Gesù erano effettivamente peccati gravi, poiché egli disse che se la riprensione della congregazione non era accettata ci sarebbe stata la disassociazione. (Matt. 18:17) Eppure, nonostante la loro gravità, non si doveva fare pubblicità a questi peccati più di quanto le circostanze non richiedessero. E, benché questo consiglio si riferisca direttamente ai peccati di un individuo contro un altro, sembra evidente che il principio indicato dal Figlio di Dio di evitare l’inutile pubblicità dovrebbe applicarsi in ogni caso, qualunque sia la trasgressione.
13. Per riassumere, quando il peccato dovrebbe logicamente essere ripreso dinanzi a un’intera congregazione, e quando questo dovrebbe farsi “con severità”?
13 Da tutte le prove scritturali sembra che le occasioni in cui il peccato richiede la riprensione dinanzi all’intera congregazione siano limitate ai casi di grave trasgressione che sono, o certo diverranno, di pubblico dominio, oppure ai casi in cui i tentativi più privati di recare pentimento e conversione dall’errore hanno dato risultati incerti e si ritiene che rimanga per la congregazione un pericolo potenziale, pericolo contro cui si deve essere avvertiti per propria protezione.b Quando la trasgressione è fonte di estese difficoltà per la congregazione, la riprensione deve essere impartita “con severità” e vi si deve persistere finché gli errori non siano eliminati. — Tito 1:13.
IMPARTITA LA RIPRENSIONE PUBBLICA
14. Perché un annuncio che semplicemente indichi che qualcuno è stato ripreso non adempie in realtà il comando di ‘riprendere dinanzi a tutti gli astanti’? Cosa è necessario?
14 Per riprendere con efficacia chi persiste nella trasgressione ci vogliono prove convincenti tratte dalla Parola di Dio. Se si legge un annuncio davanti a un gruppo e si dice che qualcuno “è stato ripreso” questa di per sé non è ‘una riprensione dinanzi a tutti gli astanti’. Infatti l’annuncio dice che “è stato ripreso” mostrando che la riprensione è cosa compiuta nel passato, ed evidentemente non alla presenza di chi ode l’annuncio, poiché altrimenti non avrebbe bisogno di udire l’annuncio. L’annuncio potrebbe essere un ‘rimprovero dinanzi a tutti gli astanti’ ma non è di per sé una riprensione. È un’accusa o denuncia, è vero, ma non è accompagnata dalla prova convincente che caratterizza la riprensione. Per impartire vera riprensione davanti alla congregazione, si deve vigorosamente applicare la Parola di Dio al particolare peccato considerato. Questo è essenziale perché gli uditori provino santo timore di cadere in tale errore. — 2 Tim. 4:2.
15, 16. È essenziale menzionare una persona per nome per riprenderla “dinanzi a tutti gli astanti”, e come lo dimostra I Corinti 14:23-25?
15 Occorre menzionare effettivamente il nome della persona che ha sbagliato per riprenderla “dinanzi a tutti gli astanti”? Poiché le Scritture stesse non danno alcuna indicazione che vi sia implicato il nome, sembra che anche questo dipenda dalla necessità. In ogni modo è evidente che si può impartire la riprensione in una riunione pubblica senza identificare l’individuo o gli individui per nome.
16 Per esempio, nella sua prima lettera ai Corinti l’apostolo Paolo descrive un estraneo che viene a un’adunanza cristiana. Costui può non aver compreso prima l’errore delle sue azioni e della sua condotta passate. Non sente la necessità di pentirsi. Ma l’apostolo dice che, sentendo parlare della verità di Dio nell’adunanza, questa persona è “riprovata [ripresa, NW; convinta, Versione Riveduta] da tutti, è da tutti attentamente esaminata; i segreti del suo cuore divengono manifesti”. Non che tutti i presenti lo chiamino per nome, giacché è per loro un estraneo. Ma le vigorose verità di cui parlano lo costringono a vedersi sotto una nuova luce e spingono il suo cuore al pentimento. — 1 Cor. 14:23-25.
17. Perché a Creta alcuni ebbero bisogno di severa riprensione, e come Tito poté ‘continuare a riprenderli’?
17 Scrivendo a Tito, che era nell’isola di Creta, Paolo lo ammonì: “Continua a riprenderli con severità, affinché siano sani nella fede”. La ragione per cui questi avevano bisogno di severa riprensione era perché sobillavano la congregazione. Erano ‘contraddittori, insubordinati, inutili chiacchieroni e ingannatori della mente, che sovvertivano intere case insegnando cose che non dovevano’; altri erano bugiardi e oziosi. Per ‘continuare’ o persistere nel riprenderli, sembra improbabile che Tito leggesse ripetutamente certi nomi con periodici annunci secondo cui costoro tenevano una condotta sbagliata. Piuttosto, in adunanze private e pubbliche, egli persisteva nel mettere in risalto la Parola di Dio e i suoi comandi su questi errori. In tal modo la congregazione era in grado di identificare chiunque facesse queste cose come una cattiva influenza da cui proteggersi. Vigorosi consigli scritturali avrebbero aiutato l’intera congregazione ad avere sano timore di partecipare a tali pratiche. — Tito 1:9-13; confronta 2 Timoteo 4:2-4; 2 Tessalonicesi 3:6-15.c
18. Quali circostanze richiederebbero in modo particolare di riprendere la trasgressione in un’adunanza della congregazione?
18 Senza dubbio la maggioranza dei casi in cui componenti della congregazione cadono in trasgressione possono essere considerati privatamente dai pastori della congregazione. Ma se hanno ragione di credere che altri possano essere tentati a commettere lo stesso peccato, nelle loro adunanze dovrebbero dedicare tempo per riprendere quel tipo di trasgressione. Se una questione è di dominio pubblico o implica uno scandalo dovrebbero certissimamente far questo.
19. In quali circostanze gli anziani potrebbero ritenere consigliabile fare un breve annuncio e indicare il nome del trasgressore?
19 Se pensano che le circostanze lo richiedano possono anche indicare la persona per nome (ma faranno questo separatamente da qualsiasi discorso sull’argomento), dichiarando che l’hanno ripresa. Se vi è implicato uno scandalo, questo permetterebbe ai componenti della congregazione di difendere la congregazione da quelli che la potrebbero accusare di condonare la trasgressione. E anche se la trasgressione non è estesamente conosciuta, o è stata praticata in segreto, gli anziani potrebbero ritenere necessario far questo. Per esempio, un giovanotto potrebbe aver tenuto una condotta indecente (non necessariamente la fornicazione) con diverse ragazze, passando da una all’altra. Essendo ripreso, egli potrebbe esprimere pentimento. Tuttavia gli anziani possono ancora avere delle riserve su di lui. Egli può esser stato consigliato in passato e può aver mostrato così mancanza di determinazione nell’evitare la trasgressione. Gli anziani possono ritenere che il gregge abbia bisogno di una dichiarazione per metterli tutti in guardia, e in particolar modo le sorelle più giovani, mostrando che è necessaria una certa cautela quando sono in compagnia del giovane. Possono annunciare che lo hanno ripreso, dicendo il suo nome.
20. Quando si fa solo un breve annuncio, che cosa è anche necessario affinché la congregazione ‘abbia timore’ di cadere in una trasgressione simile?
20 Certo, quando si fa una breve dichiarazione in questo modo, se l’errore stesso è stato fatto in segreto, la maggioranza della congregazione non avrà nessuna idea da che specie di trasgressione guardarsi. Non ci si potrebbe attendere che ‘abbiano timore’ di fare qualche cosa se non sanno di che si tratta. Così, in un’altra adunanza un anziano potrebbe dare informazioni scritturali sulla particolare trasgressione implicatavi, mostrando come si può essere indotti a commetterla e perché è tanto condannabile e nociva, oltre a dare sani consigli sul modo di fortificarsi per non cadere in tale laccio. In occasione di tale discorso, tuttavia, non si menzionerebbe nessun nome.
21. Anche se non è menzionato alcun nome, in che modo i componenti della congregazione possono essere protetti contro i trasgressori o possono essere consapevoli che quelli il cui peccato produce ovvie conseguenze sono stati davvero ripresi dinanzi a tutti?
21 Infatti gli anziani potrebbero ritenere che tale discorso sia tutto ciò che occorre, poiché anche se non è stato annunciato alcun nome in una precedente adunanza, il discorso potrebbe essere sufficiente a provvedere ai componenti della congregazione tutte le informazioni necessarie per difendersi in caso che l’individuo si rivolga a loro e di nuovo usi tattiche come quelle descritte nel discorso. Oppure, considerate il caso in cui un atto di immoralità risulti in una gravidanza fuori del vincolo coniugale o porti al divorzio per motivi di adulterio. Un discorso che mostri come un individuo può cadere in errori sessuali potrebbe includere l’avvertimento che ‘non dobbiamo pensare che questo non possa accadere a noi, poiché è accaduto nella nostra congregazione e ci dispiace dover dire che ora causa questi infelici risultati’. Benché non si sia fatto nessun nome, né prima né durante né dopo il discorso, quando la congregazione vedrà la gravidanza che ne è risultata o che è stato chiesto il divorzio, si renderà conto che era stata impartita la riprensione.
22. (a) Quale responsabilità scritturale hanno gli anziani riguardo alla trasgressione e a quelli che la commettono? (b) Anche se si mostra misericordia, perché il peccatore paga sempre le conseguenze del suo peccato?
22 In qualità di pastori, gli anziani della congregazione possono sanare, riprendere, sgridare (rimproverare, 2 Timoteo 4:2, Traduzione Interlineare del Regno [inglese]), possono ristabilire e disciplinare facendo uso della Parola di Dio. (Gal. 6:1; 2 Tim. 3:16; Giac. 5:14-16) Possono anche “rimproverare” disassociando gli impenitenti. (1 Cor. 5:1-13; 2 Cor. 2:6-8) La congregazione può mostrare misericordia, ma ciò non significa che i peccatori possano ‘farla franca’. Poiché anche se il pentimento può far ottenere la misericordia di Geova, il peccato porterà le sue inevitabili conseguenze. L’effetto naturale dell’azione peccaminosa causa sempre al trasgressore un danno più o meno grave sia mentale che emotivo o perfino fisico e materiale. Ma per ciò che soffre non può biasimare altri che se stesso. Raccoglie ciò che ha seminato. — Gal. 6:7, 8.
23. Qual è la condotta saggia che tutti dobbiamo seguire con fiducia e perseveranza?
23 Cerchiamo dunque tutti saggiamente di ‘seminare’ non per la carne decaduta e per le sue corrotte tendenze, ma per lo spirito, sapendo che ‘potremo mietere la vita eterna dallo spirito’. Sì “non smettiamo dunque di fare ciò che è eccellente, poiché a suo tempo mieteremo se non ci stanchiamo” di perseguire la giustizia che assicura il sorriso di approvazione e le ricche benedizioni di Dio. — Gal. 6:8, 9.
[Note in calce]
a Diverse traduzioni usano la parola “pubblico” o “pubblicamente” nel tradurre I Timoteo 5:20. Comunque, diverse di queste limiterebbero anche i ‘peccatori’ a cui si fa riferimento come se facessero parte degli anziani menzionati nel versetto precedente (versetto 19). La traduzione di Knox, per esempio, che dice: “Fa un rimprovero pubblico a quelli che stanno vivendo in modo sbagliato”, ha una nota in calce che dice: “‘A quelli’, significa probabilmente ‘a quei presbiteri [anziani]’; e l’istruzione che siano rimproverati in pubblico è meglio intesa nel senso di ‘dinanzi agli altri presbiteri’”. Riguardo all’applicare la frase “dinanzi a tutti” nel senso di ‘tutti gli anziani’ o di ‘tutta la congregazione’, il commentario di Schaff-Lange afferma: “Grammaticalmente, l’una è ammissibile come l’altra”. Noi richiamiamo l’attenzione su questi punti solo per mostrare che l’applicazione della frase contenuta in I Timoteo 5:20 “dinanzi a tutti gli astanti” (o, “alla vista di tutti”) grammaticalmente può ammettere più di un’applicazione: a un gruppo numeroso, come una congregazione radunata, o a un gruppo più piccolo, come un corpo di anziani.
b Molti commentari biblici, considerando I Timoteo 5:20, usano espressioni in questo senso. Quello di Albert Barnes dice: “. . . l’istruzione qui indica come si dovrebbe trattare il trasgressore che è stato provato colpevole, e se il caso è divenuto pubblico. Allora ci deve essere un’espressione pubblica di disapprovazione”. Il commentario di Schaff-Lange dice: “La natura del caso stesso richiede che hamartánontas sia specialmente attribuito ai delitti maggiori; senza dubbio, a quelli che giustamente causano scandalo”. Henry’s Bible Commentary osserva: “I peccatori pubblici, scandalosi, devono essere rimproverati pubblicamente; poiché il loro peccato è stato pubblico e commesso davanti a molti, o almeno risaputo da tutti, la loro riprensione deve essere pubblica, e dinanzi a tutti”.
c Benché certuni siano sfavorevolmente menzionati per nome negli scritti di Paolo e Giovanni, si noti che questo si fece in lettere scritte a individui e allo scopo di metterli in guardia contro gli apostati o le persone attivamente contrarie all’opera degli apostoli. (1 Tim. 1:19, 20; 2 Tim. 1:15; 4:10, 14, 15; 3 Giov. 9) In contrasto, molte lettere scritte dagli scrittori ispirati contengono molte riprensioni che erano chiaramente necessarie ma i trasgressori non sono indicati per nome. — Confronta Romani 2:1-4, 17-24; 1 Corinti 1:11-13; 3:1-4; 15:12; Giacomo 2:1-9.