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  • w77 15/7 pp. 421-424
  • “Abbiate tenero affetto gli uni per gli altri”

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  • “Abbiate tenero affetto gli uni per gli altri”
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1977
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  • COS’È QUESTO “TENERO AFFETTO”?
  • “APPARTENENTI . . . GLI UNI AGLI ALTRI”
  • ‘NEL MOSTRARE ONORE, PREVENITEVI’
  • “PACIFICI CON TUTTI”
  • SAPERE COSA DARE
  • “Abbiate tenero affetto gli uni per gli altri”
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 2004
  • Avete affetto per Geova?
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1983
  • “Abbiate tenero affetto gli uni per gli altri”
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova (per lo studio) 2021
  • Il segreto dell’affetto fraterno
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1993
Altro
La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1977
w77 15/7 pp. 421-424

“Abbiate tenero affetto gli uni per gli altri”

NOTA PER I LETTORI

Prima di considerare questo articolo vi farà piacere leggere il 12º capitolo di Romani.

LISA era un’adolescente molto ribelle, bazzicava una cricca di teppisti e aveva a che fare con la droga. Rubava i tranquillanti del padre incredulo e scriveva lettere agli amici diffamando la madre cristiana che cercava di correggerla.

Infine, la madre di Lisa chiese agli anziani della locale congregazione dei Testimoni di Geova di parlare alla ragazza. Come la pensò Lisa in proposito? “Ero sicura che non avrebbero fatto altro che dirmi quanto ero cattiva. Mio padre, che non si interessa della Bibbia, mi disse di andarci, di parlare con loro e poi di dire che si togliessero di torno!”

Ma quale fu il risultato? Lisa narra: “Invece d’essere meschini, furono molto gentili. Che sorpresa! Mi dissero che la ragione per cui mia madre mi consigliava così spesso era semplicemente perché mi amava. Non dissero quello che mi aspettavo. Avevano un modo di fare molto comprensivo. L’amore mostratomi dagli anziani mi indusse a riesaminare i miei compagni e il mio comportamento”.

Ovviamente quegli anziani convinsero la ragazza che si interessavano sinceramente di lei. Avevano lo ‘spirito’ dei consigli di Paolo contenuti in Romani capitolo 12: “Il vostro amore sia senza ipocrisia. . . . Con amore fraterno abbiate tenero affetto gli uni per gli altri”. — Versetti 9 e 10.

Ma come possiamo manifestare questo spirito di benignità e affetto? La Bibbia quali profondi sentimenti ci esorta qui ad avere? Queste sono domande importanti, poiché Gesù disse che il segno dei suoi veri discepoli sarebbe stato l’amore che avrebbero avuto l’uno per l’altro. — Giov. 13:34, 35.

COS’È QUESTO “TENERO AFFETTO”?

È importante comprendere che il “tenero affetto” incoraggiato da Paolo in Romani 12:10 non è semplice cortesia superficiale. La parola greca philóstorgos ivi tradotta “abbiate tenero affetto” significa ‘avere amore per l’affetto’, essere stretti in calorosa intimità. Gli studiosi della Bibbia fanno notare che questo è il tipo d’amore frequentemente espresso tra figli e genitori. Non corrisponde questo alla dichiarazione di Gesù secondo cui i veri cristiani avrebbero trovato ‘fratelli, sorelle, madri e figli’ nell’ambito della congregazione? — Mar. 10:29, 30.

Anche Gesù ci diede un ottimo esempio. Egli rispecchiò alla perfezione le qualità del Padre suo, Geova, che è “molto tenero in affetto e misericordioso”. (Giac. 5:11) L’apostolo Paolo, che imitò Gesù Cristo, rivelò questo tenero affetto nel trattare con i compagni di fede. In I Tessalonicesi 2:7 scrive che ‘aveva tenera cura’ di loro come fa una ‘madre che alleva i propri figli’: un vero quadro di tenerezza. Ed evidentemente come risultato di ciò essi nutrirono profondo affetto per Paolo. Gli anziani di Efeso, salutandolo per l’ultima volta, piansero e “gettatisi al collo di Paolo, lo baciarono teneramente”. (Atti 20:17, 36, 37) No, non era come l’addio a un freddo comandante in capo che passa in rivista le truppe. Era quello di uomini della stessa ‘famiglia’; erano fratelli. — Matt. 23:8.

Molti uomini e donne cristiani sanno che perché le parole “fratello” e “sorella” abbiano senso, devono sforzarsi di accrescere il loro affetto per i compagni di fede. Comprendono pure che se si vuole sia ‘amore senza ipocrisia’, l’affetto deve veramente aumentare. Ma alcuni chiederanno: Che cosa può spronarci? Come possiamo dare una migliore dimostrazione di amore fraterno?

Preziose risposte a tali domande si trovano nel contesto dove Paolo ci esorta a mostrare tenero affetto.

“APPARTENENTI . . . GLI UNI AGLI ALTRI”

Al principio del capitolo 12 di Romani l’apostolo spiega che i membri della congregazione cristiana ‘appartengono gli uni agli altri’. Sono interdipendenti, hanno bisogno l’uno dell’altro. (Versetto 5) Quindi conferma questo argomento menzionando vari doni dati a diversi fratelli nel corpo della congregazione, giacché “le membra non hanno tutte la stessa funzione”. Nel suo insieme, la congregazione costituisce uno strumento completo che Geova può impiegare per compiere la sua opera sulla terra. — Versetti 4, 6-8.

Potreste chiedere: Cosa c’entrano questi fatti con l’avere tenero affetto? Se non comprendiamo quanto bisogno abbiamo gli uni degli altri, probabilmente non nutriremo i sentimenti che Paolo più avanti ci esorta ad avere. Tuttavia, riconoscendo il nostro comune bisogno sia di assisterci gli uni gli altri che di compiere la volontà di Geova, siamo spinti ad avvicinarci gli uni agli altri. Siamo spronati ad apprezzare i nostri fratelli e a sentirci come una famiglia.

Ma questo sentimento di interdipendenza e fratellanza incontra ostacoli. Paolo ne disapprova vigorosamente due: l’egotismo e la superbia: “Io dico a ognuno che è fra voi di non pensare di sé più di quanto sia necessario pensare”. (Versetto 3) La traduzione di Phillip dice al versetto 16: “Non divenite snob ma interessatevi vivamente delle persone comuni”.

Lo snobismo è una forma di orgoglio, una presunta superiorità. Dà importanza alla posizione sociale, accettando le distinzioni di classe o i pregiudizi razziali, disdegnando chi ha poca istruzione. Tutte queste sono barriere che impediscono d’avere la veduta di Dio, cioè che abbiamo bisogno e dobbiamo avere cura dei nostri fratelli. In realtà, quando sorgono gravi difficoltà o c’è forte persecuzione, chi sarà al vostro fianco? Non saranno quelli che amano veramente Dio e Cristo, indipendentemente dalle loro origini?

Ma oltre a evitare le vedute snob e preconcette, quali sono alcuni passi positivi per mostrare il nostro tenero affetto?

‘NEL MOSTRARE ONORE, PREVENITEVI’

Paolo provvide un altro utile principio quando, immediatamente dopo averci esortato ad avere tenero affetto, scrisse: “Nel mostrare onore gli uni agli altri prevenitevi”. (Versetto 10) Questo comando non era rivolto solo agli anziani, poiché la lettera di Paolo fu scritta “a tutti quelli che sono in Roma come diletti di Dio”. (Rom. 1:7) Quindi tutti devono essere onorati e questi, a loro volta, devono onorare altri.

Onoriamo il nostro fratello mostrandogli profondo rispetto e dandogli la dovuta importanza. Se si esprime su qualche faccenda che lo preoccupa non ci limiteremo semplicemente ad ascoltarlo per essere gentili, ignorando poi la sua opinione, ma considereremo sinceramente quello che dice.

Allo stesso modo, le sorelle della congregazione devono essere onorate, trattate con rispetto. Questo è in netto contrasto con il modo di pensare degli uomini del mondo odierno che spesso dominano le donne con la forza fisica e l’arroganza. Il fratello cristiano riconosce che può essere virile eppure gentile, prendendo fermamente la direttiva ma con benignità. — 1 Piet. 3:7.

Il principio di mostrare onore si applica anche ai fanciulli. Per esempio, alla Sala del Regno, sono essi considerati come giovani cristiani o semplicemente come ‘ostacoli’ che si ha la tendenza a considerare inferiori?

Un sorvegliante viaggiante che visitava una congregazione in una zona rurale osservò un ragazzo di otto anni che non aveva la Bibbia ma ascoltava attentamente il suo discorso. Dopo l’adunanza, il sorvegliante si fece premura di parlare a questo giovane di una famiglia di nuovi interessati. Chiesto al ragazzo di uscire dalla sala insieme a lui, trovò una Bibbia nel bagagliaio della propria auto e gliela donò. Il ragazzo fu colpito non solo dal dono, ma anche dal modo in cui il sorvegliante lo trattò e dal suo desiderio che continuasse a imparare e progredire.

Oltre vent’anni dopo il ragazzo, ora egli stesso anziano, ha consumato parecchie copie della Bibbia dopo quella prima, ma non ha mai dimenticato i modi amorevoli di quel sorvegliante. In effetti, se mostriamo di interessarci degli altri e li onoriamo, di qualunque età siano, nasce l’affetto.

“PACIFICI CON TUTTI”

Tuttavia, per continuare a mostrare affetto, è indispensabile un’altra qualità che Paolo mise in risalto in Romani capitolo 12, quella d’essere pacifici. Dal momento che l’apostolo comanda al cristiano d’essere ‘pacifico con tutti gli uomini’, quanto più dovrebbe sforzarsi di mantenere relazioni pacifiche con i suoi fratelli. (Versetto 18) Si potrebbe essere molto delusi di un fratello a causa di qualche faccenda, forse a motivo di pettegolezzo o perché non si è mostrato fidato in un rapporto d’affari. Anche quando il problema è stato risolto, è facile trattenere l’affetto e pensare: “Non avrò mai più fiducia in lui”.

“Mai” è una parola forte. Possiamo tutti essere grati che Gesù non fu amareggiato verso i suoi discepoli che lo abbandonarono nel momento più cruciale e non disse: “Non avrò mai più fiducia in quegli uomini!” Al contrario, dopo aver visto il loro pentimento, li perdonò, li amò e persino li onorò. (Giov. 20:19-23; Atti 2:4, 14) Considerando la generosità di Gesù, non dovremmo essere pronti a perdonare e ad avere di nuovo fiducia?

Anche quando siamo spronati a mostrare tenero affetto, come possiamo sapere ciò che è realmente necessario in una particolare circostanza?

SAPERE COSA DARE

Forse vogliamo aiutare il nostro fratello, essendo vivamente interessati al suo benessere spirituale, ma qual è la condotta migliore da seguire? Perché sembra che alcuni fratelli e sorelle riescano a percepire qual è la cosa amorevole da fare? Indubbiamente hanno imparato come applicare i consigli di Paolo in Romani 12:15: “Rallegratevi con le persone che si rallegrano; piangete con le persone che piangono”.

Qual è la qualità descritta sopra? L’empatia. Vuol dire più che interessarsi in modo compassionevole degli altri. Significa invece mettersi nei panni degli altri, “partecipare ai sentimenti altrui”. È ovvio che se davvero sentiamo profondamente il dolore, l’ansietà o la gioia di un’altra persona, siamo in una posizione molto migliore per sapere di che cosa ha bisogno in quel momento. E poiché sono ora toccati i nostri stessi sentimenti, possiamo esprimerli sinceramente all’altra persona.

Per illustrare, supponete che un fratello con famiglia numerosa perda il lavoro. Certo non è fuori luogo dire al fratello alcune parole comprensive che riflettano la vostra premura. Ma chi ha empatia farà più che dire alcune parole; condividendo l’ansietà del suo fratello, sarà spinto ad agire in modo positivo. Nel suo attuale posto di lavoro c’è una possibilità d’impiego? Quella famiglia ha bisogno di cibo o di un passaggio per andare alle adunanze cristiane? Pertanto l’empatia, a motivo della profondità dei sentimenti, porta naturalmente ad avere affetto e ad agire in modo amorevole. — 1 Giov. 3:18.

Quindi, allorché riesaminiamo le qualità desiderabili che Paolo descrive in Romani capitolo 12, troviamo non solo il comando d’avere tenero affetto, ma anche il motivo e l’aiuto per crescere veramente nell’amore. Se ponderiamo queste cose:

Riconoscere la nostra interdipendenza,

mostrare onore gli uni agli altri,

mantenere relazioni pacifiche con tutti,

acquistare l’empatia che spinge a compiere l’azione giusta,

non siamo incoraggiati ad avere amore fraterno e tenero affetto? E, naturalmente, questi stessi princìpi possono accrescere l’affetto in qualsiasi relazione: fra coniugi, fra genitori e figli, o con altri.

Inoltre, è assicurato il potere che questo amore ha di influire sulla vita e di portare una società nuova. È dimostrato sia dalla Parola di Dio che da quanto avviene proprio ora nelle Sale del Regno in ogni parte del globo. La ‘famiglia’ internazionale dei Testimoni di Geova vi incoraggia a investigare la profondità del vincolo fraterno che la unisce. In un tempo in cui spesso l’affetto naturale manca, il tenero affetto dei veri cristiani splende come un raggio luminoso, una testimonianza alla sapienza e all’amore del nostro solo Padre.

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