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  • w77 15/8 pp. 485-488
  • Un uomo che ebbe il coraggio di parlare

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  • Un uomo che ebbe il coraggio di parlare
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1977
  • Sottotitoli
  • Vedi anche
  • ‘ENOC CAMMINÒ CON DIO’
  • CLIMA RELIGIOSO DI QUEL TEMPO
  • ENOC SERVE QUALE PROFETA DI DIO
  • DIO INTERVIENE
  • IL ‘TRASFERIMENTO’ DI ENOC
  • DI CHE UTILITÀ È OGGI?
  • Enoc camminò con Dio in un mondo empio
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 2001
  • Fu “accetto a Dio”
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova (per il pubblico) 2017
  • Enoc: Intrepido malgrado le circostanze avverse
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1997
  • Camminate con Dio in questi tempi turbolenti
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 2005
Altro
La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1977
w77 15/8 pp. 485-488

Un uomo che ebbe il coraggio di parlare

QUANTI hanno il coraggio di difendere ciò che è giusto quando sono circondati da persone che fanno il male? L’avete voi? Supponete si tratti di un problema religioso o spirituale. C’è alcun vantaggio a parlare?

Al principio della storia umana visse un uomo che ebbe il coraggio di parlare di cose spirituali. Fu Enoc, figlio di Iared. Enoc fu il settimo nella linea genealogica da Adamo, padre della razza umana. — Gen. 5:18; Giuda 14.

‘ENOC CAMMINÒ CON DIO’

Che persona fu Enoc? Pur essendo imperfetto come tutti noi, “Enoc continuò a camminare col vero Dio”. (Gen. 5:24) Egli tenne una condotta in armonia con la verità che Dio aveva rivelata. La sua vita fu in armonia con la volontà e il proposito di Geova Dio. E sicuramente Enoc ebbe fede che sarebbero venute grandi benedizioni per mezzo del seme della “donna” di Dio. (Gen. 3:15) Non vi è nessuna esplicita indicazione che al giorno di Enoc vi fosse qualche altro uomo che ‘camminava con Dio’. Almeno pare che sotto questo aspetto egli fosse l’unico.

CLIMA RELIGIOSO DI QUEL TEMPO

La situazione spirituale esistente fra l’umanità era notevolmente degenerata all’epoca della nascita di Enoc nell’anno 3404 avanti l’Èra Volgare. Col passare degli anni, le opere empie erano divenute sempre più numerose. Il figlio di Adamo, Abele, quale testimone di Dio, aveva invocato il nome di Geova, e per la sua fedeltà aveva subìto il martirio. (Gen. 4:4-8; Ebr. 11:4) Più di un secolo dopo, Set figlio di Adamo generò un figlio a cui mise nome Enos. Che cosa accadde ai giorni di Enos? La Scrittura ci dice: “In quel tempo si cominciò a invocare il nome di Geova”. (Gen. 4:25, 26; 5:3, 6) Fu quello un risveglio della vera adorazione?

No. Studiosi ebrei affermano che questo versetto dovrebbe dire ‘cominciarono a invocare il nome di Dio in modo profano’ o “allora cominciò la profanazione”. Il Targum palestinese dichiara: “Quella fu la generazione nei cui giorni cominciarono a errare e a farsi degli idoli, e soprannominarono i loro idoli con il nome della parola del Signore”. Sembra che abusassero del nome di Geova. Può darsi che gli uomini lo applicassero a sé o a certuni per mezzo dei quali asserivano di rendere adorazione a Geova. O può darsi che attribuissero il nome divino a degli idoli.

Ad ogni modo, quell’“invocare il nome di Geova” in modo blasfemo non significò certo un ritorno alla pura adorazione del vero Dio. Quelle persone non camminavano con Dio. Non è scritto da nessuna parte che qualche uomo camminasse con Dio finché non nacque Enoc, 387 anni dopo la nascita di Enos. Al giorno di Enoc, si compivano comunemente opere vergognose ed empie e predominava la falsa adorazione. Ma nonostante la corruzione spirituale di cui era circondato, Enoc “continuò a camminare col vero Dio”. — Gen. 5:22.

ENOC SERVE QUALE PROFETA DI DIO

Il fedele Enoc non passò sotto silenzio l’errore religioso e le opere empie. Uomo di eccezionale fede, fu uno del “gran nuvolo di testimoni” di Geova. (Ebr. 11:5; 12:1) Enoc, un semplice uomo imperfetto, un testimone isolato tra i malfattori, ebbe il coraggio di parlare.

“Ecco”, dichiarò Enoc, “Geova è venuto con le sue sante miriadi, per eseguir giudizio contro tutti, e per convincere tutti gli empi di tutte le loro empie opere che hanno empiamente fatte e di tutte le cose offensive che gli empi peccatori han dette contro di lui”. (Giuda 14, 15) Sì, Enoc parlò coraggiosamente come fedele profeta umano di Dio. Infatti, la profezia di Enoc fu probabilmente resa nota con la predicazione, come anche Noè in seguito fu un “predicatore”. (2 Piet. 2:5) Tuttavia, Enoc non fece una campagna di sua iniziativa. Parlò mosso dallo spirito santo o forza attiva di Geova. Quindi, sebbene avesse il coraggio di parlare, parlò con la forza che Dio impartisce. — Filip. 4:13.

Non è rivelato come il discepolo Giuda, che nel primo secolo E.V. mise per iscritto le parole di Enoc, venisse a conoscenza della profezia. Non si trova negli scritti di Mosè, che compose il racconto di Genesi. Nondimeno, Giuda scrisse sotto ispirazione divina, e perciò che la profezia di Enoc sia inclusa nella sua lettera prova che quelle parole sono autentiche.

Giuda parlava di certi “uomini empi” che si erano infiltrati nella congregazione cristiana. (Giuda 4) In riferimento a loro citò la profezia di Enoc sulla venuta di Geova per eseguire il giudizio contro gli empi. Quelle parole ebbero senz’altro un notevole effetto nel primo secolo.

Ma pensate solo quale effetto ebbero le parole profetiche di Enoc sugli empi del suo giorno! Avrebbero quei malfattori udito con gioia che ‘Geova verrà con le sue sante miriadi per eseguire il giudizio contro gli empi’? No di certo! Ci vollero indubbiamente coraggio e il sostegno di Geova per parlare in mezzo a quegli ingiusti che praticavano la falsa religione. Come dovettero desiderar di mettere a tacere la lingua di Enoc!

DIO INTERVIENE

Quegli empi dovettero desiderar di uccidere colui che Dio impiegava per smascherare la loro falsa adorazione e le loro “empie opere”. Ma qualsiasi piano di questo genere facessero fu sventato. Come? Ci è detto: “Quindi [Enoc] non fu più, poiché Dio lo prese”. (Gen. 5:24) Geova non permise agli avversari di Enoc di uccidere il Suo leale profeta. Invece, Dio “lo prese”. Ma che cosa significa questo?

A questo riguardo, l’apostolo cristiano Paolo scrisse: “Per fede Enoc fu trasferito in modo da non vedere la morte e non fu trovato in nessun luogo perché Dio l’aveva trasferito; poiché prima del suo trasferimento ebbe la testimonianza d’essere stato accetto a Dio”. (Ebr. 11:5) Il dott. James Moffatt rese il versetto in questo modo: “Fu per fede che Enoc fu portato in cielo, così che non morì mai (non fu sopraffatto dalla morte, perché Dio lo aveva portato via)”. Ma come potrebbe essere corretta questa versione? Il Salmo 89:48 chiede: “Quale uomo robusto che è in vita non vedrà la morte?”

Enoc fu un uomo imperfetto. Dal suo antenato Adamo aveva ereditato il peccato e la morte. “Per mezzo di un solo uomo il peccato entrò nel mondo e la morte per mezzo del peccato”, scrisse l’apostolo Paolo, “e così la morte si estese a tutti gli uomini perché tutti avevano peccato”. (Rom. 5:12) Inoltre, Gesù Cristo dichiarò: “Nessun uomo è asceso al cielo se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo”. (Giov. 3:13) Quindi, Enoc morì, ma Dio non lo portò in cielo.

Invece “Dio lo prese” facendo sparire Enoc dalla scena con una morte serena quando questo fedele profeta aveva 365 anni. (Gen. 5:23, 24) Quell’età era molto inferiore alla durata di vita della maggioranza dei suoi contemporanei. Enoc non morì di morte violenta per mano dei suoi persecutori. Né c’è alcuna indicazione nelle Scritture che soffrisse di salute cagionevole i cui effetti conducono così spesso alla morte. Perciò, sembra che Enoc non provasse gli spasimi della morte. In tal caso, egli non ‘vide la morte’ nel senso che non si rese conto di morire.

Dopo la morte di questo coraggioso profeta avvenuta in qualche luogo non rivelato, Geova fece sparire in segreto il suo corpo, come avvenne in seguito con il corpo di Mosè. (Deut. 34:5-7) Gli avversari di Enoc non riuscirono mai a trovare il suo corpo e ad abusarne.

IL ‘TRASFERIMENTO’ DI ENOC

In qualche modo, quindi, Enoc “fu trasferito in modo da non vedere la morte” dopo avere avuto “la testimonianza d’essere stato accetto a Dio”. (Ebr. 11:5) La parola greca resa “trasferito” in questo versetto significa “trasferire”, “trasportare” o “cambiare di luogo a”. Fa pensare a ciò che accadde all’apostolo Paolo, che fu trasferito o rapito “al terzo cielo”, o “in paradiso”. In quello stato Paolo ricevette evidentemente una visione da Dio del futuro paradiso spirituale della congregazione cristiana. — 2 Cor. 12:1-4.

Essendo Enoc un profeta è possibile che Dio lo ‘prendesse’ mentre Enoc era in un simile stato di estasi. Può darsi che Geova lo facesse addormentare nella morte mentre era in una trance profetica e aveva una visione del nuovo ordine paradisiaco di Dio in cui Geova “effettivamente inghiottirà la morte per sempre”. (Isa. 25:8) Nel caso di Enoc, la risurrezione dai morti potrà rappresentare il passaggio da un’avvincente visione a una meravigliosa realtà. — Atti 24:15.

DI CHE UTILITÀ È OGGI?

Oggi le persone devote possono trarre grande beneficio dalle esperienze e dall’eccellente esempio di Enoc. Come lui, possono ‘camminare con Dio’ nella fede, vivendo in armonia con la volontà e il proposito divino. Pur essendo imperfette come Enoc, possono essere fedeli testimoni di Geova, come lo fu lui. — Ebr. 12:1.

Oggi Geova non ‘prende’ le persone devote facendole sparire dalla scena così come “prese” Enoc. Per mezzo dello spirito santo, Dio sostiene il suo popolo mentre è perseguitato per amore della giustizia. Essi possono rallegrarsi malgrado varie prove, avendo fiducia che Dio non permetterà loro di subire più di quello che possono sopportare. (Matt. 5:10; 1 Cor. 10:13; 1 Piet. 1:6, 7) Tuttavia, se muoiono fedeli, come Enoc queste persone devote hanno la speranza della risurrezione. — Giov. 5:28, 29.

Sebbene non l’abbiano visto in visione, il futuro paradiso terrestre è del tutto reale per i cristiani. Sanno che sarà stabilito. (Luca 23:43) Sono fin d’ora in un paradiso spirituale.

In armonia con l’avvertimento profetico di Enoc, Geova eseguì il giudizio contro gli empi durante il diluvio del giorno di Noè. Ma quella profezia è d’incoraggiamento anche per i cristiani d’oggi, poiché mostra che alla distruzione di Babilonia la Grande, l’impero mondiale della falsa religione, e durante la guerra di Dio ad Har-Maghedon, gli empi saranno distrutti, annientati dalle sante miriadi di Dio. Il Signore Gesù Cristo sarà responsabile di quell’opera di esecuzione. — Riv. 16:14-16; 18:1-24; 19:11-16.

Come Enoc, perciò, oggi i cristiani dichiarano il messaggio di Dio, sia che esso si riferisca ai giudizi divini contro gli empi o al Suo glorioso proposito di benedire l’umanità sotto il dominio del Regno celeste. I Testimoni di Geova hanno il coraggio di parlare di tali cose.

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