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  • Il testo delle Scritture Cristiane è accurato?
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1977
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  • CONTRASTO RIMARCHEVOLE
  • LEZIONI DIVERSE: PERCHÉ?
  • EDIZIONI STAMPATE DEL TESTO GRECO
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    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1965
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    Ausiliario per capire la Bibbia
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1977
w77 1/10 pp. 600-603

Il testo delle Scritture Cristiane è accurato?

IL FATTO che leggiate questa rivista significa anche che probabilmente avete una copia delle Scritture Cristiane, dette comunemente “Nuovo Testamento”. I ventisette libri che formano questa parte della Sacra Bibbia furono completati circa 1.879 anni fa. Potete aver fiducia che la vostra copia contenga accuratamente ciò che dissero in origine gli scrittori della Bibbia?

Sembra che alcuni ne dubitino. Il loro ragionamento è che il testo originale della Bibbia sia andato perduto in quasi due millenni di trasmissione di questi scritti.

I fatti, però, additano esattamente il contrario. Una nota autorità in materia di testo biblico, Frederic G. Kenyon, afferma: “Non si esagera dicendo che in sostanza il testo della Bibbia è sicuro: Questo vale specialmente per il Nuovo Testamento”.

Come possono gli eruditi essere così sicuri che le Scritture Cristiane che abbiamo oggi sono sostanzialmente uguali agli scritti originali? Per il fatto che hanno esaminato molte migliaia di copie manoscritte di questi libri biblici. Queste copie, dette “manoscritti” (dal latino manu scriptus, “scritto a mano”), forniscono la prova che il testo delle Scritture Cristiane è sorprendentemente accurato.

CONTRASTO RIMARCHEVOLE

È raro che un documento antico sia confermato da un gran numero di manoscritti. Per esempio, delle opere dello scrittore romano Plinio il Giovane (61-113 E.V.) restano solo sette copie. La più antica è dell’850 E.V., più di sette secoli dopo il tempo in cui fu composta. Similmente la storia redatta dallo scrittore greco Erodoto sopravvive in sole otto copie delle quali la più antica risale a 1.300 anni dopo il tempo della sua composizione.

Ma cosa possiamo dire delle Scritture Cristiane? In netto contrasto, secondo dati pubblicati di recente, i manoscritti di questa parte della Bibbia nel greco originale sono ora 5.269 in tutto. Inoltre, la testimonianza è accresciuta dal ritrovamento di altri 10.000 o più manoscritti di antiche traduzioni di questi scritti in siriaco, latino, copto, gotico e in altre lingue. Nessun altro documento della storia umana è stato così estesamente copiato e tradotto. Ma questo era semplicemente da attendersi per degli scritti che sono veramente ‘ispirati da Dio’. — 2 Tim. 3:16.

Un aspetto interessante di questi manoscritti nella lingua originale è il breve lasso di tempo che li separa da quando fu scritta la Bibbia. I frammenti papiracei di parti delle Scritture Cristiane in greco risalgono al principio del secondo secolo E.V., e forse anche alla fine del primo secolo.

LEZIONI DIVERSE: PERCHÉ?

Era prevedibile che essendo state fatte nel corso dei secoli molte migliaia di copie, queste differissero sotto certi aspetti le une dalle altre. Le ragioni sono molte.

Per esempio, i più antichi manoscritti greci della Bibbia furono prodotti in uno stile di scrittura chiamato “onciale”. Il termine viene da una parola latina che significa “dodicesima parte” e forse si riferisce a grandi lettere che in origine occupavano un dodicesimo di riga. I manoscritti onciali sono tutti in lettere maiuscole e non c’è praticamente nessuna divisione fra una parola e l’altra.

Un problema che può sorgere con questo tipo di scrittura è illustrato dagli eruditi inglesi con l’espressione “GODISNOWHERE”. Essa può significare “GOD IS NOWHERE” (“DIO NON È IN NESSUN LUOGO”) oppure “GOD IS NOW HERE” (“DIO È ORA QUI”). Tuttavia, quando sorge questo problema nelle Scritture Cristiane, la differenza di significato non è mai così grave.

Illustriamo: Secondo il libro Encountering New Testament Manuscripts, differenti vedute sulla divisione delle parole e sulla punteggiatura del testo greco originale consentono due principali possibilità di traduzione in Giovanni 1:3, 4, come segue:

a. “Tutte le cose vennero all’esistenza per mezzo di Lui; e senza di Lui nulla venne all’esistenza di ciò che è venuto all’esistenza. In Lui era vita; e la vita era la luce degli uomini”.

b. “Tutte le cose vennero all’esistenza per mezzo di Lui; e senza di Lui nulla venne all’esistenza. Quello che è venuto all’esistenza era vita in Lui; e la vita era la luce degli uomini”.

È evidente che il senso generale di questo passo biblico è lo stesso in entrambi i modi.

Un’altra ragione per cui gli antichi manoscritti greci della Bibbia differiscono ogni tanto in qualche particolare è che certe maiuscole greche si somigliano. Pertanto, due manoscritti o due gruppi di manoscritti possono avere in certi punti parole di aspetto simile, ma diverse. Inoltre, a volte la copiatura fu fatta sotto dettatura. Certi manoscritti indicano che in casi isolati gli scribi confusero parole che avevano un suono simile.

Ulteriori cause di varianti nei manoscritti biblici sono indicate dalla Zondervan Pictorial Encyclopedia of the Bible: “L’occhio dello scriba poteva saltare dal primo al secondo caso in cui ricorreva la stessa parola, così che il materiale in mezzo veniva omesso; poteva leggere la stessa parola o frase due volte; o poteva confondere una parola con un’altra di aspetto simile. . . .”

Pertanto, sin dai primissimi tempi dell’Èra Volgare i manoscritti copiati in zone diverse presentavano variazioni l’uno rispetto all’altro. Copiando e ricopiando questi documenti, vennero all’esistenza famiglie di manoscritti aventi le stesse basilari peculiarità. E così oggi gli eruditi parlano di testo alessandrino, testo occidentale, testo cesareense e testo bizantino.

Una cosa interessante è che la maggioranza dei manoscritti ha un testo “misto”. Perché? Una ragione è che gli scribi copiavano spesso una sezione (per esempio, i vangeli) da un manoscritto, e un’altra sezione (per esempio, le lettere dell’apostolo Paolo) da un altro. Inoltre, completata una copia nuova, gli scribi potevano fare correzioni servendosi di un manoscritto diverso da quello che avevano copiato.

EDIZIONI STAMPATE DEL TESTO GRECO

Nell’anno 1514 furono stampate per la prima volta tutte le Scritture Cristiane in greco. Esse comparvero sotto forma di quinto volume dell’opera chiamata “Poliglotta Complutense”. La pubblicazione di questa edizione delle Scritture Cristiane in greco, tuttavia, fu rimandata ed essa non comparve sul mercato che nel 1522. Non si sa quali manoscritti servissero di base per questo testo greco stampato.

Nel 1516, l’erudito olandese Erasmo da Rotterdam (Desiderius Erasmus) produsse un’edizione stampata delle Scritture Cristiane in greco. Benché stampato due anni dopo il summenzionato testo della Poliglotta, il testo di Erasmo fu il primo a comparire sul mercato. Essendo di piccole dimensioni e di basso costo, divenne molto popolare. Nel diciottesimo secolo il testo di Erasmo divenne noto con il nome di “testo ricevuto”. Tutte le principali traduzioni protestanti delle Scritture Cristiane in Europa anteriori al 1881, inclusa la famosa Versione autorizzata (inglese), o del re Giacomo, si basavano su questo testo greco.

Tuttavia, Erasmo compilò il suo testo greco basandosi tutt’al più su sei manoscritti, nessuno dei quali era anteriore al decimo secolo E.V. Per la maggior parte, il suo tipografo copiò da due manoscritti del dodicesimo secolo circa. Pertanto, i manoscritti su cui si basa il testo ricevuto sono pochi e molti secoli li separano dal tempo della composizione di questi libri biblici ispirati.

Con la scoperta di numerosi manoscritti più antichi, gli eruditi cominciarono a stampare il testo ricevuto con un sistema di note in calce per indicare dove e come queste copie manoscritte più antiche differivano dal testo ricevuto. Nei tempi moderni, sono apparse molte edizioni delle Scritture Cristiane in greco nettamente diverse dal testo stampato pubblicato per la prima volta da Erasmo.

La ragione è semplice. Mentre Erasmo aveva a disposizione solo alcuni manoscritti su cui basarsi, gli eruditi d’oggi ne hanno molte migliaia. Gli esperti possono spesso tracciare la storia di diverse lezioni e additare ciò che con tutta probabilità l’autore ispirato di un libro biblico scrisse. Il risultato del diligente lavoro degli eruditi testuali sono state edizioni del testo greco stampato che rappresentano più accuratamente del testo ricevuto ciò che scrissero in effetti gli scrittori biblici cristiani.

‘NON PIÙ DELLA MILLESIMA PARTE’

Fino a che punto i manoscritti delle Scritture Cristiane differiscono l’uno dall’altro? Secondo le stime, il numero di differenze, dette “lezioni varianti”, nei manoscritti greci e nelle traduzioni antiche è superiore a 200.000. Vuol dire questo che il testo delle Scritture Cristiane è stato irrimediabilmente oscurato? In effetti questa cifra trae in inganno. Perché?

In A General Introduction to the Bible, Norman L. Geisler e William E. Nix precisano: “Dire che vi sono circa 200.000 varianti nei manoscritti esistenti del Nuovo Testamento genera ambiguità, giacché esse rappresentano solo 10.000 punti del Nuovo Testamento. Se una sola parola è scritta male in 3.000 diversi manoscritti, si contano 3.000 varianti o lezioni”.

Inoltre, la maggior parte delle lezioni varianti sono semplicemente di natura tecnica, avendo a che fare con l’ortografia (come ad esempio la differenza tra “gioco” e “giuoco”) e con l’ordine delle parole. Uno studioso ha dichiarato che di 150.000 lezioni varianti, quelle che potevano dare adito a dubbi in quanto al significato erano solo 400. Di esse, solo 50 erano veramente importanti. Allo stesso modo, Fenton John Anthony Hort, erudito di fama mondiale in materia di testo greco delle Scritture Cristiane, scrive:

“La proporzione delle parole [nell’intero testo greco delle Scritture Cristiane] praticamente accettate da tutti come al di là di ogni dubbio è molto grande, non meno, all’incirca, dei sette ottavi del tutto. Il restante ottavo, perciò, formato in gran parte da cambiamenti d’ordine e da altre cose relativamente insignificanti, costituisce ciò che dà adito a critiche. . . . ciò che si può in qualsiasi modo definire variazione sostanziale . . . non può rappresentare più della millesima parte dell’intero testo”.

Qualunque versione delle Scritture Cristiane possediate, non avete motivo di dubitare che il testo greco su cui si basa rappresenti con notevole fedeltà ciò che scrissero in origine gli autori ispirati di questi libri biblici. Sebbene siano passati quasi 2.000 anni dal tempo in cui fu composto in origine, il testo greco delle Scritture Cristiane è una meraviglia di trasmissione accurata.

[Immagine a pagina 601]

Parte del Manoscritto Vaticano N. 1209 (quarto secolo E.V.). È tutto in lettere maiuscole, e non c’è quasi nessuno spazio fra le parole

[Immagine a pagina 602]

Testo greco di Erasmo stampato con la sua traduzione latina. Questo testo greco (con minori variazioni) divenne il “testo ricevuto”

[Immagine a pagina 603]

Un’edizione recente delle Scritture Cristiane in greco, edita da Eberhard Nestle. Un sistema di note in calce indica le lezioni varianti

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