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  • Che cosa intese dire il saggio?
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1977
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1977
w77 1/10 pp. 604-605

Che cosa intese dire il saggio?

ESSENDO il Creatore del cielo e della terra, l’Altissimo merita il nostro reverenziale timore e rispetto. Con termini vigorosi, il re Salomone mise in risalto questo fatto quando scrisse: “Guarda ai tuoi piedi ogni qualvolta vai alla casa del vero Dio; e ci sia un appressarsi per udire, anziché per dar sacrificio come fanno gli stupidi, poiché essi non sono consapevoli di fare ciò che è male. Non t’affrettare riguardo alla tua bocca; e in quanto al tuo cuore, non abbia fretta di proferir parola dinanzi al vero Dio. Poiché il vero Dio è nei cieli ma tu sei sulla terra. Perciò le tue parole dovrebbero esser poche”. — Eccl. 5:1, 2.

Chi va in un luogo di adorazione deve giustamente ricordare in quale posto va, badando ai propri passi. La “casa del vero Dio” non è certo un posto per persone moralmente contaminate o per coloro che non hanno riguardo verso le cose sacre. (Sal. 15:1-5) È un luogo per “udire”, cioè per prestare attenzione o ubbidire ai precetti divini.

Non dobbiamo essere come lo stupido che non usa il proprio raziocinio e sceglie una via contraria ai comandi di Dio. Lo stupido può offrire un sacrificio per adempiere un dovere religioso o per dare un’esteriore dimostrazione di devozione. Tuttavia rifiuta di riconoscere che questo rende il suo sacrificio privo di valore, anzi, detestabile agli occhi di Dio. Proverbi 21:27 lo rende chiaro: “Il sacrificio dei malvagi è qualche cosa di detestabile. Quanto più allorché lo porta insieme a condotta dissoluta [“con cattiva intenzione”, La Bibbia di Gerusalemme]”.

A motivo della grandezza di Dio — egli infatti risiede nel più alto dei cieli — bisogna pensare attentamente anche alle proprie preghiere. Non si dovrebbe permettere al cuore, l’organo da cui provengono i motivi, di pronunciare parole impulsive o irriflessive. Ci si dovrebbe accostare a Dio pienamente consapevoli della sua maestà e dignità e non divagare con noncuranza quando si prega. È più appropriato dire poche parole, ma sentite e riverenti.

Ribadendo il suo argomento con un detto proverbiale, Salomone continua: “Poiché un sogno certo viene a causa dell’abbondanza dell’occupazione, e la voce dello stupido a causa dell’abbondanza delle parole”. (Eccl. 5:3) Chi si preoccupa inutilmente di cose materialistiche o di ambizioni che non tengono conto del Creatore farà sogni egoistici. Tale “abbondanza dell’occupazione” spingerà a sognare inutilmente a occhi aperti e forse occuperà la mente dell’individuo anche di notte, inducendolo a fantasticare e privandolo di un pacifico sonno. Come gli eccessivi interessi materiali possono causare sogni inutili, così l’incessante chiacchierare causa problemi. Non passa molto prima che si dimostri che la voce del chiacchierone è quella di uno stupido. È quasi inevitabile che siano dette cose molto sciocche e sconvenienti. Quindi è necessario guardarsi dal parlare senza pensare e, com’è già stato detto, questo è specialmente importante quando si prega.

Un caso in cui bisogna senz’altro badare a non parlare in modo irriflessivo è quando si fa un voto. Salomone dichiarò: “Ogni qualvolta tu abbia votato a Dio un voto, non esitare a pagarlo, poiché non c’è diletto negli stupidi. Ciò che hai votato, paga. È meglio che tu non voti anziché far voto e non pagare. Non permettere alla tua bocca di far peccare la tua carne, non dire dinanzi all’angelo che era uno sbaglio. Perché s’indignerebbe il vero Dio a motivo della tua voce e dovrebbe rovinare l’opera delle tue mani?” — Eccl. 5:4-6.

Nessuno ha l’obbligo di fare un voto a Dio; è un atto spontaneo. Per questo è necessario stare molto attenti a non parlare avventatamente quando si fa una solenne promessa a Dio. Chi esita ad adempiere il voto che ha fatto si comporta come uno stupido, cioè come uno che è moralmente difettoso, della cui parola non ci si può fidare. Chi parla incautamente con la sua bocca può obbligare il proprio corpo di carne a fare qualcosa di molto difficile, così che non mantiene il voto e fa peccare la carne. Pensando bene prima di fare un voto si eviterà di parlare in modo avventato. Quindi non ci sarà nessun desiderio d’essere liberati da un voto, sostenendo che fu uno sbaglio.

Il mancato adempimento di un voto può avere conseguenze molto gravi. Geova Dio può ‘indignarsi’, ritirando il suo favore e la sua benedizione, almeno parzialmente. Come risultato, ciò che l’individuo può aver costruito viene ‘abbattuto’. Il salmista riassunse mirabilmente questo fatto: “Salvo che Geova stesso edifichi la casa, non serve a nulla che vi abbiano lavorato duramente i suoi edificatori. Salvo che Geova stesso guardi la città, non serve a nulla che sia stata sveglia la guardia”. — Sal. 127:1.

Mettendo in risalto ciò che impedirà di fare tali voti avventati, Salomone dice: “Temi il vero Dio stesso”. Questo vuol dire avere un reverenziale rispetto per il Creatore, non facendo alcuna cosa che gli dispiaccia. Quando manca tale timore, ha valore la seguente dichiarazione del re Salomone: “Poiché a causa dell’abbondanza dell’occupazione ci sono sogni, e ci sono vanità e parole in abbondanza”. (Eccl. 5:7) Sì, l’essere troppo preoccupati per cose non spirituali causa sogni inquieti di interesse personale, delusione e frustrazione, “vanità”, e induce a parlare in modo irriflessivo dinanzi a Dio: così a volte si finisce per fare un voto avventato che poi non si mantiene. Siamo dunque veramente saggi se facciamo ogni cosa avendo il giusto timore o rispetto verso Geova Dio.

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