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  • w77 15/11 pp. 695-696
  • Innalzate melodie a Geova con la musica strumentale

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  • Innalzate melodie a Geova con la musica strumentale
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1977
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1977
w77 15/11 pp. 695-696

Innalzate melodie a Geova con la musica strumentale

GLI Israeliti dell’antichità erano famosi per la loro bella musica. Non solo il canto ma la musica strumentale aveva una funzione importante nell’adorazione di Geova Dio, particolarmente nelle occasioni speciali.

Una di queste fu quando il re Davide tentò la prima volta di portare l’arca del patto a Gerusalemme, e in seguito quando riuscì a portarvela. Alla dedicazione del tempio di Salomone c’era una grande orchestra col coro. Quando il re Ezechia ripristinò in seguito l’adorazione nel tempio volle che ci fosse musica strumentale oltre che vocale. Sia l’una che l’altra ebbero una parte preminente alla dedicazione delle mura di Gerusalemme nel giorno di Neemia. — 2 Sam. 6:5; 1 Cron. 15:28; 2 Cron. 5:12-14; Nee. 12:27-31, 38-42.

Tuttavia, c’è un silenzio assoluto per quanto riguarda la musica strumentale nell’adorazione cristiana, eccetto che in senso figurato. (Riv. 14:2) Ma il canto? Sì, per esempio, alla fine del Pasto Serale del Signore e quando Paolo e Sila erano in prigione a Filippi. L’apostolo Paolo menziona e incoraggia il canto di lode a Geova. Comunque, non essendo menzionato che i cristiani facessero uso di musica strumentale, alcune sette della cristianità vietano rigorosamente qualsiasi musica di tal genere alle loro funzioni religiose. (Matt. 26:30; Atti 16:25; 1 Cor. 14:15; Efes. 5:19, 20; Col. 3:16, 17) Il semplice fatto che non ne sia fatta menzione, però, non è un motivo valido per pensarla così.

Parlando ora del nostro tempo, che dire dell’uso di musica strumentale per accompagnare il canto alle grandi assemblee? Il buon senso suggerisce di evitare gli estremi. La musica strumentale suonata bene incoraggia la congregazione a cantare e abbellisce la lode resa a Geova. Ma se mancano buoni musicisti, è meglio usare i dischi provveduti dalla Watchtower Society.

Alle grandi assemblee ci si attende di solito che ci sia un’orchestra, per accompagnare il canto e offrire un breve programma prima delle varie sessioni. Ma parlando di orchestre e cori, pare sia consigliabile una parola di avvertimento. Entrambi richiedono parecchie persone, e le prove portano via molto tempo. Inoltre, se il coro fa uso di microfoni mentre i congressisti cantano, o se l’orchestra suona troppo forte, questo tende a eclissare il canto dell’uditorio. Perciò è meglio limitare solo alle assemblee più grandi l’impiego di un’orchestra o di un coro, se pure è il caso di usarli.

Nella musica, come in qualsiasi altra cosa facciamo alla gloria di Dio, ci vuole equilibrio. La musica strumentale, a parte come accompagnamento del canto, ha veramente una funzione secondaria, sebbene contribuisca al clima gioioso dell’assemblea, come vi contribuisce un palco piacevolmente allestito. Ma spesso chi è responsabile della musica ha la tendenza ad andare agli estremi. È quindi molto appropriato il consiglio dato in Salmo 47:6, 7: “Innalzate melodie a Dio, innalzate melodie. Innalzate melodie al nostro Re, innalzate melodie. Poiché Dio è Re di tutta la terra; innalzate melodie, agendo con discrezione”.

Sembra che alcuni farebbero meglio ad ascoltare questo consiglio. A volte sono state prese inutili libertà con la melodia e con il tempo, facendo in tal modo violenza ai sentimenti espressi dalle parole. Causa infatti confusione ed è contrario allo spirito di un’assemblea cristiana suonare la musica “a tempo di jazz” o prendersi altre libertà con le melodie semplici ed espressive cantate di solito. Sembra ci sia ampio spazio per l’originalità e l’inventiva e l’ispirazione musicale entro i limiti dei sentimenti espressi dalle parole inseparabilmente legate ai temi musicali. Gli arrangiatori di talento possono avere la tendenza a eccedere negli arrangiamenti, introducendo sottili effetti nelle modulazioni e nella dinamica, effetti di cui probabilmente nessuno si accorge salvo pochi ascoltatori che si intendono di musica e che trovano il tempo e si danno la briga di ascoltare con attenzione. Inoltre, si può chiedere se chi ha talento musicale non farebbe bene a porre un freno all’entusiasmo e al piacere con cui dispone i programmi, per non permettere che questo lo intralci troppo nello studio personale, nell’opera di testimonianza pubblica e nei privilegi pastorali.

Certo, la musica si deve prendere sul serio se si vuole che valga la pena di ascoltarla. Ma se viene presa troppo seriamente, è probabile che ci si perda dal lato spirituale. La musica strumentale non può sostituire lo studio personale o l’opera di testimonianza pubblica; né la gioia che si prova a un’assemblea di distretto dovrebbe dipendere soprattutto dal piacere di suonare in un’orchestra. Un uomo che per molti anni organizzò e diresse la musica alle grandi assemblee ha detto che solo in seguito si rese conto di quanto l’attività musicale avesse ridotto nel suo caso i benefici spirituali che poteva ricevere da queste assemblee. Mantenendo l’equilibrio, si può ridurre al minimo tale svantaggio.

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