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  • Giovani che lodano Geova nella Germania del dopoguerra
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1979
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  • IL PROBLEMA DELLE CASE DIVISE
  • SORMONTATI I PROBLEMI, GRANDI E PICCOLI
  • ALCUNI CHE NON SONO STATI EDUCATI DA GENITORI CREDENTI
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1979
w79 15/2 pp. 8-12

Giovani che lodano Geova nella Germania del dopoguerra

GERMANIA, 1979. Le uniformi pianure settentrionali spazzate dal vento e rivestite da un manto di deliziosa erica; il grande centro industriale della Ruhr, più attivo che mai, seminascosto sotto uno strato di smog; le maestose Alpi Bavaresi coperte da spessi strati di neve fresca; turisti in cerca di pantaloni di cuoio, costumi variopinti, boccali per la birra e orologi a cucù: questa è la Germania che tutti conoscono. Poco sembra mutato.

Tuttavia il mondo, inclusa la Germania, è cambiato, forse mai così rapidamente come dalla fine della seconda guerra mondiale. Esso ha conosciuto nuovi pericoli, nuovi modi di pensare e nuove norme di comportamento. Emersa dall’olocausto della guerra, che tipo di retaggio poteva lasciare la precedente generazione alla generazione del dopoguerra?

Nulla potrebbe aiutare la nuova generazione a risolvere felicemente i suoi problemi meglio di un’accurata conoscenza del vero Dio Geova e dei suoi propositi. Durante il regime di Hitler ci furono cristiani che avevano questa conoscenza e la cui fedeltà nella persecuzione è ben nota. Ricordando le parole di Davide, che “generazione dopo generazione loderà le tue opere, e annuncerà i tuoi potenti atti”, essi han voluto tramandare questa eccellente eredità alla generazione del dopoguerra. (Sal. 145:4) Ci sono riusciti? Vediamo.

ALLEVATI DA GENITORI CREDENTI

Molti testimoni di Geova della generazione attuale (dal 1945) hanno avuto il vantaggio d’essere stati allevati da genitori e anche da nonni che erano testimoni di Geova. Per esempio, Elke e sua sorella Heidi, che servono Dio a tempo pieno, sono felici di appartenere alla quinta generazione di Testimoni della loro famiglia. Com’è meraviglioso vedere intere famiglie unite che servono Geova!

Considerate anche una famiglia della Vestfalia con 15 figli. Gerhard, che ora presta servizio a tempo pieno nella sede filiale della Watch Tower Society a Wiesbaden, ricorda l’ottima educazione impartita ai figli dai suoi genitori quando erano ancora tutti in casa. Erano necessari tre studi familiari per soddisfare i bisogni di ognuno: uno per i più grandi, uno per quelli più piccoli e uno per quelli “di mezza età”. Il padre impiegava un’ora e mezzo, prima e dopo le adunanze, facendo la spola fra casa e Sala del Regno, per condurvi tutta la famiglia. Non si edificano forti famiglie cristiane senza fatica!

IL PROBLEMA DELLE CASE DIVISE

Altri non hanno avuto la fortuna di crescere in una famiglia unita, venendo da case religiosamente divise.

Friedhelm ricorda che il padre gli bruciò più volte la Bibbia, i libri e le riviste. Nonostante i progetti ambiziosi che il padre aveva fatto per lui, figlio unico, egli decise invece di servire a tempo pieno come proclamatore della buona notizia del regno di Dio.

Anche Wilfried narra come lui e sua madre rimanevano spesso chiusi fuori di casa quando tornavano dalle adunanze cristiane. Una volta dovettero passare l’intera notte nella macchina. Un’altra volta suo padre lo tirò giù dal letto e si mise a picchiarlo con una lampada. Tuttavia, rimanendo fedele si conquistò non solo il rispetto del padre ma soprattutto l’approvazione di Geova. “I fratelli mi facevano sempre sentire a mio agio nella congregazione, anche se a quell’epoca avevo solo 11 o 12 anni, e questo amore mi aiutava a tirare avanti”, spiega.

Uwe, divenuto Testimone da adolescente, era contrastato sia al lavoro che a casa.

Rammenta che una volta, durante un intervallo, colse l’occasione di parlare ad altri della verità, e invece di trovare orecchi disposti ad ascoltare, ricevette un secchio d’acqua in testa. Tuttavia, sia lui che il fratello, ora missionario in Spagna, continuarono a progredire verso la maturità cristiana.

Rolf-Dieter aveva solo cinque o sei anni quando la madre accettò la verità della Bibbia. Il padre, contrario, vietava a lui e al fratello minore di assistere alle adunanze cristiane, sebbene la madre parlasse loro a casa e li conducesse con sé tutte le volte che poteva.

“Ricordo che una volta mio padre mi fece andare alle funzioni in una chiesa della cristianità”, racconta. “Ma la mamma mi aveva spiegato tutto in anticipo. Vi andai e ascoltai, ma per coscienza non potei partecipare ai riti, che sapevo essere non scritturali, malgrado il fatto che gli altri seduti vicino continuassero a darmi gomitate e sussurrare cosa dovevo fare”. Tuttavia Rolf non molestò coloro che assistevano alle funzioni, riconoscendo che le Scritture comandano di rispettare gli altri.

SORMONTATI I PROBLEMI, GRANDI E PICCOLI

La vita dei giovani cristiani non è facile. La propria integrità può veramente esser messa alla prova a scuola dagli scherni e dalle beffe. Dopo il diploma i ragazzi hanno il problema della neutralità. Ed essi, come le ragazze che sono Testimoni, devono lottare con tutti i problemi comuni ai giovani d’oggi: droga, alcool, immoralità e tanti, tanti altri.

Anche quello di trovare un coniuge può essere un problema. Lo fu per Ute. Essa spiega:

“Dove potevo trovare un buon marito? Tutti i giovani della nostra congregazione erano già sposati. Forse non avrei fatto nulla di male a ‘guardarmi attorno nel mondo’, solo un po’. Ma no, non potevo, conoscendo bene il consiglio scritturale di sposarsi ‘solo nel Signore’. Anche in questo riposi fiducia in Geova. Poi durante i lavori di costruzione della nostra nuova sala dei congressi a Trappenkamp conobbi il mio fidanzato. Ci sposeremo a giugno”.

E che si può dire dei piccoli e dei loro “piccoli” problemi? Ascoltiamo Eric:

“Ho 10 anni e faccio la quarta. I miei genitori sono Testimoni da molto tempo, quindi fino al tempo della scuola avevo frequentato solo persone della mia stessa fede. Tutto andò bene fino al giorno che la nostra classe partì per trascorrere una settimana in campagna, in un ostello della scuola. Non ero mai stato fuori di casa prima d’allora. Il nostro insegnante s’ammalò all’improvviso e fummo accompagnati da un supplente che non conoscevo. La domenica mattina egli disse: ‘Questa mattina andiamo tutti in chiesa’. Sapevo di dovergli spiegare che non ero d’accordo con gli insegnamenti presentati lì, per cui preferivo non andare. Durante la colazione pensai a quello che avrei potuto dirgli. Dopo colazione gli parlai, ma egli disse: ‘Tu ci vieni, quindi non facciamo discussioni!’ Andai nella mia stanza e, restato solo, rammentai quello che mi aveva detto la mamma la mattina della partenza: ‘Se ti trovi in difficoltà, Geova conosce il tuo cuore. Puoi parlargli dei tuoi problemi’. Pregando, piangevo. Non volevo avere niente a che fare con la falsa religione! Un po’ più tardi, tornato fuori, incontrai un’altra insegnante che mi chiese cos’era successo, vedendo che avevo pianto. Glielo dissi. Essa mi rispose: ‘Ci penso io’. Poco dopo tornò e mi disse: ‘Non devi andare. Ho parlato al tuo insegnante’. Come fui felice! Ringraziai Geova d’avere ascoltato la mia preghiera. La sua mano non era stata troppo corta”.

Un problema “piccolo”? Alcuni pensano di sì, ma la nostra generazione del dopoguerra ha scoperto che nessun problema è troppo piccolo o insignificante perché Geova non se ne occupi. Né ci abbandona per occuparsi dei problemi più grossi. Prendete il caso di Marion:

Era un ottimo esempio di ragazza cristiana, regolarmente attiva nella predicazione del Regno. Marion aveva solo 17 anni ed era piena di vita. Ma poi un tumore al midollo spinale cominciò a paralizzarle lentamente un braccio. Si rese assolutamente necessario un intervento, ma data la natura pericolosa nessun medico era disposto a eseguirlo senza sangue. Marion e i genitori rimasero fermi nelle proprie convinzioni. Era fuori discussione disubbidire a Geova! Pur soffrendo, il suo coraggio non venne mai meno. Infine si trovò un chirurgo disposto a rispettare le sue convinzioni religiose. L’intervento fu eseguito felicemente senza sangue! Tuttavia, il sollievo fu di breve durata; fu necessaria una seconda e poi una terza operazione. Estendendosi la paralisi, il dolore aumentava. Le si paralizzò la lingua, ma con il suo comportamento all’ospedale continuò a rendere testimonianza della propria fede. Amorevolmente e con grande fatica fece una maglia ai ferri per la sua infermiera. Quando infine la morte divenne inevitabile, i genitori la portarono a casa. Sebbene la sua voce quasi non si udisse e riuscisse appena a sollevare la testa, tutte le volte che era possibile la conducevano alle adunanze cristiane su una barella. Come Giobbe nella sua afflizione, mantenne la ferma convinzione che un giorno sarebbe stata anch’essa benedetta da Dio, e sarebbe stata piena di vita come non mai. Morì il 28 dicembre 1977, a 18 anni. Non avendo voluto venir meno alla fede in Geova, fu da Lui fortificata e si unì a una lunga schiera di cristiani fedeli sino alla morte, inclusi altri della nostra generazione del dopoguerra, la cui preghiera per la vita sarà esaudita con la risurrezione. — Atti 24:15.

ALCUNI CHE NON SONO STATI EDUCATI DA GENITORI CREDENTI

Naturalmente, molti dei nostri giovani Testimoni non sono stati educati da genitori credenti. Anch’essi hanno dovuto sormontare problemi, a volte molto seri, prima di poter diventare servitori di Geova.

Per esempio, c’è Christa, 22enne, che mostrò interesse quando i testimoni di Geova iniziarono uno studio biblico con suo fratello. Era una giovane cattolica militante, ma frequentava settimanalmente anche le adunanze dei battisti. Essa spiega perché poi cominciò a studiare coi Testimoni:

“Non mi sognavo neppure di diventarlo. Il mio scopo era quello di riportare mio fratello al cattolicesimo. Quindi desideravo imparare il più possibile sulla Bibbia e poi servirmene per combattere questi ‘nemici’”. Ma più studiava, più si convinceva che i Testimoni avevano la verità, “con mio orrore”, essa dice. E continua: “Ero divisa tra gli amici cattolici, i nuovi amici battisti e i testimoni di Geova, di cui in effetti sapevo pochissimo tranne che erano in grado di rispondere a tutte le mie domande bibliche”.

Il successivo problema di Christa fu la musica. Sin da quando aveva 15 anni cantava in pubblico e sognava di diventare famosa. Aveva ricevuto buone critiche agli spettacoli delle voci nuove e aveva cantato sia in Inghilterra che in Germania. Cosa doveva fare? Il suo racconto prosegue:

“Presi la decisione dopo essere stata in Inghilterra, a trovare Janet, una ragazza con cui ero in corrispondenza. Mi disse che era stata costretta ad andarsene di casa a causa della verità. Questo mi fece riflettere, perché Janet conosceva la verità solo da quattro mesi, da quando mio fratello e io le avevamo dato testimonianza durante la sua visita in Germania. Tutto accadde in fretta. Prima di partire dall’Inghilterra smisi di fumare. Appena giunta a casa troncai con tutti gli amici del mondo e strappai dalle pareti tutte le foto dei ‘divi’. Ero libera di assistere a tutte le adunanze. Ben presto avevo molti nuovi amici, veri amici. Nel 1974 fui battezzata. Sette mesi più tardi andai in Inghilterra con l’aereo per assistere al battesimo della mia amica Janet. Siamo molto grate a Geova di averci liberato dalla falsa religione e di averci rafforzato per sormontare i nostri numerosi problemi”.

SERVIZIO CONTINUO

Essendo giovani e generalmente senza obblighi familiari, nella Repubblica Federale di Germania molti di questa generazione del dopoguerra sono stati in grado di dedicare le loro energie all’opera di predicare e insegnare la Parola di Dio a tempo pieno. La maggioranza di quelli che hanno provato una volta le gioie del servizio continuo o di “pioniere” hanno continuato il più a lungo possibile questo servizio. Infatti, Karl-Heinz era così deciso che cercò una compagna che la pensasse come lui riguardo a questo servizio. Dice:

“Da allora abbiamo compiuto insieme otto anni di servizio di pioniere, ricevendo molte benedizioni. Il nostro matrimonio è felice e abbiamo aiutato parecchie persone ad accettare la verità, inclusa un’intera famiglia, il capo della quale è ora un anziano della congregazione”.

Altri hanno fatto cambiamenti nel lavoro secolare per dedicare più tempo alla proclamazione della “buona notizia”. “Non pensai fosse indecoroso fare il manovale, pur di fare il ‘pioniere’”, sono le parole di Wolfgang, arredatore di professione. La diciottenne Carola fa la collaboratrice domestica a ore e dice che è “un lavoro meraviglioso!” Helmut, che ha fatto il tirocinio nello studio di un architetto, ha lavorato a mezza giornata come intonacatore, preferendo poi il lavoro di consegnare i giornali la mattina presto, per fare il “pioniere”.

Prima di conoscere la verità, Ulrich era uno chef, e lavorava nei migliori alberghi, frequentati da importanti uomini politici e da famosi personaggi del cinema. Vi rinunciò per avere più tempo da dedicare ad attività scritturali. Egli dice:

“Amici e colleghi mi sconsigliarono, dicendo che sarei ‘sceso’ sempre più in in basso. La mia carriera era finita e così pure il sogno di guadagnare tanti soldi. Ma non cambierei mai tutto questo con quello che ho oggi. Come ‘pioniere’ sono più felice che mai, certo più felice che prima di ‘scendere’ così in basso”.

LODANO GEOVA IN MOLTE LINGUE

La generazione del dopoguerra ha fatto un eccellente lavoro anche tra i gruppi di lingua straniera della Germania. Molti hanno imparato una lingua straniera per prestare servizio in una delle 167 congregazioni di lingua greca, inglese, italiana, iugoslava, portoghese, spagnola e turca della Germania. Sono quindi “missionari” in campo straniero pur essendo nel proprio paese. Altri si sono trasferiti in Spagna, Lussemburgo, Francia, Italia e in altre nazioni e prestano servizio lì.

Naturalmente, la generazione tedesca del dopoguerra ha dei missionari che sono stati addestrati alla Scuola missionaria dei Testimoni e che ora servono in paesi stranieri. La maggioranza dei 124 giovani, uomini e donne, inviati dalla Germania a questa scuola (negli Stati Uniti) negli scorsi 10 anni sono della generazione del dopoguerra. E alcuni che hanno dovuto tornare in patria per ragioni di salute o di altro genere sono ugualmente nel servizio continuo.

L’ALTRA FACCIA DELLA MEDAGLIA

Ma naturalmente ogni medaglia ha due facce e sarebbe errato supporre che fra i testimoni di Geova in Germania tutti i giovani siano come quelli descritti sopra. L’indifferenza del pubblico, l’influenza del mondo, il materialismo sono tutte cose che hanno fatto le loro vittime e continuano a farle. Alcuni giovani si sono indeboliti spiritualmente perché non hanno studiato con diligenza la Bibbia e non hanno pregato Dio di dar loro “sapienza dall’alto”. Un sorvegliante viaggiante ha scritto recentemente d’essere rimasto dolorosamente sorpreso vedendo quanto poco si impegnano alcuni giovani nell’opera di predicazione:

“Nelle ultime tre congregazioni che ho visitate, [i giovani] formano il 23 per cento dei Testimoni, ma, per il tempo dedicato alla predicazione, sono i più deboli. Fa male vedere che alcuni di loro non hanno quasi nessuna relazione con Geova e con la congregazione. Sono ‘seguaci’ di una religione, nulla di più. È triste per i genitori scoprire che le cose stanno così, ma spesso non sono senza colpa. In alcuni casi è perché i genitori hanno trascurato il benessere spirituale dei figli”.

Mentre questo sistema malvagio si affretta verso la distruzione, è tempo che tutti questi giovani comprendano la serietà della situazione e agiscano di conseguenza. Se lo faranno, Geova li benedirà. — Rom. 13:11; Luca 21:34-36.

Quelli della nostra generazione postbellica che servono Geova fedelmente e annunciano i suoi potenti atti CONTINUINO L’ECCELLENTE OPERA! (Sal. 145:4, 12) Il loro esempio sia d’incoraggiamento per altri giovani della loro età, affinché impegnino una strenua lotta per non essere presi nel laccio del malvagio sistema di Satana. Avendo ricevuto una così buona eredità, sia loro consentito di riconoscere l’obbligo di tramandarla alla generazione avvenire. Ma c’è un altro motivo per prestare ora fedele servizio, e cioè che potranno avere il privilegio, grazie al futuro miracolo della risurrezione, di tramandare questa eccellente eredità alle generazioni che li hanno preceduti! Che entusiasmante prospettiva! Chi non vorrebbe essere fra coloro che avranno questo privilegio?

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