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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1980
w80 15/10 pp. 30-31

Domande dai lettori

● In I Corinti 7:36-38 la Traduzione del Nuovo Mondo tratta l’argomento di un uomo che “dà la sua verginità” in matrimonio. La maggioranza delle altre versioni usano espressioni come ‘la sua figlia vergine’ o anche “la sua compagna nel celibato”. Perché queste notevoli differenze di traduzione?

Qualsiasi cristiano intenzionato a sposarsi o a rimanere celibe si interessa giustamente di conoscere il significato di questi versetti, che la Traduzione del Nuovo Mondo rende in questo modo:

“Ma se qualcuno pensa di comportarsi indebitamente verso la sua verginità, se questa è oltre il fiore della giovinezza, e così dovrebbe avvenire, faccia ciò che vuole; egli non pecca. Si sposino. Ma se alcuno è fermo nel suo cuore, non avendo nessuna necessità, ma ha autorità sulla propria volontà e ha preso questa decisione nel suo cuore, di mantenere la propria verginità, farà bene. Quindi anche chi dà la sua verginità in matrimonio fa bene, ma chi non la dà in matrimonio fa meglio”. — I Cor. 7:36-38.

Molti studiosi biblici ammettono di avere difficoltà a capire e a tradurre correttamente il testo greco di questo brano. Secondo l’Interlinear Greek-English New Testament del dott. A. Marshall, letteralmente il testo greco del versetto 36 comincia così: “Ma se qualcuno di comportarsi disonorevolmente verso la vergine di lui pensa, . . .” Il problema principale riguarda l’espressione “la vergine di lui”. Cosa intendeva dire l’apostolo Paolo con quelle parole? I commentari biblici spesso propongono tre alternative, che si riflettono nelle varie versioni popolari della Bibbia. Considerando brevemente queste tre ipotesi saremo aiutati ad afferrare il senso del brano.

Prima ipotesi: Secondo alcuni, questi versetti parlerebbero dell’autorità di un padre o di un tutore di dare o non dare in matrimonio una ragazza. A sostegno di ciò, certe traduzioni, come quella a cura di mons. Garofalo, aggiungono la parola “figlia”. Questa ipotesi, però, presenta alcune difficoltà. Innanzi tutto il brano non parla affatto di figlie, padri o tutori. Inoltre, il versetto 37 mostra che il punto in questione era l’autorità di un uomo sulla propria volontà. Perché dovremmo quindi pensare che Paolo consigliasse che una donna rimanesse nubile solo perché il padre non era turbato dalla passione sessuale?

Seconda ipotesi: Altri ritengono che Paolo discutesse se era o non era opportuno che un uomo sposasse la fidanzata. Per esempio, Parola del Signore, il Nuovo Testamento traduce: “Se a causa della sua esuberanza un fidanzato si trova a disagio dinanzi alla fidanzata e pensa che dovrebbe sposarla, . . .” Il fatto è, però, che nel testo originale questi versetti non menzionano alcuna “fidanzata”. Inoltre, questa ipotesi concentrerebbe tutta l’attenzione sull’uomo. Ma sarebbe coerente col cristianesimo che Paolo si preoccupasse esclusivamente dell’uomo, ignorando qualsiasi bisogno o sentimento da parte della donna, che Pietro chiama il “vaso più debole”? — I Piet. 3:7.

Terza ipotesi: Altri ancora dicono che I Corinti 7:36-38 riguardi coppie di cristiani che vivevano insieme ma nel celibato, che avevano cioè rinunciato ai rapporti sessuali per motivi di carattere spirituale. Per cui la traduzione di Moffatt dice: “Se qualche uomo ritiene di non comportarsi dovutamente verso la fanciulla che è la sua sposa spirituale, . . .” E la New English Bible parla della sua “compagna nel celibato”.

Questa interpretazione però è in contrasto con quanto l’apostolo aveva precedentemente consigliato in I Corinti capitolo 7. Paolo, nei versetti 3-5, aveva menzionato la possibilità che la coppia si astenesse temporaneamente e di mutuo consenso dai rapporti sessuali. Ma aveva detto che poi avrebbero dovuto riunirsi in modo da non cadere in tentazione. Inoltre, se Paolo si riferiva a coppie sposate che vivevano nel celibato, perché mai avrebbe raccomandato loro di sposarsi nel caso ardessero di passione?

Visto che queste tre ipotesi seguite in molte traduzioni della Bibbia non sembrano essere in armonia con le parole di Paolo in greco o con i princìpi del cristianesimo, vi è un modo più appropriato di tradurre il brano per dargli il giusto senso?

Come detto sopra, la difficoltà principale sta nell’espressione “la vergine di lui”. A questo proposito una nota in calce dell’Emphatic Diaglott dice: “Parthenos, comunemente tradotto vergine, è stato anche tradotto nel senso di verginità o celibato”. Il dott. G. R. Berry, nella sua interlineare greco-inglese, dà questa versione: “si comporta indebitamente verso la verginità di lui”. Questo farebbe capire che la “vergine” di cui si parla non è quella di un’altra persona, ma la propria verginità. Molto prima che uscisse la Traduzione del Nuovo Mondo alcune versioni inglesi traducevano allo stesso modo. La traduzione di J. N. Darby dice: “Ma se qualcuno pensa di comportarsi indebitamente riguardo alla sua verginità, . . . faccia ciò che vuole, non pecca”. (Si veda anche la Bibbia a cura di J. B. Rotherham). Questa traduzione concorda sia col testo greco che con le precedenti parole di Paolo a favore del celibato. — I Cor. 7:29-35.

Perciò, in I Corinti 7:36-38, Paolo esorta a valutare le proprie necessità. Si è oltrepassato il tempo in cui l’interesse sessuale cominciò a farsi sentire impetuosamente?a In tal caso, se lui o lei pensa ancora che sia meglio sposarsi, se lo fa non commette peccato. Ma il cristiano che riesce a far posto al celibato avrà meno distrazioni e maggiore libertà di servire il Signore.

[Nota in calce]

a Per quanto riguarda l’espressione “oltre il fiore della giovinezza”, si veda La Torre di Guardia del 1º luglio 1975, pp. 415, 416.

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