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  • L’unità fra i fratelli è una benedizione

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  • L’unità fra i fratelli è una benedizione
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1980
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1980
w80 15/9 pp. 28-29

L’unità fra i fratelli è una benedizione

L’UNITÀ è sicuramente una benedizione. Tramite gli sforzi congiunti di tante persone si può fare molto di più che con quelli di una persona sola. Quando si va d’accordo si prova molta gioia a lavorare insieme.

Sotto ispirazione, Davide scrisse riguardo alla benedizione dell’unità fraterna. Poiché tutti gli israeliti discendevano da un solo uomo, Giacobbe, le parole di Davide nel Salmo 133 si applicavano in effetti all’intera nazione. Oggi i veri cristiani formano una fratellanza internazionale e quindi dovrebbero fare il possibile per conservare la meravigliosa unità descritta dal salmista. “Ecco, come è buono e come è piacevole che i fratelli dimorino insieme in unità! È come il buon olio sulla testa, che scende sulla barba, la barba di Aaronne, che scende al colletto delle sue vesti. È come la rugiada dell’Ermon che scende sui monti di Sion. Poiché lì Geova comandò che fosse la benedizione, pure la vita a tempo indefinito”. — Sal. 133:1-3.

Quando tutte le tribù d’Israele si recavano a Gerusalemme per le tre feste annuali, avevano l’opportunità di dimorare insieme in unità. Pur venendo da varie tribù, non erano che un’unica famiglia di fratelli. Il fatto di stare insieme aveva un effetto piacevole e benefico. L’effetto del dimorare insieme in unità si poteva paragonare a un buon olio di unzione, una sostanza rinfrescante dall’aroma piacevole e persistente. L’olio versato sulla testa di Aaronne scorreva giù lungo la fluente barba fino al colletto delle sue vesti. In modo analogo il fatto di stare insieme aveva sugli israeliti un effetto salutare che li compenetrava, come pervadendo il popolo radunato. Era una buona occasione per chiarire i malintesi e abolire i pregiudizi. Era come se il buon olio avesse pervaso ogni cosa. Il merito di tutto ciò, naturalmente, andava a Geova Dio, da cui proviene ogni benedizione.

In modo simile, quando fra i cristiani esiste unità fraterna come quella descritta dal salmista, non ci sono dispute, critiche o continue lamentele. La loro compagnia è buona, sana e benefica. Uniti dal vincolo dell’amore, si interessano vivamente gli uni degli altri e provano gioia a stare insieme. L’unità reca loro diletto o piacere per l’edificazione e l’incoraggiamento reciproci che ne derivano. Eventuali malintesi o problemi vengono risolti mentre tutti insieme si accostano umilmente a Geova Dio, chiedendogli la guida, l’aiuto e il perdono dei peccati.

L’unità del popolo d’Israele era anche paragonabile alla rugiada del Monte Ermon. La sua cima, a un’altezza di circa 2.700 metri sul livello del mare, è coperta di neve quasi tutto l’anno. La cima innevata dell’Ermon condensa l’umidità notturna e produce così l’abbondante rugiada che protegge la vegetazione durante la lunga stagione secca. Le correnti d’aria fredda dalla catena dell’Ermon possono anche portare l’umidità fino al Monte Sion, a sud, dove si condensa sotto forma di rugiada. Giustamente il salmista parla della ‘rugiada dell’Ermon che scende sul Monte Sion’. Il quadro dà la sensazione di un’influenza ristoratrice che scende contribuendo a proteggere la vegetazione.

L’unità dei fratelli cristiani è altrettanto piacevole. Anch’essa aiuta a vivere. Questo perché, osservando l’amore esistente oggi fra i veri servitori di Dio, molte persone cominciano a chiedersi da dove derivi questa unità. La loro ricerca le aiuta quindi a intraprendere la via della vita.

Prima che venisse stabilita la congregazione cristiana, Sion o Gerusalemme era il centro della vera adorazione. Perciò, essendo quello il luogo scelto da Geova Dio, l’Altissimo aveva comandato che la benedizione fosse lì. Egli, Fonte di ogni benedizione, risiedeva in senso rappresentativo nel santuario di Gerusalemme; si poteva perciò dire che le benedizioni venissero da lì. Sotto questo aspetto l’intera vita della nazione d’Israele era collegata con Gerusalemme o Sion.

Poiché la vera adorazione non è più associata a una particolare località geografica, l’amore fra i servitori di Dio dovrebbe essere evidente ovunque. (Giov. 4:21, 23, 24) È questo amore ciò che effettivamente distingue i veri discepoli di Gesù Cristo. Il Figlio di Dio disse: “Da questo tutti conosceranno che siete miei discepoli, se avrete amore fra voi”. (Giov. 13:35) Dovremmo senz’altro operare attivamente per manifestare questo amore, affinché la nostra unità con i compagni di fede possa essere paragonata alla fragranza dell’olio d’unzione e alla fresca rugiada dell’Ermon.

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