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  • Edifichiamo con materiali che resistono al fuoco

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  • Edifichiamo con materiali che resistono al fuoco
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1985
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  • Chi edifica?
  • Ponete il giusto fondamento
  • I materiali che resistono al fuoco
  • Resisteranno al “fuoco”?
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1985
w85 15/3 pp. 21-25

Edifichiamo con materiali che resistono al fuoco

“Si possono usare diversi materiali per costruire su quelle fondamenta. Alcuni usano oro, argento, o pietre preziose; altri usano legno, fieno o perfino della paglia!” — I CORINTI 3:12, The Living Bible, ediz. italiana (LB).

1, 2. (a) Cosa sarebbe più doloroso che vedere la propria casa divorata dalle fiamme? (b) Che delusione analoga provano talvolta i ministri cristiani?

È SENZA DUBBIO desolante vedere una bella casa divorata dalle fiamme. In particolar modo sarebbe triste se foste stati voi a costruirla! Veder andare in fumo tutto il tempo e gli sforzi impiegati sarebbe davvero penoso. Eppure questa pena non è nulla in confronto al dolore provato da un genitore cristiano il cui figlio o la cui figlia lascia la verità per le cose del mondo. Poche cose sono più penose che vedere un figlio pervenire a una simile rovina spirituale.

2 I sentimenti provati da questi genitori possono essere simili alla delusione che forse avete provato quali ministri cristiani. Può darsi abbiate iniziato uno studio biblico con una persona e abbiate quindi impiegato mesi o anche anni per aiutarla ad acquistare conoscenza della verità. La vedete assistere alle adunanze e persino cominciare a prender parte al ministero di campo. Ma poi, improvvisamente, si indebolisce spiritualmente e diviene inattiva, e forse ricade addirittura nelle precedenti pratiche errate. Che delusione!

3. Di fronte a queste situazioni quali domande è naturale sorgano, e da che cosa dipendono le risposte?

3 Triste a dirsi, questo talvolta accade. È allora naturale chiedersi: Perché accade? Possiamo fare qualcosa al riguardo? Anche se a influire può essere la condizione di cuore della persona, fino a un certo punto la risposta a queste domande dipende dalla risposta a un’altra domanda: Quando insegnate ad altri, edificate su un giusto fondamento con materiali che resistono al fuoco? Comprendere con chiarezza cosa significa questo e come farlo è essenziale per aiutare coloro ai quali insegniamo — i nostri studenti biblici e i nostri figli — a rimanere saldi nella verità.

Chi edifica?

4. In I Corinti 3:10, 11 a cosa paragona Paolo il ministro cristiano, e con quali parole?

4 Troviamo la risposta nel capitolo 3 di Primo Corinti, nel quale Paolo paragona il ministro cristiano a un costruttore. Leggiamo: “Secondo l’immeritata benignità di Dio che mi fu data, quale saggio direttore di lavori io posi un fondamento, ma qualche altro vi edifica sopra. Ma ciascuno guardi come vi edifica sopra. Poiché nessun uomo può porre alcun altro fondamento oltre quello posto, che è Gesù Cristo”. — Versetti 10, 11.

5. (a) Secondo il contesto, di che genere di opera di edificazione sta parlando Paolo? (b) In che senso il ministro cristiano “edifica” le persone?

5 Di che genere di opera di edificazione sta parlando Paolo? Ebbene, notate il contesto: “Voi siete . . . l’edificio di Dio”. “Siete il tempio di Dio”. (I Corinti 3:9, 16) È perciò un’opera di edificazione simbolica, che ha a che fare con persone. Il ministro cristiano, cioè, “edifica” le persone nel senso che si sforza di costruire negli interessati una personalità cristiana, in pratica di fare discepoli. — Matteo 28:19, 20.

6, 7. (a) Sulla responsabilità di chi si concentrano le parole di Paolo in I Corinti 3:9-15? (b) Ciò nondimeno perché si tratta di un’opera di edificazione svolta collettivamente? (c) Cosa ci permetterà di capire l’ulteriore esame delle parole di Paolo?

6 Questo vuol forse dire che l’insegnante cristiano sia il solo responsabile del modo in cui cresce lo studente? Niente affatto. Prima di tutto noi siamo “collaboratori di Dio”. Anche se le parole di Paolo in I Corinti 3:9-15 si concentrano sulla responsabilità di colui che edifica o insegna, in realtà si tratta di un’opera di edificazione svolta collettivamente, nella quale è coinvolto anche lo studente. Si può paragonare alla preparazione militare di un soldato. Altri potranno addestrarlo ed equipaggiarlo, ma in battaglia è il soldato a dover combattere, mettendo all’opera quanto ha appreso. Ne va della sua stessa vita! Analogamente colui che insegna si sforza di formare un cristiano degno di questo nome, che sia in grado di resistere alle tentazioni e alle pressioni di questo sistema. Contemporaneamente, però, anche lo studente è responsabile: nella sua vita deve mettere in pratica quanto apprende. — Matteo 7:24-27; Filippesi 2:12, 13.

7 Ciò nondimeno resta il fatto che colui che insegna ha una seria responsabilità. Esaminando ulteriormente le parole di Paolo capiremo quanto è importante insegnare la Parola di Dio in modo efficace al fine di edificare in altri l’apprezzamento per il nostro Padre celeste.

Ponete il giusto fondamento

8. In quest’opera di edificazione simbolica, che cos’è il fondamento?

8 Prima di iniziare a edificare dovete porre il fondamento. Perciò, nell’opera di fare discepoli, qual è il fondamento? Paolo risponde: “Nessun uomo può porre alcun altro fondamento oltre quello posto, che è Gesù Cristo”. (I Corinti 3:11) Sì, il giusto fondamento sul quale dobbiamo edificare è Gesù Cristo. — Confronta Efesini 2:20-22 e I Pietro 2:4-6.

9. (a) Quando si insegna ad altri, cosa occorre fare per porre come fondamento Cristo? (b) Perché è importante che coloro con i quali studiamo la Bibbia comprendano l’intera verità relativa a Gesù?

9 In che modo possiamo porre come fondamento Cristo quando insegniamo ad altri? In primo luogo dobbiamo insegnare la verità relativamente a Gesù e aiutare gli altri a edificare la propria vita in base a questa verità. Ciò include aiutarli a riporre fede in Gesù quale nostro Soccorritore e Colui tramite il quale Geova ha provveduto il riscatto. (Matteo 20:28; I Giovanni 2:1, 2) Ma non è tutto: Gesù Cristo è il capo nominato della congregazione cristiana. (Colossesi 1:18) Inoltre è il legittimo Re della terra, e in questa posizione presto ‘completerà la sua vittoria’ ad Har-Maghedon. (Rivelazione 6:1, 2) È chiaro, quindi, che per porre come fondamento Cristo bisogna insegnare l’intera verità a lui relativa, aiutando altri a capire qual è il ruolo di Gesù nella realizzazione del proposito di Dio. Perché questo è tanto importante? Perché, se coloro con i quali studiamo ripongono fede in Gesù quale Re nominato da Dio, non si scoraggeranno con facilità per le condizioni mondiali e per i problemi quotidiani. — Isaia 28:16; I Pietro 2:6-8.

10. (a) Secondo Efesini 3:17-19, cos’altro bisogna fare per porre come fondamento Cristo? (b) In che modo lasciamo che Cristo ‘dimori nei nostri cuori’?

10 Comunque bisogna fare dell’altro per porre come fondamento Cristo. Bisogna avere lo stesso obiettivo dell’apostolo Paolo. A favore degli efesini egli pregò: “Il Cristo dimori mediante la vostra fede nei vostri cuori con amore; acciocché siate radicati e stabiliti sul fondamento, onde siate pienamente capaci di afferrare mentalmente con tutti i santi ciò che è l’ampiezza e la lunghezza e l’altezza e la profondità, e di conoscere l’amore del Cristo che sorpassa la conoscenza, affinché siate in ogni cosa ripieni di tutta la pienezza che Dio dona”. (Efesini 3:17-19) Notate che, per essere “radicati e stabiliti sul fondamento”, è necessario che Cristo ‘dimori nei nostri cuori’. Cosa significa? Ebbene, Cristo ‘dimora nel nostro cuore’ quando permettiamo al suo esempio e ai suoi insegnamenti di influire sui nostri sentimenti e sulle nostre azioni.

11, 12. (a) In che modo possiamo aiutare altri a far sì che Cristo ‘dimori nei loro cuori’? (b) Cosa è necessario oltre a imparare intorno a Gesù?

11 Come possiamo aiutare coloro ai quali insegniamo a far sì che Cristo ‘dimori nei loro cuori’? È indispensabile impartire loro conoscenza, dato che devono “afferrare mentalmente” “l’ampiezza e la lunghezza e l’altezza e la profondità” della verità della Parola di Dio, particolarmente in relazione alla vita e agli insegnamenti di Gesù Cristo. Desideriamo che i nostri studenti acquistino “la mente di Cristo”, conoscendolo profondamente come persona viva e sensibile. (I Corinti 2:16) Questo toccherà il loro cuore.

12 Ma notate che Paolo parlò anche di “conoscere [gr. gnonài, conoscere “in senso pratico, tramite l’esperienza”] l’amore del Cristo che sorpassa la conoscenza”. Possiamo conoscere l’amore di Cristo imparando ciò che la Bibbia ci dice della sua vita e del modo in cui trattò gli altri. È tuttavia imitando il tipo di persona che è Gesù che possiamo realmente comprendere i suoi sentimenti. In questo modo, mediante l’esperienza, finiamo per conoscere “l’amore del Cristo che sorpassa la conoscenza”.

13, 14. (a) In che modo possiamo aiutare i nostri studenti a imitare le qualità di Gesù? (b) Perché cercando di imitare Gesù i nostri studenti saranno aiutati a stringere una buona relazione con Geova? (c) A cos’altro occorre prestare attenzione oltre a porre il giusto fondamento?

13 Pertanto, nel porre il fondamento richiamate l’attenzione sulle qualità di Gesù: l’amore (Giovanni 15:13, 14), la cordialità e la comprensione (Matteo 11:28-30), l’umiltà (Giovanni 13:1-15) e la compassione (Marco 6:30-34), solo per dirne alcune. Incoraggiate il vostro studente a imitare queste qualità. Questo sarà un ottimo fondamento sul quale edificare altre importanti qualità. A volte, mentre esaminate i racconti della Bibbia relativi a Gesù, potreste fermarvi e chiedere: ‘Quale qualità stava mostrando Gesù? Come si può riuscire a manifestare più pienamente questa qualità nella vita?’ Spiegate a colui con il quale studiate la Bibbia che, imitando la personalità di Gesù, sarà aiutato a stringere una relazione forte e intima con Geova. Perché? Perché Gesù rispecchiò tanto perfettamente la personalità di suo Padre che, quando cerchiamo di imitare Gesù, in realtà stiamo imitando Geova stesso! — Giovanni 14:9.

14 Avere un giusto fondamento è importante, ma è sufficiente? Paolo risponde: “Ma ciascuno guardi come vi edifica sopra”. Allora, che dire dei materiali che usiamo per erigere la struttura che poggerà sul fondamento?

I materiali che resistono al fuoco

15, 16. (a) Quale contrasto sta evidentemente facendo Paolo in I Corinti 3:12? (b) Nell’applicare l’illustrazione di Paolo cosa bisogna chiedersi?

15 Questo ci porta al versetto 12 del 3º capitolo di I Corinti, nel quale Paolo menziona diversi materiali da costruzione: “Ora se alcuno edifica sul fondamento oro, argento, pietre preziose, materiali di legno, fieno, stoppia”. Una bella varietà di materiali differenti! Paolo vuol forse dire che nei nostri studenti ne mettiamo un po’ di ogni tipo? A quanto pare no. Notate cosa dice un’altra traduzione: “Si possono usare diversi materiali per costruire su quelle fondamenta. Alcuni usano oro, argento, o pietre preziose; altri usano legno, fieno o perfino della paglia!” (LB) Evidentemente Paolo sta facendo un contrasto tra due tipi di costruzioni. Da una parte, per così dire, c’è un bellissimo palazzo adorno di oro, argento e gemme preziose. Dall’altra c’è una capanna, con il tetto di paglia, costruita con tavole o pali di legno che sostengono pareti di paglia e fango.

16 Nell’applicare l’illustrazione di Paolo quindi bisogna chiedersi: Quando insegno ad altri sto edificando “palazzi” o “capanne”? Se alcuni giovani e alcuni tra i più nuovi si allontanano può essere dovuto al fatto che non tutti sono costruiti con gli stessi materiali. Che differenza fa? Quanto accadeva nell’antica congregazione di Corinto mostra qual è la differenza tra edificare con materiali che resistono al fuoco e farlo con quelli combustibili.

17, 18. (a) Quale grave problema c’era nella congregazione dell’antica Corinto? (b) Qual è dunque un fattore essenziale per determinare se stiamo costruendo con “oro” o “fieno”?

17 Paolo aveva fatto la sua parte per porre il giusto fondamento, ma sembra che a Corinto alcuni vi edificassero sopra con ‘legno, fieno e stoppia’, materiali inconsistenti che rappresentano qualità non durevoli. (I Corinti 3:12) Per questo Paolo dovette scrivere a quei fratelli: “Esistono fra voi dei dissensi. Ciò che voglio dire è questo, che ciascuno di voi dice: ‘Io appartengo a Paolo’, ‘ma io ad Apollo’, ‘ma io a Cefa’, ‘ma io a Cristo’. Esiste diviso il Cristo?” (I Corinti 1:11-13) Perciò i componenti della congregazione erano divisi in fazioni. E perché? Perché davano troppa importanza a certi uomini. Paolo li corresse, spiegando: “Che cos’è dunque Apollo? Sì, che cos’è Paolo? Ministri per mezzo dei quali voi diveniste credenti . . . Io piantai, Apollo innaffiò, ma Dio faceva crescere”. — I Corinti 3:5-7.

18 In poche parole questo era il problema: Poiché attribuivano troppa importanza al seguire gli uomini, alcuni componenti della congregazione di Corinto non avevano una salda relazione personale con Geova. Questo è un fattore essenziale per determinare se stiamo costruendo con “oro” o “fieno”, se stiamo costruendo “palazzi” o “capanne”, per così dire.

19. (a) In che modo, senza volerlo, l’insegnante potrebbe attirare troppa attenzione su se stesso o su di un altro uomo? (b) Se intendiamo costruire con ‘oro, argento e gemme’, cosa dobbiamo sforzarci di fare?

19 Ecco un’importante lezione da imparare. Alcuni potrebbero dire: ‘Ma io non insegno a seguire uomini’. Questo, però, può accadere con facilità anche involontariamente. Se, ad esempio, quando lo studente fa domande, gli rispondessimo ripetutamente: ‘Il fratello (o la sorella) Tal dei tali dice . . . ’, non staremmo inavvertitamente attirando troppa attenzione su un uomo o una donna imperfetti? O se, allorché vengono fatte domande, diciamo: ‘Be’, non sono proprio sicuro, ma io direi così’, non stiamo forse senza volerlo accentrando troppo l’attenzione su noi stessi? Ricordate che è molto facile per uno studente farsi un’opinione esagerata del proprio insegnante. (Confronta Atti 10:25, 26; Rivelazione 19:10). Se vogliamo edificare “palazzi”, dobbiamo stare attenti a non edificare persone che seguano gli uomini. Dobbiamo invece aiutare coloro che studiano con noi a coltivare un’intima relazione con Geova. Perciò dobbiamo edificare con ‘oro, argento e gemme’. Cosa rappresentano queste cose?

20. Cosa rappresentano ‘l’oro, l’argento e le pietre preziose’? (Proverbi 3:13-15)

20 L’esame di brani come Salmo 19:7-11, Proverbi 2:1-6 e I Pietro 1:6, 7 indica che a volte oro, argento e gemme vengono simbolicamente usate per rappresentare qualità come forte fede, sapienza divina, discernimento spirituale, lealtà, amorevole apprezzamento per Geova e le sue leggi. Queste qualità sono indispensabili per avere una relazione salda e intima con Geova Dio. Esse formano il modello di personalità che dobbiamo sforzarci di edificare in coloro ai quali insegniamo. State edificando in questo senso?

Resisteranno al “fuoco”?

21. (a) Perché è tanto importante edificare qualità durevoli in coloro ai quali insegniamo? (b) Cosa simboleggia il “fuoco”?

21 Perché è tanto importante sforzarsi di edificare qualità durevoli in coloro ai quali insegniamo? L’apostolo Paolo prosegue spiegando: “L’opera di ciascuno sarà manifesta, poiché il giorno la mostrerà, perché sarà rivelata mediante il fuoco; e il fuoco stesso mostrerà quale sorta d’opera è quella di ciascuno”. (I Corinti 3:13) Sarà così il “fuoco” a ‘mostrare’ in che modo stiamo edificando. Cosa simboleggia qui il “fuoco”? La violenta persecuzione fisica? Evidentemente no. Notate infatti che “l’opera di ciascuno” sarà sottoposta al “fuoco”. Non tutti i cristiani subiscono la persecuzione violenta. Il “fuoco” rappresenta quindi qualsiasi pressione o tentazione che potrebbe distruggere la spiritualità di una persona.

22. Quali sono alcune prove infuocate che si possono dover affrontare?

22 Per alcuni il “fuoco” può essere rappresentato dalla questione della neutralità. Su alcuni possono essere esercitate pressioni perché prendano parte ad attività politiche, con la minaccia di finire altrimenti in carcere. (Giovanni 15:19) A volte il “fuoco” può essere più subdolo. Forse la tentazione di guardare film o programmi televisivi che ritraggono scene di sesso e violenza. Ai giovani cristiani il “fuoco” può presentarsi sotto forma di allettamenti sessuali, incitamenti a prendere droghe o pressioni perché partecipino ai depravati svaghi mondani. Spinti dal normale desiderio di essere accettati dagli altri, i giovani cristiani si possono sentire fortemente indotti a conformarsi. — I Giovanni 2:16.

23. (a) Per quanto riguarda le prove e la reazione a queste, quali domande sorgono, e da cosa dipendono le risposte? (b) Di cosa si parlerà nel prossimo articolo?

23 La maggioranza dei veri cristiani hanno resistito con successo a queste prove infuocate. Ma, triste a dirsi, altri non vi sono riusciti. Dobbiamo perciò chiederci: quando coloro ai quali abbiamo insegnato saranno di fronte al “fuoco”, come si comporteranno? Saranno come quel bel palazzo adorno di oro, argento e pietre preziose — materiali non combustibili — rimanendo saldi? O somiglieranno a quella capanna di legno e stoppia e si inceneriranno? Naturalmente molto dipende dallo studente stesso. Allo stesso tempo, però, molto dipende anche da noi quali insegnanti, dal modo in cui abbiamo edificato. Per cui bisogna chiedersi: In che modo edificate queste qualità durevoli in coloro ai quali insegnate? Lo vedremo nel prossimo articolo.

Sapete spiegare...

◻ In che senso insegnare ad altri è un’opera di edificazione svolta collettivamente?

◻ In che modo si pone quale “fondamento” Cristo?

◻ Cosa si può apprendere da ciò che accadde nella congregazione dell’antica Corinto?

◻ Che cos’è il “fuoco”, e perché questo fatto mette in rilievo l’importanza di edificare in altri qualità durevoli?

[Immagini a pagina 24]

Quando insegnate ad altri, edificate con materiali che resistono al fuoco o con materiali combustibili?

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