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  • Vi sentite a posto con Dio?

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  • Vi sentite a posto con Dio?
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1985
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  • Dubbi attuali
  • Le chiese e il peccato
  • Confessione
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  • Confessare i peccati: Come dice l’uomo o come dice Dio?
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1991
  • Confessare i peccati: C’è qualcosa che non va?
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1991
  • Come si può essere considerati giusti da Dio?
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1985
Altro
La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1985
w85 1/12 pp. 3-4

Vi sentite a posto con Dio?

MOLTI forse non ritengono importante questa domanda. Secondo loro, è più importante sentirsi a posto con se stessi. Di questi tempi è normale sentir dire: ‘Fa quello che ti pare’. Oppure: ‘Non sentirti in colpa’.

Questa non è semplicemente l’opinione di un limitato numero di giovani cresciuti con la filosofia del ‘prima io’. In Francia, ad esempio, dove l’82 per cento della popolazione è composto da cattolici battezzati, un sondaggio compiuto nel 1983 ha rivelato che solo il 4 per cento della gente accetta il concetto di peccato. Per quel che riguarda gli Stati Uniti, diversi anni fa il dott. Karl Menninger, considerato il “padre della psichiatria americana”, fu spinto a scrivere un intero libro per prendere in esame cosa è accaduto al peccato (Whatever Became of Sin?). In quel libro scriveva: “Come nazione, abbiamo ufficialmente smesso di ‘peccare’ una ventina d’anni fa”. La copertina del libro affermava: “La parola ‘peccato’ è quasi scomparsa dal nostro vocabolario”.

In effetti, oggi il concetto di peccato è talmente oscuro che molti, persino coloro che si dichiarano cristiani, si troverebbero in difficoltà a spiegare cos’è realmente il peccato.

Dubbi attuali

Nonostante la nozione di peccato sia stata svalutata, diversi eventi verificatisi di recente nel mondo hanno dato da pensare alla gente. Uno di questi è il gran numero di aborti eseguiti in molti tra i paesi più progrediti del mondo. Alcuni paesi, pur se in prevalenza “cristiani”, in fatto di aborto hanno una legislazione molto tollerante. Questa strage di feti ha suscitato reazioni che coloro che rigettano il concetto di peccato troveranno difficili da spiegare.

Perché mai, ad esempio, alcune donne la cui concezione della vita consente loro di avere un aborto dovrebbero in seguito provare sentimenti di colpa, giungendo persino a soffrire dal punto di vista psicologico? Eppure “gli studi mostrano che un’alta percentuale di donne che hanno abortito sono affette da disadattamento”, persino nella Iugoslavia comunista. (The New Encyclopædia Britannica) Il prof. Henri Baruk, membro dell’Accademia francese di Medicina, ritiene che questo fatto sia dovuto alla violazione di “un principio fondamentale scritto nel cuore di tutti”. Scritto da chi?

Un altro fenomeno recente che ha dato da pensare è il diffondersi in tutto il mondo di malattie trasmesse per via sessuale. L’AIDS (sindrome da immunodeficienza acquisita), con il suo elevato indice di mortalità, ha scatenato un’ondata di dubbi e di angosce tra molti che pensavano di essersi liberati di vecchi tabù grazie ai rapporti sessuali promiscui. L’alto prezzo che tanti stanno pagando per la loro “libertà” sessuale spinge alcuni di loro a chiedersi se, dopo tutto, non siano puniti. Puniti da chi?

Questi avvenimenti attuali, che ricordano come l’uomo non possa impunemente farsi beffe dei princìpi morali, hanno indotto alcune persone riflessive a cambiare la loro opinione in merito al peccato e alla responsabilità che ciascuno ha verso Dio.

Le chiese e il peccato

“Il peccato del secolo è la perdita del senso del peccato”. Già nel 1946 papa Pio XII fece questa vigorosa affermazione. Naturalmente, da allora, la situazione è peggiorata. Nel suo recente documento sul peccato e sulla confessione, dal tema “Riconciliazione e penitenza”, papa Giovanni Paolo II ha citato le summenzionate parole del suo predecessore e ha deplorato quella che ha definito l’eclissi del concetto di peccato nell’odierna società secolarizzata.

Inoltre il papa ha ricordato ai sacerdoti cattolici, e ai cattolici in genere, che non basta praticare, come si fa oggi in molte chiese cattoliche, la confessione e l’assoluzione collettiva. Ha affermato che la confessione individuale costituisce “l’unico modo normale e ordinario” per celebrare il sacramento della penitenza. Nel dogma cattolico, perché il peccatore si riconcili con Dio la penitenza va accompagnata dalle opere buone.

Quasi tutte le chiese protestanti negano che sia necessario confessarsi in privato davanti a un sacerdote. Ritengono che per ottenere il perdono dei peccati sia sufficiente confessarli a Dio, anche se alcune chiese sono favorevoli alla confessione e all’assoluzione generale durante la “Comunione”. Molti protestanti credono basti aver fede per essere giustificati davanti a Dio.

Molti rimangono perplessi di fronte a questi contrasti dottrinali all’interno delle cosiddette chiese cristiane in merito alla confessione, alla penitenza e alla giustificazione, o al modo in cui si consegue una condizione approvata agli occhi di Dio. Hanno la vaga sensazione di dover fare qualcosa per essere a posto con Dio, ma non sanno cosa fare.

L’articolo che segue spiegherà perché abbiamo bisogno di essere portati a una condizione giusta davanti a Dio ed esaminerà la concezione cattolica e quella protestante della “giustificazione”. Due successivi articoli spiegheranno cosa insegna la Bibbia su come ottenere una condizione giusta agli occhi di Dio e indicherà in che modo la cosa vi riguarda.

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