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  • Luca 7:12
    Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture
    • 12 Quando fu vicino alla porta della città, ecco che veniva portato fuori un morto, figlio unico di una donna+ che per di più era vedova. Con lei c’era anche molta gente della città.

  • Luca 7:12
    Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture con riferimenti
    • 12 E come si avvicinò alla porta della città, ecco, veniva portato fuori un morto,+ il figlio unigenito*+ di sua madre. Inoltre, essa era vedova. Con lei c’era anche una considerevole folla della città.

  • Luca
    Indice delle pubblicazioni Watch Tower 1986-2025
    • 7:12 it-2 361; cf 155-156; w08 1/3 23; w89 15/11 25

  • Luca
    Indice delle pubblicazioni Watch Tower 1945-1985
    • 7:12 ad 865; w82 1/2 5; g66 8/11 6

  • Luca
    Guida alle ricerche per i Testimoni di Geova — Edizione 2019
    • 7:12

      “Mio discepolo”, pp. 155-156

      Perspicacia, vol. 2, p. 361

      La Torre di Guardia,

      1/3/2008, p. 23

      15/11/1989, p. 25

  • Luca — Approfondimenti al capitolo 7
    Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture (edizione per lo studio)
    • 7:12

      alla porta della città Il termine greco tradotto “città” (pòlis), usato tre volte in riferimento a Nain, in genere denota una città cinta da mura. Alcuni archeologi ritengono che anche intorno a Nain ci fossero delle mura, ma non è certo che sia così. Se non vi erano mura, la “porta” poteva semplicemente essere un passaggio fra le case che permetteva di accedere a Nain. In ogni caso, la “porta” presso cui Gesù e i discepoli si imbatterono nel corteo funebre era probabilmente all’ingresso orientale della città di Nain; questo ingresso conduceva alle tombe ubicate sul pendio della collina a SE dell’attuale villaggio di Nein.

      unico Il termine greco monogenès, di solito tradotto “unigenito”, potrebbe descrivere qualcuno unico nel suo genere, solo, senza pari, il solo all’interno di una categoria. Si usa per definire la relazione tra un figlio o una figlia e i genitori. In questo contesto è usato in riferimento a un figlio unico. Lo stesso termine greco ricorre a proposito di due persone guarite da Gesù: la figlia “unica” di Iairo e il figlio “unico” di un altro uomo (Lu 8:41, 42; 9:38). Nella Settanta, monogenès è utilizzato a proposito della figlia di Iefte, della quale è scritto: “Era la sua unica figlia: oltre a lei, Iefte non aveva nessun altro figlio o figlia” (Gdc 11:34). Negli scritti di Giovanni monogenès ricorre cinque volte in riferimento a Gesù. (Per il significato del termine riferito a Gesù, vedi approfondimenti a Gv 1:14; 3:16.)

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